LIX


Minjun aveva passato tutta la durata della TAC a parlare di qualunque tipo di guerra, battaglia, rappresaglia, litigio di vicinato che avesse attraversato la storia della civilizzazione umana. Aveva parlato di moltissimi grandi condottieri: da Leonida a Pericle, da Alessandro Magno a Romolo e Remo, da Mario e Silla a Pompeo e Cesare, da Carlo Magno a Federico Barbarossa, e così via. Era una macchinetta instancabile, ma stranamente il suo ciarlare non disturbava il rosso specializzando, che anzi ascoltava rapito i racconti del ragazzo.

“Preferisci la storia occidentale o sbaglio? Nomini poco quella coreana” gli domandò curioso, appena il piccolo ebbe finito di descrivergli per filo e per segno la mitica battaglia di Salamina.

“Oh, ci hai visto bene! Non che la nostra storia non mi piaccia, ma trovo quella europea molto più avvincente. I nostri soldati indossavano strani abiti e avevano i capelli lunghi, mentre i feudatari avevano armi fighissime e armature molto più belle. Non trovi?” gli rispose il paziente con gli occhi luccicanti, ai quali Jimin non poté impedirsi di rispondere con un sorriso.

“Penso che tu abbia perfettamente ragione!” lo assecondò, aiutandolo a scendere dall’apparecchio per la lastra. 

“Il tumore è cresciuto?” sorprese il giovane medico, che lo assisteva mentre si sistemava sulla sedia a rotelle, Minjun.

“T-Tu c-come lo sai?” rimase basito il rosso, ripensando a quando la madre del bambino aveva detto a lui e al dottor Kim che il piccolo non sapeva nulla della sua malattia.

“Entro ed esco dagli ospedali da tempo ormai e non tutti i medici sono discreti. Li ho sentiti parlare” confessò titubante il piccino. Jimin si passò una mano nei capelli. Che situazione era mai quella?

“Tua madre lo sa che lo sai?” gli chiese dopo vari minuti il medico.

Minjun scosse la testa: “No, avrebbe troppa paura.”

“Ma è tua madre, è giusto che lo sappia” cercava di farlo ragionare Jimin, ma il piccolo sembrava irremovibile.

“Lei piange in bagno. Piange di notte. Piange al mattino quando pensa che io stia dormendo. Piange, piange sempre. L’unica cosa che la rende felice è pensare che io non lo sappia. Non glielo puoi dire! Se io sono felice, è felice anche lei” gli spiegò con un piccolo e triste sorriso Minjun. A quelle parole, una voragine si aprì nel petto del fulvo, che non poté non arrendersi. “D’accordo allora, non le diremo nulla” acconsentì infatti infine.

“Grazie” si concesse il piccolo paziente, per poi tornare a guardare in maniera preoccupata il giovane medico. “Credi che morirò?” domandò sommessamente con la tremenda paura di quale potesse essere la risposta.

Jimin si fece serio. Si abbassò sulle ginocchia fino ad avere il volto del bambino alla stessa altezza degli occhi, poi, con voce ferma e risoluta, affermò: “Ho lavorato varie volte con il dottor Taehyung e il dottor Oh. Tua madre non poteva fare scelta migliore, vedrai. Ora torniamo da lei, deve essere molto preoccupata”.

 
***
 

Privo di idee, Baekhyun vagava spaesato nella grande hall all’ingresso, che si era decisamente popolata, nonostante fosse ora di pranzo. La fame era ben lontana dai suoi pensieri, anche perché uno strano movimento aveva cominciato a tormentargli l’addome. Un macigno con un covo di serpenti, ecco cosa sembrava. Il suo cervello cercava di vagliare volti e nomi, nella speranza che qualcuno di questi gli accendesse una lampadina e lo aiutasse a capire chi era l’inafferrabile colpevole. Era così frustrato che non riconobbe immediatamente la figura che stava guardando fuori dalla finestra da almeno cinque minuti. Per qualche strana ragione, qualcosa scattò in lui. Era folle e sapeva che non avrebbe portato a nulla di buono, infatti normalmente ignorava allegramente questi suoi malefici colpi di genio, ma in quel momento non aveva opzione migliore.

Velocemente si diresse verso la porta a vetri che dava sul grande giardino ospedaliero e corse giù dalla collinetta dove si trovava. Il cielo era torbido e minacciava pioggia. Rifletteva alla perfezione lo stato d’animo del giovane medico.

Si fermò una volta raggiunta la piccola pianura percorsa da sentieri lastricati e costellata di panchine, dove i vari degenti respiravano aria pulita. Non ci fu bisogno che fosse lui ad avvicinare la figura che l’aveva fatto giungere fin lì, perché, una volta notata la sua presenza, questa gli si fece appresso con volto preoccupato. “Baekhyun, Santo cielo, come stai? È tutto il giorno che ti cerco, ma nessuno è stato in grado di dirmi dove trovarti” lo avvolse in un abbraccio a cui il biondo non partecipò.

