Capitolo 35.

NDA: La storia sta subendo delle modifiche, per migliorarla. Quindi, andando avanti, le cose cambieranno tipo i ragazzi non verranno più da Adel-Georgia bensì da Boston, un quartiere più rischioso. La scommessa tra Harry e Cher è stata eliminata, ma ciò non significa che non lei non starà a casa con loro:) x

Harry’s point of view.


Osservo quel ragazzo allo specchio, i capelli tenuti dritti da una benda nera, gli occhi stanchi e la pelle macchiata lungo il collo da segni rossicci. Non c’è più nulla da fare, ho abbattuto ogni mia difesa lasciando che lei entrasse finalmente dietro tutto ciò. Sono quasi certo di amarla, amarla come non ho amato nessun’altra prima.
Devo ammettere che è un amore strano, un senso di bisogno, di mancanza, di profondità, come se mi sentissi bene con me stesso, sazio di vita.
Sentire per lei quel desiderio sconosciuto di andare avanti, di non fermarmi davanti alla prima porta. Come se avessi, finalmente, l’occasione di fare un passo in più. Cher è diventata così importante per me, non posso più farne a meno.
Sospirando tiro via la maglia bianca che indossavo, lasciandola penzolare lungo il lavandino. Rimuovo la striscia di sudore lungo la fronte sbuffando, non ho ancora iniziato il combattimento e sono giù sfinito. Ho fumato due canne, giusto per rilassarmi, ma non ho detto nulla a Chee, non vorrei che ci restasse male.
Fisso le nocche delle mie mani, ormai le cicatrici passate si stavano chiudendo di già, ma ormai è arrivato il momento di riaprirle. Chissà, magari potrà essere anche l’ultima volta.
«Sei pronto?» Richiamandomi Mitch entra nel bagno dello spogliatoio, poso lo sguardo su di lui. Sta proprio da schifo, sembra un barbone. Non ricordo l’ultima volta che l’ho visto così giù di morale, con quel velo di finzione che gli copre la faccia.
«Ti vedo messo male.» Gli dico, e lui distoglie lo sguardo corrugando la fronte. La prima cosa che noto guardandolo bene è la felpa grigia e larga che indossa, che lo copre del tutto. Gli cammino incontro e lui indietreggia, sgranando gli occhi. Sento che mi sta nascondendo qualcosa.
Prendendogli un polso lo spingo verso di me, alzandogli la manica fino al gomito. «Che cazzo?» Gli urlo contro, lasciando andare bruscamente il braccio. Questo ragazzo si sta mostrando più coglione di quanto immaginassi.
«Non dirle niente.» Chiede, con gli occhi fiduciosi.
«Ti sei bucato? Ma mi prendi fottutamene in giro, cos’è?» Sbotto, innervosito. E’ dai tempi dell’America che non vedo qualcosa del genere, è fottutamente idiota da parte sua. Credevo avesse superato tutto, come credevo lo avessi superato anch’io.
«Ho solo provato, questo pomeriggio, quando ero assieme a Nick.» Distoglie lo sguardo, mi sorprende che lo stia ammettendo con tanta semplicità.
«Nick è un drogato? Quella mammoletta?» Faccio una smorfia disgustata.
«No, non lui, suo fratello. Eravamo lì a controllare delle cose, e.. mi ha detto di provare.»
Lo spingo per le spalle. «Quanti anni hai? Quindici? Sei fottutamente impazzito, Mitchell?!» Gli urlo contro, ed il fatto che tenga il volto calato lo rende ancora più vulnerabile. «Stai cercando di fare la fine di Shay?»
«Ci sono tante persone che lo desidererebbero.» Fa un sorriso malinconico e mi ritrovo a pensare che, negli ultimi tempi, è lui quello che sta perdendo tutti.
