Capitolo 27
Non so perché ma sento che devo iniziare il capitolo ringraziando per i commenti: Maddjson e Ylenia__Bruno che hanno commentato quasi tutti i capitoli, siete grandi lol.
E anche Isabella (L) per il messaggio su Facebook, yeh.
Il continuo ridacchiare della donna bionda mi sta facendo salire lentamente il crimine, potrei prendere i suoi capelli chiari e tirarli finché non griderà pietà. Strizzo gli occhi cercando di prendere fiato, quando li apro cadono sulla mano pallida che segna una piccola croce sul mio nome.
Perché l’ho fatto? Sarei dovuto restarmene fottutamente a casa. «E’ stato un po’ robotico nel dare le risposte, ma erano tutte giuste e dettagliate.» La voce bassa di un uomo riecheggia nel vuoto della mia testa. Non ho praticamente nulla in mente, ho detto quello che sapevo cercando di non fare troppe similitudini e far uscire il mio esame più merdoso della mia vita.
«Questa mi è nuova.» La donna si sposta elegantemente i ciuffi biondi dalla fronte incipriata. «Jelson che ieri non riusciva a far parola e Styles oggi che non riesce a fermarsi.»
Sento un pugnale che lentamente ferisce il mio petto al suono di quel cognome, i miei occhi vagano nella grande aula con professori che ho conosciuto solo in questo piccolo lasso di tempo. «Sei stato fortunato, la tua scuola americana è in ottimi contatti con la nostra e quindi il passaggio è stato più un segno d’amicizia dato i tuoi ottimi voti e le tue presenze.» L’uomo si interrompe per tirare un lungo sospiro. «Solo, come sai, sappiamo delle tue due espulsioni che graveranno sul giudizio finale.» Sento le tempie scoppiarmi quando mi viene ricordata l’America.
«Per tua fortuna sei risalito, Styles.» La donna ora è autorevole. «Ti faccio i miei complimenti, ottimo esame.» Si alza ponendomi la mano, la stringo fingendo un sorriso cordiale.
«Quando ci saranno i quadri?» Chiedo.
«Probabilmente tra meno di una settimana, tutto dipende da quanto tempo occuperanno le indagini della polizia.» Cazzo, me ne ero fottutamente scordato.
«Hanno già interrogato qualcuno?» Cerco di non dare nell’occhio ma la bionda è troppo impegnata a rovistare tra dei foglietti per far caso alla mia preoccupazione.
«No, ma non manca molto.» Certo che non manca molto, cazzo.
E quando mi guardo intorno mi accorgo di essere rimasto solo, di aver fatto del mio mondo un mondo solo. Ed è quello che volevo, non mi pento di un cazzo. Ora ho solo lui di cui preoccuparmi, solo ed esclusivamente lui.
Compongo velocemente il numero e inizio a sentire lo stomaco ristringersi dopo ogni squillo senza risposta.
«Harry.» La voce straziata della giovane donna non mi augura nulla di buono.
«Kelsey, come stai?»
«Io bene.. lui no.» Kelsey è la badante di mio padre, non la invidio nemmeno un po’ a doversi occupare di ultraquarantenne a soli trentaquattro anni. Preferirei mangiare in un porcile che cambiare il culo a mio padre perché è troppo debole per farlo da sé.
«Che fai me lo puoi passare?» Gioco con i fili della mia felpa nera, sono giorni che non mi cambio questa cazzo di felpa.
«Ora sta dormendo..»
«Passamelo.» Insisto.
«Harry le infermiere hanno detto che..»
«Cazzo, Kelsey, passamelo immediatamente.» Stringo gli occhi per non dovermi tirare uno schiaffo, non posso prendermela con lei. «No, scusa. Lascia stare, chiamo più tardi.»
Lascia un lungo sospiro. «Quando verrai a trovarlo?»
«Presto.» Non posso più restare qui, almeno per un po’ devo prendere le distanze da Cher e Mitchell prima che entrambi sappiano che mi sono scopato Tessa. Non posso credere di averlo fatto, non posso credere di aver fatto cilecca per la prima volta in vita mia e non aver raggiunto l’orgasmo.
Immaginavo avrebbe fatto schifo ma non così fottutamente tanto.
