Capitolo 24.

Delle mani mi solleticano la pancia sotto il tessuto leggero e di colore grigio.
«Cher, posso farti una domanda?» Mi giro verso Harry, notando la sua perplessità sul volto.
«Dimmi pure.» Sussurro, fissando il ragazzo sul divano del mio appartamento, lui si mette seduto sistemandosi i capelli con entrambe le mani.
«Se una settimana fa ero strafatto, e Tessa non sa maneggiare nemmeno un triciclo, chi ha guidato la mia auto?» Le sue labbra si muovono in modo splendido ad ogni parola, quasi non mi rendo conto di essere rimasta a fissarle.
«Nick.» Sento il suo corpo irrigidirsi accanto al mio.
«Cosa ci facevi con lui?» Chiede cercando di trattenersi da non so che cosa. I suoi occhi sono socchiusi, facendo trasparire quello che definirei fastidio.
Che succede se mi trovo con Nick? Lui non vuole affermare una cavolo di relazione, nel caso essa ci fosse.
Oh andiamo, sono così presuntuosa da ipotizzare una relazione con lui, quando questo argomento noi non lo abbiamo mai nemmeno sfiorato.
Eppure c'è tutto: baci, carezze, e passiamo la maggior parte del tempo assieme. Forse mi sbaglio, non basta solo questo per confermare una coppia. C'è bisogno di legame unico, irremovibile, che spero di trovare con lui.
«Ero in giro con lui, e con noi c'era anche Tessa.» Mi mordo il labbro inferiore sedendomi, il caldo torna a farsi sentire insieme ad una strana distanza che sento alzarsi tra noi.
«Non ho chiesto con chi eri, ma cosa ci facevi.» Il suo tono duro annuncia la frase.
«Ti ho detto che eravamo in giro! Nulla di intimo, ci ha invitate a prendere un gelato e io ti stavo comunque cerca..»
«Non usare la scusa che mi stavi cercando.» Prorompe pressappoco deluso, come se avessi ucciso qualcuno e non gliel'avessi detto. Due secondi dopo scatta in piedi e va verso la cucina, lo seguo subito dopo. Sta cercando di scappare?
«Ti stavo cercando sul serio! Ero terribilmente preoccupata per..»
«Senti smettila di prendermi per il culo!» Cristo, me la lascia finire una frase?
«Sei bipolare, Harry. Si può sapere cosa diavolo ti è preso? Un minuto fa stavamo bene.»
«Non mi è preso niente! Mi dà solo fastidio che lui abbia usato la mia auto.» Incrocia le braccia sotto al petto spingendo la schiena contro il muro accanto al frigo. Quasi non lo capisco, un secondo prima è dolce e il secondo dopo dà in escandescenza. Ho bisogno di dire una stronzata per far cadere la sua attenzione su qualcos'altro.
«Facciamo che torni in salotto e ne riparliamo dopo, appena avrò preparato un bel tè caldo con i biscotti.» Canzono cercando di usare la voce più soave e dolce che conosca, patetico pure per me, ma farei di tutto pur di renderlo meno irascibile.
«Sbrigati.» Risponde con tono sgarbato trasferendosi nell'altra stanza. Sono riuscita a fargli distogliere l'attenzione dell'assurda litigata? Sospirando mi concedo una pacca sulla spalla per l'ottimo risultato.
Questo ragazzo ha il ciclo più volte di una donna, sembra venirgli ogni dodici ore, è una cosa impossibile da sostenere. Convivere con le doppie personalità di Harry è snervante, hai sempre a che fare con un ragazzo che si mette nei guai e con uno che vuole essere amato, con un tossico fuori di testa e con un cucciolo che si accoccola al tuo collo. Amore. Odio. Rabbia. Gelosia. Pazzia. Sorrisi. Non c'è un modo per descriverlo. E tutti questi suoi lati, lo rendono incredibilmente affascinante.
Caccio un pacco di biscotti mentre aspetto che l'acqua si riscaldi sul fuoco, il tipico tè inglese in ritardo di qualche ora. Parlando d'ore, mi chiedo che ore siano.
«Dove ho lasciato il..» E per l'ennesima volta vengo interrotta da lui.
Gesù, ci sta prendendo gusto?
«Cellulare.» Sento il rumore metallico dell'affare caduto ai miei piedi, quando lo raccolgo mezzo scherzo lampeggia di colori scombinati. Premo qualche tasto e torna normale. Ma cosa diavolo gli prende? Non al cellulare, ma al ragazzo che lo ha scagliato poco gentilmente.
