Capitolo 9

Riaffondo la faccia nel cuscino caldo evitando la voce che proviene dal mio cellulare, ma sembra quasi impossibile ignorare Mitchell che continua a ricordarmelo: «Dai Cher, hai detto che volevi esserci.»
Sì, lo ricordo. Ho detto che sarei venuta a vedere Harry sfracellarsi le ossa mentre corre su una pista di non so quanti chilometri alla guida di un auto, ma non credevo che tutto ciò si sarebbe svolto verso le tre del mattino. Tipo avvisare il giorno stesso, amico?
«Ti rendi conto di che ore sono, vero? Oppure la tua testa ha ancora il fuso orario americano?» Borbotto sollevando di poco il viso dal cuscino, la maggior parte dei miei capelli sono attaccati alla fronte, creando l'effetto bambina esorcista.
«So che ore sono.» Segue una veloce risata. «E tu sai che è questa l'ora in cui c'è meno pericolo di essere beccati. Non farti pregare, Cher, sarò da te entro dieci minutii, indossa una felpa e scendi.» Riattacca.
Non comprendo ancora come faccia ogni singola volta a convincermi. Dovrei essere più dura con lui.
Sospirando mi scopro le gambe nude dalle leggere lenzuola e poggio delicatamente i piedi al pavimento freddo, un brivido lungo la schiena è accompagnato da un gemito sofferente dalle mie labbra. Tiro via la maglia bianca che ho indossato per dormire e prendo al volo il reggiseno ai piedi del letto - ovviamente è pulito, è il mio ordine ad essere orribile.

Quando Mitchell spegne l'auto noto che è parcheggiata parecchio lontano da.. dal resto del mondo.
La sua vettura nera si eclissa con il resto del paesaggio. Non ho la minima idea di dove siamo, intorno a noi c'è solo una discesa di erba e degli alberi in lontananza, l'unico tratto di strada è quello che abbiamo percorso per ritrovarci qui.
«Mi hai portato qui per uccidermi?» Chiedo al mio amico.
«No, ma ci potrei pensare.» Un cipiglio curioso si impadronisce del suo viso, mentre si accareazza il mento con fare sospetto.
«D'accordo Mitchell, riportami a casa.» Gli poggio una mano sulla spalla e lui scoppia a ridere per la mia espressione spaventata.
«No, non sono qui per commettere un omicidio. Vedi laggiù?» Mi indica un capannone a cui non avevo fatto caso, da lì compaiono alcune luci gialle e arancioni. Annuisco senza distogliere lo sguardo e lui continua. «Ecco, lì ci sono parcheggiate due auto, quelle che useranno per la corsa. E quella lì, è la strada da percorrere.» Afferma, e con un sorriso indica una strada orizzontale da dove ci troviamo noi, proprio lungo la nostra strada ne affaccia un'altra, ma abbastanza lontana e spessa.
Come fa ad avere la vista di un falco anche alle tre del mattino? Mi stropiccio gli occhi e, mugolando ancora, apro la portiera dell'auto facendo ridere Mitchell alle mie spalle.
«Dai, non tenermi il muso, ti divertirai. Ti sono sempre piaciute queste cose.» Mi circonda le spalle con un braccio mentre ci dirigiamo verso il capannone.
«Mi piacevano tanto tempo fa, prima che tutto diventasse pericoloso e stupido.» Lo guardo con gli occhi socchiusi.
«Non è diventato pericoloso, solo più difficile.» Scrolla le spalle e sospira.
«E' diventato pericoloso, lo è diventato da quando hai rischiato di essere arrestato. Se quella gatta morta di Tamara..»
«Non parliamone, cazzo.» Mi interrompe bruscamente spostando il braccio dalla mia spalla.
«Dovremmo. Hai detto che avremmo riaperto il discorso, me lo hai promesso Mitch.» Sbatto un piede a terra come una ragazzina, lui sembra ancora più irritato ma sa che con me non può avercela per molto con me.
«Senti..» Si porta una mano tra i capelli corti spostandoli dalla fronte.
«Guarda chi c'è!» La voce fastidiosa di Shay ci interrompe, con la coda dell'occhio posso giurare che Mitch ha tirato un sospiro di sollievo.
