Capitolo 17
Ho il cuore che batte in modo irrazionale, le gambe mi tremano e iniziano a sudarmi le mani. Sono così agitata che non so come muovermi, i tre uomini di fronte a me stanno sorridendo ed emanano una puzza di alcool infinita.
«Dov'è il tuo fidanzatino, stellina?» La voce di Adam è brusca, non mi ricorda l'uomo divertente di questo pomeriggio, o forse, come aveva detto più volte Harry, non è per niente divertente ma solo squallido.
«E'.. è in bagno.» Deglutisco sperando di spaventarlo, Adam ridacchia e si pulisce la barba folta con le dita grattandola.
Da essa fuoriesce qualcosa di bianco, la puzza è orribile e i suoi occhi sono rossi e bagnati, il naso gocciola e io so che sto per vomitare.
«Mi stai prendendo in giro stellina?» Cerca di prendermi un polso ma faccio un passo indietro, lui e gli altri due uomini entrano in casa ridacchiano. «Questi sono dei miei amici, ho pensato che ci saremmo potuti divertire stasera.» Uno di loro, con la stessa barba ma rossa, cerca di afferrarmi l'orlo della maglia ma riesco a respingerlo e corro senza indugio in camera mia.
Mi volto e la chiudo a chiave nell'esatto istante in cui loro ci sbattono contro e iniziano a tirare pugni, la mia casa fa schifo e le porte non reggeranno a tre uomini che peseranno indubbiamente 90 chili l'uno.
Sospiro e sento lo stomaco contrarsi, perché sono così follemente sfigata?
Caccio un piccolo urlo di frustrazione e inizio a cercare il mio cellulare tra i cuscini, una volta preso mi precipito sotto al letto digitando il numero di Mitchell.
Lo chiamo, non risponde.
«Ti prego.. ti prego!» Sto per rimettere sul serio, ho lo stomaco teso e la paura che si scioglie nelle vene. Lo chiamo altre tre volte, non risponde poi parte la segreteria. In momenti come questi vorrei avere il numero di Harry.
Un tonfo pauroso mi fa trasalire e sbattere la testa, la porta è stata buttata giù e gli uomini iniziano a ridere spudoratamente e in modo ubriaco.
«Stellina? Dove ti sei nascosta?» Ridacchia Adam aprendo l'anta dell'armadio, riesco a vedere le sue scarpe ad un palmo dal mio naso.
So che mi troveranno, quindi cerco di mandare un messaggio a Mitch ma nel momento in cui sto per scrivere sento qualcuno che mi afferra la caviglia.
Le uniche parole che sono riuscita a scrivere sono "Mitch ho bisogno di aiu.." e ho invitato, prima che il cellulare mi venisse strappato di mano.
Harry's point of view.
Mi copro le orecchie con le mani imprecando a bassa voce. E' stata una giornata pesantissima, orribile, con le solite prediche di Mitch che, questa volta, non mi hanno colpito ma solo infastidito.
La suoneria del cellulare del mio coinquilino riparte e io inizio ad odiarlo ogni secondo di più, è chiuso nella doccia e ha dimenticato il telefono in sala. Mi alzo di scatto dal letto e apro preso dall'ira la porta, cammino fino al divano e l'unica cosa che mi trovo sono 4 chiamate perse e un messaggio da Cher.
«Chi è al telefono?» Mi chiede Mitchell con addosso solo un paio di mutande, perché non usa i boxer come tutti noi?
«E' Cher e.. ha bisogno del tuo aiuto.» La mia voce è dura, perché cazzo ha bisogno del suo aiuto?
«Ma sono quasi le undici.» Si lamenta avvicinandosi a me per controllare di persona.
«Credo sia una cosa importante, ti ha chiamato già 4 volte.» Credo di starmi preoccupando troppo, ma non sentirla da qualche ora mi mette a disagio. Cosa starà facendo? Con chi starà? Perché ha bisogno dell'aiuto di Mitch e non del mio? Mi mordo il labbro inferiore continuando a leggere il messaggio, ma non cambia, il nome non è il mio.
«Mi metto qualcosa addosso e vado a vedere cosa succede, tu intanto richiamala.» Mitch fa un lungo sospiro e canticchiando torna in camera sua, non capisco come faccia ad essere così sereno.