“Sono stato decisamente meglio, Kyungsoo. Ho passato la mattinata ad essere ovunque e da nessuna parte” gli rispose evasivo Baekhyun. Il moro si era accorto dello strano comportamento dell’amico, ma lo imputava alla brutta situazione che stava attraversando. “Mi dispiace così tanto. Posso fare qualcosa per aiutarti?” gli chiese comprensivo.

“Potresti cominciare con il dirmi cosa hai fatto dopo che ieri sei uscito dal reparto di proctologia”.

A quelle parole il moro si bloccò. “Cosa?”

Gli occhi del biondo si ridussero a due fessure. Stava combattendo internamente una lotta che sapeva essere persa in partenza. Voleva bene a Soo, ma in quel momento non poteva fidarsi di nessuno. “Tu sei l’unica persona che ha visto il dottor Park entrare in quella maledettissima sala, ieri sera”.

“Mi stai forse accusando di aver diffuso quella foto?” rimase esterrefatto Kyungsoo. Davvero Baekhyun dubitava di lui?

“Tu sei la persona che ha assistito a tutto. Hai visto entrare Chanyeol e poi non sei più tornato. O meglio, magari sei tornato, hai sentito qualcosa e hai deciso di agire di conseguenza” insinuò l’altro, braccia strette al petto e sguardo freddo.

“Cosa?” si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito il moro. Il biondo doveva decisamente essere diventato pazzo. “E per quale motivo avrei dovuto, sentiamo?” lo sfidò, incrociando gli arti superiori al busto.

“Non lo so! Gelosia?” sbuffò esasperato Baekhyun alla testardaggine del moro.

“E di che cosa?! Sei solo un piccolo ingrato ecco cosa sei, Byun Baekhyun. Credi davvero che non sapessi nulla di te ed il dottor Park? Che non avessi da tempo capito il perché lui ti richiedesse sempre e perché tu ce l’avessi sempre con lui? Non ti ho mai detto nulla nella speranza che fossi tu a confidarti un giorno” sbottò a quel punto Kyungsoo. Quello era davvero il colmo. “Vuoi sapere un’altra cosa, Byun Baekhyun? Il tuo adorato cardiochirurgo non era venuto a cercare me, ieri sera, ma aveva tutta l’intenzione di vedere te” sputò ancora acido.

“E su che base dici ciò?” chiese scettico e con un sopracciglio alzato il dottor Byun.

“Perché le chiamate del dottor Kim erano state inoltrate almeno un’ora prima, ma evidentemente non me ne ero accorto. Il dottor Park ha solo avuto molta fortuna! Non sono tornato indietro quando ho scoperto l’inganno. Vi ho anche lasciato la vostra privacy. Sono proprio uno sciocco. Sai che c’è, vaffanculo Byun Baekhyun. Torna a fare l’arrapato con il tuo adorato strutturato” si voltò con rabbia il dottor Do, rimanendo seriamente ferito dalla poca fiducia che l’altro aveva riposto in lui. Era pur vero che non si conoscevano da molto, ma il loro legame gli era sembrato così solido e loro erano così affiatati. Non si sarebbe mai aspettato una pugnalata del genere.

E a proposito di pugnalate, finalmente con quelle ultime parole il biondo parve ritornare in sé. E per poco non scoppiò nuovamente in lacrime.

Cosa aveva fatto?

Come aveva potuto dire e anche solo pensare che Soo fosse il colpevole?

Se quello che l’altro aveva detto era vero e sospettava della sua relazione con Chanyeol da sempre, era doppiamente idiota perché aveva offeso senza motivo una delle poche persone su cui poteva contare.

Cosa cazzo aveva appena fatto?

 
***
 

“E’ molto più intrecciato con i vasi di quanto mostrato dalla TAC. Che ne dici Park? Dovremmo iniziare con la T4?” chiese al suo sottoposto il dottor Taehyung, non appena si fecero spazio a sufficienza tra le carni per avere una visione chiara del tumore del loro piccolo paziente.

“Sì, credo che sia l’approccio migliore. La fascia prevertebrale non si vede” concluse, dopo averci pensato un po’, il giovane medico.

Il supervisore rimase impassibile: “Bene, esponi l’intervento passo per passo” furono le sue uniche atone parole.

Dubbioso, Jimin fece quanto gli fu chiesto: “Ok. Andiamo sopra la T3. A questo punto anche sopra la T2, dopodiché controlliamo la porzione prossimale all’aorta e poi sezioniamo tutti i vasi liberi. A questo punto proteggiamo le arterie radicolari, soprattutto la Adamkiewicz-”

“Resta paralizzato se ci avviciniamo troppo all’arteria Adamkiewicz” lo interruppe bruscamente il dottor Kim, seguitando a guardare apatico il campo operatorio.

“G-giusto” balbettò, preso alla sprovvista, il ramato. “Allora… procediamo dal fianco?” propose dopo un’attenta analisi.

“Me lo stai chiedendo o me lo dici?” gli rivolse infine lo sguardo l’anziano specializzando, fulminandolo.

“Te lo dico” si spazientì Jimin, dimenticando anche gli onorifici del caso. Perché mai il superiore si stava comportando in quel modo? “Potremmo immobilizzare i vasi grandi e accedere al tumore da entrambi i lati” chiarificò il più basso, così da togliere ogni insensato dubbio dalla mente dell’altro.