«Harry non puoi comportarti così, devi darti una cavolo di calmata!» Lo rimprovero, i suoi occhi sono gelati su di me, le iridi verdi contornate da un orribile rosso. Per la prima volta ho l'istinto di indietreggiare, le spalle che toccano la finestra della piccola cucina, il fiato pesante e la paura della collera inattesa di Harry.
«Non aveva nessuno diritto.» Un passo avanti.
Non capisco di cosa stia parlando, so solo che non mi piace averlo così vicino e infuriato. Un altro passo avanti e i ricci sulla fronte vengono portati indietro dal suo movimento di capo, anche quando scuote la testa in preda alla furia è sconvolgente.
«Non doveva dirti un cazzo, non doveva farlo.» Digrigna i denti dando un calcio ad una sedia; quando ella striscia sul pavimento, mi sento sollevata di non essere stata colpita al suo posto. In ogni caso lui non l'avrebbe mai fatto, lui non mi colpirebbe mai.
«Come lo sai..» Prima che me ne renda conto sto fissando lo schermo del mio cellulare.
Un messaggio. Letto.

"Non osare dire ad Harry che sei al corrente del suo problema con le donne. Mi ammazzerebbe. Ora vado a cercarlo, ci sentiamo presto"

Lascio andare il cellulare dalle mie mani che una volta al suolo perde il colore sul display. In questo preciso istante mi sento come quell'aggeggio elettronico, entrambi siamo stati prosciugati dai nostri colori e non ci rimane altro che un vecchio ricordo di quello che eravamo qualche minuto fa.
Temporaneamente non mi interessa che il mio unico cellulare sia distrutto, tutta la mia attenzione è fissa su Harry. Poi capisco perché vorrei entrargli nella testa, in alcuni momenti è così silenzioso e taciturno che mi trattengo dallo scuoterlo per suscitare una sua qualsiasi reazione.
È tutta colpa mia, posso solo immaginare come si senta deluso in questo momento, se io non avessi insistito così tanto con Mitch il loro segreto sarebbe rimasto tale. Io però avevo bisogno di sapere cosa mi nascondesse.
So che è furioso; magari con me che sono un'impicciona e con Mitchell che ha tradito la sua fiducia. Non posso credere però che ora stia male per colpa mia, tutto quello che ho cercato di evitare a me stessa l'ho spinto su Harry. Sono rimasta tutto questo tempo sotto la sua ala protettrice, dove lui mi ha sorretto e aiutata senza nemmeno volerlo, e ora sono io a ricordargli che non è in grado di volare con una solo ala. Sono riuscita a fargli tornare in mente ogni sua preoccupazione, qualcosa che lui avrebbe voluto lasciare indietro nella sua vita, un passato orribile che ha segnato molto per lui.
Lo guardo ma lui non guarda me, in realtà non so cosa stia guardando. I suoi occhi sono coperti da un ricordo grigio. Riflettere su quello che era Harry è troppo per me in questo momento, ho bisogno di tempo per pensare, mi sento un'approfittatrice perché questo tempo l'ho passato rannicchiata a lui sul divano.
Non passa nemmeno mezzo minuto che lui si volta avanzando verso l'uscita, riesco a fermarlo dopo qualche passo per il polso della felpa. «Harry ti prego aspetta!»
«Cosa devo aspettare? Di essere preso ancora per il culo? Io vi detesto, mi fate letteralmente schifo. Giuro che prendo quella faccia di cazzo del tuo migliore amico.» Schernisce l'aggettivo con tono derisorio. «E gli ficco il cranio nel cesso di camera sua!» Urla e io indietreggio di nuovo, quasi non ne comprendo il motivo; mi sto allontanando da una rabbia che io stessa ho generato.
«Mitch voleva solo spiegarmi cosa stava succedendo, devi davvero calmarti!» Le mie mani si alzano al cielo e sono pronto ad affrontarlo, come ai vecchi tempi.
«Cosa?! Non stava succedendo niente! Dio, avete rimesso in mezzo questa cavolo di storia, perché non potevi farti semplicemente i cazzi tuoi per una volta?» Si tira i capelli esasperato, non rendendosi conto delle sue parole.
«Stavo solo cercando di esserti vicina, di capirti, perché tu non fai altro che allontanarmi da te.» Stringo le mani in due pugni e i suoi occhi gelati non traspirano emozioni. Ho un bisogno immenso di imparare a guardarlo dentro.
