Capitolo 11

Dovevo lasciarmi andare, era per quello che avevo accettato di andare al P.O.S.

Lo stavo per fare per la prima volta con una donna, e la cosa mi rendeva leggermente ansiosa.

Ma più che altro mi avrebbe visto nuda una delle persone più famose e ricca di tutta l'America: Lauren Jauregui.

Quel nome rimbombò per tutto il tempo nella mia mente.

"Cazzo, lo sto per fare con Lauren Jauregui. Quella Lauren Jauregui" pensavo.

Però lo avevo già fatto con Brad nemmeno pochi minuti prima, perciò non mi aspettavo di coinvolgermi al massimo.

"Sarà un piccolo passatempo, poi vado a cercare Austin"

Stavo sottovalutando la situazione, perché nella frazione di un secondo, Lauren, agilmente, mi prese in collo.

Istintivamente mi aggrappai alla sua schiena con le gambe.

Lei era ancora vestita, potevo sentire la sua camicia di seta solleticarmi le cosce.

Si staccò dalla mia bocca, spostando le sue labbra soffici e carnose sul mio collo, in una precisa zona della mia pelle.

Quel contatto fu preciso, delicato e azzeccato, perché iniziai a sentire come se si fosse acceso un fuoco tra le mie gambe.

Un tornado di eccitazione mi investì per una frazione di secondo, uccidendomi il basso ventre.

Aveva semplicemente baciato il mio collo, eppure era riuscita a spostare la mia mente da tutti i pensieri negativi a quella visione paradisiaca di mille emozioni.

Le sue mani erano posizionate sul mio culo, che non esitò a palpare con leggera pressione.

Ansimai, involontariamente.

Sentii il suo sorriso di soddisfazione sulla mia pelle, come se avesse vinto una gara fin troppo facile.

<< Oh sì, non ti piace per niente quello che faccio. Sono una donna, non ti eccito mica >> mi prese in giro.

Volevo risponderle a tono, ma non ebbi il tempo perché mi baciò appassionatamente, facendomi morire le parole in gola.

Si diresse verso il letto, buttandomici sopra.

Mi guardò dall'alto verso il basso, con uno sguardo così lussurioso che faceva invidia all'inferno.

Era abituata ad avere controllo su tutto ciò con cui veniva a contatto... Glielo potevo leggere negli occhi.

Non potevo dargliela così vinta, ma riuscivo a fare poco nella mia posizione.

Lauren si mise in ginocchio, ai piedi del letto, mentre io istintivamente mi alzai col busto, appoggiando saldamente i gomiti, per mantenere il contatto visivo.

Aveva la testa tra le mie ginocchia, ma, in meno di un attimo, allungò la sua presa sui miei fianchi, facendomi slittare più vicina a lei.

In quel momento la sua bocca era vicina al sottile tessuto delle mie mutandine, il suo orecchio sinistro appoggiato alla mia coscia destra, e i suoi occhi puntati sui miei.

Le sue mani mi accarezzarono la pancia, salendo poi per le coscie, mentre con le labbra accarezzava il mio intimo.

Era una tortura, ma era piacevole.

L'attesa era estenuante, ma stava riuscendo a far salire la mia voglia di lei.

Alla fine, con l'indice e il medio destro, scostò il tessuto pregiato delle mie mutande, scoprendo la mia natura.

Ero imbarazzatissima.

In poche parole ero completamente esposta, davanti alla donna più potente di Miami.

Il suo respiro si fece più pesante, e lo sentii benissimo il cambiamento perché si scontrava con la mia intimità.

Appoggiò la sua lingua dura all'inizio delle grandi labbra, leccando dal basso verso l'alto l'una e poi l'altra.

La mia respirazione si interruppe per un buon secondo.

L'atmosfera era soave, surreale.

Aveva una delicatezza divina.

Passò in seguito sulle piccole labbra, arrivando alla fine a leccale il clitoride.

Prima lentamente, poi prendendo un ritmo più spedito, ma comunque piano.

Vederla con la bocca attaccata in mezzo alle mie gambe era una visione a dir poco celestiale.

Era bellissima.

Mi lasciai cadere verso il letto, non riuscendo più a sostenere lo sguardo e gli occhi aperti.

Le mie mani cercarono le lenzuola del letto per stringerle. Avevo bisogno di tenere le mani impegnate con qualcosa, non riuscivo a stare ferma.