Mi siedo sul divano e sospiro cominciandola a chiamare. Due squilli, tre, otto, nove e stacca. Mi porto una mano tra i capelli e la richiamo, tre squilli e stacca ancora. Le mando un messaggio, ma non risponde.
Corro in camera mia e mi vesto, le prime stronzate che trovo sotto mano mi finiscono addosso e mentre mi allaccio le scarpe vedo l'ombra di Mitch avvicinarsi: indossa una semplice tuta grigia e delle scarpe bianche.
«Cos'ha detto?» Mi chiede, e in mano ha già le chiavi della sua auto.
«Non risponde.» Ringhio e lo sorpasso con una spallata, raccolgo le chiavi della mia Audi dal tavolino vicino all'ingresso ed esco.
Sono arrabbiato, preoccupato e ho voglia di spaccare la faccia o semplicemente di scopare con qualcuna. Lo so, sono emozioni che non coincidono, eppure le provo tutte allo stesso momento.
«Andiamo con la mia aut..» Mitch sventola in aria le sue chiavi prima che lo interrompa.
«Ho bisogno di guidare, tu vieni con la tua e muoviti.» Chiudo la portiera della mia auto e inizio ad accenderla, noto la figura di Mitchell che sbuffa e chiude il portone del condominio dietro di sé.
Mentre guido le immagini di Cher mi volano tra i pensieri, il bacio, la sua voce che mi prega di baciarla, lei che mi accarezza, mi tira i capelli, sussurra il mio nome. E' come un fottuto deja-vu, è come rivivere tutta una merda di nuovo, io che non posso allontanarmi, lei che vuole proteggermi dal mio mondo.
Do un pugno contro il volante premendo involontariamente il clacson e spaventando un'auto davanti a me, la sorpasso e svolto a sinistra fregandomi dei richiami del conducente. Per mia fortuna tutti i semafori sono verdi, ma sto guidando rispettando il limite di velocità di un'autostrada tedesca, che notoriamente non ne ha.
Quando arrivo fuori l'appartamento di Cher una forza divina mi trattiene dal bestemmiare l'unico Dio in cui non credo. Non ci sono posti per parcheggiare, solitamente è libero, ma ora è occupato da due pickup neri in pessime condizioni. Scendo comunque dall'auto e la parcheggio in seconda fila, una multa è l'ultimo dei miei problemi al momento.
Salgo le scale fino all'ultimo piano, il sangue mi sale al cervello quando sento delle urla e delle risate provenire dall'interno dell'appartamento di quella che fino a poche ore fa era la mia finta ragazza.
La porta è socchiusa, e la cosa non mi tranquillizza per niente.
Entro e non noto nulla di strano, corro fino in camera sua e spalanco la porta.
Due uomini si voltano verso di me, la loro barba è schifosamente lunga e bagnata di birra, sento la puzza fino a qui.
Sono grassi e vecchi, non ho mai visto tanti Bob in vita mia.
Il terzo è chinato su Cher sul suo letto, quando alza lo sguardo verso di me sto per urlare dalla rabbia. Sento il cuore che mi batte in una maniera disumana, le mani mi prudono e in meno di due secondi sono addosso ad Adam.
Cherie's point of view.
Quando la porta si apre ed appare Harry sento il mio cuore fare un tuffo di sollievo, ho pregato Dio che arrivasse, non che arrivasse Mitch, ma Harry.
Sento le lacrime bruciarmi gli occhi, ma mi obbligo a non piangere, non sarebbero comunque lacrime di tristezza. La mano maleodorante di Adam mi tiene la bocca chiusa, l'altra sua mano è umida e mi stava accarezzando sotto la maglia, stavo per svenire fino a due secondi fa.
I due uomini fissano Harry e loro, come me, leggono in quegli occhi quasi neri tutta la rabbia che sta cercando di trattenere. Ma non ci riesce, e speravo non ci riuscisse, si precipita su di Adam facendolo cadere dal letto e collocandovi sopra.
Harry sta tartassando di pugni la faccia di Adam, nonostante l'uomo possa pesare il doppio di Harry non riesce a difendersi a causa delle sue braccia molli e grasse. Ho il respiro affaticato, ma riesco comunque a vedere Harry nervoso e rosso, rosso fino alla punta del naso.
