XLII


Quella mattina Suho tutto pensava meno che si verificasse un'emergenza di quel tipo. Solitamente quello di metà ottobre era un periodo tranquillo, non vi accadevano mai grandi disastri. Ma il capo specializzando aveva imparato, soprattutto grazie al suo lavoro così imprevedibile, che le cose non andavano mai come preventivato.

Con passo dinamico e veloce si avvicinò al banco infermiere, dove una sua cara collaboratrice gli passò un fascicolo delle poche notizie che erano state rese note dalla polizia. Stando a quanto riportato, un'auto aveva inchiodato improvvisamente e due macchine retrostanti non erano riuscite a fermarsi in tempo. In più sembravano essere rimasti coinvolti anche alcuni passanti e ciclisti. Ovviamente l'unità di pronto intervento avrebbe dato priorità portando in ospedale prima le vittime più gravi e successivamente qualche altro paziente con urgenza di punti. Si prospettava una giornata impegnativa.

Raggiunse rapido la scalinata antistante l'ingresso del pronto soccorso e altre sale adibite all'uso esclusivo dei medici. Salì qualche gradino e prese posizione.

Da quando aveva l'incarico di capo degli specializzandi, era sua abitudine tenere discorsi di incoraggiamento al suo staff e per farlo si piazzava sempre su quella scala. L'aveva visto fare molte volte dai suoi precedenti superiori e anche dal primario di chirurgia. A quanto dicevano, essere in una posizione sopraelevata incrementava l'autorità di colui che parlava.

Si riscosse dai suoi pensieri con una rapida scrollata di capo e si schiarì la voce con qualche colpo di tosse, che servì anche a richiamare l'attenzione dei medici lì presenti, tutti indaffarati ad organizzarsi al meglio per l'imminente arrivo.

"Signori e signore, conteniamo la nostra agitazione. Come alcuni di voi sanno, c'è stato un brutto incidente sulla settima strada. Arriveranno casi gravi e in quanto rappresentante del capo in questo momento, il dottor Kim Youngkwang, mi auguro che tutto il vostro lavoro sia svolto al meglio. Teniamo in alto il nome dello SNUH! Ora prendete pure le vostre postazioni" congedò i suoi spettatori il dottor Kim, per poi aggiungere: "Voi matricole di primo anno fermatevi, voglio parlarvi direttamente".

Ora che la folla di auditori si era dissipata e solo un quarto di questa era rimasta, Junmyeon scese qualche gradino, tenendosi comunque qualche spanna più in alto degli specializzandi, che lo guardavano con aria spaurita e confusa. A quanto sembrava, nessuno si era preso la briga di spiegare alcunché ai nuovi arrivati. Tipico degli strutturati: non si prodigavano mai in nulla che non fosse strettamente connesso alle loro mansioni.

"Mi spiace non essermi presentato prima. Avrei dovuto accogliervi io il primo giorno che siete arrivati, ma ero fuori città per un intervento e al mio rientro non ce ne è più stata l'occasione. Ho conosciuto alcuni durante questo mese e mezzo che siete qui, ma la maggior parte di voi mi è nuova. Per cui... Buongiorno a tutti, io sono il dottor Kim Junmyeon, o dottor Suho, come preferite. Sono il Capo degli specializzandi. Mi occupo di sistemare i vostri turni e le vostre assegnazioni, inoltre sono io che organizzo il tabellone delle operazioni collocato appena scesi dagli ascensori al sesto piano, dove si trovano le sale operatorie. Ma penso che quasi tutti ormai sanno dove si trova e di cosa sto parlando. Ad ogni modo, questa per voi è la prima vera emergenza di gruppo. Come funziona, vi starete chiedendo. Ve lo spiego subito" disse sorridendo, per poi sfogliare qualche documento che aveva precedentemente ritirato al banco infermiere.

