XXXII


Jungkook si avviava con timore in direzione del secondo piano, ovvero pediatria. Camminava in modo talmente lento ed incerto che chiunque avrebbe potuto giurare che sarebbe tornato indietro da un momento all'altro a gambe levate.

Il ragazzo di fatti era stato assegnato al dottor Kim. Ma non a un dottor Kim qualunque dell'ospedale.

Eh no!

Perché davanti a quel dottor Kim in particolare, Jungkook aveva fatto davvero una brutta figura ed era sicuro di essersi ormai giocato la famosa "buona prima impressione". Nonostante ciò, lo specializzando era alla ricerca di un modo per rimediare, seppur al momento si ritrovava sprovvisto di idee.

Agli occhi del moro il corridoio sembrava accorciarsi di metri ad ogni passo e per questo rallentava sempre di più il ritmo, fino a fermarsi in mezzo alla corsia. La sua mente lavorava veloce, eppure la soluzione non voleva proprio giungere alla sua materia grigia.

Una brusca urtata alla schiena lo riportò al mondo reale, un po' come il Calcio riportava indietro Dom Cobb*.

Girandosi leggermente infastidito, lo specializzando stava per rispondere malamente alla molesta presenza alle sue spalle, quando improvvisamente si congelò sul posto.

Il fato a volte era davvero tremendo.

" Oh mi perdon- Dottor Jeon! Ma quale fortuna, la stavo giusto cercando!" esclamò con un ampio sorriso il dottor Kim in questione.

"Dottor Taehyung, la stavo giusto raggiungendo in pediatria. Lieto di esserle stato assegnato oggi" rispose con il capo mesto il subordinato, cercando al contempo di farsi piccolo nelle sue stesse larghe spalle.

"Oh, beh... sono stato io stesso a richiederti. Sai per vedere come te la cavavi in altre circostanze. E anche per verificare se quella dell'ultima volta fosse stata solo una dimenticanza"concluse il dottor Kim, sorpassando lo specializzando e procedendo in direzione del suo reparto.

"Capisco" sussurrò il novellino, per poi allungare il passo per star dietro al veloce superiore.

***

"Ho un caso molto particolare per le mani. Spero che tu te ne possa occupare nel migliore dei modi" comunicò il dottor Kim mentre passava a Jungkook cartelle su cartelle. Quando del povero specializzando non era più possibile vedere neanche un ciuffo di capelli, il dottor Taehyung si ritenne pronto ad iniziare il suo giro di visite. Cominciò con qualche caso di bronchite acuta, in dimissione per il fine settimana, per poi passare a qualche caso minore di meningite.

Jungkook non se la stava cavando male, anzi sembrava saperci abbastanza fare con i bambini, seppur non si era dimostrato particolarmente loquace. Ma aveva uno splendido sorriso. Con tante fossette.

Quando lo mostrava, i piccini lo guardavano come ipnotizzati, incapaci di staccare lo sguardo da quell'essere dall'apparenza angelica.

Il dottor Kim ne rimase piacevolmente sorpreso. Certo non aveva ancora visto il medico all'opera, ma riteneva comunque importante il sapersi rapportare con i pazienti, quindi almeno su questo punto il dottor Jeon sembrava essere adeguato. Ma Taehyung aveva ancora un asso nella manica.

"Sei bravo con i bambini" si complimentò a giro finito il responsabile.

Le guance del giovane medico si imporporarono di una tenue sfumatura rossastra, mente guardava imbarazzato dalla parte opposta rispetto al suo interlocutore. "Ho molti cugini più piccoli e beh... mi diverto molto a stare con loro" si pronunciò infine.

"Ah bene. Avere un buon rapporto con i piccoli pazienti è un'ottima cosa in pediatria. Il rapporto in generale con i pazienti è importante, ma in questo reparto in particolar modo, perché i più piccoli sono più delicati e più forti degli adulti e vanno trattati con maggior attenzione. Ma adesso basta chiacchiere, ti porto dal nostro VIP" annunciò enigmatico il dottore, avviandosi a passo spedito verso un altro corridoio del reparto. Quest'ala sembrava essere adibita agli infanti: c'erano camere singole più piccole e camere condivise molto più grandi, piene di incubatrici e camici sterilizzanti rosa.

"Paziente VIP?" chiese mentre raggiungeva a grandi falcate il castano. Non era mai stato in quella parte dell'ospedale. Si guardava continuamente intorno con occhi curiosi ed attenti.

Con molta nonchalance, il dottor Kim illuminò il suo sottoposto sulla sua strana affermazione: " VIP: Very Interesting Patient. Se la tua curiosità me lo permette, preferirei mostrarti concretamente di cosa si tratta" e con queste ultime, teatrali parole spalancò la porta di una stanza singola, al cui centro stazionava una grande incubatrice.

Il moro si avvicinò con cautela e vi sbirciò all'interno, mentre invece il medico curante si prodigava a conferire con i genitori della paziente.

"Dottor Jeon le presento io il caso per sta volta: Yoogin Chan, quattro mesi, affetta da atresia biliare, nella lista trapianti sin dalla nascita e oggi finalmente abbiamo un donatore" e a queste parole allo specializzando per poco non cadde la mascella. Quello che il suo superiore gli stava esponendo era un intervento incredibile. Un trapianto di fegato su un soggetto così piccolo era cosa rara, anche perché la maggior parte delle volte richiedeva grandi abilità da parte del medico operate, quindi era uno spettacolo per chiunque avesse l'opportunità di assistervi.