Cercavo di trattenermi, ma stava diventando difficile.

Era tutto troppo eccitante.

I miei piedi erano in punta sul pavimento, mossi il bacino contro di lei, cercando di più.

Purtroppo le mutande mi davano una noia assurda, e mi chiesi come mai aveva deciso di lasciarmele addosso.

<< Ti scongiuro, toglimele >> mi lasciai sfuggire.

Non avevo specificato il soggetto dell'azione, ma lei sembrò coglierlo al volo.

Ridacchiò, allontanandosi.

Non sentendo più il contatto, mi alzai nuovamente sui gomiti e posizionai il mio sguardo su di lei.

Era in piedi, e mi guardava sorridendo.

<< Sexy il modo in cui mi hai supplicata di toglierti l'intimo >>

Mi morsi il labbro, tornando con la testa sul materasso e coprendomi gli occhi dall'imbarazzo.

<< Non ti devi vergognare >> affermò lei << Invito gente ricca, piena di potere e di soldi. Sembriamo quasi intoccabili, delle statue senza sentimenti... ma siamo comunque tutti essere umani. Abbiamo anche noi i nostri bisogni >>

Appoggiò le sue mani sulle mie cosce, accarezzandomi teneramente.

<< Tutti hanno le proprie esigenze, le proprie perversioni >> continuò, accarezzandomi dai fianchi fino alle costole << In questa casa i politici scopano... Gli imprenditori scopano... I capi di milioni di impiegati ciascuno scopano... Seguendo le loro più imbarazzanti perversioni... E te ti vergogni per esserti lasciata andare? >>

Deglutii, scuotendo la testa e ridendo.

<< Scusa >> mormorai.

Violentemente mi tolse le mutandine di dosso, e si mise sopra di me, salendo sul letto.

<< Non accetto che tu mi chieda scusa >> disse, ad un passo dalle mie labbra.

Chiusi gli occhi e mi lasciai baciare.

Era troppo brava per non averlo fatto mai con un invitato. Iniziai a dubitare della cosa, ma non avevo tempo per pensare.

La mia mente era concentrata solo ed esclusivamente sulle mosse di Lauren Jauregui.

Mi prese per i fianchi, e mi mise in una posizione più comoda, facendomi occupare tutto il letto.

Azzardai a prenderle il colletto della camicia e a sganciarlo, e fortunatamente me lo lasciò fare.

Mi aiutò a toglierle la camicia, e finalmente riuscii a vedere il suo meraviglioso corpo da donna.

Sfiorai coi palmi, concludendo la mia azione coraggiosa col slacciarle i pantaloni.

Si tolse anche quelli.

Lasciò le mie labbra per spostarsi sul collo, e alla fine sul petto, dove lasciò tanti piccoli baci.

Inarcai la schiena e, come se già lei sapesse che lo avrei fatto, prontamente mi slacciò il reggiseno.

Lo buttò per terra. Ero nuda come mamma m'aveva fatto.

<< Strabiliante >> sussurrò al mio orecchio la donna di potere.

Passò la lingua sulla punta del mio capezzolo, per poi prenderlo il bocca e succhiarlo dolcemente.

La mano libera prima passò a dare attenzioni all'altro seno, poi scese fino allo stomaco, arrivando dritta alla mia natura, sprofondandoci dentro senza preavviso.

Spalancai la bocca e liberai il mio primo gemito, senza pudore.

Mi aggrappai alla schiena di Lauren, afferrandole con una mani i morbidi e lunghi capelli scuri come il buio assoluto.

<< Oh, Dio... >> gemetti, con la voce stridula << Continua >>

Alle mie parole iniziò a muoversi, facendo dentro e fuori di me.

I miei gemiti iniziarono a farsi sempre più frequenti, e lei sembrò eccitarsi altrettanto.

Si mise a cavalcioni della mia coscia, iniziando a cavalcarlo per soddisfare la sua voglia di piacere.

I suoi movimenti della mano era fermi e coincisi, e andavano a tempo con il suo bacino.

Era dannatamente sexy vederla e sentirla eccitata sulla mia gamba.

Aveva gli occhi chiusi, concentrata a portare a compimento entrambi i movimenti che stava eseguendo.

Non potevo seriamente crederci.

Avevo eccitato fino a quel punto Lauren Jauregui. Quella Lauren Jauregui.

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