«Shay.» Lo saluto con un gesto veloce della mano.
«Jels.» Mi sorride, mostrandomi i denti gialli e macchiati dal caffè e dal fumo.
Non è un ragazzo, è uno studente pensionato con problemi di autocontrollo tossicodipendente e fumatore. L'unica cosa carina di lui sono gli occhi blu-viola, non so se a causa delle svariate droghe che assume o se sono così di natura. Ma se la seconda ipotesi fosse reale, sarebbe una cosa fortissima.
«Harry è pronto?» Chiede Mitch superandomi di qualche passo, Shay fissa prima lui e poi me, domandandosi sicuramente di cosa stessimo parlando prima che ci interrompesse.
«Sì lo è. Sta discutendo di alcune modifiche riportate all'auto con Brandon.» Afferma il ragazzo dai capelli rossi portandomi le mani nelle tasche, la lunga maglia verde che indossa copre una parte dei jeans larghi.
Il respiro mi si ferma in gola al nome di Brandon. «Oh ehm.. c'è anche lui?» Chiedo in un sussurro, ma i ragazzi fanno finta di non sentirmi.
«Ha detto che lui ha scommesso tutto su Jimmy, non si fida di Harry perché è un novellino o qualcosa del genere.» Scrolla le spalle e si alza le maniche della maglia verde vomito.
«Lo credevo anch'io la prima volta che l'ho visto correre, sembrava un damerino ai primi livelli.» Sbuffa una risata il mio amico francese. «Poi.. si è mostrato molto più forte di quanto voglia far credere, è pericoloso stargli vicino.» Conclude quando siamo fuori la porta del capannone, Shay usa tutta la sua forza per aprire la grande porta di legno e al suo interno c'è una nuvola disumana di fumo.
«Accidenti, avete bruciato qualcuno qui dentro?» Domando cercando di abituare gli occhi a tutto quel fumo, che, per fortuna, man mano inizia a dissolversi.
«Chee, speravo venissi.» Il sorriso di Harry risplende la stanza.
E' seduto su un vecchio divano di pelle, le gambe accovacciate e la maglia bianca da cui si intravedono gli innumerevoli tatuaggi. I miei occhi brillano quando si incontrato con il verde dei suoi, una luce rispecchia il materiale del suo piercing sul sopracciglio. Ha un'aria così tranquilla, quando la gente intorno a lui ha l'aspetto spaventoso e vomitevole. E' come un angelo all'inferno, e io mi sto bruciando nella luce dei suoi occhi.
Scuto il capo spostandomi i capelli dal viso, devo star delirando, ma me lo posso permettere: sono le tre del mattino accidenti, le tre.
«Cher Jelson! La mocciosa che Learman si portava sempre dietro, è un piacere rivederti. Hai imparato a succhiare i cazzi?» La voce amara appartiene a Brandon, seduto proprio di fianco ad Harry.
Faccio un passo indietro andando a sbattere contro Mitchell, solo la presenza di quel ragazzo mi fa venire i brividi, ha un aspetto aspro e da stronzo. I capelli castani portati all'indietro da un berretto rosso, gli occhi azzurri e peccaminosi, le labbra coperte da due piercing rotondi ad entrambi i lati.
«Non fare lo stronzo.» Lo ammonisce Harry, alzandosi dal suo posto mentre con una mano fa scorrere i capelli indietro.
Mi mordo il labbro inferiore e sposto lo sguardo su Mitchell, sembra a disagio tanto quanto me, ma stranamente la presenza di Harry riesce a calmarlo.
«Sei pronta per vedermi far cadere le mutandine a terra a tutte le ragazze presenti?» E' a meno di un metro da me. «Compresa te.» Ammicca e fa un sorriso lascivo.
«Sono pronta a vederti schiantare contro un muro di mattoni.» Faccio un sorriso ironico ignorando la fitta al petto.
«Ehi, ehi!» Alza le mani come per difendersi. «Stavo solo scherzando.» Allarga il sorriso sul suo viso, e io lo imito sorridendogli.
