Capitolo 16
Harry's point of view.
Non so quando mi deciderò a buttare queste fottute converse, mi danno un fastidio colossale e non sono adatte ad uno come me. Improvvisamente inciampo su un sasso e per poco non lascio cadere a terra la ragazza sulla mia schiena, dannazione.
Sento un mugolio dietro di me e mi fermo nel bel mezzo del nulla per calmarle il sonno, se si sveglia vorrà di certo scendere e io non voglio levarla da quella posizione. Sul serio, non c'è nulla di più eccitante di lei a gambe aperte sulla mia schiena, riesco a sentire quel calore e il mio membro sta bussando alla porta dei pantaloncini.
«Harry dove..» Le sue parole le escono dalla bocca come un sussurro, un dolce sussurro. Si era addormentata sulle mie braccia non appena eravamo arrivati al bosco, così ho deciso di prenderla sulle spalle e camminare fino ad una stazione di servizio. Beh, posso giurare che sono circa le sei del mattino e quel buono a nulla di Mitchell non è venuto nemmeno a cercarci.
«Chee va tutto bene, torna a dormire.» Cerco di calmarla accennando un sorriso quando il mio volto è leggermente voltato verso di lei, è carina con i capelli arruffati sul viso.
«Mi.. mi stai portando.. ma.. sei impazzito? Devi essere stanchissimo!» Cerca di scendere ma la mia presa dietro le sue ginocchia non glielo permette.
«Va tutto bene non muoverti.» Cerco di bloccarla ma lei inizia a tirarmi i capelli, sta facendo sul serio? Nascondo un sorriso mentre oscillo perdendo precipitosamente l'equilibrio, dopo poco le sue mani sono sul mio viso e mi tappa il naso e copre gli occhi, annaspo una risata e la lascio cadere col culo a terra. E' quello che si merita.
Cher si rialza e non mi guarda con quello sguardo d'odio che mi aspettavo, al contrario di pulisce il pantalone e mi accenna un tenero sorriso. «Grazie.. per avermi portato fin qui, ma potevi anche svegliarmi.» Sì, facile al dirlo.
Quando dorme sembra un'altra persona, soave, felice e serena. Sono un mostro, ma non fino al punto di svegliare un angelo che dorme.
«Fa lo stesso.» Scrollo le spalle e continuo a camminare mentre lei mi raggiunge.
«Dove stiamo andando?» Mi chiede mentre mi è di fianco.
«Non ne ho idea quel francese deficiente del tuo migliore amico non è venuto a cercarci!» Mi passo una mano tra i capelli, sono ancora sudato per lo scontro di qualche ora fa e sono stanchissimo dopo aver camminato per ore su un tratto di strada che nemmeno conosco.
«Ho il cellulare a terra, maledizione.» Si lamenta controllando lo smartphone, sbuffo una risata per il fatto che il mio telefono è nelle stesse condizioni.
«Che bello, stiamo per vivere un'avventura solo io e te contro.. non so, una enorme e catastrofica sfiga?» Ghigno irritato portandomi le mani in tasca, preferisco non guardarla e fissare la strada sotto i miei piedi.
«Lo dici come se fosse colpa mia.» Dopo un po' mette il broncio e sembra non star scherzando. Certo che non è colpa sua, è solo che mi sento a disagio a starle vicino.. soprattutto dopo quello che è successo ieri, la prima cosa che farei in questo momento è saltarle addosso e prenderla contro un albero mentre le sue dolci labbra sono sulle mie e le su mani mi stringono i capelli.
Non posso dimenticare il suo sapore dopo la notte a casa sua, quella notte in cui la mia testa era fra le sue gambe a bearsi di quel paradisiaco sapore, era buona e la sua pelle era caldissima. Non potrei sopportare che qualcun altro provasse quel sapore prima di me, ne morirei, vorrei averla tutta per me ma è inottenibile.