«E perché dovresti impicciarti negli affari miei, dei miei passati?» La sua voce è tornata bassa, il mezzo sorriso sulle sue labbra per la prima volta non mi entusiasma. «Noi non siamo niente, non lo saremo mai. Io non ho bisogno di te, non ho bisogno della tua bocca larga e di stare con te, sto benissimo da solo.» Detto questo chiude la porta alle sue spalle, senza rendermene conto mi trovo in ginocchio con la faccia tra le mani.
Non sto piangendo, ci mancherebbe altro, dopo tutto le lacrime che ho versato per quello che era Harry una volta, non so più che fare.
Lui non ha bisogno di me, come ho potuto essere così stupida da pensarlo?
Lui ha bisogno solo di sé stesso, lui ha bisogno di essere divorato dal suo passato finché di lui non resterà solo il ricordo di un ragazzo tormentato. E io sono davvero disposta a lasciarglielo fare?
Non ho mai provato una situazione peggiore in tutta la mia vita, oppure sì. Il pensiero di mio fratello si fa largo nella mia mente, sarei pronta a perdere un ragazzo di nuovo? Harry allontanandosi da me mi ucciderebbe, come ha fatto Carlos, come ha fatto Mitchell e come faranno in molti altri.
Lui non ha bisogno di me, ma io ho bisogno che lui stia bene. E' un bisogno così grande, non ne capisco le motivazioni, ma è come se per stare bene con me stessa ho bisogno che lui stia bene con se stesso.
Una seconda opportunità si dà a tutti, perché lui non la dà a sé stesso? Perché crede che non meriti di stare bene ed essere felice? Io credo in lui, credo in una maniera disumana in lui e in un suo futuro. Con qualcuno che lo ami tanto quanto lo sto amando io.

Cammino sola per l'ennesima volta in cerca dell'ennesima persona.
Sono di nuovo in questa casa. Perché tutto questo mi ricorda un fottuto deja-vu? La casa della festa in cui ho rivisto Mitch dopo più di due anni, mi pare impossibile essere tornata qui, dopo tutto quel tempo. Che poi quanto tempo è passato? Un mese e mezzo? E io sono riuscita a mettermi in tutti questi guai in un mese con soli due ragazzi?
Devo aggiornare la mia lista delle cose da non fare.
Prima che me ne renda conto una felpa nera ricopre la mia attenzione, smetto di chiedermi perché organizzano sempre feste in ville così enormi e inizio a seguirlo su per le scale.
Lui ovviamente è più veloce di me, e credo quasi che non abbia ascoltato i miei richiami o semplicemente non mi senta. E' sempre più lontano e io so che è lui dal tatuaggio scoperto dalla manica tirata su e dalla scia di profumo che si porta involontariamente dietro; le gambe mi cedono poiché lui è troppo veloce per me. E' da troppo tempo che non mangio, le forze iniziano a mancarmi e tutta l'ansia che mi sono portata dietro da settimane inizia a pesarmi.
Salgo un altro gradino prima di esclamare. «Harry!» La musica è alta e lui non mi sente.
Gli invitati non fanno altro che scendere le scale, spingendomi indietro insieme a loro, mi ritrovo di nuovo in questa maledetta situazione. Il mondo mi sta di nuovo spingendo verso il basso, sento i sussurri delle ragazze della mia classe farsi largo nella mia mente: "Ha perso suo fratello", "Mi fa tanta pena", "Una come lei non fa altro che starsene da sola", "La sua presenza è irrilevante". Tutto questo mi demoralizza, mi spinge solo ad arrendermi.
La scena davanti a me è confusa, le parole di Harry mi suonano più chiare, perché mai avrebbe bisogno di me? Sento l'aria sparire da sotto i miei piedi e la testa diventare sempre più leggera, la realtà prende un'altra piaga e non è Harry a scappare dal suo passato, è il suo passato a scappare da me.
Due forti braccia mi tengono prima che il mio corpo rotoli per le scale e finisca spiaccicato a terra. Inconsciamente spero che sia l'unico migliore amico che io abbia mai avuto a salvarmi, e invece è tutt'altro che lui.
«Cherie, è tutto okay?» Due occhi grandi mi guardano preoccupati.
«Sì, io.. ho solo bisogno di prendere un po' d'aria.» Il suo sorriso è sincero prima che mi prenda una mano e mi accompagni verso la veranda della casa, dove settimane prima ero con Mitchell. Qualcosa mi dice che questa sera Shay non verrà ad interromperci.