“Aspira bene qui” ordinò Taehyung. “Vedi quell’accesso? Niente approccio laterale” acquietò i toni, trasformandoli velocemente in chiave più… rassegnata? Un brivido percorse la schiena del dottor Park.

“Separiamo il tumore dalla dura madre e facciamo una mielotomia” ritentò convinto il più giovane.

“E intacchiamo l’arteria Adamkiewicz. Paralizzato e morto in tre mesi”

“Lo attacchiamo dall’aorta!”

Il castano scosse la testa. “Shock spinale. Morto”

“Tagliamo una diramazione radicolare che non coinvolge il tumore”

“Morto lo stesso”

“Ok, smettila di ripeterlo” perse la pazienza Jimin. “Dottor Park-”mormorò con voce mesta il maggiore, ma il rosso lo interruppe sul nascere. “No! Gli abbiamo detto che avremmo provato. Tu non ci stai provando!” urlò fuori di sé. Non potevano rinunciare. Non così. Non senza averci provato. E perché il dottor Oh non faceva niente e si era limitato a guardare la situazione e andarsene?

“Perché l’intervento potrebbe ucciderlo!” ringhiò tra i denti il dottor Kim, già abbastanza mortificato della sua impotenza. “Non abbiamo scelta. Dobbiamo richiudere” decretò, facendo un gesto eloquente al resto dell’equipe.

“No” si protese sul tavolo operatorio il rosso specializzando, lasciando spiazzati tutti gli astanti, Taehyung compreso. “Dottor Park cosa diavolo sta facendo?” fu la sua logica esclamazione.

“Dio, tu stai mollando! Non è giusto, hai detto che ci avremmo provato. C’è il cinque percento di possibilità. Dobbiamo-” tentò in tutti i modi di fermare le operazioni di chiusura del suo giovane paziente. “Non esiste più il cinque percento di possibilità. Telfa, per favore” continuò invece il superiore.

A Jimin a quel punto non rimase che giocarsi la sua ultima carta. “Lui sa del tumore! L’ha sempre saputo. I-io gli ho detto che avremmo tentato, gli ho detto che sei il migliore. Ti prego, Taehyung, ti prego!” lo pregava ormai prossimo alle lacrime.

“Dottor Park, esca immediatamente dalla mia sala operatoria” fu la lapidaria condanna che pronunciò il castano e, mentre guardava il suo sconvolto sottoposto uscire, non poté impedirsi un profondo e tremante sospiro. Odiava quando la vita lo metteva davanti simili situazioni. Sentiva l’impotenza intorpidirgli le dita, impossessarsi della sua mente e della sua volontà.

“Richiudiamo” fu tutto ciò che fu in grado di pronunciare.

 
***
 

Sehun era nel pieno di un difficilissimo sudoku. Era di guardia al pronto soccorso, ma insolitamente tutto taceva. Aveva anche già sistemato il materiale burocratico riguardante le sue operazioni, che invece solitamente si ammassava sulla sua scrivania e pregava di essere archiviato al più presto. Tutti i suoi pazienti erano stati controllati due volte e di guardia aveva lasciato uno specializzando, così da avvertirlo nel caso accadesse qualunque cosa. La sua mente perciò era sgombra da qualunque pensiero e libera di concentrarsi sul noto rompicapo giapponese, che il neurochirurgo tanto adorava. Questo spiega anche perché non si accorse immediatamente dell’anima sperduta che vagava in cerca di conforto.

Alzò sovrappensiero lo sguardo, ma tornò in sé quando riconobbe l’intruso. “Ya, dottor Byun, lieto di vederti. Cosa ci fa qui?” domandò, posando il fascicolo che aveva in mano e la penna, appoggiandosi poi allo schienale.

Lo specializzando si sorprese di essere stato riconosciuto, anche perché la testa del suo superiore era rimasta nascosta fino ad allora dall’alto bancone infermiere, facendo credere a Baekhyun di essere completamente solo. “S-salve dottor Oh. Ero distratto da altro e mi sono trovato qui. Lei invece cosa fa?” chiese più per cortesia che reale curiosità il mesto biondino.

“Quando non ho nulla da fare, mi diletto con i giochi enigmistici. Modestamente, di solito me la cavo anche abbastanza bene, ma mi sono bloccato in questo dannato punto e non riesco ad andare avanti” si accanì contro il foglio per far meglio intendere al suo interlocutore il problema.

“Posso?” si era fatto più vicino Baekhyun, che era un appassionato di quei passatempi. “Prego!” gli lasciò campo libero il suo superiore, facendosi più indietro con la sedia girevole e dare più margine visivo al più basso.

“Qui c’è un errore e qui non ha completato la serie. Se mette un sette qui e un nove di qua gli si sblocca la fila e può continuare” risolse dopo neanche un minuto di attenta osservazione della griglia di gioco. “Così poco?” gli fu dietro incredulo il dottor Oh. “Wow hai ragione! Sei un vero genio, Byun” gli disse con un sorriso furbo, continuando a guardare il sudoku con aria assorta ed un ghigno sul volto.

