Capitolo 36.

La suoneria fastidiosa del mio cellulare mi obbliga a socchiudere gli occhi, un forte sole mi brucia sul viso mentre mugolo qualcosa riposando la faccia sul cuscino. Caspita, mi gira la testa in un modo orribile. Sento lo stomaco in subbuglio, e non credo di aver mai sudato così tanto in vita mia.
«Che cazzo vuoi?» Una voce roca alle mie spalle mi fa riaprire immediatamente gli occhi, non mi volto e continuo ad ascoltare la conversazione. E’ sicuramente Harry, e, dato che il mio cellulare non suona più, credo abbia risposto lui al posto mio.
«Sta dormendo. E no, non richiamare.» Sempre gentile. Sollevo gli occhi al cielo, per poi richiudere le palpebre. «Fa come ti pare.» Non sentendolo più parlare credo abbia staccato la telefonata, dopo due secondi percepisco le sue calde mani intorno alla mia vita. Stringo gli occhi, beandomi il calore delsuo respiro sul mio collo.
«Chi era?» Sussurro girandomi nelle sue braccia, i suoi occhi si aprono velocemente mostrandomi due profondi smeraldi chiari. I suoi occhi si chiudono in due fessure mentre mi esamina attentamente il viso, lo guardo accigliata e lui prende un lungo sospiro.
«Buon pomeriggio.» Dice, ed io corrugo la fronte meravigliata.
«Pomeriggio? Che ore sono?» Gli do un buffo su di una spalla, al che lui sghignazza informandomi: «Sono le tre del pomeriggio, e ti sei addormentata definitivamente questa mattina intorno alle cinque.»
«Non è possibile.» Brontolo.
Lui sgrana gli occhi. «Non è possibile? Hai vomitato tutta la notte e metà mattina, ero sul punto di chiamare l’ambulanza. Ho cercato di farti una doccia, ma, ovviamente, hai finito per farla tu a me dato che ti comportavi come una bambina. Poi, con i vestiti umidi, sei svenuta sul divano. Hai parlato nel sonno, tre volte, e poi sei tornata a dormire sul letto; dove hai vomitato per l’ultima volta piangendo.» Lo dice con un ghigno divertito, mentre io cerco in ogni modo di non credergli. Come si può vomitare piangendo? Sono quasi certa che metà di queste cose se le sia inventate, lo stronzo.
«Ero impazzita?»
«In un certo senso sì.» Ridacchia, posando la testa su di una mia spalla. «Ora stai meglio?»
«Sono un po’ stordita, non mi sono mai sbronzata così tanto prima.» Piagnucolo portandomi le mani sul viso, nascondendomi.
«Non succederà più, quando avrò quella stronza tra le mani io..»
Lo interrompo. «Come hai potuto lasciarmi nelle mani di quella psicopatica? Cioè al massimo ricordo una parola di quello che mi ha detto.»
«Oh.» Harry si mette seduto, guardandomi attentamente. «Cosa ricordi precisamente di ciò che ti ha detto? O fatto, ovviamente.»
«Ricordo che mi ha portato da qualcuno, voleva farmi qualcosa ma poi non è successo più nulla. E credo di averle vomitato sulle scarpe.» Corrugo la fronte, Harry fa un lieve sorriso accarezzandomi la spalla.
«Beh, almeno non è successo nulla. Però stai certa che me la pagherà.» Le sue labbra sfiorano dolcemente la mia guancia, gli sorrido abbassando lo sguardo. Poi, come il flash di una fotografia, ricordo cosa mi ha detto ieri sera.
«Mi ha detto anche un’altra cosa.»
«Cosa?»
«Che ci sei andato a letto, e che sei stato poco gentile.» Porto il mio labbro inferiore tra i denti, girandomi una ciocca di capelli tra le dita. I suoi occhi ardenti passano sulle mie labbra, dove si fermano a fissarle in modo ansioso.
Il punto è che non so come dovrei sentirmi al riguardo, sono andati a letto prima che lui uscisse con me, vero?