«Tu non..» Faccio un passo verso di lui ma la porta che si apre nuovamente mi costringe a zittirmi di fronte al volto disorientato di una bellissima ragazza dagli occhi azzurri. Riesco a spostare ogni mia preoccupazione d’un lato ed a focalizzarmi su quanto sia bella la sua pelle, e di come l’aria, ora che c’è lei, si stia alleggerendo.
«Harry, ti stanno aspettando.» Dondola sui talloni spostando lo sguardo da me al francese, non sapendo che dire immagino.
«Esco tra cinque minuti.» Cerco di fingere un sorriso nella sua direzione, ma non mi sembra più tosto convinta. Torna ancora a guardare Mitchell, che intanto si gratta il braccio marchiato coperto dal tessuto.
«Perché non vai ora?» Esorta il francese, ricevendo un’occhiata di rimprovero da parte mia. Sta cercando di evitare la situazione, ma non mi sfuggirà per sempre.
«Meglio.» Ghigno seguendo Cher fuori dal lurido bagno, saliamo una manciata di scalini cigolanti prima di ritrovarci ad un passo dall’enorme spazio in cui si svolgerà l’incontro. E’ un magazzino abbastanza grosso, il quale al suo interno è posizionata una specie di gabbia, un nuovo tipo di combattimento in cui non si ha nessuna via libera finché qualcuno non inizia a sanguinare pesantemente.
Questa volta il tipo che ha organizzato il tutto, non è Ray, bensì una ragazza. Cazzo, sto partecipando ad un incontro in cui l’organizzatrice è una stupida ragazza. La stessa ragazza dalle treccine che ho scopato qualche tempo fa, durante i miei primi incontri.
«Dove starai?» Le domando, quando noto che ormai Mitch non ha intenzione di uscire da quel bagno. Che cosa ha di sbagliato quel coglione? Ha intenzione di lasciarla da sola in mezzo a questo gruppo d’idioti? Sbuffo guardandomi intorno, non ho mai visto tutta questa gente durante gli incontri di Ray, la ragazza ci sa fare.
«Credo in qualche angolo da qualche parte.» Scrolla le spalle, come se nulla fosse.
«Scordatelo.» Le prendo un polso girando intorno alla gabbia cercando, almeno, di ignorare le urla del pubblico e il puzzo di alcool intorno a noi. Nessuna prova nemmeno a toccarla, sanno perfettamente che romperei il culo ad ognuno di loro. Fottuti vigliacchi.
«Guarda che posso cavarmela da sola, eh.» Innalzo gli occhi al cielo ignorandola del tutto, è sempre così eversiva.
Finalmente sono di fronte ad un tavolo dal lungo tessuto verde – parecchio alto anche per un semplice tavolo da biliardo. Su di esso, in piedi, c’è  la ragazza bassa ma dalle lunghe trecce nere, lanciandomi un’occhiata d’adorazione mi mima un leggero sorriso. «Styles, dovresti essere lì dentro.» Indica la gabbia, ed io semplicemente annuisco.
«Puoi tenerla con te, fa modo che nessuno la tocchi. Torno non appena è finito l’incontro.» Sposto Cher portandola di fronte a me, baciandola sul collo dandole un sorriso di rassicurazione. «Non muoverti da qui, Chee.»
«Cos’è la tua ragazza?» Ghigna la tipa, senza nemmeno darle una mano a salire, in effetti sono costretto a prenderla per i fianchi per aiutarla.
Non gli rispondo, concedendole un’ultima occhiata d’avvertimento, prima di farmi di nuovo spazio tra la folla ed arrivare fino e dentro la gabbia. Non ho ancora intravisto Mitch, scommetto che starà facendo di nuovo il coglione nei bagni.

Cher’s point of view.