“Grazie” mormorò miseramente al collega il biondo, per poi abbassare lo sguardo e tormentarsi le mani.

“C’è qualcosa che non va, Byun? Tu hai risolto il mio dilemma, sarei ben lieto di risolvere il tuo” e alla reticenza di Baekhyun aggiunse: “C’entra forse il polverone che si è alzato questa mattina per una certa foto?”

Lo specializzando spalancò gli occhi come un cerbiatto sulla strada illuminato dai fanali. Anche il dottor Oh l’aveva vista. Tutti i suoi superiori sapevano. Di male in peggio. “In realtà non so davvero che cosa fare! Ho provato a indagare su chi potesse essere stato a rovinarmi la carriera, ma ho soltanto incasinato le cose. Pensi che ho anche accusato il mio migliore amico, che invece è stato uno dei pochi a preoccuparsi per me” confessò senza saperne il motivo il dottor Byun. Forse sentiva solo il bisogno di sentire un’opinione diversa, imparziale, e sapeva che nessuno avrebbe potuto sopperire al suo bisogno meglio del neurochirurgo.

Sehun intrecciò tra loro le mani e si riappoggiò allo schienale della sua sedia girevole, invitando il suo collega a fare lo stesso. “E’ davvero una bella matassa da sciogliere. Il tuo amico, se davvero ci tiene a te, capirà il perché del tuo comportamento e ti perdonerà. Certo potrebbe volerci tempo e sicuramente delle tue scuse faciliterebbero il processo, ma andrà tutto bene. Per quanto riguarda la foto… non sei il primo né l’ultimo che andrà a letto con un superiore, Byun. Alcuni lo fanno per fama, altri per conoscenza, altri per amore. Non ho interesse a scoprire il perché della vostra relazione, non mi è di nessuna utilità. Sinceramente non so bene cosa consigliarti, potresti pararti il deretano dicendo che la vostra relazione è di tipo amoroso, in questo modo convincerai i più che non c’era nessun doppio fine. Oppure potresti mollare il superiore e tornare a fare la gavetta, così da soddisfare la vendetta collettiva e riacquistare mano mano la loro fiducia. Oppure potresti fregartene e dimostrare loro che nessuno ti ha mai regalato nulla, ma a questo punto non saprei davvero dirti come fare. Ci devi pensare tu” guardò serio Baekhyun, che aveva ascoltato attentamente ogni sua opzione. Si era infine alzato scrollando il capo. “La ringrazio dottor Oh. La ringrazio davvero” e rivolse un sorriso pieno di gratitudine a Sehun. Quest’ultimo, prima che lo specializzando potesse uscire dalla sala, gli gridò: “Non ho finito. Per quanto riguarda il colpevole, ieri ero al banco infermieri quando si è avvicinata una ragazza bionda che ti cercava. Ha lasciato il nome a Minseok. Non è molto, ma perché non vederci più chiaro?” e con questo chiuse definitivamente la questione, tornando al suo sudoku.

Non avrebbe mai confessato a nessuno che in parte lo fece per sfuggire al meraviglioso sorriso che Baekhyun gli aveva rivolto.

 ***

“Glielo devi dire!” fu la concisa irruzione che fece Jimin nella sala sterilizzazione antecedente alla sala operatoria.

“Pensavo che già lo sapesse” pronunciò autoritario il dottor Kim, mentre finiva di disinfettarsi nel grande lavandino.

“Sì, del tumore, non che non lo abbiamo operato. Sua madre non glielo dirà. Si sveglierà e lei gli dirà che è andato tutto bene e andrà a casa pensando che l’abbiamo operato, non che morirà entro tre mesi. Glielo devi dire” ripeté perentorio lo specializzando più giovane. L’altro medico chiuse l’acqua e si asciugò molto lentamente le mani, senza degnare di alcuna attenzione la figura accanto a lui. “La decisione non spetta a noi. Né a me, né a te. Se la madre vuole tutto questo, non possiamo andare contro la sua parola, per quanto, nel caso in cui il piccolo faccia domande, noi siamo comunque tenuti a riferire la verità. E poi non credo gli possa essere di alcun aiuto sapere quanto poco gli resta” lo guardò con gli occhi carichi di tristezza Taehyung. Era incredibile quanto facilmente entrasse in empatia con i pazienti, quasi patetico. Era Jimin ad aver passato tutto il giorno con il giovane paziente, eppure anche lui sentiva un certo legame con Minjun. Forse perché aveva passato ore ed ore sul suo caso o forse per semplice inclinazione caratteriale. Più di una volta si era chiesto perché mai avesse scelto di lavorare in uno dei reparti più difficili, duri e spietati. ‘Qualcuno doveva pur farlo’ si rispondeva e sapeva che in fondo niente gli dava più soddisfazione che salvare una piccola vita. Il dramma sorgeva quando non riusciva a preservare da una morte ingiusta i suoi indifesi pazienti.

Raggiunsero con passo volutamente lento la stanza di Minjun, giusto in tempo per essere presenti mentre la madre del bambino dava la notizia delle prossime dimissioni al figlio.