«E’ successo molto tempo fa.» Si difende.
«Perché non me lo hai detto?»
«Non sono obbligato a dirti chi mi fotto.» E’ sempre così rude, perché? Faccio un lungo respiro annuendo e sollevandomi dal letto. Indosso solo una maglietta e gli slip, dovevo aspettarmelo. E, come se non bastasse, è la mia maglia con la faccia di un coniglio; ciò mi fa sorridere stupidamente. Non riesco nemmeno ad arrabbiarmi per un minuto.
«Conigli?» Sghignazzo.
«Ti hanno sempre resa sexy.» Prima di venirmi contro fa il suo solito sorriso poco casto, poi, una volta essermi di fronte, mi prende per i fianchi avvicinandomi a sé. Porto le mie mani sui suoi addominali, tatuati e turgidi.
«Non so come dovrei sentirmi, Harry. Credo che la cosa mi abbia dato fastidio, ma poi.. cioè.. io e te non siamo nulla di definito.»
«Sei l’unica ragazza che ha paura di essere gelosa e che ha bisogno di definire il proprio amore. Siamo io e te, vuoi che te lo metta per iscritto?» Stringe la presa intorno alla mia vita, al che i nostri petti si sfiorano ed io gemo mordendomi un labbro. E’ così bello, ed i suoi occhi sono così vicini ai miei.
«Saresti capace di scriverlo da qualche parte?» Ridacchio, prendendolo in giro.
«Potrei scrivere sui muri che non desidero altro che te.» Lo sussurra al mio orecchio, ed io sento quei familiari e maledetti brividi su tutto il corpo.
«Potrei restare tutto il giorno qui ad ascoltarti, ma poi resterei con la paura che domani dimenticheresti tutto.»
«Puoi sempre mettermi alla prova.» Mi da una pacca sul sedere prima di allontanarsi da me. «Che ne dici, facciamo una doccia insieme?»
«Sì, ma credo mi abbiano staccato l’acqua calda. Sai, sono indietro con i pagamenti e tutto.. sto pensando di trasferirmi.»
«Sul serio, e me lo dici soltanto adesso?» Si corruga la fronte facendo un passo in avanti. «Possiamo andare a vivere insieme.»
«Non credo sia il caso di venire a vivere con voi.» Prendo tra i denti l’interno guancia, guardando alle sue spalle. Ora come ora io, Harry e Mitchell non riusciamo ad avere una conversazione sana tra di noi.
«In realtà intendevo solo io e te. ‘Fanculo al fottuto Mitchell.»
«Sì può sapere cosa sta succedendo tra voi due? Insomma, non gli hai raccontato del rapimento, giusto?»
«No, stiamo cercando di sistemarci, ma rimane il fatto che lui mi abbia messo in cattiva luce con te.» Stringe i pugni lungo i fianchi.
«Non ti ha messo in cattiva luce con me, mi ha semplicemente detto come stanno le cose prima che io mi innamor.. cioè, provassi qualcosa per te.»
«E’ la stessa cosa. Te lo avrei comunque detto, prima o poi.» La sua voce è terribilmente incerta. Quasi sicuramente non me lo avrebbe mai detto, conoscendolo.
«Oltre dei tuoi genitori, non so realmente nulla di te, Harry.»
«Neanche io sapevo che eri stata fidanzata con Barney, se è per questo.» Ammicca, mandandomi una frecciatina infame. Corrugo la fronte ed incrocio le braccia sul petto.
«Fa poco lo stronzo. Ti ricordo che avevamo circa tredici anni, eravamo ragazzini.» Inarco un sopracciglio.
«Potevi comunque dirmelo, prima di baciarlo di fronte a me.» Harry mi sorpassa dandomi una spallata, per poi avviarsi verso il mio bagno. Che cosa sta facendo, il geloso con me? Non ci credo.
«Sei poco serio, tu non mi hai detto che hai fatto sesso con Sun!» Lo seguo in bagno, notando che ormai è già nudo. Oh, santo cielo. Sposto lo sguardo verso la finestra, dovrei darle una pulitina prima o poi.