Rimango in piedi, con le spalle contro il muro ed i piedi fissi sul tavolo di legno. Ho un’ottima visuale del combattimento, ma non smetto di riceve orribili occhiatacce dalla ragazza di fianco a me. Continuo a deviare lo sguardo, ma lei mi fissa come se fosse pronta ad uccidermi.
«Come ti chiami?» Stringendomi un gomito mi avvicina a lei, ponendomi la domanda. Digrigno i denti scollandomela di dosso, per poi portare gli occhi nei suoi.
«Cherie Jelson.» Le rispondo.
«Piacere, Sun.» Stringe la mia mano, senza che gliel’abbia concessa. Le sorrido lievemente, giusto per mostrarmi un pizzico più gentile. Lei, invece, non ci pensa nemmeno a sorridermi, continua a ghignare e a lanciare occhiate alla folla.
«Ti va di bere qualcosa? Tequila magari.»
«Preferisco di no.»
«Su.» Ricevo una spallata da lei, che mi irrita ancora di più. «Cos’è, hai paura di non saper reggere l’alcool?»
«Assolutamente.» Ribadisco a denti stretti.
«Jim! Portaci due bottiglie!» Fa un cenno ad un ragazzo con in mano una cassa piena di alcolici. Devio lo sguardo verso l’incontro, non mi ero nemmeno accorta che avessero iniziato. Lui sembra così sicuro di sé, riesce senza alcun problema a schivare la maggior parte dei colpi, rispedendoli sul volto dell’avversario.
«Prendi.» Scuoto il capo tornando al presente, ed ecco la sua mano tesa che mi porge una bottiglietta di plastica con all’interno un liquido colorato. Sospiro prendendone un sorso, è amaro ma allo stesso tempo dolce ed esotico.
«Quindi, quello è il tuo ragazzo? Da quanto state insieme?» Si intromette, e ciò mi da seriamente fastidio. Non so nemmeno cosa risponderle per preciso, non se la nostra può definirsi una vera e propria relazione.
«Un po’.» Che razza di risposta è? Immediatamente mi mordo la lingua, pentendomi di ciò che ho detto. «Cioè, non stiamo ufficialmente insieme.»
«Ottimo.» Spinge giù un lungo sorso di tequila. «E’ davvero un bel tipo.» La vedo ammiccare nella sua direzione, i suoi grandi occhi fissi sul ragazzo che si sposta da un angolo all’altro della gabbia. Le grida di fanno più chiare quando Harry colpisce in pieno la faccia di dell’avversario, spingendolo a terra, gli si mette poi a cavalcioni tempestandogli il volto di pugni.
Stringo gli occhi evitando di guardare, un secondo dopo faccio scivolare lungo la mia gola un lungo sorso di quell’infuso. «Sì, lo è.»
Sun è sicuramente una delle persone più detestabili che io abbia mai conosciuto, non fa altro che parlare degli addominali di Harry, dei capelli di Harry, della voce roca e seducente di Harry e di come sarebbe bello vederlo nudo. Non so perché faccia così, non può piacergli se è la prima volta che lo ha visto, giusto? Cazzo, quanto è stronza.
«Puoi smetterla?» Singhiozzo portandomi una mano di fronte alla bocca, ormai sono seduta e quasi del tutto ubriaca. L’alcool ovattata la sua voce quando iniziava a dire che, per lui, sarebbe stata ideale una ragazza più in forma e con un aspetto migliore.
«Tieni.» Ecco che mi passa l’ennesima bottiglietta. «E’ rum, ottimo.»
La stappo bevendone un sorso. «Fa schifo.» Piagnucolo ridandole la bottiglia, finge di berne un sorso tenendo le labbra chiuse giusto per farmi contenta.
«Sei ubriaca?» Ridacchia.
«Naw.» Il mio no viene fuori poco convinto, mentre cerco di distinguere i ragazzi all’interno della gabbia. C’è qualcosa di rosso a terra, ma non riesco a capire cosa sia. Harry sta bene, vero?
«Che ne dici di prendere una boccata d’aria?» Prova a prendermi una mano.