“L’operazione non è stata tanto difficile come pensavano e questo è un bene, perché vuol dire che possiamo partire per le Hawaii. Adesso è tutto finito. Niente più operazioni, né medici. Solo noi, tu ed io. Che ne dici di fare un altro viaggio dopo questo? Potremmo andare in Normandia, che ne dici? Ti piacerebbe?” accarezzava con cura i capelli del piccolo la donna, mentre cercava in tutti i modi di tenere più ferma possibile la voce. Minjun, che fino a quel momento aveva guardato in silenzio la madre, volse gli occhi ai dottori che le erano alle spalle. “Non l’avete fatto?” domandò con voce decisa guardando negli occhi il suo medico curante, come se quella non fosse neanche una domanda ma una constatazione.

“Che cosa?” sostenne il suo sguardo con un piccolo sorriso, che non era riuscito ad impedirsi, Taehyung. L’intelligenza di quel bambino non poteva non spiazzare.

“Aveva detto che, dopo l’intervento, sarei stato in ospedale per settimane” rispose Minjun, ignorando volutamente le spiegazioni che cercava di dargli sua madre, attendendo con tranquillità le parole del medico invece.

“E’ vero, l’ho detto, ma sai, a volte quando operiamo le cose cambiano. Quindi te ne vai a casa” concluse diplomaticamente il medico, continuando lo scambio significativo di occhiate con il bambino.

“E’ una bella cosa, tesoro, vuol dire che tu starai bene” accarezzava ancora i capelli la donna al figlio, che finalmente le rivolse l’attenzione. “E tu? Anche tu starai bene, mamma?” e a quelle parole, la madre non riuscì più a contenere il dolore che sgorgò sotto forma di calde, quanto pungenti lacrime. Il corpo della signora fu accolto dalle pronte braccia del piccolo, che adesso ricambiava le carezze della madre.

“Andrà tutto bene, mamma, non ti devi preoccupare. Io sarò con papà in paradiso”

Un gelo scese nella stanza, mentre la porta della camera si aprì e si chiuse altrettanto velocemente. Il dottor Park Jimin era corso via.

 ***

Chanyeol era distrutto. Quella era stata una giornata orribile. La mattina aveva ricevuto quella bella sorpresina all’ingresso, aveva dovuto rimettere insieme un Baekhyun a pezzi, fare un discorso pericoloso con il suo capo ed infine era stato inondato di scartoffie sulle sue recenti operazioni. Salì stancamente in ascensore, per nulla intenzionato a farsi sette piani di scale dal suo reparto di cardiologia. Lo trovò incredibilmente affollato per quell’ora tarda, ma per fortuna al sesto piano scesero in molti e si svuotò definitivamente al quinto, il piano relax e macchinette. Rimasto finalmente solo, il cardiochirurgo si appoggiò stancamente alla parete. Proprio mentre le porte si stavano per chiudere, una voce chiedeva di aspettare, costringendo così il dottor Park a mettere un piede a bloccarne la chiusura.

“Grazie-” la voce si interruppe quando riconobbe lo strutturato.

“Baek, finalmente” sospirò Chanyeol, guardando il biondo entrare e posizionarsi il più lontano possibile da lui.

Minuti di silenzio si susseguirono. Più precisamente, lo specializzando portava avanti la sua pratica preferita, quale il mutismo, gettando nella disperazione il più alto. “Baek-” tentò di attirare la sua attenzione, ma caso volle che proprio in quel momento l’ascensore arrivò al quarto piano, dove un nutrito numero di infermieri e medici si ammassò per entrare. In un perfetto equilibrio di sciagura e fortuna, l’ascensore fu di nuovo scevro di presenze, eccezion fatta per i due amanti ostinati. Le occhiate non esattamente benevole c’erano state nel pieno dell’elevatore, ma niente di così esagerato. Forse perché la maggior parte erano state rivolte a Baekhyun, il quale sembrava volersi raggomitolare su se stesso e sparire. A quella visione, il superiore decise di prendere in mano la situazione. Con un gesto lesto, premette il tasto per fermare la macchina, conscio del fatto che un tale blocco non era saggio all’interno di una struttura ospedaliera. Ma in quel momento aveva cose più importanti a cui pensare.

Il biondo infatti, non appena aveva visto il gesto dell’altro ed il relativo blocco dell’ascensore, aveva tirato un forte sospiro. Del resto l’aveva sempre detto che il dottor Park era fin troppo prevedibile alle volte.

Chanyeol sembrava aver esaurito la sua audacia e ora guardava inerme la bella linea delle spalle del più basso, in attesa che succedesse qualcosa. E come per miracolo accadde. Il dottor Byun si appoggiò esausto alla parete del piccolo abitacolo, guardando le forti luci che lo illuminavano, calde e sicure. Da quella posizione, il moro non poteva vedere gli occhi del collega, ma quando vide un luccichio che farsi largo sulla sua delicata guancia, sentì distintamente qualcosa rompersi dentro di lui. Qualunque cosa ci fosse tra loro impediva al più alto di sopportare la vista dello specializzando in lacrime.