«Beh, io no.» Incrocio le braccia sotto al petto e inclino il capo d'un lato.
«Sono felice che tu faccia il tifo per me, comunque.» Alza gli occhi al cielo e ignora come i riccioli gli ricadano distrattamente sulla fronte.
«Allora sei pronto?» Un ragazzo dai lunghi capelli biondi e le braccia tatuate irrompe nel nostro piccolo gruppo, richiamando su di lui tutte le attenzioni. Immagino sia lui lo sfidante di Styles, ovvero il presunto Jimmy.
«Andiamo a prendere un po' di soldi!» Esclama Brandon alzandosi dal divano di pelle e lasciandosi seguire fuori il capannone.
So già che sarà una serata terribilmente lunga.
«Sai, mi servirebbe un bacio come buona fortuna.» Mi sussurra all'orecchio, così che gli altri non possano sentirci.
«Non credo che tu voglia farti baciare di fronte a loro.» Deglutisco e la mia voce appare più sforzata di quanto non dovrebbe essere in realtà.
Siamo fuori, sulla strada che Mitch mi aveva mostrato qualche attimo prima. Le macchine sono pronte e tutti sono più che ubriachi, tranne gli sfidanti che stanno aspettando il momento giusto per entrare e sfrecciare lungo la strada deserta.
«Già, non voglio. Ma scommetto che lo faresti se fossimo da soli.» Fa un sorrisetto mentre si raddrizza e guarda davanti a sé. «Ormai ho il pieno controllo su di te.»
Lancio un'occhiata a Mitchell che chiacchiera con Shay, non facendo caso alla conversazione tra me e il ragazzo riccioluto.
«Pieno controllo su di me?» Faccio un ghigno infastidito e alzo il collo della felpa per riscaldarmi.
«Già. Prevedo ormai ogni tua mossa, so cosa pensi e cosa vorresti farmi ma neghi a te stessa perché abbiamo un amico in comune. So perfettamente quanto mi desideri, ma cerchi di mascherarti tra la ragazza timida e "diversa" dalle altre per.. non so, farmi prendere una cotta per te?» Sbuffa una risata, continuando a non incontrare i miei occhi. «Ma non succederà. Questa.. storia, durerà due o tre settimane, prima che io mi immetta nelle tue mutandine. Sai? All'inizio non volevo succedesse, per Mitch e tutto, ma tu lo vuoi più di me, e il mio compito è accontentarti.» Fa un sorriso mentre umida le labbra con la sua lingua dolce. «Manca poco è distruggerò tutti i tuoi muri, ho il pieno controllo sulla situazione solo.. non innamorarti troppo di me.» Mi guarda, e io ho praticamente la bocca spalancata.
Il suo ego rispecchia la grandezza della Luna su di noi, si crede talmente attraente da avere il perfetto controllo su.. di me? Non so cosa pensare o dire, la situazione è imbarazzante e insolita, non so neanche se a tutto ciò c'è una risposta per poter ribattere.
Chiudo le labbra in una linea sottile. «Hai ragione.» Mi affretto a dire, e lui sorride prima di fare qualche passo in avanti ed entrare nell'auto rossa che gli è stata assegnata. Brandon è in compagnia di un ragazzo dai capelli biondi tinti e insieme fumano una canna seduti su un muretto non molto distante, Mitchell cerca di ignorarmi e fingere di essere interessato a quello che dice Shay. Mi sento sola e presa in giro, ho bisogno di fare una qualche pazzia, di farla pagare a quell'idiota di Styles, di dirgli che non può prendersi gioco di me in questo modo. Ha davvero previsto tutto? Tutte le tentazioni.. le provocazioni, lo fa solo perché sa già che cadrò ai suoi piedi? E, secondo lui, ci metterò più tempo solo perché voglio che lui prenda una sorta di cotta per me? Potrei fargli vedere che si sbaglia, potrei..
«5..» Una ragazza dai capelli biondi è posizionata in piedi tra le due auto con in mano la sua maglia rosa macchiata, tra le risate del pubblico e l'ubriachezza sul suo volto non so a cosa pensare. «4.. 3..»