«Devo aspettarlo qui.» Piagnucolo poggiando la testa sul muro dietro di me, socchiudo lentamente gli occhi. Qui gira tutto.
«C’è ancora tempo, ti porto solo a prenderete un po’ d’aria fresca. Cos’è, non ti fidi di me?» Sghignazza. No, stronzetta.
Le sorrido, guardandola mentre scende giù dal tavolo con molta abilità. Lei non è per niente ubriaca, non riesco a capire se è perché regge l’alcool oppure perché non ne ha bevuto neppure un po’. Provo a scendere anch’io, ma finisco addosso ad un uomo che arrabbiato mi impreca contro.
Provo a scusarmi, ma vengo trascinata violentemente fuori dal posto. Fuori dal posto, non significa fuori dal magazzino, dato che entriamo in un altro angolo poco popolato. Credo che stiamo attraversando un corridoio, qui è tutto buio e non ci capisco più nulla.
«Sun, torniamo indietro.» Biascino tra le parole, inciampando più volte nei miei stessi passi. «Sun.» La richiamo, sentendo qualcosa risalire lungo lo stomaco. Non riesco a trattenerlo e, non appena lei si volta, riverso tutto sulle sue scarpe.
«Che schifo!» S’imbroncia saltellando sulle sue converse. «Figlia di puttana.» Sussurra tirandomi ancora con più veemenza verso il corridoio, non ho idea di dove mi stia trascinando so solo che non mi piace il suo modo di fare.
Eppure non riesco a ribellarmi, tutta quella tequila oltre ai giramenti di testa mi procura anche un forte desiderio. Forse non avrei dovuto seguirla, non riesco a non chiedermi quanto Harry si stia preoccupando in questo momento.
«Ben!» Le vorrei dire di non urlare, ma non appena mi libera il braccio uso entrambe le mani per tapparmi gli orecchi. «Ti ho portato un’amica.» Una folta luce mi acceca, è rossa, o forse più chiara, ma non riesco a distinguerla.
«E’ uno schianto.» Sussurra una voce rauca, ma non è quella di Harry. Provo ad indietreggiare, ma sbatto contro un petto duro e maleodorante.  «Dove stai andando, bambolina?» Le sue mani mi accarezzano le spalle, un secondo dopo la testa ricomincia a girarmi ed inizio a chiamare nome di Harry. Con quel poco di senso che mi rimane, capisco che un semplice drink non può causarmi tutte queste allucinazioni.
«Sun.. Sun.. cosa.. ci hai messo?» Sento la testa dondolare da una parte all’altra. «Cosa.. nella bottiglia?»
«Diciamo che era una polverina magica.» Sghignazza.
«Stari esagerando, non l’avrai mica drogata?» Sbotta un’altra voce.
«Guarda che mi stavo solo divertendo. Ho scopato una volta, qualche mese fa, con il bastardo del suo ragazzo. Come si può preferire questa sfigata ad una come me?» Chiudo lentamente gli occhi, provando ad ignorare le sue parole.
«Tu sei matta.» Ridacchia l’uomo.
«Ehi!» Sento una mano schiaffeggiarmi lievemente il viso, ecco di nuovo quegli occhi neri ed intesi fissi nei miei. «Hai sentito? Ho detto che ho scopato il tuo ragazzo, ci sa fare, anche se è un tipo leggermente violento e menefreghista.» Nonostante lo sussurri mi entra in testa come le unghia su una lavagna, così fastidioso ed agghiacciante.
«Harry..» Chiudo di nuovo gli occhi, appisolandomi sul petto dell’uomo dietro di me.
«Sun, io non posso farlo.» Si tira indietro il ragazzo, senza però lasciarmi dalla sua presa. «Non sono uno stupratore o cosa, ti avevo solo chiesto una fottuta ragazza da scopare, ma che fosse consenziente.»
«Non ti sta mai bene niente.» Ribatte lei.
«Tu hai dei seri problemi.» Sento le braccia del ragazzo stringermi più forte, ormai ho già gli occhi chiusi ma sono quasi certa che quando li riaprirò non ricorderò più nulla. Oltre al fatto inevitabile che, Sun, è una vera bastarda.