«Ti stanno succedendo un sacco di cose.» Come può non saperlo, lui ci è in mezzo tanto quanto me. E poi le voci girano, le persone guardano. Sembriamo chiusi in una sfera di metallo con i nostri problemi, ma la verità è che siamo il panorama della gente, siamo su un palcoscenico e tutti possono vedere ciò che accade intorno a noi.
«Questa potevano evitarla.» Ho gli occhi rivolti verso la Luna coperta dalle nuvole, l'aria è terribilmente fredda e caotica. Ho anche quasi al sensazione che la musica si sia abbassata.
«Non so che dirti, Bob quando vuole qualcosa la ottiene sempre.» Questa frase mi è così familiare.
«Barney, io non voglio passare del tempo con Brandon. È davvero una pazzia, non sono il giocattolo di nessuno. Come può anche solo osare a mettermi come premio di una stupida corsa?!» Le mie labbra si piegano in una linea sottile; ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e quel qualcuno dovrà essere Barney. Lui sa benissimo cosa ho passato per colpa del suo fratello di mezzo, tra di noi non c'è altro che odio.
I suoi occhi sembrano capirmi, e il ricordo di un passato con lui si fa spazio in me. «Non è detto che Harry perda.»
«Non so nemmeno se vorrà ancora gareggiare, lui non ci perde niente in tutto questo.» Sono sincera, non so se Harry è ancora disposto a perdere tempo per me.
«Avete litigato? Tranquilla succede sempre in coppia.» Coppia? Io e Harry non siamo una coppia. Io e Harry non siamo niente, solo due persone che si sono trovate nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Siamo solo due paia di occhi che si sono riconosciuti.
«Noi non stiamo insieme.»
«Eppure vi vedo molto legati.» Scatto a fissarlo, lui arretra per l'attenzione improvvisa ricevuta.
«Dov'è che ci vedi?»
«Non so io..» Si morde la bocca grande e io mi rendo conto solo ora di quanto è stato bello per me e come ora la sua bellezza sia solo un vecchio ricordo sbiadito da due piccoli smeraldi.
«Barney, mi nascondi qualcosa?» Sono troppo stanca per altri problemi.
Lui si passa una mano sui pantaloni prima di farla entrare in tasca e cacciarne dall'interno una sigaretta mezza usata, giurerei che lui è l'unico dei miei conoscenti che non fumi. «Fumi?»
«Odio il fumo, lo sai.» Storce le labbra in una smorfia di disgusto confermando le mie idee.
Indico l'involucro di tabacco. «E quindi?»
«Quando Bob è ubriaco inizia a sparare cazzate.» Fa girare la cartina tra le dita lunghe. «Qualche sera fa disse che il fumo nei polmoni ti calma, ti rilassa e ti fa dimenticare per un secondo la merda che ti piove addosso. Ci ho provato questa mattina, per uno come me che non fuma mai mezza di questa ti uccide e ti solleva in un solo minuto.» Quanto vorrei che Bob avesse ragione.
«Mi stai chiedendo di fumare?»
«Ti sto chiedendo di dimenticare.» Dall'altra tasca caccia un accendino prima di avvicinarlo al tabacco, una piccola fiammella arancione dà il via all'insopportabile odore di fumo.
Tutti abbiamo fumato una volta nella vita, solitamente intorno ai quindici o quattordici anni quando l'amico figo della classe ti dice di provare. La parte migliore della gente che esiste dopo qualche tirata lascia perdere e si salva, il resto preferisce bruciarsi l'anima e venderla al diavolo.
Quando prendo il fumo dalle mani di Barney e lo avvicino alla bocca sento una voce in lontananza a cui non do importanza. Io non voglio stare con te. Io lo amo, lo amo in una maniera malata. Sono dipendente dal suo sorriso, dai suoi sguardi, dalle sue frasi perverse che tanto detesto ma che allo stesso modo amo quando le sussurra. Io lo amo perché non riesco ad odiarlo, e lo odio perché non riesco a non amarlo sempre di più.
Prima che me ne renda conto sto inspirando per la seconda volta il fumo, neanche un colpo di tosse. Inizio a ridacchiare quando le lacrime mi sfiorano le guance. «Harry, Harry, Harry. Il suo nome è ovunque, da quanto è qui? Sei settimane? O forse sette? O forse di meno?» Gli occhi di Barney sono fissi nei miei. «E' arrivato e ha preso tutto. Non c'è più nulla che lui possa prendere, ha preso quello che era di Bob, ha preso quello che era di Mitch e ha preso quello che era rimasto di me. Ha preso me. Mi ha detto che ero sua, ha lasciato che lo amassi e poi mi ha gettata da parte quando ho cercato di aiutarlo.»