Eppure la bimba nella culla speciale sembrava così quieta. Come se niente in quel momento potesse toccarla. Come se tutti i fili che le invadevano il corpo non costituissero un problema e che il suo sonno non sarebbe stato intaccato da nulla.

Lentamente le orecchie di Junkook iniziarono a captare e a distinguere le parole delle voci alle sue spalle. Erano le domande che gli ansiosi genitori rivolgevano al dottor Kim.

Lo specializzando si sentì preso da una spalla e gettato in pasto ai dubbiosi tutori della piccola addormentata, mentre l'altro medico si accostava dietro di lui ghignante.

Maledetto! Pensò il moro, mentre guardava il sorrisetto di sfida del suo superiore. Questo era il momento della sua rivalsa e lo sapeva bene. Prese un profondo respiro e si concentrò sui suoi aguzzini.

"Signori, il fegato da trapiantare è di un adulto, perciò potrebbe venir suddiviso tra vostra figlia e-" esordì, ma non fece in tempo a concludere che i genitori lo interruppero con le loro domande: "Il dottor Kim dividerà il fegato in loco oppure ex vivo?**" chiese a bruciapelo il padre.

Jungkook rimase un po' basito. Da quando dei genitori facevano domande così specifiche?

"Credo che la separazione sarà fatta ex vivo, anche se penso che il dottor Kim debba ancora decidere. Solitamente si decide sul momento e si opta generalmente per l'ex vivo perché-"stava rispondendo, ma venne nuovamente sovrastato da un'altra voce, stavolta della madre.

"Sappiamo che in ex vivo richiede meno tempo, ma abbiamo letto anche che in loco dà risultati migliori".

Lo specializzando strabuzzò ancora gli occhi, mentre sentiva lo specializzando più anziano ridersela alla grossa dietro di lui.

"Ve lo faremo sapere" concluse diplomaticamente. Lanciò un'occhiata eloquente al dottor Kim, che si staccò dalla parete dove era appoggiato ed insieme si congedarono dalla famiglia.

"E' normale che dei genitori facciano tante domande e così specifiche? Insomma sapevano i concetti meglio di un medico!" non riuscì più a trattenersi il moro, mentre lui e il suo superiore si lavavano per l'operazione.

"Anche per questo Yoogin è una paziente VIP. Perché ha dei genitori che hanno passato troppo tempo su internet e vogliono saperne più di noi. È una costante in pediatria" spiegò brevemente il castano per poi fare il suo ingresso trionfale in sala operatoria, seguito da un dubbioso ed assorto Jungkook.

***

* un po' come il Calcio riportava indietro Dom Cobb= nel celebre film "Inception", il quale gira interamente intorno al mondo dei sogni, viene chiamato 'Calcio' quello shock, se così si può definire, che fa svegliare dal sogno, riportandoti alla realtà. Dom Cobb è semplicemente il protagonista.

** divisione in loco oppure ex vivo= si tratta di due modalità per dividere un organo: ex vivo, letteralmente fuori da qualcosa di vivo, quindi la divisione avviene non nel corpo del paziente, ma in separata sede; in loco (nella serie dicevano in seto, ma io non ho trovato di questa tecnica su internet, quindi ho cambiato termine) invece la divisione avviene internamente al corpo del paziente. Questi termini non sono utilizzati soltanto come riferimenti alle divisioni, ma sono utilizzati più in generale in molte occasioni. Quindi teneteli a mente!

***

Rieccomi qui!
Certo, avevo detto che avrei pubblicato sabato, ma non sono andata molto lontano.

Ho dimenticato di fare un appunto su questa sezione nello scorso capitolo, quindi ve la lascio qui:

L'elefante nella stanza (eng. The elephant in the room)= è un'espressione tipica della lingua inglese per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. L'espressione si riferisce cioè ad un problema molto noto ma di cui nessuno vuole discutere. L'idea alla base è che un elefante dentro una stanza sarebbe impossibile da ignorare e quindi le persone all'interno della stanza fanno semplicemente finta che questo non sia presente, evitando così di affrontare un problema più che palese. (Fonte: La grandiosa e magica Wikipedia!)
E a proposito di questo, ho un aneddoto che vale la pena di essere raccontato: io e la mia beta ci siamo messe a giocare a un RPG horror sul mio telefono. Da poco è stata fatta la versione in italiano e quindi è molto pubblicizzato sul Playstore. Ad un certo punto, il protagonista trova un bigliettino con su scritto "L'elefante nella stanza" e appare un elefante zombie che lo insegue. Inutile dire che siamo scoppiate a ridere come delle idiote. Vi giuro stavo piangendo.

Vi invito anche a leggere tutte le note che lascio a fine capitolo. So che sono tante, ma vi aiutano meglio a capire il contenuto della storia e il mio lavoro dietro a tutto questo. Ci terrei molto che lo faceste.

E niente... spero che la storia vi stia piacendo! Questo capitolo è molto lungo, per compensare il precedente che invece era piuttosto corto. Se vi fa piacere, lasciate una stellina e un commento. Mi fa sempre molto piacere il vostro supporto!

Lilifyt💖

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