Harry’s point of view.

Sferrando l’ultimo calcio nello stomaco del biondino, lo vedo indietreggiare con le lacrime agli occhi e la labbra piene di sangue. La folla è in delirio, lui cade a terra ed io mi pulisco le labbra con il polso. Lascio che la marea continui a festeggiare me e la propria puntata, chi ha scommesso su di me non può che bearsi dei soldi vinti.
«Aspetta, non puoi uscire!» Prova a fermarmi un tipo fuori la porta della gabbia, ma lo ignoro attraversando la folla di spettatori, tutti si spostando aprendomi una strada fino al tavolo.
«Cosa?!» Sgrano gli occhi di fronte alla ragazza con le trecce, da sola. «Si può sapere dov’è Cher?» Sbotto dando un pugno contro il tavolo, giusto per non darne uno a lei. I suoi occhi si accendono, eccitati, fissando il mio petto sudato fare su e giù.
«Complimenti per la vittoria, questa è la tua vincita.» Dalle sue mani raccolgo un gruzzolo di soldi, non ho il tempo di contarli che li poso tutti all’interno della sacca larga dei miei calzoni.
«Ora dimmi dov’è.» Insisto.
«L’ho vista uscir fuori con un uomo, ha detto che subito tornava ma non so.» Scrolla le spalle distribuendo soldi ad un gruppo di uomini, i suoi occhi passano spesso su di me e non so se la cosa mi irrita o infastidisce di più. «Io mi chiamo Sun, forse dovresti saperlo, dato che abbiamo scopato una volta.»
«Non glielo hai mica detto?» Prendendola per una gamba, la faccio scivolare seduta di fronte a me. Ridacchia, divertita dalla situazione, e, passandomi la piccola mano sul petto, scuote il capo.
«Come potrei, Harry.» Si morde il labbro inferiore. Sta per caso flirtando con me? Scuotendo il capo inizio a ridacchiare, guardandola con sufficienza. Credo di amare l’unica ragazza che non sia caduta nel mondo del non rispetto per sé stessi.
«Dove sono andati?»
«Sono passati per il parcheggio.. ma non credo li troverai.. Harry, aspetta!» Urla dietro di me, mentre io cammino verso l’uscita. Qualcuno si complimenta, altri sussurrano che sono un ragazzino fottutamente fortunato, mentre il resto dei presenti è totalmente impaurito dalla mia presenza che evita anche si incontrare il mio sguardo.
L’unica cosa che spero è che Cher sia con Mitchell, ma non riesco ad esserne totalmente sicuro, questo posto è piano zeppo di gente. Una volta fuori quasi non riconosco il profumo di aria pulita che mi arriva fin dentro i polmoni, mi do un’occhiata in giro spiando la gente che man mano si avvia verso le proprie auto.
Ho anche scordato il cellulare dentro il bagno, cazzo. Inizio ad urlare il suo nome, girando intorno allo stesso parcheggio per almeno venti volte. Non riesco a non imprecare contro chiunque mi risponda di non averla vista di fronte alla sua descrizione. Fottuti coglioni, è una ragazza bellissima, non potete non averla notata.
«Scusami!» Girandomi trovo due ragazzini, fottutamente impauriti, che si guardano a vicenda chiedendosi chi dovrebbe parlare per primo.
«Non ho tutta la sera.» Li avverto.
«Stai cercando una ragazza?» Chiede il più alto, gli darei massimo quindici anni, ma che cazzo ci fanno qui?
«L’hai vista?» Sgrano gli occhi, facendo un passo avanti e loro due indietro. Merda, non sono mica un mostro.
«Non sappiamo se è quella che risponde alla tua descrizione.» Informa il più basso ed in carne.
«Indossa una maglia grigia e dei pantaloni neri, ha i capelli scuri.» Ripeto il copione di qualche minuto fa, e loro si guardano stupiti. Questi ragazzini comunicano con il pensiero.