«E’ totalmente differente, quando l’ho fatto ti detestavo. Eri una mocciosa ficcanaso.» Entra nella doccia, senza chiedermi di seguirlo. Riporto lo sguardo e l’attenzione su di noi, dimenticandomi della finestra.
«Sei proprio un sinonimo di delicatezza, tu.»
«Tu eri una stronza, sempre appiccicata a Mitchell.» Sento l’acqua scorrere sul suo corpo. E’ gelata, ma lui sembra non sentire nulla, come sempre.
«Guarda che tu eri peggio.» Alzo gli occhi al cielo. «Eri sempre ad origliare e ti comportavi in modo cattivo nei miei confronti.»
«Era bellissimo farti arrabbiare.» Ride.
«No!» Metto il broncio. «Era da fottuto bastardo.»
«Cazzo, ora mi commuovo, ti ho insegnato la parola fottuto.» Ride, e non riesco nemmeno a fare l’offesa quando ride. Infatti ridacchio subito dopo, dandomi della debole.
«Perché non cambi mai?» Sorrido, sedendomi a terra sulle piastrelle.
«Perché altrimenti non sarei io.» Risponde, poi un silenzio cala su di noi. Se non fosse stato così rude e stronzo nei miei confronti, non avrei mai avuto il coraggio di superare ogni sua sfida, fino a ritrovarmi imprigionata nella sua stessa gabbia.

***

Sto cercando di mantenere la calma, ma il fatto che lei continui a rimangiarsi ciò che deve dire mi manda in ebollizione il cervello. Cavolo, ha detto che era qualcosa di importante, allora perché ci gira intorno? Lei, l’unica ragazza di mia conoscenza che non riesce a chiudere la bocca per un solo minuto, ora sembra essersela cucita per sempre.
Sono seduta sul suo letto, con le braccia incrociate, mentre Tessa è terribilmente agitata. Continua a tirarsi i capelli tra le dita, camminando in circolo sul tappeto di camera sua. Ha detto che voleva parlarmi, ed ora che sono qui ha totalmente perso la lingua.
«Ora mi sto preoccupando. Sputa il rospo,Tess.» Sospiro, cercando di incontrare il suo sguardo. Lei lo devia ancora, arrossendo di colpo. Perché la fa così tanto lunga? Non ha mica ucciso qualcuno, giusto?
«Ho fatto un casino.» Piagnucola.
«Puoi confidarti con me, lo sai.» Lo sa, anche se ultimamente è stata fredda nei miei confronti. Io però non sono stata da meno, da quando Harry è apparso nella mia vita ha scombussolato tutto, non so più come muovermi; sono in bilico tra due lame, il mio passato ed il mio futuro.
Poi c’è la storia del rapimento, che ancora mi scotta un casino. E’ qualcosa che durerà per il resto della mia vita, questa sensazione di paura che ora mi porto dietro come un cadavere. Non posso raccontarlo a nessuno, farebbero troppe domande e la colpa ricadrebbe tutta su di lui.
Lo amo così tanto da non permettere agli altri di odiarlo. Soprattutto con il continuo odio che lui sputa su sé stesso, come è successo questa mattina. Ha mostrato di tenerci a me, questo non lo darò mai per scontato, ma voglio che gli importi anche di sé stesso.
«In un senso riguarda anche te, qualcuno che ti è accanto.» Inizia a mangiucchiarsi le unghie, guardando ovunque tranne me. Inizio seriamente ad aver timore di ciò che potrebbe dirmi, eppure non potrà essere così tanto grave. Perché continuo a ripetermi che, dopo ciò che mi dirà, andrà tutto bene quando quasi sicuramente non sarà così?
«Dimmelo.»
«Lo vuoi propri sapere?» Ora mi guarda negli occhi.
Stringo un labbro tra i denti. «Perché credi che sia qui, allora? Tessa, sto perdendo la pazienza. Di qualsiasi cosa si tratti, devi dirmelo.»
