Erano strani quei due: non si erano accorti che il destino aveva scelto di farli incontrare per crescere insieme e farsi forza a vicenda.

Avevano vissuto il loro amore in modo diverso, ma intenso allo stesso modo. Lei, anima fragile, si era arresa ai sentimenti, perché finalmente aveva trovato qualcuno che le volesse bene per davvero, e lui, anima complicata, non si era nemmeno accorto di quello che gli stava succedendo.

Lui aveva preferito chiudere completamente il mondo fuori, consumarsi fino ad arrivare al midollo. Aveva imparato ad affogare nella sua stessa solitudine che si era costruito giorno per giorno, tassello dopo tassello, mattone dopo mattone.

Lui, la solitudine, se l'era completamente cucita addosso, si era mescolata fino a diventare un tutt'uno con la pelle e imprimersi fino ad arrivare al suo cuore, che lui considerava di pietra.

Lei, invece, si era aperta ai sentimenti. Aveva deciso di smettere di continuare a reprimere quelle cose che sentiva nel petto, che tanto nascondeva perché non ci credeva nemmeno lei.

Nessuno l'avrebbe amata come lui ama lei, ma d'altronde non si può obbligare una persona a restare nella propria vita.

C'erano state persone che avevano portato nella sua vita uno spolverone enorme, andando a ripescare emozioni che lei aveva sotterrato e chiuso in cassetti senza più una chiave, perché l'aveva buttata in un oceano così profondo che avrebbe potuto annegare se si fosse buttata per riprenderla.

Lei era un angelo in cerca di caos, lui un demone in cerca di pace.