“Come è andata?” si limitò a chiedergli, trattenendosi a forza dall’avanzare ed avere un contatto con lui. Non era ciò di cui aveva bisogno il più basso in quel momento.

“Come vuoi che sia andata?” rispose retorico Baekhyun, abbassando il volto per asciugarsi gli occhi, ma evitando comunque quelli del cardiochirurgo. “Un buco nell’acqua dopo l’altro. Ho anche litigato con Kyungsoo” mormorò con voce rotta dal cocktail micidiale che quella giornata gli aveva riservato. Frustrazione, umiliazione, imbarazzo, stanchezza, amarezza e molto altro si aggirava nel corpo del piccolo specializzando, che non vedeva l’ora che tutto finalmente finisse. 

“Sono sicuro che andrà tutto bene. È solo lo stress di oggi, vedrai che si sistemerà tutto” cercò di confortarlo il più alto, che però ricevette solo un’aspra risatina dal biondo. “Sì… speriamo che sia così”.

Chanyeol si perse ancora qualche altro minuto ad osservare la dolce linea del profilo di Baekhyun. Come quel nasino rotondeggiante terminasse con la bella linea delle labbra e come la dura mascella tradisse quel suo aspetto così androgeno ed etereo. Forse stava esagerando e di certo non era appropriato pensarlo in quel momento, ma trovava Baekhyun più bello che mai con la sua aria affranta, la frangia ad oscurargli parzialmente il volto ed il corpo mollemente appoggiato. Era un lato del bassino intimo e solitamente celato, per questo il moro non poteva che sentirsi intimamente fiero che l’altro mostrasse a lui questa sua parte.

“Il capo non ci ha imposto paletti” si decise a proferir parola il superiore, ottenendo un vago cenno dal biondo, segno che quantomeno lo stava ascoltando. “Ha detto che rimette a noi la decisione su cosa fare”

“E cosa facciamo?” gli domandò a quel punto lo specializzando di primo anno, alzando finalmente lo sguardo verso l’altro interlocutore. I suoi occhi erano vuoti.

“Penso proprio che la scelta spetti a te. Io non mi tiro indietro, vada come vada, ma capisco che per te sia difficile questa situazione. Io accetterò, qualunque cosa tu vorrai” sostenne quello sguardo vacuo il cardiochirurgo. Il più basso riabbassò con un risolino sprezzante il capo, per poi sussurrare un debole “Scarichi tutto su di me, eh?”.

“Assolutamente no” scosse velocemente la testa Chanyeol, mentre si avvicinava finalmente al collega e gli prendeva le mani, che erano rintanate nelle tasche del camice. “Come ho detto, per me possiamo continuare… qualunque cosa sia tutto questo. Non voglio allontanarmi da te. Ma vederti in questo stato e vederti disperare fa più male che starti lontano, quindi se pensi di non farcela” con le sue virili mani, il moro alzò il mento del più basso ad incontrare i suoi sfuggenti quanto magnifici occhi “semplicemente finiamola qui”.

Il gioco di sguardi continuò a lungo. Ore? Minuti? O semplici secondi? Non importava. Tante cose si dissero le loro iridi, come mai le labbra avrebbero saputo fare. Fu l’intensità che Baekhyun lesse negli occhi del dottor Park a fargli perdere il senno per un solo folle istante. Annullò la distanza tra loro e posò un dolce bacio sulla bocca crepata dell’altro. Ciò che successe dopo fu struggente per entrambi: si baciarono con tale dolcezza e passione, che ben presto persero la cognizione di ogni cosa. Le labbra del biondo si muovevano con lentezza su quelle del cardiochirurgo, al quale lo stomaco stava facendo vorticose capriole. Sentiva un forte dolore al petto che davvero non riusciva ad identificare. Tremante, passò una mano nei soffici capelli del più basso, per poi fermarla ad accarezzare i corti capelli sulla nuca. Lo specializzando non fu da meno, aggrappandosi con forza alle ciocche scure dell’altro con entrambe le mani, aiutandosi così a issarsi più in alto e più vicino al tanto odiato superiore. Anche lui fu investito da emozioni forti, talmente soverchianti che spazzarono via le precedenti. Il cuore batteva forte, ma non in modo piacevole. Faceva dannatamente male. E questo lo aiutò a prendere la sua terribile decisione.

“Non posso” sussurrò sulle labbra dell’altro, mentre cercava di riprendere fiato, per poi riaffondare nella bocca peccaminosa del moro. “Mi dispiace” continuava a ripetere tra una pausa e l’altra, ma prontamente fu sempre interrotto da Chanyeol.

L’ascensore emise un segnale acustico, segno che i tecnici avevano riavviato il dispositivo. I due non si staccarono, anzi incredibilmente il bacio si ammorbidì di più, riducendosi ad un lieve sfiorarsi, cercarsi, come se ambedue fossero coscienti della loro prossima separazione, ma non la volessero veramente. Quando un altro suono comunicò loro l’arrivo al pian terreno, però, furono costretti a sciogliersi. Con un sorriso triste, che non contagiava i suoi bellissimi occhi nocciola, il dottor Byun strinse un’ultima volta la mano del suo superiore, prima di scendere e voltargli le spalle.