«No, non dico questo è chè.. oh cazzo.» Impreco e chiudo forte gli occhi, non posso restare da solo con lei e Mitch dovrebbe saperlo! Non posso credere che quel coglione non abbia minimamente sospettato quanto io sia fottutamente attratto da quella ragazza, sa che deve allontanarla da me prima che sia troppo tardi. E che fa? Ci lascia da soli, insieme, sperduti nel bel mezzo della bastarda capitale Inglese.
«Guarda lì!» Indica un camion completamente bianco che si sta avvicinando alla nostra strada, spalanco gli occhi sperando che non voglia fare quello che credo. In meno di due secondi la ragazza accanto a me inizia a sbracciarsi per farsi notare dal conducente, l'autovettura ferma proprio di fronte a noi.
«Serve un passaggio ragazzi?» Il camionista è un uomo dai capelli neri nascosti da un berretto blu e un pancia che potrebbe benissimo suonare il clacson da sé. Faccio una smorfia mentre Cher sorride cordialmente.
«Può portarci al centro? Ci siamo persi.» I posti a sedere sono tutti attaccati e quando Cher sta per salire sa per certo che dovrà avvicinarsi a quell'omone il quale nome potrebbe essere Bob. Non so dire il perché, ma di solito uomini che puzzano di benzina e birra, con una pancia enorme e la barba lunga mi ricordano il nome di Bob. Le stringo un polso prima che salga il gradino che la porta all'interno, le faccio un veloce sorriso salendo prima di lei. Poi la aiuto a sedersi, non sono poi così stronzo, e lei è così piccola che quasi si arrampica.
«Certamente ragazzi, allacciate le cinture che si parte!» La sua voce emana un disgustoso odore di birra e cipolla, sto per vomitare.
«Wow!» Cher alza le mani in aria dalla contentezza, l'uomo scoppia a ridere e inizia a fare un inversione a U prima di ripartire.
Tutto è iniziato con i quindici minuti peggiori della mia lunga vita, non può interessarmi un cazzo di come Adam, si questo è il suo nome, abbia conosciuto Gabriella, sua moglie, in un locale di spogliarelliste. Eppure, la ragazza accanto a me, sorride ogni volta che il racconto va avanti, forse il suo sorriso è l'unico motivo che mi trattiene dallo strozzare questo ubriacone e dirgli di smettere di guardarle la scollatura nonostante ci sia io nel mezzo.
«E voi invece? State insieme?» Cher si acciglia a quella domanda, e prima che risponda io le stringo una mano interrompendola.
«Sì, è la mia ragazza.» Ovviamente mento ma il tipo sembra irrigidirsi, forse ha capito che fino ad ora ha raccontato di nottate di sesso estremo e schifoso e di aver fissato le gambe ad una ragazza impegnata.
«Dove vi siete conosciuti?» Domanda lui dopo essersi leggermente rilassato.
«Ci ha presentato un amico che abbiamo in comune.» Cher accenna un sorriso leggermente in imbarazzo, vedo il colore del suo viso arrossato e mi fa ridacchiare come un'idiota.
«Uhuh, il solito cupido.» Sghignazza l'omone prima di fermarsi ad una pompa di benzina. «Ragazzi torno subito, non fregatemi il carico.» Mostra un veloce sorriso dai denti gialli e poi esce dal mezzo di trasporto.
Finalmente ricomincio a respirare e lascio la mano di Cher che non mi ero reso conto di star ancora stringendo.
«Perché gli hai detto quella bugia?» Mi chiede lei con voce inibita.
«Perché, non stiamo insieme?» Aggrotto la fronte e lei arrossisce violentemente. «Hey hey! Stavo scherzando. L'ho detto solo perché smettesse di guardarti le tette.» A quel commento ricevo un inaspettato pugno al braccio, faccio un ghigno confuso e lei alza gli occhi al cielo.
«Non mi stava guardando le te.. il seno! Tu sei impressionabile, è un brav'uomo.» Cerca di difenderlo spostando il suo sguardo fuori il finestrino.
«Un brav'uomo? Mi prendi per il culo, Chee? Due minuti fa ti ha raccontato di come si è trombato la moglie nell'ascensore della metropolitana incurante di un'anziana signora che li osservava!» Sbotto con gli occhi sprangati.