Il ronzio delle auto che stanno per partire mi risveglia dai miei pensieri, Mitch si accende una sigaretta e lo sguardo di Brandon si concentra improvvisamente sulle due auto dai colori sgargianti. Il tempo si ferma all'istante, e prima che possa collegare le mie azioni al cervello, mi ritrovo sul sedile del passeggero dell'auto di Harry. «Ma che cazzo?» Gli occhi spalancati di Harry lo distraggono agli ultimi numeri. «2.. 1.. Partite!» Esclama la ragazza nello stesso momento in cui io urlo: «Parti!» Ed Harry fa così, preme sull'acceleratore in contemporaneo con Jimmy.
«Ti sei bevuta il cervello?» Mi grida mentre le nocche diventano bianche sulle sue mani strette a pugno lungo lo sterzo. Ho il cuore che batte a mille, la macchina corre sempre più veloce, non ha intenzione di fermarsi, e io non voglio che lo faccia.
Sì, cavolo, sì. Mi sono bevuta il cervello se sono davvero in una macchina in corso con al volante il più irresponsabile dei ragazzi.
«Questo però.. non te lo aspettavi.» Vorrei sorridergli e, o, ridergli in faccia.
«Chee è una pazzia! Sai che se mi fermo, proprio ora, perdo più di due mila sterline?» Cerca di gridare ma la voce gli si blocca in gola.
«Allora non fermarti, e corri, più veloce dannazione!» Urlo sbattendo le mani sul cruscotto dell'auto, creando un strano tonfo.
Harry socchiude le labbra e ingrana la marcia successiva, l'auto di Jimmy è una decina di metri più avanti. «Non.. non so che dire, sei impazzita.» Boccheggia, le guance rosse per l'inevitabile imbarazzo nella sua voce.
«Solo.. non distrarti, vai più veloce.» Mi copro il viso con le mani, per quanto possa sembrare una ragazza dura, le auto in corsa sono la cosa di cui ho più paura.
«Perché? Perché sei qui?» Mi chiede mentre lascia che i metri tra lui e Jimmy diventino sempre di più.
Inizio ad innervosirmi se non aumenta immediatamente la velocità.
«Credevi sul serio di avere il controllo su tutto, ma scommetto che questo non lo avevi pianificato. Voglio.. mostrarti che non puoi avere il controllo su di me, non lo hanno avuto nemmeno i miei genitori la quinta volta che sono scappata di casa per un concerto. Non lo hanno avuto nemmeno i miei insegnanti alle medie quando allagai l'intero istituto, non l'ha avuto nemmeno Mitchell quando mi sono tuffata dal tetto di una casa in una piscina enorme. Non l'ho nemmeno io quando parlo con te, quando ti sono vicino, quando ti detesto così tanto da essere attratta da te. Non ho il controllo quando voglio entrarti dentro e sapere cosa pensi quando fumi, quando combatti, anche ora mentre guidi. Non ho il controllo su quello che faccio, e questo mi piace tantissimo, mi fa sentire.. libera.» Serro le labbra dopo le mie parole, e lui sta cercando in tutti i modi di non guardarmi per evitare un incidente.
«Quindi sei qui con me perché non hai controllo di te stessa?» Si lascia scappare una veloce risata e impugna saldamente il volante.
«Esatto. Ora fai il culo a quel biondino!» Lo incito indicando l'auto sempre più distante.
Harry scoppia in una risata aumentando di un'ultima marcia. «Se me lo chiedi tu, lo faccio.» Dopo le sue parole inizio a vedere nero, sono costretta a chiudere gli occhi per la velocità inaudita che ha preso la macchina su cui mi trovo. «Apri gli occhi, Chee.» Mi ordina posando una mano sulla mia gamba stringendola gentilmente. Lo faccio, apro gli occhi e davanti a me non ci sono più tutti quei alberi, ci sono le stelle e il cielo blu. La macchina blu di Jimmy è alle nostre spalle, sta cercando di superarci, ma Harry gli si posiziona più volte davanti e lui è costretto a rallentare di poco per non andare a sbattere.
«E' una cosa incredibile» mormoro con il cuore che batte a mille, «puoi andare più veloce?» Vorrei pentirmi di quello che ho chiesto, ma non ci riesco.