“Baekhyun!” lo chiamò prima che sparisse dalla sua vista Chanyeol, ignorando le persone che assistevano. Tutto ciò che in quel momento per lui aveva davvero importanza era l’attenzione che il più basso gli aveva rivolto, voltandosi di poco verso di lui. “Per quello che vale, sei la persona più forte che conosca. Cento volte più di me che in precedenza sono scappato. Sono sicuro che affronterai alla grande tutto questo e gli altri impareranno a temere il grande Byun Baekhyun!” lo incoraggiò con i pollici alzati, un riso smagliante e i capelli completamente arruffati il moro.

Il sorriso meraviglioso che ricevette ed il bagliore che attraversò lo sguardo di Baekhyun rimandarono seppur di poco la sofferenza causata dalla grande spaccatura che in quel momento dilaniava il cardiochirurgo.

 
***
 

Taehyung aveva seguito il suo specializzando solo dopo essersi congedato adeguatamente dalla piccola famigliola. Non approvava per niente il comportamento dell’altro medico, ma avrebbe mentito se avesse detto che quella scena non aveva distrutto anche il suo di cuore. Tra l’altro gli era parso di capire che il rosso ci teneva particolarmente al piccolo Minjun, quindi non poteva biasimare la sua fuga, almeno sul piano morale. Professionalmente invece era obbligato a rimproverarlo, soprattutto per farlo maturare e fortificare.

Fu per questo che, quando lo vide nella sala d’attesa, non poté trattenersi dal prenderlo per un orecchio e guidarlo in un luogo appartato dove avrebbe potuto redarguirlo senza problemi.

“Ahi!” si lamentava il ramato, ma la presa dell’altro specializzando era ferrea ed irremovibile.

“Così impari a fuggire in questo modo!” lo lasciò infine andare Taehyung, senza però accennare ad ammorbidire la sua espressione. Jimin abbassò colpevole il capo e per un vago momento il dottor Kim non poté fare a meno di notare il cambiamento d’atteggiamento dell’altro. Era sempre sulla difensiva, sul piede di guerra con quel suo sarcasmo pungente. Ora invece sembrava così remissivo che per un sol breve istante il castano sentiva di doversi pentire per i toni tanto duri. Ma durò ben poco, dal momento che lui era pur sempre un superiore e il suo sottoposto non era stato per nulla ligio nelle sue mansioni.

“Pensavo che sapessi a cosa andavi incontro qui in pediatria!” cominciò, ma ben presto fu interrotto da una risata sprezzante del ramato. “E’ ingiusto. È tutto così ingiusto” continuava a ridacchiare. Una risata per nulla gioiosa. “Noi potevamo salvarlo. Avrebbe potuto vivere una vita bellissima, diventare uno storico o un perito militare e avrebbe potuto avere una famiglia e viaggiare in tutto il mondo. E invece morirà fra tre mesi senza aver compiuto neanche l’età legale per prendere l’ascensore da solo” ben presto il riso divenne un singulto sempre meno soffocato.

Taehyung era scioccato. Non si sarebbe di certo aspettato una reazione tanto forte da quello che considerava il più determinato ed impassibile fra i novellini, ma a quanto sembrava la sua era solo una facciata. Vedendo con la coda dell’occhio che si stavano avvicinando delle persone a loro, il dottor Kim si mise davanti al più giovane, così da coprire la figura minuta con le sue spalle larghe. Quando gli rivolse nuovamente l’attenzione, Jimin sembrava essersi calmato, ma lo sguardo era infiammato da quella che sembrava essere rabbia. Anzi no, era sicuramente collera. 

“Sai anche tu che non è così. Abbiamo aperto e constatato che qualunque opzione avrebbe portato solo altra sofferenza a quel povero ragazzo. Ci abbiamo provato, dottor Park. Era un caso rischioso e lo sapevamo fin dall’inizio. Abbiamo fatto il possibile” parlò con voce calma e scandendo bene ogni frase, affinché il loro significato si scalfisse nella mente dello specializzando.

“Devi imparare a mettere delle barriere tra te ed i pazienti. So che ti riesce molto bene con gli adulti, ma inaspettatamente non con i più piccoli” sorrise, porgendogli un fazzoletto che portava sempre con sé, il superiore. “Non tutti sono tagliati per questo reparto. Ma la tua empatia non è da buttare e anzi sei migliorato parecchio dalla prima volta che ci siamo incontrati. Sono molto fiero di te!” allargò ancora di più il sorriso con fare incoraggiante.

E a quella visione, qualcosa si scaldò nel petto del rosso, mentre il suo cuore batteva veloce e un po’ di tristezza scemava.

