Capitolo 9

"Lauren Jauregui"

Quel nome rimbombava nella mia testa ossessivamente: non riuscivo a realizzare la cosa.

Quella davanti a me era Lauren Jauregui?

Colei che aveva per le mani una fortuna inestimabile di potere, soldi e terreni?

La stessa che organizzava il P.O.S?

Non ci potevo credere.

La stavo guardando dritto negli occhi, ammirando la bellezza del suo volto che evidentemente non era di dominio pubblico.

La misteriosa donna di Miami era proprio in piedi di fronte a me, in una delle stanze del sesso della sua stessa casa.

I lineamenti definiti e leggeri della sua faccia si sposavano alla perfezione con le sue labbra rosee e carnose.

Quel quadro di splendore, infine, era incorniciato dai suoi occhi color smeraldo e i suoi capelli corvini.

Era semplicemente sublime.

E il suo corpo non doveva essere da meno, ma in quel momento cercai di non pensare a lei in quel modo.

"Cazzo, sono davanti a Lauren Michelle Jauregui Morgado..." riuscii a pensare.

Non riuscivo a parlare, non riuscivo a muovermi.

Rimasi a bocca aperta chissà quanto tempo, mentre nella mia testa si accumulavano pensieri di ogni genere.

Era una completa confusione.

<< Stai bene? >> domandò lei, sorridendo.

<< T-Tu sei davvero Lauren Jauregui? >>

<< Già, è strano anche per me. Non ho mai fatto sesso con uno dei miei ospiti, >> si mise a sedere sul letto, tirando fuori agilmente una bottiglia di vino da uno strano cassetto accanto al letto.

Prese un bicchiere e lo riempì a metà.

<< Sai, sono sempre stata a fissare ogni singola persona che veniva al mio party, guardando il modo di camminare, il modo di atteggiarsi, il modo di bere... >> affermò, muovendo il polso, facendo prendere aria al vino.

Io restai immobile, a guardarla negli occhi.

Sembrava così tranquilla, io ero un fascio di nervi.

<< Gli atteggiamenti di una persona fanno capire molto su di essa. Invito le persone più potenti e ricche e le faccio "ammucchiare" con altre di cui non conoscono l'identità. >>

Seguivo a stento il suo discorso e non capivo a pieno cosa mi stava dicendo.

Mi stava rivelando qualcosa d'importante?

Rimase in silenzio per qualche minuto, fissando il movimento circolare del vino nel suo calice.

<< Questa volta ci sono io in una delle stanze allestite da me, che cosa strana. >>

<< Perché non l'hai mai fatto? >> riuscii a chiederle con un fil di voce.

<< L'unica persona che mi ha visto in faccia è la signorina Normani Kordei, ovviamente non contando i miei famigliari, >> disse tranquillamente.

<< E perché io sono qui e ti sto guardando? >>

Le parole che uscirono dalla mia bocca mi sembrarono così stupide che, a ripensarci, mi pentii immediatamente di averle dette ad alta voce, però erano quelle le domande che mi stavo facendo.

La donna davanti a me sospirò, appoggiando il bicchiere di vino sul mobiletto di legno scuro.

<< Avevo così tanta voglia di venire a letto con te. Mentre Normani faceva sopralluogo dal signor Mahone, in una delle foto sei apparsa tu. Con te ho avuto un meraviglioso colpo di fulmine. >>

Rimasi per un attimo sorpresa e attonita.

Non so per quale motivo iniziai a ridere.

<< Quindi aspetta: non ti sei mai fatta vedere in pubblico, ma ti sei rivelata a me perché vuoi scoparmi? E cosa ti dice che io voglia farlo? >>

Inclinó la testa da un lato, sorridendo maliziosamente.

Scosse la testa, ridacchiando e alzandosi dal materasso, incamminandosi lentamente verso di me.

Si leccò il labbro inferiore.

<< Come se non ti fosse piaciuto il bacio di prima. >>

Aprii la bocca per controbattere, ma non ci riuscii.

"Colpita e affondata".

Era davvero una grande stronza.

<< Non sapevo che fossi una donna, questo cambia tutto. Fine. >>

Si mise davanti a me, sporgendo il ventre verso il mio e facendolo combaciare.

Un'ondata di brividi partì dal mio centro e si espanse in tutto il corpo.

Rimasi senza fiato, fissando il punto in cui eravamo praticamente unite.

Cercai di allontanarmi, arretrando lentamente, ma lei mi prese i fianchi con entrambe le mani, senza lasciarmi scappare.

Mi portò a sé, facendomi scontrare con tutto il suo meraviglioso corpo.

Il suo seno era a completo contatto con il mio, il suo bacino contrastava il mio e la sua gamba sinistra era in mezzo alle mie, con la coscia a contatto con la mia natura.

<< Tu non scappi, >> mormorò al mio orecchio, mordendomi il lobo.

Mi morsi il labbro violentemente, trattenendomi dal gemere in modo discretamente violento.

Amavo i morsi sul lobo delle orecchie.

Tutti si accorgevano subito che fosse una delle parti più sensibili del mio corpo.

Si spostò, passando le labbra dolcemente sulla pelle del mio collo, partendo dalla mascella.

Gradualmente sentivo la tensione sessuale aumentare.

Più mi accarezzava e mi baciava, più sentivo di volere di più.

Era come se sapesse quale punto sensibile stimolare, riusciva ad aumentare sempre di più l'eccitazione.

Accarezzò il mio interno coscia, palpandomelo avidamente.

Socchiusi gli occhi e mi lasciai andare, spalancando la bocca.

Dovevo ammetterlo: era niente male.

La sua bocca si posò sul mio mento, mordicchiandolo e salendo fino al mio labbro inferiore.

Lo baciò dolcemente, passando per tutta la lunghezza.

Mi sorprese per quanto mi sembrò tenero e amorevole.

<< Camila, Camila, Camila... Ammettilo che ti piace e che lo vuoi anche tu. >>

Sorrisi per una frazione di secondo.

Sembrava che mi stesse prendendo per il culo.

Forse era seria, ma lì per lì non si poteva dire.

<< Non m'interessa, grazie, >> risposi a tono.

Scoppiò a ridere, per poi tornare seria subito dopo.

<< Non fare la preziosa. Saprei farti godere meglio di quella mezza tacca che ti sei portata qui prima. >>

<< Scommetto che sai come si chiama, Jauregui. >>

<< Certo che sì, in ogni abito c'è quell'unicità che mi fa riconoscere a chi appartiene. Sembrano tutti uguali... ma non lo sono e solo io so come distinguerli, >> disse, sorridendo perfidamente. << E devo dire che quello del signor Simpson è quello che detesto di più. >>

Sapeva come si chiamava e non potevo negare che fosse una persona geniale.

Come faceva? Dovevo assolutamente scoprirlo.

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