«Okay okay!» Alza le mani di fronte a sé con un leggero sorriso. «Forse non è il principe azzurro, ma ha un suo perché.» Scrolla le spalle e poi continua. «Sai? Potrebbe anche piacermi un tipo così.» Mi guarda di sottecchi e io mi raffreddo, quanto ci mette Bob-Adam a fare benzina?
«Un camionista?» Ipotizzo fissandole il volto decisamente divertito.
«No, uno spietato del sesso.» Ride e io la seguo, nel momento in cui le risate cessano l'ammasso di lardo e birra rientra nel camion.
«Sono felice di avervi ritrovato di nuovo qui, manca un'oretta e siamo arrivati.» Inarco un sopracciglio, Mitch non ci aveva messo più di un'ora per portarci qui.
«Dove cazzo ci vuoi portare?» Ricevo un pizzico da Chee per il modo di parole.
«Al centro ragazzi, ma dovrete prima aspettare che io finisca il mio giro di consegna! Non posso perdere il lavoro saltando un giro.» Fa ancora una risata fastidiosa e io mi lascio andare con la testa sul cruscotto dopo aver lasciato un gemito di dolore uscire dalla mia bocca.
Mi correggo: questa è stata l'ora e i quindici minuti più brutti della mia vita, divisa tra musica country di vecchio genere e risate isteriche di Adam. Quando poi Cher ha iniziato a seguirlo cantando Good Time di Alan Jackson ho seriamente pensato di mettere a fine la mia miserabile vita, non potevo nemmeno pregarli di zittirsi, avrei rischiato che Cher se la prendesse.
Ora però siamo finalmente arrivati, quando ferma davanti casa di Cher scendo prima io scavalcandola non potendo sopportare un altro minuto all'interno di questo ferro vecchio.
«E' qui che abita il tuo fidanzato?» L'uomo sta sorridendo a Cher e io mi sto di nuovo irritando, deve smetterla di guardarla e di parlare.
«No, qui abito io. Proprio all'ultimo piano.» Cher gli sorride gentilmente prima di voltarsi verso di me, si aspetta che la aiuti a scendere.
Non saprei spiegare la mia espressione, ho tipo le sopracciglia alzate, la fronte aggrottata e le labbra su una smorfia di incredulità. Questa ragazza, che credevo intelligente, ha seriamente detto dove abita ad un estraneo sopra i 45 anni? Gesù Cher.
«O ti sposti o mi aiuti» sbotta la sua voce risvegliandomi.
Scuoto il capo e chiudo le mani intorno ai suoi fianchi, fa un piccolo sbalzo e mi cade tra le braccia. La stringo un secondo prima di farle toccare la terra con i piedi, vedo ancora una volta il suo labbro tra i denti e mi torturo la mente con pensieri che non potrei nemmeno pronunciare.
«Grazie mille per il passaggio.» Quando siamo dall'altra parte del camion Cher ne approfitta per salutarlo. Non so perché ma inizia a balenarmi l'idea che vuole invitarlo per un caffè, già che ci siamo.
«Di niente stellina, è stato un bel viaggio alla prossima.» Adam la saluta alzandosi di poco il berretto.
«Non ci sarà nessuna prossima.» Ringhio talmente a bassa voce che solo Cher mi sente, dato che mi risponde con l'ennesimo pizzico al gomito.
Fisso il cellulare in carica da almeno mezz'ora, è acceso e non ha ancora chiamato, non ci sono chiamate perse o messaggi. Continuo a fissarlo, dovrà pur suonare prima o poi, no? Beh è meglio per quel coglione di Mitchell che suoni entro i prossimi 38 secondi.
«Cerca di capire che non suonerà se continuerai a fissarlo, lo metti a disagio.» Cher appare dalla sua camera tamponando l'asciugamano tra i capelli.
Maledizione, è stupenda anche con i capelli bagnati e una maglia enorme con una stupida e infantile faccia da coniglio sopra.