Uno dei due uomini cerca di afferrarmi un polso, non deve aver capito che se prova a sfiorarmi per lui è la fine. Nonostante ciò lo fa e mi tira verso di lui, le mie labbra urlano il nome di Harry e un secondo dopo lui alza lo sguardo e vede l'uomo cercare di sfilarmi la maglia.
Lo allontano, faccio ciò che posso, ma le sue mani sono grandi e lui tiene con forza i fianchi. Quando Harry è in piedi e sta per andargli contro il terzo uomo, dalla barba più corta ma nera, lo ferma per i polsi credendo di poterlo frenare.
Harry lancia un grido d'odio e gli pesta il piede, quest'ultimo barcolla all'indietro sbattendo la testa su una mensola. Harry prende per il colletto della polo il secondo uomo e lo spinge a terra, prende una lampada dal mio comodino e prima che gliela scaraventi addosso riesco a fermarlo.
«Così lo ucciderai, Harry!» Sono in ginocchio sul letto e gli stringo il braccio con entrambe le mani, lui mi guarda, e nei suoi occhi leggo tanto disprezzo e odio, e, questa volta, nemmeno la mia presenza riuscirà a fargli tornare un colore normale.
Non mi ascolta e lancia la lampada sul volto dell'uomo a terra, un pezzo di vetro gli è entrato nell'occhio e il sangue che ci fuoriesce è qualcosa di assolutamente nauseante e inquietante. Si copre il volto con le mani gridando dal dolore, intanto Adam cerca di uscire dalla finestra, è così ubriaco che non sa nemmeno lui cosa diavolo stia facendo.
«Se non ti levi da quella finestra entro due secondi nulla mi tratterrà dallo buttarsi di sotto, e, fidati, che lo faccio molto volentieri.» Il sorriso accattivante di Harry è qualcosa che mi spaventa, torno seduta sul letto, non riesco a stargli vicino quando è così.
«Dai ragazzone, stavamo solo giocando.» Adam scende dal soglia della finestra e alza le mani in avanti in segno di difesa, il suo sorrisetto è insicuro e la barba è sporca del sangue che gli esce dal naso e la bocca.
«Non. Devi. Avvicinarti. A. Lei.» La scansione col quale divide ogni parola è allarmante e fa un passo verso di lui ad ogni punto, le urla del secondo uomo si ovattano con le parole di Harry. Il terzo uomo è sparito, non mi ha toccata nemmeno ed Harry non gli ha dato altro che una pedata.
Sento un piccolo urlo provenire dal salotto e poi intravedo Harry voltarsi verso la porta. Sento la voce del mio migliore amico, ma non riesco comunque a muovermi dallo spavento, mi giro verso Harry e dopo avermi lanciato un'occhiata lo vedo sferrare con tutta la sua rabbia un pugno sotto la cintura di Adam.
Trattengo un singhiozzo e un senso di nausea, gli occhi dell'uomo sono spalancati e io intravedo al momento qualche lacrime di dolore. Harry si gira e inizia a spingere l'uomo dall'occhio sanguinante verso la porta. «Prendi quel fottuto del tuo amico ed uscite da qui, se proverete di nuovo ad avvicinarmi alla mia ragazza vi risparmio la fatica di chiedervi a che età morirete.» Lo urla e io mi spavento ricadendo sul cuscino dietro di me, deglutisco e solo un attimo dopo capisco che mi ha chiamata la sua ragazza.
«Adam andiamo vi..» Barbarossa si blocca quando sull'uscio della porta sgorga la figura del mio migliore amico, un ghigno di disgusto appare sulla sua bocca squadrando il grassone ubriaco.
«Sparite.» Mitchell lo prende per le spalle e lo spinge dietro di lui facendolo cadere. «Si può sapere cosa ci fanno questi tipi qua? Ho acchiappato uno sporco vecchio nel salotto che frugava nei cassetti!» Mitch fissa in malo modo Adam che gli passa davanti per uscire dal mio appartamento, mi preparo mentalmente ad una sfuriata da parte di Harry.
«Quel pezzo di merda,» il suo modo di parlare non cambierà mai, «E' l'uomo che ci ha dato un passaggio, e sapendo dove abita Cher è venuta qui con l'intenzione di fare sesso con lei.» Harry si pulisce la bocca con la maglia bianca, la stessa che indossava stamattina.
«Cazzo..» Mitch si porta le mani nei capelli e sospira. «Stai bene? Ti hanno toccata?» Si siede sul mio letto e mi prende una mano nelle sue, sorrido scuotendo il capo.
