XLIV
"Passami il cotone, così posso tamponare" ordinò Jimin al suo collega dopo un paio di minuti che aveva inserito il drenaggio. Jungkook si guardò a lungo a torno, non vedendo quanto chiesto da nessuna parte. Cercò nei cassetti dove erano soliti essere messi, ma dei batuffoli non c'era traccia.
"Sei per caso andato a comprarli? Quanto ti ci vuole? Sono sopra il tavolino, ce li ho messi io prima" insisteva il ramato, troppo concentrato sul suo lavoro per accorgersi delle vane ricerche del bruno.
"No, non ci sono"
"Sì, guarda bene! O forse hai bisogno degli occhiali?" continuò il più basso.
"Ti ho detto che non ci sono, né sul tavolino né in nessuna altra parte di questa stanza!" sbuffò spazientito il dottor Jeon, incrociando esasperato le braccia. Finalmente Jimin alzò gli occhi dal suo operato, perlustrando con lo sguardo l'intera camerata. "Non è possibile, io li avevo messi lì" esclamò alla fine dubbioso. "Avanti, smettila di farmi perdere tempo e tira fuori il cotone. Non è divertente, dottor Biscotti per cani" concluse acido il dottor Park, non trovando spiegazione più logica al mistero dei batuffoli di cotone.
Spalancando offeso gli occhi, l'altro rispose sconcertato: "E perché mai dovrei averli presi e nascosti, sentiamo?"
"Perché prima erano sul tavolino e ora sono magicamente scomparsi" disse come se stesse parlando ad un bambino Jimin. Poi si spostò da dove stava lavorando e, mentre usciva dalla sala, disse: "Andrò a prenderne dei nuovi dalle infermiere. Tu nel frattempo steccagli la gamba e poi trovagli delle grucce".
Rimasto solo, con un sonoro sospiro, Jungkook si lasciò cadere sulla sedia rimasta vuota, precedentemente occupata dall'altro arrogante specializzando. Il paziente era stranamente silenzioso, forse perché era sotto effetto di morfina, ma lamentava i crampi della fame.
"Oh, ma questo è un buon segno sig. Park. La fame è indice di buona guarigione" lo rassicurò il medico, per poi prendere le bende e apprestarsi a concludere le attività sull'arto offeso. Si mise seduto con le garze in mano e appoggiò le pinze di lato, per stare più comodo, ma all'ultimo si ricordò di aver dimenticato di prendere le forbici per il bendaggio. Con svogliatezza, si rialzò nuovamente dalla sua seduta e si avvicinò al tavolo che affiancava il lettino dove c'erano tutti gli strumenti da lavoro. Con una rapida occhiata esaminatrice passò in rassegna tutti gli utensili, non trovando però quello di cui aveva bisogno.
Caso volle che in quel momento rientrò il suo antipatico partner di lavoro.
"Molto divertente, Park Jimin. Ora restituiscimi quello che hai preso e facciamola finita" lo accusò il bruno continuando a scandagliare i cassetti in cerca delle forbici.
Il rosso lo guardò come se avesse a che fare con una scimmia a tre teste e con una scrollata di spalle si difese: "Non ho idea di cosa tu stia parlando".
"Avanti! Lo sappiamo tutti e due che ti vuoi vendicare perché pensi che ti abbia rubato il cotone" ripeté di nuovo, ruotando gli occhi, il dottor Jeon.
"Non mi abbasserei mai ai tuoi livelli" sibilò soltanto l'accusato, tamponando velocemente il ginocchio e riponendo i batuffoli che aveva recuperato. "Se non sei in grado di fare un bendaggio come si deve non è di certo colpa mia"
"E adesso questo cosa c'entra?" chiese spazientito Jungkook, continuando nella sua disperata ricerca.
"Beh, guarda! Non hai preso neanche le pinze. Come pensi di poter far bene il tuo lavoro senza le pinze?" sfidò saccente l'instancabile dottor Park.
"Non dire fesserie, l'ho appoggiate prima vicino al lettino" si fermò a guardarlo l'altro, al quale Jimin rispose con un'alzata di spalle e mostrò all'incredulo che il lettino era vuoto, fatta eccezione per il paziente ovviamente.
"Ma la vuoi finire? Senti, ad entrambi non piace la compagnia dell'altro, quindi per favore ridammi le pinze e le forbici così concludiamo con questo caso e torniamo ad ignorarci come nostro solito" cercò di negoziare un dottor Jeon al limite della sopportazione.
"Ma allora sei duro di comprendonio. Io Non Ho Preso Nulla. E se non mi credi puoi benissimo uscire da questa stanza e lasciarmi concludere da solo il lavoro" ripeté il più basso, riappropiandosi della sedia e cominciando a misurare quale stecca fosse meglio per il ginocchio del sig. Park.
Fuori di sé, il più alto voltò le spalle al rosso e lasciò la stanza e il caso, non volendo aver più nulla a che fare con l'insopportabile collega.
***
Esattamente, domani cade il mondo... ho aggiornamento in tempo...
Salve a tutte/i!
Come vi va la scuola ultimamente? Io sono più incasinata che mai, ma sto facendo comunque di tutto per portare avanti la storia. Questo capitolo è un po' vacuo a livello di trama, ma importante per lo sviluppo dei rapporti dei personaggi secondari.
Spero che vi sia piaciuto e, se così fosse, vi invito a lasciare una stellina e un commentino di supporto. Inoltre ringrazio chi mi supporta e chi comincerà o continuerà a farlo!
Un bacione e alla prossima,
Lilifyt💖
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