«Certamente, piccola.» Lo dice con un sorriso contagioso e aumenta ancora la velocità, distruggendo tutti i miei muri.

«Devo assolutamente farmi una doccia, sono successe troppe cose in poche ore.» La faccia pallida di Mitch è una cosa che so che non potrò mai dimenticare. Se l'è praticamente fatta addosso quando sono entrata nell'auto di Harry, ed ha mantenuto la stessa espressione preoccupata fino a quando non siamo entrati nel loro appartamento.
«Sono contento di non aver accettato di festeggiare con gli altri, sono praticamente esausto.» Sbuffa Harry stendendosi sul divano rosso.
Chiudo la porta alle mie spalle e sono contenta di non essere tornata a casa, Kayla mi avrebbe sicuramente ucciso.
«Strano, avrei giurato che ti sarebbe piaciuto farti una delle ragazze presenti.» Non so perché lo tento così tanto quando solo l'idea di qualcuna che gli stia troppo vicino mi infastidisce.
«E invece no, ti sbagli.» Sospira e si copre il viso con un braccio, ancora una volta vorrei sapere a cosa sta pensando.
«Posso giurare di aver fatto la stesa ipotesi di Cher.» Ammette Mitch accigliandosi.
«Sai che non sono il tipo da scoparsi chiunque.» Inarca un sopracciglio verso il mio amico che si è appena tolto la maglia.
«Lo so.» La sua risposta mi fa rimanere di sasso. «Ma di solito dopo una corsa hai sempre bisogno di smaltire l'adrenalina, così ho pensato..»
«Hai pensato male.» Lo ammonisce Harry.
«Va bene, va bene, calmati. Vado a farmi una doccia.» Sbuffa Mitchell e si chiude nel bagno di camera sua.
Se conosco il mio migliore amico sarà chiuso in quel bagno per almeno una trentina di minuti, è fissato con l'igiene in una maniera assurda, mi ricorda mia madre.
«Quanti ricordi in quel bagno.» I suoi occhi sono ancora chiusi ma il sorriso è accesso sulle sue labbra.
«Quanti sogni selvaggi nella tua testa.» Uso il suo stesso tono derisorio mentre mi siedo su uno dei braccioli della poltrona.
«Potresti esaudirne qualcuno?» Sghignazza, sapendo di star scherzando.
«Potrei, hai comunque bisogno di smaltire.. l'adrenalina, uhm?» Ho paura di quello che sto per dire, ma devo prendermi una rivincita.
«Ci dormo sopra.»
«Non dovresti.» Sorrido e mi alzo per affiancarlo.
Sposta il braccio dal viso per guardarmi, con un movimento dei piedi rimuove gli stivaletti neri da uomo e mi guarda incuriosito. Porto una mano nei miei capelli per smuoverli, si gonfiano appena e qualche ciocca mi ricade sull'occhio.
«Cosa..» Non gli do tempo di rispondere che sono in ginocchio alla sua destra mentre la mia mano percorre una sua guancia delicatamente, quando socchiude le labbra per parlare lo zittisco premendo la mia bocca sulla sua. Resta per un attimo titubante poi le schiude e si unisce al bacio. Sanno di menta e un dolce sconosciuto, un dolce sapore che credo appartenga solo a lui. E' la prima volta che la sua bocca non sa di liquore o birra, e anche se fosse, sulle sue labbra i sapori si mischiano diventando deliziosi. Lo bacio forte e con prepotenza e la sua bocca usa movimenti tanto lenti che sembra sorpreso di tutto questo mio coraggio.
Prima che me ne accorga mi tira un braccio posizionandomi su di lui, le mie gambe ai lati del suo bacino e il seno premuto contro il suo addome duro. Le sue mani mi stringono la schiena accarezzandomi la pelle sotto la felpa leggera, le mie mani al contrario accarezzano il suo viso scolpito e leggermente sudato. Le nostre lingue si incontrano più volte, e io gliela mordo risvegliando in lui gemiti strozzati, credo gli piaccia quando lo faccio.