«Sei proprio un'idiota!» Esclama improvvisamente Harry. «Cosa ti è saltato in mente dirgli a che piano abitavi? Ti sei bevuta il cervello? Sapevo che sarebbe successo qualche stronzata del genere!» Urla e sventola le mani in aria.
«Mi è uscito di bocca senza pensarci, non avevo il controllo sulle mie parole, mi dispiace.» Mormoro stringendo le coperte tra le dita. E' vero, mi dispiace di essere stata così stupida, non ci stavo pensando.
«Non avevi il controllo? Sei stata un irresponsabile, una stupida, ti sei messa in pericolo da sola! Gesù, ma cosa cavolo hai in testa? Tu non hai il controllo di quello che fai, sei una ragazzina, un'immatura. Hai bisogno che qualcuno prenda il controllo delle minchiate che fai e in cui ti metti!» Inizia a muoversi per la camera cercando qualcosa da lanciare a terra, ma cerca di trattenersi portandosi le mani nei capelli.
«Ora stai esagerando! Se c'è qualcuno che non ha il controllo delle stupidate che fa, quello sei tu!» Torno subito in piedi e non mi preoccupo del fatto che i pantaloncini mi sono stati tirati da dosso.
«Io? Io? Ti rendi conto che tutto questo casino è iniziato a causa tua? Sei stata tu a chiedere il passaggio a quel figlio di puttana, maledizione!» Da un pugno alla porta dell'armadio dandomi le spalle, non ha il coraggio di guardarmi negli occhi, il suo respiro è sforzato e non riesce a trattenersi.
«Stai dando tutta la colpa a me, Harry! Ci sei stato anche tu in questo gioco, non ti sei tirato indietro nonostante eri al corrente che sarebbe finita male. Vero?» Sa perfettamente che non sto parlando del passaggio, ma di noi.
«Cosa? Io ho cercato di start.. stare lontano da questa merdata! Tu mi ci hai coinvolto dentro, avrei voluto evitarlo sapevo che sarebbe finita così! Ma non ho saputo dirti di no, e me ne pento dolorosamente.» Le sue parole mi feriscono, ma anche io so fare male.
«Sai che ti dico? Sei la persona più odiosa che io abbia mai incontrato.» Faccio un ghigno fingendo di essere disgustata da lui, quando al dire il vero odio le mie stesse parole e quelle che ho aggiunto: «Da quando ti ho incontrato la mia vita non ha fatto altro che precipitare, ti odio.» Non mi sono mai sentita così male, le lacrime mi accarezzano le guance prima che me ne accorga. Non sto piangendo, cioè non sono triste solo arrabbiata, me le asciugo prima che le notino e tiro su col naso.
Harry si girò di scatto verso di me è l'espressione sul suo volto ispira solo dolore, i suoi occhi tornano chiari e le labbra tremano e lo stesso le mani. Non sa che dire, e nemmeno, veniamo interrotti dalla terza persona in stanza.
«Non voglio parlare di quello che sta succedendo tra di voi, perché, al dire il vero, spero che quello che tu mi abbia raccontato oggi sia vero e che non c'è nulla. Harry. » Mitch lancia un'occhiata al ragazzo dai capelli ricci, Harry non si smuove e continua a fissarmi. «Cher, questa sera dormi da noi, non è sicuro restare in questo appartamento. Ed Harry, inizia ad andare, io do una mano a Cher a ripulire questo casino.» Dopo aver parlato Mitch lancia un'occhiata al riccio, egli respira lentamente ed esce dalla mia camera non potendo chiudere la porta dato che è a terra.
Faccio un gemito di dolore e cerco un paio di pantaloni da indossare, li calzo e aiuto Mitch a sistemare i pezzi della lampada. Non facciamo parola, ci scambiamo solo qualche occhiata dispiaciuta e risistemiamo il macello in totale silenzio. So di essermi cacciata in un orribile casino, dal quale non ne uscirò mai.
Quando apro la porta per uscire dalla camera di Mitch so già che non lo troverò a casa, è uscito con Tessa dopo averlo assicurato che starò bene e non andrò al mio appartamento da sola. Mi ha permesso di dormire nella sua camera ieri, con lui, non sarebbe la prima volta, ma è la prima da quando è tornato in Inghilterra. Non ci siamo abbracciati o altro, abbiamo dormito normalmente senza accennar comunque parola.