«Cherie io..» Lo fermo alzando una mano.
«Io sono destinata a stare da sola, capisci?» Rido ancora pulendomi una linea di mascara colato - fottuto rimmel resistente all'acqua. «Prima Carlos, poi tu, poi Mitch e ora Harry. Guardami!» Faccio un giro su me stessa. «Io non ho nulla che posso dare a questo mondo, e questo mondo non vuole dare nulla a me.» Scrollo le spalle e faccio un altro tiro prima di sbuffare il fumo sulla smorfia facciale di un Barney irritato.
«Ora ti metti anche fottutamente a fumare?» Oh no.
«Improvvisamente ti importa di ciò che faccio?» Scatto in avanti fiondando i miei occhi chiari nei suoi contornati di rosso, fa un passo avanti e noto che in una mano ha una bottiglia di vetro mezza vuota.
«Mi passa per il cazzo.» E' così incoerente. Se non ti frega perché me lo chiedi? Perché sei qui?
«Siamo tornati ai vecchi tempi, Harry. Non sai quanto mi sia mancato discutere con te su ogni maledettissima cosa! Io qui, come una ragazzina col cuore spezzato e tu ubriaco e menefreghista!» Imprudentemente alzo il volume della voce, un passo in avanti e sento la mano di Barney afferrarmi il polso.
«I vecchi tempi? Come se avessimo avuto tempi diversi io e te.»
«Fottiti.»
«Fallo tu.»
Mi dimeno dalla presa di Barney avanzando verso Harry, faccio l'ultimo tiro prima di lasciar cadere il filtro e respiro l'aria sul viso maledettamente bello del ragazzo riccio. «Nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra.»
«Se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra mi cavalcheresti come se non ci fosse un domani e questo lo sai benissimo.» Lo sussurra, ma la sua voce è così egocentrica che mi dà tanto fastidio. Sento i brividi lungo le braccia e la schiena.
Faccio un passo indietro e mi rendo conto che Barney è più vicino di quanto sembrasse solo quando il suo petto incontra la mia schiena. Quando mi giro la sua espressione è triste, e il pensiero che ho in testa mi spinge a sentirmi ancora più male.
«Cher cosa..» Non do retta alla voce di Harry quando la mia bocca è incollata a quella di Barney che non sembra infastidito. Le sue mani mi stringono i fianchi e la sua lingua passa avida nella mia bocca, non ho il tempo di rendermi conto di quello che sta succedendo che Harry mi ha spinta per un braccio verso di lui.
«Cosa vuoi?!» Urlo allontanandomi da lui. «Ti dispiace smetterla di rovinare la mia vita?» Lo spingo per il petto. «Cosa c'è di sbagliato in te, Harry, dimmelo!» Mi tiro i capelli esasperata per le lacrime che stanno continuando a vagare sulla mia pelle.
«La mia vita era perfetta prima che arrivassi tu nella mia testa!»
«Da cosa? Da cosa dipendeva la perfezione della tua vita? Da un milione di ragazze che ti portavi a letto senza sentimento, da questo dipendeva? Dal fatto che tu non sei e non sarai mai l'unico ragazzo triste sulla faccia della terra? Perché non lo ammetti, perché non ammetti che la tua vita senza un pizzico d'amore non vale un cazzo?» Sto ancora urlando e non me ne rendo conto finché la gola non iniziai a bruciarmi.
«Sai qual è il problema? Io non ho mai combattuto per nessuno, a me non fregava un cazzo di nessuno. Io non avevo punti deboli prima di te, prima che arrivassi tu nella mia fottuta vita e rovinassi ogni mio piano!»
«Qual'era il tuo piano, morire da solo?» Faccio un mezzo sorriso e lui mi imita.
«No, non sono come te.»
Lo sento, lo sentono tutti. Tutti sentono il rumore del mio cuore sfracellarsi al pavimento, Harry lo ha fatto in questo preciso momento. Ha schiuso le sue mani e lo ha lanciato al pavimento, rompendolo in un milione di piccoli pezzi.

--

INSTAGRAM: SABRINE_STORIES.
Inizio col dire: Quanto è secsi la mia Cher nella gif? omg. lol.

Domande: Cosa pensate di Barney?
E di Harry e Cher?
Cher supererà gli esami domani?
Che fine ha fato Mitch?
E... come finirà la scommessa? Chi vincerà tra Bellvieri e Styles?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top