Capitolo 4
La mattina del giorno del P.O.S mi svegliai davvero tardi.
Avevo dormito divinamente e non potevo essere più tranquilla di così.
Mi feci una bella doccia fresca, mi diedi una rinfrescata e andai a fare colazione.
La tranquillità, però, durò poco, anche perché quando realizzai che quella sera sarei andata al party della signorina Jauregui l'ansia prese il sopravvento su di me.
Non finii neanche di mangiare quello che mi ero preparata.
Mi soffermai a pensare a come sarebbe stato.
Era praticamente una sottospecie di bordello, tutto legale, tra persone ricche e le eccezioni come me.
Avrei fatto sesso con uno sconosciuto.
Per tutta la mattinata lavorai alle scartoffie in più che mi ero portata a casa dall'ufficio, mentre mamma continuava a ripetermi che dovevo riposarmi.
In realtà non volevo lavorare anche di sabato, ma era un buon modo per distrarmi, soprattutto quella volta, dalla nottata che avrei avuto.
Quella sera, intorno alle otto, dopo cena, iniziai a prepararmi.
Controllai minuziosamente la mia igiene in generale prima di vestirmi con il completo che mi aveva regalato la "padrona della città".
Indossai la camicia: era perfetta e incredibilmente morbida.
Era leggermente più larga, non stava completamente attillata alle mie forme; poi indossai i pantaloni, le scarpe e le giacche.
Non era un completo molto serio: beh, sembrava uno smoking, ma i pantaloni si stringevano notevolmente andando verso le caviglie.
Non mi sentivo un pinguino in ghingheri, stavo davvero comoda, soprattutto nelle scarpe.
Le guardai meglio ed erano delle Adidas non in commercio.
<< Fantastiche, >> dissi tra me e me mentre le allacciavo.
Mi guardai allo specchio con grande ammirazione.
Oltre ad essere comodo, lo smoking era davvero bello e mi stava alla perfezione.
Alla vista non era né troppo stretto né troppo largo.
Il tessuto morbido accarezzava divinamente la mia pelle, le spalle erano precise e le maniche arrivavano precise sui miei polsi, stringendoli lievemente.
Lo stesso per i pantaloni.
Non mettevano in risalto le forme delle mie cosce e delle mie gambe, ma non erano neanche troppo spaziosi.
Era unico come completo e la giacca nera faceva risaltare il grigio chiaro della camicia, cosa che pensavo non fosse possibile.
Prima di prendere la maschera e uscire, mandai un messaggio ad Austin.
"Salve Mr Mahone, io sarei pronta per uscire. Non mi ha ancora detto dove ci incontreremo per andare a villa Jauregui."
Ricevetti una risposta neanche un minuto dopo.
"Camila, dammi del tu. E comunque vengo a prenderti io sotto casa tua, so dove abiti."
Non suonava bene quel suo "so dove abiti".
Era leggermente spaventoso, era da stalker.
Probabilmente lo aveva letto da qualche foglio che aveva lui riguardante i miei effetti personali, però rimaneva ugualmente inquietante.
Era inquietante il fatto che avesse cercato dove abitassi...
Non mi feci molti problemi, anche perché era lui il capo, sia fuori, per queste uscita occasionale, che dentro l'ufficio.
"Okay, allora mi dica lei quando è arrivato," risposi.
Dopo cinque minuti mi vibrò il cellulare.
"Sono già sotto casa tua... e dammi del tu."
Respirai profondamente.
Mi accorsi di non essere ancora psicologicamente pronta a quello che stavo per andare a fare.
"È come un bordello... stai andando in un bordello," mi ripeteva la mia vocina interiore.
Forse quello era il buon senso che mi diceva che stavo andando a fare una grande cazzata, ma io quella "cazzata" volevo farla.
Sarebbe stata una nuova esperienza ed io ero aperta a tutte le nuove esperienze.
E, inoltre, essere invitati al P.O.S era un privilegio, non potevo certo rifiutare l'invito.
Uscii dal portone e mi ritrovai una Maserati completamente nera davanti all'uscio.
I vetri erano oscurati, ma si poteva vedere la silhouette di qualcuno sul posto del guidatore all'interno.
Mi avvicinai e si aprì la portiera posteriore.
Da lì si affacciò Austin.
<< Ehi Camila, sali su, >> m'invitò.
Lui aveva già la maschera sulla faccia, perciò la indossai anch'io prima di entrare.
Entrando mi accorsi che anche il guidatore aveva una maschera, ma era bianca e ricopriva tutto il viso.
Era una maschera semplice, sembrava di un materiale ruvido e copriva dalla fronte fino al mento, compresa la bocca.
Respirava sicuramente dal naso, diversamente la maschera l'avrebbe soffocato.
Era inquietante, perché guardava fisso verso la strada, anche da fermo, senza guardare chi entrava.
Austin si accorse che lo stavo guardando un po' troppo e anche molto confusa.
<< Possiamo andare, >> disse, dandogli l'ordine di far partire la macchina.
Poi si avvicinò a me e mi spiegò chi era.
<< Lui è il mio tassista personale, soprattutto per i party of sex, >> sussurò.
Annuii, mimando un "okay" con le labbra.
Il viaggio fu lungo e passò nel più totale silenzio.
Senza farmi beccare guardai attentamente il mio capo al mio fianco.
Indossava gli stessi abiti che stavo indossando io.
Sembravamo gemelli.
Guardandolo bene capii come potevo intuire se ci stavo per andare con un uomo o con una donna: i capelli.
Per un buon 80% potevo capirlo, ma decisi che non mi sarebbe importato.
Dovevo imparare a lasciarmi andare al divertimento, perché ero lì per quello.
Dovevo scaricare le tensioni accumulate in una buona scopata, come a quanto pare faceva Austin ogni settimana.
A lui stava molto bene lo smoking che la signorina Jauregui gli aveva fatto fare.
Probabilmente aveva sbagliato qualche misura, perché gli andava quasi stretto ai bicipiti e ai tricipiti.
Finalmente arrivammo nei dintorni di villa Jauregui e me ne accorsi già a più di 200 metri di distanza.
La sua casa da lontano si vedeva perfettamente: era grandissima.
Passammo davanti al portone d'ingresso principale, da dove noi non saremmo entrati.
Infatti la macchina ci portò verso il lato est della villa, dove altre macchine erano già parcheggiate.
Il nostro gentile tassista ci fece scendere proprio davanti all'ingresso.
Austin uscì, sistemandosi la giacca e venendo verso di me ad aprirmi la portiera.
Uscii nel modo più aggraziato possibile, sembrando quasi una principessa accompagnata dal suo principe.
Mi porse il suo braccio, alla quale mi avvinghiai, quasi impaurita.
Subito dopo di noi scese un'altra coppia, stavolta entrambi uomini, sempre vestiti uguali e a passo sincronizzato.
<< Buona serata >> dissero all'unisono, sorpassandoci.
Austin rispose con un semplice movimento del capo, mentre io rimasi immobile.
Non ero ancora mentalmente lì.
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