«Tu gli manchi.» Io non manco a nessuno, nessuno può sentire la mancanza o provare della nostalgia per uno sbaglio che ovunque vada non fa altro che lasciarsi polvere e macerie alle spalle.
Chiudo gli occhi: è così che sono, un tornado che ovunque passi lascia tristezza e desolazione. Sono andato via da un posto per ricominciare, ma non intendevo ricominciare a distruggere, stavo solo cercando della pace che non ho trovato scappando.
«Chiamami quando si sveglia.» Non ho intenzione di aggiungere altro e quindi stacco la chiamata. Quando riposo il telefono pubblico nella cornetta mi rendo conto di quanto la fottuta capitale inglese si stia prendendo gioco di me, il clima è caldo e fa contrasto con la cenere e il freddo che ho nello stomaco.
Non so dove andare, vorrei solo scappare e trovare qualcuno pronto ad uccidermi. La testa mi fa fottutamente male e pensare che sono passati solo due giorni mi fa venire voglia di vomitare, sputare via tutto la merda che sto digerendo e che mi sta assalendo.
Cammino fino alla mia auto parcheggiata fuori un qualunque bar dove la sera prima mi sono sbronzato come se non ci fosse un domani, o un oggi. Non ho fottutamente idea di quello che sto pensando, potrei iniziare a blaterare e sputare cazzate da un momento all’altro.
L’auto è a terra, ho guidato come un coglione e ora oltre alla benzina finita ci sono anche due ruote sgonfie. Che merda mi sta investendo? Faccio un lungo sospiro e sorpasso la mia macchina, sperando vivamente che una volta tornato a casa mi ricorderò dove l’ho parcheggiata.
Tu non sei l’unico ragazzo triste sulla faccia della terra.
«No.» Sto mugolando cercando di non far tornare in testa quei pensieri, le tempie mi scoppiano e la sua voce mi accarezza i timpani come le unghie su una lavagna. Stringo gli occhi camminando più velocemente.
Le sue labbra presse su quelle di un Bellvieri.
Quante cose ho provato in quel momento? Forse ho provato così tante emozioni che essendo contrastanti si sono distrutte tra di loro, eliminando ogni senso compiuto dei miei gesti quando l’ho spinta verso di me. L’ho protetta da me, ma quando stava per allontanarsi troppo l’ho rispedita tra le mie braccia con una velocità e un egoismo unico.
Sono un fottuto disastro e lei è un fottuto disastro quando è vicino a me, ma quando è da sola è perfetta. E’ assolutamente perfetta, ma non se ne rende conto, nessuno lo vede come lo vedo io.
Lei. Le sue maglie con le facce buffe, le sue gambe calde al mio tocco, la sua risata inaspettata, il modo in cui arriccia il naso quando sorride, i capelli sempre in disordine e le linee nere che contornano i suoi bellissimi occhi verdi. Lei. Il suo coraggio ad entrare in una macchina in partenza con un ragazzo che appena conosce, il modo in cui guarda qualcuno cercando di capire a cosa sta pensando, cosa lo sta tormentando. Lei. La sua spontaneità, il modo in cui alza gli occhi al cielo, la sua intelligenza, il suo disordine mentale, i suoi pensieri mai detti, le sue labbra che si muovono lasciando scorrere una voce nella mia testa come se fosse rugiada sulle foglie.
Lei era così ingenua alla vita, così spensierata divertente e magica. E io ho distrutto tutto di lei, illudendola in un gioco senza vincitori e perdenti. Le ho fatto perdere un migliore amico, un’amica che ha tradito la sua fiducia, per quello che ho capito le avrò fatto andare male anche uno degli esami più importanti della sua vita.
«Tu invece? Non studi mai? Non ti interessa che quest’anno verrai di nuovo rimandato?» Il suo sguardo era serio su di me mentre io mi limitavo a scrollare le spalle.
«Vuoi che venga promosso?» I suoi due bei verdi mi guardarono.
«Beh.. dovresti volerlo tu per te stesso.»