«Credo sia lei, è svenuta nel retro del magazzino.»
«Svenuta?!» Urlo, e vedo uno dei due lacrimare. Cazzo. «Uhm.. non volevo spaventarti.» Ghigno accigliandomi. Non posso avere un aspetto talmente terrificante, cazzo.
«E’ nel retro, puoi andarci anche da solo.» Il più alto prende per mano l’altro ed insieme corrono verso le loro biciclette parcheggiate non molto lontano. Che razza di bambocci. Io alla loro età avevo già iniziato a guidare, ma ammetto che erano tempi fottutamente diversi i miei. Dio, parlo come un nonnetto.
Ci metto meno di un secondo a raggiungere il retro, non c’è praticamente nessuno e quando inizio a guardarmi intorno rimango agghiacciato di fronte alla vista di una ragazza distesa accanto ad una porta secondaria. Le corro incontro, inginocchiandomi di fronte a lei – addormentata.
«Che cazzo, Cher, svegliati!» Inizio a scuoterla, ma non c’è nulla da fare. Sento il cuore minacciarmi di esplodere, la prendo tra le braccia alzandola dalla terra umida come se fosse una bambina. Stringendola mi dirigo all’auto, ricordandomi poi di non avere neppure chiavi. Che merda di situazione è questa?
La faccio sedere sul muso frontale dell’auto che mi è stata prestata, reggendola per le spalle. Puzza incredibilmente di alcool, ma non solo. Le accarezzo una guancia, pregandola di svegliarsi. Provo a non preoccuparmi, infondo respira ancora, ma allora perché non si sveglia?
«Merda.» Impreco lasciando che posi la testa su una mia spalla, la stringo il più possibile aspettando interminabili minuti. Non posso portarla dentro e prendere la mia roba – sarebbe troppo rischioso –, ma non posso nemmeno lasciarla qui.
«Che cosa è successo?» Riconosco la voce di Mitch, voltandomi verso di lui noto la sua espressione totalmente incredula. «Si è.. addormentata?»
«Non fare domande, hai le chiavi?»
«Eccole.» Finalmente apre l’auto, ed io poggio delicatamente Cher sui sedili posteriori. Sedendomi accanto a lei, lascio che la sua testa cadi sulle mia gambe. Mitch mi lancia la maglietta ed io la uso per coprirle il corpo. Qualsiasi cosa ti abbiano fatto, giuro che li ammazzerò.
«Cosa facciamo? Guido fino all’ospedale?» Chiede mentre fa retromarcia, girandosi indietro per essere sicuro di non andare a sbattere.
«E se poi ci chiedono dove eravamo? Saremmo in un mare di guai.» Sospiro.
«Cos’ha bevuto?»
«Credo tequila, ma sicuramente c’era qualcosa dentro. Se scopro che quella puttana di Sun..» Faccio una smorfia stringendo i pugni.
«Ora calmati, Harry, la riportiamo a casa sua, andrà tutto bene.» Inizia a guidare in silenzio, ed io mi pento di averla portata qui. So che andrà tutto bene, ovviamente, ma non posso non sentirmi in colpa per averla lasciata sola.
Tornerò e strapperò una ad una ogni treccia sulla testa di quella ragazzina, giuro che lo farò.
«Harry.» Sento la voce di Chee mormorare.
«Sono sempre qui, Chee.» Le sussurro baciandole la fronte. «Sempre qui

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Un capitolo abbastanza lungo. Ho scritto con molta passione questa parte, sperando che sia di vostro grandimento. Detto ciò, nello scorso capitolo, non vi siete fatte proprio più sentire. Credevo non vi stesse più piacendo la storia lol. Non importa, scrivo per il piacere di farlo, ora vi saluto x.

- Cosa ne pensate di Sun? 

Sabrynex





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