12.
Ginevra si infila le mani nei capelli con teatralità, ricevendo in risposta un'alzata di sopracciglio da Silvia.
«Non ci posso credere» ripete, come ipnotizzata. «E non ti senti molto meglio, adesso? Va bene, posso capire la botta data dal due di picche "ufficiale", ma...»
«Nessuna botta» la interrompe Silvia, serafica. Ridacchia anche un poco, forse per la tensione. «So di Amelia dalla nostra seconda uscita, che botta vuoi che prendessi?»
«Che intenzioni hai, adesso?» incalza Ginevra. Poi, senza darle il tempo di rispondere, si accomoda su una sedia e inizia a snocciolare.
«Fossi in te lo taglierei: insomma, gli hai detto la verità, ti ha dato un effettivo due di picche, non puoi pensare di vederlo ogni settimana, perché dentro di te vivresti con la speranza eterna che prima o poi ci ripensi, rischiando magari di perdere qualche treno migliore. Tanto diciamo la cosa com'è, non ti ho mai sentita dire "Mi ha scritto Fabrizio" o simili, per dirla papale papale non ti si caga di pezza, quindi...»
Si ferma a prendere fiato.
«Ginny, non ho la minima intenzione di tagliarlo» le fa presente Silvia, con calma glaciale.
Ginevra si immobilizza, limitandosi a spostare lo sguardo sull'amica: alla sua occhiata imperturbabile, quasi serena, replica con una leggera apertura della bocca.
«Come... Cioè...»
«Mi è venuta un'idea.»
Silvia sembra animata da una nuova speranza: le sue spalle si sollevano, il viso si stende, le labbra si incurvano, scoprendo un poco i denti.
«Lui non ha mai avuto una vera relazione» spiega, «me l'ha confessato quando ha parlato di Amelia. Quindi lo corteggerò.»
Ginevra sembra sul punto di replicare, ma Silvia la interrompe con un gesto della mano: «Alt, so dove vuoi arrivare, come tu sai che non sono d'accordo. Insomma, chi l'ha detto che solo gli uomini possono provarci a nastro ma noi donne no?»
«Non è provarci il problema» spiega Ginevra, calma, «è l'averti già dato due di picche e voler continuare a provarci. Mettiti nei suoi panni: se tu rifiutassi un ragazzo e lui continuasse a insistere lo troveresti piacevole o fastidioso?»
«Dipende» risponde Silvia, senza smettere di sorridere. «Si tratterebbe di una persona con cui esco tutte le settimane?»
«In effetti...»
«Se comunque continua ad accettare di vedermi ogni giovedì -anche questo, dopo la mia dichiarazione- non devo dargli così tanto fastidio, no?»
«Ma sì, è un discorso logico.»
Silvia solleva un sopracciglio: «Lo dici solo per farmi stare zitta o sbaglio?»
«Sbagli. Se a me uno non piacesse lo taglierei o mi allontanerei in qualche modo, di sicuro non gli darei corda ogni settimana. Però, per...»
Si ferma un momento, alla ricerca delle parole adatte.
«Per tua "tutela"» mima le virgolette alte con le dita, «ti consiglio di chiedergli senza giri di parole perché si ostina a uscire con te così spesso.»
«Da cosa dovrei tutelarmi, scusa?»
Ginevra sembra spaesata: «Non so, magari...»
Lascia cadere il discorso, senza sapere come proseguirlo: Silvia sorride, vittoriosa.
«Va bene, metti caso che glielo chiedo» le dà comunque spago. «Lui mi risponde. E quindi? Il discorso muore lì.»
Ginevra storce la bocca in una smorfia: «Sì, ha abbastanza senso. Che pensi di fare?»
Silvia sorride, mentre le guance si fanno più rosse, forse per imbarazzo o per semplice entusiasmo: «Sarà un po' vintage come mossa, ma gli ho già fatto un CD. Credo che cercherò di lasciarglielo in macchina appena mi sarà possibile.»
Ginevra scoppia a ridere: «Un CD?»
«Non mi sembra un tipo da playlist di Spotify» si giustifica Silvia. «Poi il CD ha il suo fascino, è un supporto fisico, lo porti con te, insomma, è più carino, no?»
«Puoi usarlo per grattare il ghiaccio dal parabrezza, come sottobicchiere, sì, ha senso.»
«Vaffanculo, Ginny.»
«Sono qui per questo. Poi?»
Silvia scrolla le spalle: «Poi boh, magari gli mando qualcosa al lavoro, invece dei fiori un regalo da internet che possa piacergli, gli offro la prossima bevuta, cose così. Mi prendo cura di lui.»
Lo sguardo di Silvia cambia, mentre lo dice: si addolcisce un poco, diventa infantile, gioioso.
Ginevra lo trova patetico, ma si guarda bene dal dirglielo: «Non esagerare, però, mi raccomando.»
«No.»
Dentro di sé, Silvia è consapevole che in quelle due lettere si cela una grossa menzogna, che il suo piano è complesso, fatto di incastri, ricerche, studi che Ginevra bollerebbe come stupidi e sarebbe incapace di comprendere. Soprattutto, li riterrebbe di certo esagerati.
Silvia lascia crollare il discorso, si dirige in camera, riattiva lo schermo del computer e controlla un documento denso di appunti.
Accapparrarsi la corona di Amelia non sarà facile, ne è conscia.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top