Non era un “no”. E’ incredibile che solo ora mi vengano in mente tutte le cose che lei mi ha nascosto, tutti i sentimenti che ha cercato di tenere lontano da me. Il modo in cui segretamente diceva di tenerci a me, che gli importava di me. Credi sul serio che a nessuno importi di te? Io non so a cosa credere, piccola.
Da cosa dipendeva la perfezione della tua vita? Da un milione di ragazze che ti portavi a letto senza sentimento, da questo dipendeva? Dal fatto che tu non sei e non sarai mai l’unico ragazzo triste sulla faccia della terra? Perché non lo ammetti, perché non ammetti che la tua vita senza un pizzico d’amore non vale un cazzo?
Perché non lo ammetto? Perché non ammetto che in quel poco tempo che siamo stati insieme, sono stato fottutamente bene? Perché non ammetto che lei, lei era una di quelle distrazioni che mi piaceva avere?
«Cosa ho fatto..» Stringo fortemente i capelli tra gli spazi delle dita tirando lentamente, il dolore che provo in questo momento non è niente rispetto a quello che sento dentro. Ho lasciato andare l’unica luce che c’era dentro di me, l’ho spenta insieme a tutto il buio che mi circondava.
E con tutto quello che ho combinato non bastava lei lontano da me, doveva mettersi di mezzo anche la mezza trombata con Tessa. Che schifo.
Non mi rendo conto di star correndo su per le scale di un condominio troppo familiare finché non sono in cima, busso disperatamente alla porta dato che ho dimenticato le chiavi in qualche cazzo di posto. Quando la porta si apre non ho il tempo di concepire il perché che mi ritrovo la mascella dolorante e un francese arrabbiato che tiene ad una distanza minima il suo pugno da me.
«Sei un fottutissimo pezzo di merda!» Lo dice senza sapere che lo so già.
«Di nuovo.»
«Come?»
«Di nuovo, fallo di nuovo. Un altro pugno, uno schiaffo o un calcio. Cazzo!» Gli do una spallata entrando in casa. «Distruggimi!» Do un calcio al tavolino di vetro al centro del salotto che in meno di due secondi è distrutto dai miei calci. «Fa di quello che resta di me un rottame!» Non passa un attimo che ricevo un pugno nello stomaco, barcollo all’indietro ma non cado. «E’ tutto quello che sai fare?» Faccio un mezzo sorriso per provocarlo.
«L’hai fottutamente uccisa, mon Dieu.» Il cazzo di francese ora non serve a nulla.
«Io non sapevo cosa fare.» Stringendo in un pugno la maglia all’altezza dello stomaco mi siedo sul divano cercando di tenere gli occhi fissi sul muro. «Stavo solo cercando di tenerla lontano da me.»
«Lo stavo facendo anche io, ma qualcosa, come puoi vedere, è andato storto.» Non lo guardo ancora e lui si siede accanto a me. «Potevi almeno presentarti.»
«Presentarmi dove?» Ringhio, ora non ho bisogno che mi dica stronzate. Lui mi guarda e non risponde, irritandomi ancora di più. «Smettila di..» Mi interrompe.
«Posso capire tutti i problemi e le motivazioni che hai. Non mi interessa se non hai più voglia di affezionarti ad una ragazza, se vuoi scoparle tutte e far di loro una merda. Ma cazzo, potevi presentarti!» Da quando siamo in Inghilterra non l’ho mai visto così serio.
«Presentarmi dove?!» Scatto in piedi urlandogli contro. «Che cazzo hai fumato?!»
«Alla fottutissima sfida con i Bellvieri!» Si alza spingendomi per le spalle.
Che merda sta dicendo? Non avevamo nessuna sfida.. non in questi giorni.
«Credevo fosse domani, dopo gli ultimi esami del quinto anno.» La mia voce si abbassa e la testa inizia a girarmi, ho bisogno di sedermi ma il divano sembra così lontano e circondato da fiamme.
«Ti ho mandato al massimo un milione di messaggi, il telefono te lo sei infilato nel buco del culo?»
Cerco il mio cellulare nelle tasche ma non c’è. «Credo.. sia in macchina.» Deglutisco quel poco di saliva che avevo in bocca, sento la brioche mangiata stamattina risalire insieme ai due bicchieri di whiskey. «Quand’è stata?»