 
***
 

Baekhyun camminava lentamente per le viottole di Seoul, prendendosi il suo tempo. La mente vagava sui funesti ricordi della giornata e sentiva il fiato mancare per ogni singolo frame che gli si presentava. La scelta di troncare con Chanyeol non era stata semplice quanto avrebbe voluto e le emozioni di quel dolce bacio ancora gli scaldavano il petto. Ma era necessario. Aveva deciso che avrebbe fatto vedere a tutti chi era Byun Baekhyun e l’avrebbe fatto senza l’aiuto di nessuno, nemmeno del cardiochirurgo. Solo in un secondo momento, se le cose nel mentre fossero cambiate, allora avrebbe rivisto il loro rapporto, che ora più che mai gli sembrava solo d’intralcio. Non sapeva come gestirlo ed in quella giornata fin troppe cose erano sfuggite al suo controllo.

Finalmente giunse al bar di Heechul e parte dei suoi brutti pensieri svanirono. Quel luogo aveva davvero un effetto magico su di lui. Entrando, fu accolto da un caloroso abbraccio del proprietario, che gli indicò un tavolo dove sedeva la ragazza indicatagli da Minseok. Era passato da lui prima di prendere l'ascensore.

“Ehi, ciao Baekhyun!” lo salutò lei, sfoggiando una dentatura perfetta. Aveva raccolto i capelli in una lunga treccia laterale ed indossava una maglia a trequarti, che lasciava intravedere una benda sul braccio destro.

“Ciao Taeyeon” ricambiò lui, accomodandosi al suo tavolo. Seguirono momenti di imbarazzante silenzio, quando finalmente il biondo decise a prendere la parola: “Come mai ieri mi cercavi?”

La ragazza a quelle parole arrossì un po’ e distolse lo sguardo, come se fosse stata colta sul fatto. “Non mi avevi più richiamato e pensavo fosse strano dato che mi sembrava andassimo d’accordo” rispose solo, per poi tentare una debole sbirciata al suo interlocutore, che la osservava assai scettico.

“E poi? Perché allora te ne sei andata?”

A quelle parole il volto della bionda si tinse di un bel rosso corallo, facendola inciampare nelle sue stesse parole: “N-non m-me ne s-sono andata subito. L’infermiere mi aveva detto di cercarti al piano di proctologia e io lì sono andata. M-ma quando sono arrivata, ho sentito dei… ehm… gemiti provenire dalla sala e così ho fatto marcia indietro”.

Baekhyun ammorbidì un po’ la sua espressione, colpa forse del rossore pungente anche delle sue di guance. “E non hai visto niente?” aggiunse quando si fu calmato.

“No, nulla, ma ho riconosciuto la tua voce. È-è molto melodiosa, difficile da confondere” distolse lo sguardo Taeyeon. “Come mai tante domande?”

Lo specializzando a quel punto si sentì in dovere di spiegarle quanto era successo in quei due giorni e, al termine del suo racconto, uno strano cipiglio catturò l’espressione della ragazza. “Ora che mi ci fai pensare, forse io posso aiutarti!” esclamò convinta.

“Davvero?” rimase sorpreso l’altro, che ormai stava perdendo le speranze di venire a capo di quel paciugo.

“Sì. Vedi, quando ho capito c-cosa stava succedendo, ho fatto dietrofront e stavo per tornare indietro, quando ho sentito uno scatto, come quello di una foto. Mi sono girata incuriosita e ho visto un ragazzo alto e dai capelli colorati che veniva verso di me. Non ho avuto modo di leggere il suo nome, però” spiegò mortificata la ragazza.

Baekhyun però non si perse d’animo ed estrasse immediatamente il cellulare. Aprì Facebook e selezionò il profilo della persona corrispondente alla descrizione di Taeyeon. “E’ forse lui?” gli chiese speranzoso.

La biondina fissò per lungo tempo la foto ed ogni secondo il cuore dello specializzando si riempiva sempre più di ansia ed aspettativa. “Sì, era decisamente lui!” esclamò lei contenta, guadagnandosi una smorfia di trionfo dal medico.

Finalmente aveva la sua tanto agognata preda.


***

Ciao ragazzi!
Grazie mille per il supporto che mi regalate a ogni capitolo e un caloroso ben venuto alle new entry!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e non vedo l'ora di leggere tra i commenti i vostri sospettati... Vediamo se indovinate😉.

Tornando seri, mi è sempre più difficile portare avanti questa storia, soprattutto perché sono sopraffatta dagli impegni oltre che dalla poca ispirazione per il prossimo capitolo. Vi chiedo nuovamente pazienza e di perdonarmi se mi farò attendere più del dovuto.
Non voglio abbandonare la storia, su questo state tranquilli.

Che altro dire?
Ah certo! Come avete notato (perché l'avete notato!) sono apparsi dei banner fantastici ad ogni capitolo!
Li ho creati io e se vi piacciono non esitate a visitare il servizio grafica che offro😊

Altra cosa, ho aperto con la mia beta una pagina Instagram e un canale su Youtube di Dating game che trovate con il nome TheSpaces. Trovate il profilo anche qui su Instagram, anche se non abbiamo ancora pubblicato nulla: TheSpaces_best

Veniteci a trovare!

Detto questo, alla prossima!

Lilifyt 💖




Prima o poi indirró un contest dei commenti o delle cose buffe che succedono con questa storia😂. Non potete capire quanto materiale mi date, siete fantastici😂

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