Cammino fino alla cucina dalla quale un rumore mi fa immobilizzare sull'uscio, Harry ha indosso solo un pantaloncino grigio da basket ed è girato verso i fornelli. Le sue spalle sono grandi, la pelle sembra liscia e dura.
Quanto vorrei toccarlo, è così bello, ogni parte di lui è meravigliosa. Morirei dal desiderio che ho che lui non c'è l'abbia con me, anche se quella arrabbiata magari dovrei essere io. A chi voglio darla a bere? Ha ragiona, sono stata una stupida a fidarmi di Adam.
Non ho il coraggio di parlare, non dopo tutto il casino che ho fatto.
Molto presumibilmente ha notato la mia presenza, quindi mi accomodo a tavola e prendo una mela dal suo centro iniziando a morderla. Un attimo dopo Harry si è volato nella mia direzione e il suo sguardo è impassibile, un sorriso è libero sulle sue labbra e non lascia trasparire emozioni.
«Ciao Cherie.» Non ricordo che mi abbia mai chiamata così prima d'ora. «Come stai?» Il suo sguardo traspira una tensione orribile, il suo tono è ironico e so che non gliene potrebbe fregare di meno.
«B..bene.» Incespico deglutendo il frutto, i suoi occhi fanno di tutto pur di incontrarmi ma non glielo consento.
«Ne sono felice, perché io sono tre giorni che non chiudo occhi, e sono stanchissimo.» Do un occhiata ai suoi occhi, non sorridono come le sue labbra, e sotto di essi ci sono delle occhiaie colossali. Martedì sera ha dormito da me, ma ero cercato al cento percento che non era riuscito a chiudere occhio, non è abituato. Mercoledì abbiamo passato la notte al bosco, e dopo qualche ora passati ad abbracciarmi mi sono addormentata e lui mi ha portato in spalla per tutta la strada. E stanotte? Perché non ha dormito? Quali pensieri sono girati nella sua testa? Mi sento così in colpa, in ogni caso è stata colpa mia.
«Mi dispiace sul serio, per tutto.» Mi alzo e vado vicino al frigo pregando che non mi osservi, ma non ci riesce e mi fissa aprire l'anta del frigo mentre dall'interno cerco una bottiglietta di latte.
«Oh, anche a me dispiace.» Mi spinge verso il muro accanto al frigo, lascio un sospiro di spavento e cerco di respirare mentre mi schiaccia col suo corpo. Mi porta i polsi in alto come il giorno prima, la sua bocca è su la mia e inizia a muovere la lingua dentro di me con possessività e orribile rabbia. Non so come comportarmi e faccio la cosa che mi riesce meglio: ricambio il bacio chiudendo gli occhi. Nonostante la rabbia che ho dentro non potrei mai rifiutarlo, impazzisco per lui, lo so e mi odio per questo.
Quando si stacca porta il viso nell'incavo del mio collo e inizia a torturarlo. «Domani c'è la festa di fine anno.» Mi sussurra mordendomi una parte di pelle, le gambe stanno per cedere ogni volta che lui spinge il bacino verso di me. Cosa ha scatenato questo bacio furioso e arrabbiato? Non mi ha mai baciata così, eppure mi piace tantissimo. «E tu ci verrai con me.» Sbarro gli occhi boccheggiando, ma non mi da il tempo di parlare che mi bacia di nuovo. Questa volta più lentamente, mi passa la lingua con lentezza sulle labbra e le morde lasciandomi un gemito sulla bocca. Quando mi sarò ripresa me la pagherà. «Voglio farti capire che non puoi odiarmi, puoi avercela con me perché sono un fottuto tossico complesso, ma non puoi odiarmi. Non te lo permetterò, non posso accettare il fatto che tu mi odia, non anche tu.»
Io non lo odio, il sentimento che provo con lui è forte e mi tormenta, ma più lo guardo e più capisco che non è sicuramente odio.
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Dato che me lo avete chiesto in tante ho deciso di aggiornare prima, grazie di cuore a tutte per il sostegno!
Vi ringrazio per i voti e commenti, un saluto alle ragazze iscritte al gruppo:https://www.facebook.com/groups/1510792752474554/
Alla prossima! xx
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