Inizio a spingere il bacino sempre più contro il suo, quando lo sento svegliarsi posso vedere i suoi occhi verdi aprirsi e perdersi nelle tonalità simili dei miei. Allontano leggermente le labbra dalle sue, i respiri continuano ad accarezzarsi mentre gli sfioro le labbra rosee con il pollice. Lui mi prende alla sprovvista mordendolo leggermente, lo bacia per poi succhiarlo dolcemente.
«Hai intenzione di farmi diventare pazzo?» Mugola mentre spinge il bacino verso il mio, ometto un gemito ripetendo la sua stessa azione, è lui che deve perdere stasera non io. Faccio passare una mano lungo il suo petto, accarezzandolo e giocando con le piegature sulla maglia chiara.
«Può darsi.» Lo guardo mentre faccio passare la lingua sul contorno delle sue labbra.
La mia mano scende fino alla sua cintura, ci vuole poco per slacciargliela, lui mi lascia fare mentre mi guarda con aria infamatoria. La mano libera gli accarezza i capelli, sono così morbidi e profumati, i suoi ricci si adeguano perfettamente al movimento delle mie dita inesperte. Faccio entrare la mano nei suoi pantaloni, mentre il cuore minaccia di esplodermi, rimango con i piedi a terra quando non la faccio entrare anche nei boxer. Sarebbe troppo anche per me, adesso. Lo accarezzo da sopra quel sottile tessuto, e posso sentirlo contrarsi contro di me.
Harry schiude la bocca ansimando appena, gli occhi chiusi e le gambe che si induriscono lungo il divano. Le nostre bocche si ritrovano e porto di nuovo la lingua sulla sua, le nostre labbra e i nostri movimenti non hanno nulla di dolce, il nostro è solo desiderio. Ignoro il formicolio tra le cosce mentre faccio scorrere le dita lungo la sua erezione coperta, posso sentirlo contrarsi sotto di me, ed è una sensazione bellissima. Continuiamo così per non so quanto tempo, i suoi gemiti mi allontanano dalla realtà, i suoi occhi chiusi mi danno nostalgia, la fronte aggrottata dal piacere e le labbra umide e calde.
«Cazzo.. no..» Fa un ultimo sospiro e cerca di non gemere troppo forte quando si lascia andare, le dita che stringono forte i miei fianchi, la bocca socchiusa e gli occhi chiusi. Harry sa essere bellissimo in ogni situazione, anche durante un coito, tale perfezione dovrebbe essere illegale. Lo guardo mentre viene grazie a me, il primo ragazzo su quale ho un tale contatto intimo, mi sento svenire, ma la sensazione di averlo avuto in pugno soddisfa ogni mi bisogno.
«Ora chi è ad avere il controllo?» Sussurro sulle sue labbra, prima di sentirlo mugolare come protesta. Sorrido e gli scendo velocemente di dosso cercando di non sembrare troppo rossa per quando ritornerà Mitch dalla doccia.
«Sei una stronza, lo sai questo vero?» Sorride timido e si mette seduto, posso scorgere la macchia bagnata sul suo cavallo anche attraverso i jeans neri.
«E perché?» Mi imbroncio fingendo di non capire.
«Perché?» Mi prende una mano facendomi posizionare tra le sue gambe. «Perché stai cercando di farmi perdere il controllo.» Sorride ancora mentre mi passa le mani tra i capelli e sulla schiena, le sue mani sono dure ma i movimenti sono morbidi e delicati.
«Sì, e ci sono riuscita.» Lo bacio sulla fronte sudata, sfiorando qualche ciocca riccia, prima di liberarmi dalla sua presa e andare in camera di Mitch a prendere una sua maglia e una coperta per passare la notte sul loro affascinante divano. Sulla quale ho appena fatto venire un ragazzo per la prima volta nella mia vita, fantastico.

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Mi dispiace per il ritardo, non avevo internet al pc c.c
Grazie per i commenti e i voti, spero continuate a seguirla un bacio:) xxx

Domanda: Volete anche gli altri membridella band nella storia? Le ragaze di Efp me lo hanno chiesto, vorrei sapere se voi siete d'accrdo, :) xxx

Efp: payneisminexx
Twitter: payneisminexx

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