«E’ qualcosa di veramente duro.. io non l’ho detto a nessuno, ho paura di ciò che penseranno di me.»
«C’entra il sesso?» Suppongo. Qualsiasi cosa con lei nasconde un lato sessuale.
«Sì.» Dice, in un singhiozzo. La guardo meglio, ha le lacrime agli occhi. Scuoto il capo andandole contro per abbracciarla, inizia a piangermi su di una spalla ed io provo a far pace con i miei pensieri. E’ già tutto abbastanza complicato per me, non so se riesco veramente a subirmi anche i suoi di problemi.
«Cosa hai paura che pensino di te, Tessa?»
«Che io sia una puttana.» Si pulisce il mascara colato con le dita, facendo un lungo respiro. Non è difficile pensarlo, dato il grossolano numero di ragazzi con cui è stata, ma ora come ora è orribile anche il solo dirlo.
Semplicemente annuisco, provando ad entrare nella sua testa. «Per caso hai tradito Mitch?»
«Sì.» Borbotta mordendosi un labbro. Provo dispiacere per ciò, ma in un certo senso lui l’ha tradita baciando me qualche settimana fa, quindi non è tanto meglio. So che Tessa è andata a letto con qualcuno, l’ha fatto sicuramente, ma un tradimento sentimentale è peggio di quello fisico.
«E perché questo centra con me?» Non riesco a legare i fatti. Un buio pesto mi si presenta davanti, cerco in ogni modo di trovare una luce che mi porti a sperare che non sta per dirmi ciò che immagino. Lei non può aver fatto.. ciò, giusto? Insomma, non so più che pensare di lei, di loro, di tutto questo.
«Il tradimento non c’entra niente.» Confessa.
«Puoi smetterla? Diamine, mi stai mandando il cervello a farsi fottere!» Le esclamo contro. Odio quando la gente gira troppo sulle stesse cose, non arrivando mai al punto.
«D’accordo!» Deglutisce. «Lo vuoi proprio sapere? Sai, c’entra il tuo amico! Sono incinta, Cher, sono stupidamente incinta. Ingravida, aspetto uno stupido bambino e non ho nemmeno diciassette anni.» Piange spudoratamente inginocchiandosi di fronte a me, la guardo a bocca aperta. Sto cercando di collegare ciò che ha appena detto con la mia testa, ma mi è impossibile. Tessa è incinta. Ovviamente ci mancava solo un bambino adesso, ottimo. Ed io cosa centro? Che cavolo, è lei quella incinta, non io.
«Lo hai detto a Mitchell?» Gli chiedo, seria.
«Mitchell?» Lei mi guarda confusa.
«Cazzo, non dirmi che non sai nemmeno chi è il padre!» Inizio a parlare come Harry, bene. «Perché tu sai chi è il padre, vero?» Sgrano gli occhi quando lei nega con la testa, lasciandomi in un enorme stato di confusione. Perfetto, ora giocheremo ai detective con il suo bambino.
«Com’è possibile?» Porto una mano sulla fronte, scuotendo il capo.
«Sì.. credo sia suo il figlio, anche se ultimamente è un po’ distante con me. Credo anche che si stia drogando, forse.» Sussurra, come se qualcuno potesse sentirla.
«Mitchell si droga? Si può sapere cosa diavolo stai dicendo?» Una notizia per volta, cazzo.
«Sì comporta in modo strano, ultimamente.» Dichiara, con uno sguardo smarrito.
«Che intendi dire?»
«E’ sempre fuori casa, esce più spesso con Nick e non mi parla quasi mai. Credo pensi a cosa gli stia succedendo, alla sua famiglia o qualcosa del genere. In un momento d’esasperazione mi ha detto che era stanco di questa vita.»
«Dov’è adesso?» Chiedo debolmente. Quanto mi manca, ogni secondo che passo senza di lui mi sembra che una parte di me voglia staccarsi.
«E’ in giro, non so dove.» Scrolla le spalle. «Ritorniamo sulla faccenda del bambino?»