«Due sere fa.» Non ricordo nulla di quello che è successo in questi due giorni, so solo che volevo rompere il culo a Mitchell per aver detto un segreto così importante a Cher. Ora come ora però non mi interessa niente di me o di lui, devo sapere dov’è lei.
«Lei ha passato un giorno con lui?!» E’ la mia prima domanda.
Lo sguardo del francese è perplesso. «Credi che lo avrei permesso? Certo che no! Ma ci è stata malissimo, l’hai prima giocata ad una scommessa e poi non ti sei presentato, che merda ti sta succedendo?» Il suo tono mi fa capire che non sa niente, non sa che tutto il casino è colpa della sua bocca accentata di merda. Non riesco nemmeno a dirgli che non l’ho giocata ad una scommessa, non la metterei mai in certi pericoli, ma non potevo far altro che accettare. Sempre che un pugno che ti distrugge l’auto significhi accettare.
«Avevamo litigato.» Suona così banale come scusa.
«Sta malissimo.» Doveva proprio usare un superlativo? «Non l’ho mai vista così distrutta dopo.. dopo la morte di suo fratello Carlos.»
Carlos mi proteggeva da chiunque volesse farmi del male. Perché tuo fratello non era qui a proteggerti da me?
«Mitchell io sto combinando un casino dopo l’altro e.. ho bisogno d’aiuto.» Stringo le mani intorno ai miei capelli tirandoli disperatamente, mi lascia un certo sollievo il dolore che mi infliggo.
«Come posso aiutarti?» Sbuffa una risata. «Ho fatto quello che ho potuto, sei stato tu a scavarti la fossa con le tue mani. Perché? Perché dopo tutto quello che ha fatto, che tu mi hai fatto credere, l’hai lasciata andare così? Sei contento, adesso? Te la sei scopata e l’hai lasciata andare, come sempre.»
«Smettila! Io e lei non siamo mai andati a letto insieme.. non ho mai fatto sesso con lei, non siamo mai arrivati a quel punto. Stavo cercando di stare lontano da lei, soprattutto ora che tu le hai raccontato il mio fottuto problema!» Si irrigidisce dal mio tono alto.
«Come lo sai.. cioè..» Si acciglia portandosi una mano nei capelli neri. «Io ti stavo cercando per dirtelo.»
«Io ti stavo cercando per romperti la faccia.» Sospiro. «E voglio ucciderti, voglio farlo ancora, ma non adesso. Ora voglio sistemare il casino che ho fatto con lei.» Prima di aggiustare quello che è rimasto di me devo trovare lei.
«Lei è andata via.» Torna seduto sul divano cacciando da non so dove una sigaretta. Fumo. Ho proprio bisogno di un po’ di tossicità adesso, o almeno di andare a fuoco io stesso.
La vista mi si annebbia, ma è impossibile che sia il fumo dato che non ha ancora acceso la sigaretta. Non capisco, sento la terra tremare sotto le mie gambe eppure Mitch è tranquillamente seduto.
«Dov’è?» Sussurro raccogliendomi la testa con le mani.
«Harry..» Qualcuno chiama il mio nome, ma la voce è in lontananza. Sento lo stomaco contrarsi e del liquido amaro accarezzarmi la gola, come un fuoco lento e indolore sale lentamente lungo la lingua e prima che me ne renda conto sto sboccando sul tappeto nero del mio appartamento.
Cher’s point of view.
E’ incredibile come io non riesca più a piangere. La cos ami diverte, sono totalmente strana. In alcuni momenti non riesco a non piangere, in altri invece le lacrime sono solo un vecchio ricordo. Sono talmente distrutta e tradita da non riuscire nemmeno più a disperarmi, a piangere, ad urlare e ribellarmi contro tutti.
«Da quando sei qui non hai mangiato nulla.» Barney sospira passandomi l’ennesimo piatto di riso bianco. Lo guardo e raccogliendo un chicco con le dita inizio a fissarlo, prima di distruggerlo tra i polpastrelli.
«Ti prego, parlami.» Non so quante volte me lo ha chiesto, io lo guardo appena raccogliendo il piccolo bicchiere d’acqua per deglutirlo lentamente. L’acqua mi brucia la gola e vorrei risputarla ma mi costringo a non farlo, devo almeno reidratare il mio corpo.