"Appena arriveranno le ambulanze, vi assegnerò ad un diverso paziente. Fategli un primo check e chiamate il responsabile di chirurgia di cui avete bisogno. Logicamente potete chiamare più di un chirurgo, ma vi consiglio di chiamare quello che vi occorre di più per primo. Essendo un'emergenza, potrebbero esserci casi che richiedono simili consulti e quindi, non avendo ancora la capacità di sdoppiarsi, i medici andranno prima dove più c'è bisogno di loro. Mi raccomando, siate responsabili e cauti. Non vogliamo perdere nessuno! Per qualunque vostro dubbio io sono sempre a vostra disposizione" concluse il dottor Kim.

Vide ancora degli sguardi incerti tra la sua piccola platea, ma non se ne preoccupò. Quella perplessità era del tutto normale all'inizio. Senza aggiungere altro, con andamento celere e sicuro, si addentrò nel reparto d'urgenza, dove si potevano già sentire in lontananza le sirene dei paramedici in arrivo.

Cominciò con il dividere il gruppo di novellini e mandarne una buona parte ad assistere i feriti meno gravi. Quelli che erano stati definiti degni di nota dai suoi colleghi, al contrario, attesero con lui l'arrivo delle ambulanze. Quando i detti mezzi fecero la loro comparsa nel parcheggio, l'intero gruppo gli corse incontro.

"Uomo, 45 anni, ferita al ginocchio" dichiarò il paramedico della prima ambulanza, mentre sbloccava le porte anteriori del veicolo e faceva scendere un uomo parecchio in carne su d'un lettino.

"Un uomo ha sbandato, una donna gli è andata addosso e-e io addosso a lei" disse il paziente, mentre faceva una faccia contrita a causa del dolore.

"Stia tranquillo signore, ci occupiamo noi di lei. Dottor Park, dottor Jeon, questo caso lo prendete voi" dichiarò lo specializzando capo, ignaro delle occhiate omicide che si lanciarono i due interpellati, prima di rivolgerle contro colui che aveva emanato la sentenza.

"Yangmin Lee, 34 anni, incinta di 35 settimane. Amputazione completa del braccio destro. Applicato bendaggio, somministrate due flebo di fisiologica" annunciò un altro medico, facendo scendere una giovane donna con un moncherino, che inoltre sembrava essere priva di sensi in quel momento.

"Dottor Do Kyungsoo, mi assisterai con questa paziente" detto ciò, Junmyeon si avvicinò all'ultimo mezzo rimasto, dove l'ennesimo assistente sanitario fece scendere una barella con un uomo che sembrava anch'esso incosciente.

"Dottor Byun, occupatene tu" delegò, per poi avviarsi all'interno della struttura ospedaliera con la sua nuova paziente e il suo assistente.

"D-Dove sono? Cos'è successo?" chiese la donna, riavutasi dallo svenimento. Alla vista del braccio destro mozzato però, gli occhi le si riempirono di lacrime e cominciò a scuotere freneticamente la testa.

"NO! No non è possibile! NO!" continuava a gridare.

Con tutta la diplomazia di cui era capace, il dottor Suho cercò di calmarla: "Signorina Lee, la prego stia tranquilla. È stata vittima di un grave incidente. Ha riportato un'amputazione netta del braccio destro. Al momento non è stato ancora rinvenuto l'arto, ma le assicuro che faremo tutto il possibile per farla stare meglio". Ma le sue parole sortirono l'effetto opposto, poiché il pianto della donna si fece più disperato e le urla più acute.

"Non avete capito! Io necessito di entrambe le braccia. Questo bambino già non ha un padre. Non posso avere solo un braccio. Non posso!" ripeteva e ripeteva.

Con sguardo mesto, Junmyeon comunicò al suo specializzando: "Chiamami immediatamente il dottor Zhang".

***
SCUSATE L'ASSENZA!
Tra una cosa e l'altra, non sono riuscita ad aggiornare la settimana scorsa, ma ho cercato di farmi perdonare con un capitolo bello lungo, anche se da un POV decisamente inatteso. Spero che sia di vostro gradimento!
Detto questo, se la storia vi sta piacendo , vi invito a lasciare un commento e una stellina.
Alla prossima,
Lilifyt💖

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