«Sto iniziando a pensare che i conigli ti facciano più sexy.» Ferma la sua azione e mi fissa senza batter ciglio, scommetto che non ha capito i miei pensieri nemmeno quando sono in piedi davanti a lei. I miei occhi vagano più in basso e mi sento come se una puttana mi avesse palpato all'altezza del cavallo dei calzoncini. Deglutisco, «E se si aggiunge il fatto che tu sia uscita dalla tua camera scordandoti di mettere i pantaloni, beh allora diventi irresistibile.»
«Cazzo!» Squittisce allungando la maglia verso le sue ginocchia, non si rende conto che questo gesto mette a risalto il suo seno. Riesco a vedere il colore del suo reggipetto, è viola e sensuale ma avrei preferito che non lo indossasse.
«Sì, ed il mio è quello che vorrei dentro di te.» Quando faccio quel commento capisco di aver perso il controllo e Mitch non è qui a fermarmi. Le cammino più vicino fino a bloccarla contro il muro, i nostri petti sono a distanza di pochi centimetri e io riesco comunque a sentire il profumo del suo bagnoschiuma.
So che vorrebbe dire qualcosa, lo leggo dai suoi occhi, ma si sta risparmiando per quando le sue labbra saranno incollate alle mie. Faccio un passo avanti e gli sono praticamente addosso. Cazzo, è così profumata. Faccio un ghigno avvicinandomi al suo viso, le bacio dolcemente il mento mentendo una mano tra i suoi capelli bagnati.
«Sei così bagnata.» Le sussurro mordendole la mandibola, ogni parte di lei è dolce. «Intendo i tuoi capelli, i tuoi capelli sono bagnati, tu sei sexy.» Salgo lentamente con le labbra fino ad un angolo della sua bocca. Le sue labbra tremano per più contatto, so che vorrebbe che la baciassi subito, ma non sa cosa vorrei farle io.
«Ti prego..» Mi supplica lentamente quando allontano le mia labbra nel momento in cui lei le avvicina. So che è imbarazzata, lo è sempre in questi casi, ma è così pazzamente cotta di me che il suo sentimento privilegia.
Vorrei mi pregasse, ogni santo momento della nostra vita, ma per ben altro.
Le prendo i polsi e li blocco sopra la sua testa, dal colorito rosso delle sue gote capisco che non se lo aspettava, grazie a movimento la maglia è leggermente risalita e ora riesco a vederle gli slip neri di pizzo. Il suo corpo è una piacevole tortura, la guardo come si guarda un'opera d'arte e capisco che in tutta la mia vita non ho mai desiderato qualcuno così tanto.
Devono fermarmi, perché se non mi fermano non mi fermerò di certo da solo.
Caccio la lingua e la faccio passare sul suo labbro superiore, con la mano libera le stringo un fianco e la sento sospirare. «Scommetto che Adam non ha mai bramato la sua donna come bramo io te in questo momento, oh che ti farei Chee.» Le sussurro sulle labbra prima di premerle contro le mie.
Le do un semplice bacio a stampo, forte e deciso.
Mi spingo in avanti facendo incontrare i nostri corpi, l'ho appena toccata a e già la desidero così tanto intorno a me. Quando sento la sua lingua accarezzarmi la bocca, è lo stesso preciso fottuto momento in cui sento il mio telefono strimpellare.
Cher si libera le mani ridendo della mia espressione contrariata, se un Dio esiste mi sta odiando con tutte le sue forze.
Mi stacco da lei controvoglia e vado a rispondere al telefono, ovviamente è quel coglione del mio coinquilino.
«Coglione.» Sputo con una smorfia sul viso.
«Nelle ultime ore quante volte mi hai chiamato in questo modo?» La sua voce è divertita ma tesa.
«Oh, non credo tu voglia saperlo.»
«Infatti no. State bene? Dove siete?» Riecco la mia adorata mammina col pisello.
«Stiamo? Come fai a sapere che sono con lei?» Spero non ci abbia visto scappare mano nella mano, anzi, spero di sì, così la allontanerà da me.
«L'ho intuito.» La sua voce sembra scoraggiata.