«Io non volevo succedesse.» Interrompo il suo monologo con una risatina strozzata.
«Carlos aveva ragione, saresti diventato come loro.» I suoi occhi stanchi mi guardano intristiti. «E persino tu avevi ragione, volevi esserlo fin dall’inizio.» Mi strofino le labbra con la manica del maglione rosso di Barney che mi ha costretto ad infilare per il freddo.
«Io non volevo farti del male, lo giuro.» Credo di aver sentito un singhiozzo, ma sono troppo impegnata a distruggere i chicchi di riso tra le mani per farci caso. «Sono veramente stanco di tutto questo.» La sua voce è sempre più bassa.
«Ho sempre creduto che se avessi dato qualcosa al mondo, il mondo sarebbe stato più gentile con me.» Delineo un sorriso minuscolo. «E invece non ha fatto altro che prendere tutto di me: mio fratello, i miei amici e forse anche l’unico ragazzo per cui ho provato qualcosa.» Stringo le labbra in una linea sottile.
«Sei troppo buona.» La sua voce è un mormorio. «Non te ne accorgi, ma sei troppo innocua. L’ho pensato la prima volta che ti ho vista, ho visto i tuoi occhi grandi e il sorriso dolce che avevi mentre aiutavi una ragazza della nostra scuola. Eri così piccola ed innocente, tutto poteva farti del male.»
«Tutto.» Ripeto sentendo lo stomaco contrarsi per la vista di cibo che non voglio mangiare. «E voi ne approfittate, sempre. Solo una cosa, perché io? Barney, perché io?»
«Come hai capito Bob c’è l’ha con Harry, e a me è stato dato il compito di cercare qualcuno più vicino ad Harry per ferirlo.» Questa parte della storia la conosco già.
«Ed io cosa centro? Questo non capisco.» Quasi mi obbligo ad inghiottire il riso che ho sulla lingua, è così duro e amaro.
«Sul serio non lo capisci? Tu ed Harry avete legato tantissimo, voi due siete inseparabili. Lo ammetto, vi ho spiati. Ho visto come vi tenevate per mano correndo verso il cimitero qualche settimana fa, ho visto come lui ti stringeva e ti teneva forte la mano. E quella stessa sera, ho visto il modo in cui tu gli stringevi le mani e lui stava per baciarti. Ho fumato diverse volte con lui, tutte le puttane che si sedevano sulle sue gambe non erano mai state guardate nello stesso modo in cui lui guarda te. Come i suoi occhi sono impressi su di te, sui tuoi gesti, sui tuoi sorrisi. Lui non è così con tutte, non lo conosco bene ma lo conosco abbastanza per capire che di te ne è innamorato matto.» Sta delirando, non prende nemmeno fiato mentre spara tutte queste stronzate una dopo l’altra.
«Lui.. non mi ama.» Riesco a dire solo questo.
«Lui ti ama. Forse non come tu credi che ti ami, ma ti ama.»
«Lui non verrà a cercarmi.» Sento qualcosa di bagnato sfiorarmi la guancia e mi rendo conto di star piangendo, di nuovo. «Lui non lo farà.»
«Lui non verrà a cercarti perché ti sta già cercando, è così.» Una sua mano mi stringe forte la spalla e io non so a cosa pensare, vorrei solo che lui avesse ragione e che Harry provasse davvero questi sentimenti per me. Eppure lo so, so che è impossibile che lui cada in amore con me.
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Mi scuso per il ritardo! Ma sto studiando e ho il pc mezzo incasinato ._.''
Comunque vi volevo lasciare due cose:
(Sabrynex's Stories) Gruppo: https://www.facebook.com/groups/1510792752474554/
(Si chiama Sabrynex ma nel caso non la trovaste, dato che è appena creata, copiate questo link o aggiungetemi su Sabrynex Wattpad) Pagina: https://www.facebook.com/sabrynex?skip_nax_wizard=true&ref_type=bookmark
Mi è stato chieso di fare un gruppo di whatsapp, ma non posso dare il mio numero a chiunque se avete in mente altri modo ditemelo lol. Così, boh, per parlare della storia e delle vostre impressioni (?)
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