«Oh, sì.» Scuoto la testa e provo a non pensarci più. «Lo dirai ai tuoi genitori?» Indico la porta dietro di me con il pollice, dove ora i suoi familiari sono riuniti a pochi metri a guardare la televisione.
«Non sono sicura.»
«Come fai a dire che sei incinta? Insomma, credo che qualcuno non possa dirlo da un giorno all’altro, no?» Faccio una smorfia disorientata. Come ci si sente ad avere un piccolo puntino nella pancia? Qualcosa di solo tuo, che un giorno diventerà la cosa più importante tra le tue braccia. Per farla breve, un figlio è una parte di te, qualcuno che amerai fino alla fine dei tuoi giorni.
«Oltre ai tre test di gravidanza che ho fatto, io lo sento.» I suoi occhi lacrimano di nuovo. «Sento che qualcosa dentro me sta cambiando.»
«Capisco.» Inutilmente abbasso lo sguardo. E’ qualcosa di difficile, posso immaginarlo. Come mi ritroverei io a dire ad Harry che aspetto un bambino? Come si comporterebbe lui? Sono sicura che non farebbe i salti di gioia, ma Mitchell?
«Quando hai intenzione di dirlo a Mitchell?» Gli domando, lei mi guarda come un cucciolo in gabbia. Cosa vuoi che faccia?
«Puoi.. dirglielo.. tu?»
«Io?» Non riesco a non spalancare gli occhi. Sono l’ultima persona che vorrebbe vedere in questo momento, almeno immagino dopo che sono sparita completamene dalla sua vita. «Credi sia il caso?»
«Ti prego, io non so come parlargli.» Corre verso il bagno prendendo uno scatolino rosso e bianco. «Tieni, qui dentro ci sono i tre test, tutti positivi. Se magari glieli mostri, capirà.»
«Tu non sei nemmeno sicura che il bambino sia suo, e poi pensi che potrebbe anche essere del ragazzo con cui l’hai tradito?» Lei sbianca improvvisamente, ed il m cuore accelera i battiti. «Tess?»
«Sono quasi certa che sia di Mitchell.» Fa un lieve sorriso, del tutto finto.
«D’accordo.» Porto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di alzarmi ed andarle contro. Prendo il cartoncino dalle sue mani e lo porto dentro la mia borsa, stringendola sotto un braccio.
Qualcuno bussa alla porta, io e Tessa ci voltiamo in contemporaneo. «Ragazze, scusate se vi interrompo.» La donna paffuta è la madre di Tessa. «Cherie, volevo sapere che vuoi fermarti per cena?»
«La ringrazio signor Trisworden, ma ho un appuntamento.» Le sorrido in modo cordiale, al che lei annuisce e torna fuori dalla camera.
«Hai un appuntamento?» Si acciglia Tessa.
«Sì, con Harry.»
«State ufficialmente insieme?»
«Non esattamente, ma ci stiamo lavorando.» Stringo le labbra in una linea sottile dondolandomi sui talloni. E’ una cosa imbarazzante, non sono abituata a parlarne con nessuno. Non ho mai avuto qualcuno con cui parlare dei miei sentimenti, di ciò che provo. «Credo che lui mi piaccia, sul serio.»
«E’ un bene.» Fa un sorriso sforzato. «Sono proprio felice per te. Ora puoi anche andare, ho delle faccende da sbrigare.»
«Oh.. Sì, d’accordo.» Scuoto la testa, meravigliata di questo suo cambio d’umore. Un secondo prima sembrava dipendere da me, adesso è tornata distacca ed infastidita. Non capirò mai cosa sta realmente succedendo.

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Più sono i capitoli più mi viene ansia, non so perché. Lo ammetto, mancano anche parecchi capitoli, ma non ne saranno tipo 70 o 80. Decisamente no, solo non manca poco ma nemmeno tanto.

COmunque vi lascio i contatti: "SABRINE_WATTPAD" Per instagram e per aggiornaementi il gruppo di Facebook "Sabrynex's Stories' x

Domanda: Cosa pensate di Tessa incinta?




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