«Comunque sia siamo a casa sua, abbia trovato un passaggio. Mi dici con precisione cos'è successo quando siamo andati via?» Glielo domando e lo sento sospirare per l'ennesima volta.
«Torna a casa, ne parleremo con calma.» La sua voce muta dall'insicuro e il preso a male, non capisco ma so già che ci sarà una forte discussione.
«No, vieni tu qui.» Forse davanti a Cher eviterà di uccidermi, quando sposto lo sguardo su di lei ancora con le spalle al muro ma lo sguardo voltato verso la porta di camera sua. Sta pensando, e io voglio follemente sapere a cosa.
«Harry, non fare il bambino e muoviti.» E riattacca.
«Va' al diavolo.» Impreco contro il mio cellulare staccandolo in modo poco carino dalla spina e tirandolo all'interno della tasca.
«Vai?» Forse mi comporto da stronzo, ma non le rispondo e chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle. Non posso parlarle, non posso starle accanto, sono così arrabbiato dal fatto che lei sia così irresistibile e che io stia perdendo ogni difesa.
Cher's point of view.
«Sì, hai ragione come ti pare.» Brontolo al telefono.
«Non mi frega nulla, Cherie! Hai detto che saresti venuta! Ci devi essere! Ci devi essere! Ci devi essere!» La ragazza che piagnucola? E' Tess al telefono.
«Tess non posso, ho da studiare.» E anche se sono le dieci di sera, sì ho passato tutto il pomeriggio e metà serata tra film, gelati e studio. Lontana da Harry, ma mentirei se dicessi che nelle ultime due ore non ho pensato solo ed unicamente a lui.
«Ma si tratta di questo Sabato! Si tratta della festa di fine anno! Si tratta di poter fare sesso per tutta la notte senza freni!» Si esalta urlandomi contro.
«Lo so, ma io non ci vengo punto e basta!» Continuo ad insistere.
«Dai! Portaci anche Mitch, su!» La sua voce è sempre più fastidiosa.
«Sembra che tu voglia più Mitch che me.» Aggrotto la fronte leggermente sconnessa, c'è ancora del tenero tra i due?
«Se tu non verrai Mitch mi darà buca e passerà la sera del ballo a casa della sua migliore amica a consolarla e abbracciarla, quando invece dovrebbe consolare me!» Scommetto che sta mettendo il broncio, è qualcosa di inspiegabile l'amicizia tra me e lei. La conosco da tre anni, siamo diventate subito amiche ma non abbiamo legato troppo per il semplice fatto che lei si butta addosso a tutti mentre io preferisco restare da sola con i miei pensieri.
E poi credo che sia una delle poche persone che sappia della mia verginità e che ha tenuto il segreto.
Segreto? Beh magari in un altro mondo non ci sarebbe bisogno di mantenere un segreto del genere, anzi, sarebbe qualcosa di cui vantarsi. Ma siamo nel ventunesimo secolo, e, in questi anni, se non hai ancora scopato a diciotto anni sei una perdente asociale sfigata e senza un minimo di sexappeal.
Cos'è il sexappeal? E' quella parte, non necessariamente fisica, che rende una ragazza ES. Estremamente Scopabile.
Un minuto dopo inizia a suonare il campanello, la speranza che sia Harry mi scoppietta dentro come un fiammifero che non riusciva ad accendersi e ha finalmente preso la fiamma.
«Tessa, devo scappare ho.. mh.. lasciato la pasta sul fuoco.» Alle dieci di sera? «Ci sentiamo domani, un bacio.» Stacco il telefono e lo lascio sul letto. Indosso ancora quella maglia lunga col coniglio e non ho nulla sotto, dato che sono rimasta sola non ho avuto la necessità di coprirmi. Ma ora che è tornato credo sia meglio prendere precauzioni, caccio dei pantaloncini blu larghi e li faccio salire velocemente.
Quando apro la porta l'enorme sorriso sulla mia bocca mi scivola come la sabbia tra le dita.
«Stellina.»
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P.s Ogni tanto mi piacerebbe che mi scriveste, anche in bacheca boh, ho voglia di conoscervi lol
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