6. "Mi aiuterai, vero?"

Brighton, 1997

Edward Saunders si fa ricevere dagli uffici dell'ospedale mentre Anne fa contrallare Nicholas dalla pediatra di fiducia. Thomas è andato insieme a suo padre e a Benedict presso gli uffici  dell'amministrazione per trovare un modo che permetta a Ben di fare il tirocinio anche quando è temporaneamente lontano da Londra. Il direttore li riceve, accogliendoli calorosamente e facendoli accomodare sulle ampie poltrone dell'ufficio. Sono solo due. Si siedono Edward e Benedict mentre Tom, in piedi dietro di loro, ascolta tutte le domande che pongono all'uomo sull'inserimento di Benedict nei registri. Poi il direttore solleva i suoi occhi verdi su Tom. "E tu? Sei anche tu qui per il tirocinio, giovanotto?"
Thomas aggrotta la fronte, scuotendo la testa. "No, signore."
Edward si gira a guardare il figlio, poi torna con gli occhi sul direttore. "Questo piccoletto qui? No, sarebbe stato bello. Vuole studiare legge e diventare avvocato."
"E' una scelta ragguardevole" dice l'uomo dagli occhi verdi, guardando Thomas e sorridendogli, ignorando il commento del padre. "Ti auguro il meglio, figliolo. Fatti valere in quel mondo selvaggio."
"Lo farò, signore."
Dopodiché Edward richiama l'attenzione del direttore su di sè, schiarendosi la gola. "Allora Gerard, continuiamo a parlare di Benedict?"

Brighton, 2017

Dopo un'altra ora passata in corridoio, il medico finalmente raggiunge i familiari di Thomas Saunders. Margaret ha il viso pallido e Joseph in braccio, Elizabeth è seduta sulla sedia e la testa è seppellita tra le sue dita affusolate. Anne e Benedict scorgono per primi il dottore, rimasto a debita distanza, così si alzano in piedi, seguiti da Margaret che lascia il figlio tra le mani di Elizabeth e va da loro, avvicinandosi al medico con la cartella clinica stretta tra le mani.
"Allora?" domanda Anne, con le mani strette all'altezza del cuore. "Cos'ha mio figlio?"
Il medico si sistema gli occhiali sul naso, dopodiché informa i parenti. "In seguito all'incidente, vi abbiamo detto che il signor Saunders ha limitato i danni alla testa grazie all'azionarsi rapido dell'airbag, eppure lo avremmo visitato per bene una volta sveglio per studiare le conseguenze. Il paziente soffre di un particolare tipo di amnesia retrograda" dice e Margaret sente il cuore batterle a mille nel petto. Il medico continua a spiegare: "Ciò comporta una perdita parziale dei ricordi antecedenti all'incidente. In pratica, il signor Saunders ricorda i suoi ultimi istanti e un periodo particolarmente lontano della sua vita, rimuovendo - temporaneamente - qualunque cosa ci sia nel mezzo."
Anne rimane immobile, con gli occhi fissi sul medico mentre Benedict le tiene le mani sulle spalle. Ascolta le parole del medico e, facendo parte del campo, riesce a capire perfettamente la situazione. Stringe le dita sulle spalle esili della madre. "Si può già sapere da quando non ricorda più nulla" e la sua non è una domanda.
Il dottore lo guarda distogliendo i suoi occhi scuri dalla cartella medica. "In questo dovete aiutarci voi."
Benedict si gira a vedere Margaret e ingoia a vuoto. "Hai detto che non ti ha riconosciuto" inizia a dire, osservando gli occhi scuri della donna. "Questo vuol dire che i suoi ricordi si interrompono forse a prima di averti incontrato" conclude, spostando rapidamente gli occhi su quelli della madre e cogliendo la comprensione nel suo sguardo. "Ovvero a prima di sedici anni fa." Benedict percepisce la gola seccarsi perché quel lasso di tempo così ampio indica solo una cosa: l'uomo steso sul letto, tra le altre cose, non ricorda nemmeno quello che è successo nel 2001.
Il medico continua a parlare, affermando quanto sia necessario per il signor Saunders recuperare i ricordi lentamente e soprattutto senza brusche rivelazioni, agevolando una comprensione autonoma, ma Benedict non lo ascolta più. Ha ben chiaro in mente cosa è necessario fare adesso. Appena il dottore rientra nella stanza del fratello, congedandosi, Benedict torna in sala d'attesa e spiega subito la situazione affinché tutti la capiscano e agiscano per il meglio.

Thomas è steso nel suo letto e si guarda bene intorno nella stanza vuota.
Un medico entra e gli parla, assicurandosi che si senta bene. Tom annuisce, ingoiando a vuoto.
Si osserva il lato ingessato del suo corpo, sente la pelle del viso tirare in prossimità dei cerotti.. Ma per il resto sta bene.
Certo, a parte il fatto che abbia dimenticato diversi momenti della sua vita. Il dottore gli ha spiegato sinteticamente la situazione ed è da quel momento che Thomas cerca di ricordare, tentando di stringere gli occhi ed estraniarsi dal mondo esterno. Gli unici ricordi veramente nitidi restano quelli legati alla sua famiglia e quelli sull'incidente. Ricorda la sua casa, la sua giovinezza.. poi il nulla. Il salto temporale lo porta direttamente agli istanti in cui la sua macchina ha frenato bruscamente e il suo capo è andato a sbattere contro il volante prima che l'airbag si azionasse. Ricorda i suoi.. quindici anni, forse?, poi la sua età attuale, alcuni degli ultimi avvenimenti della sua vita. Ricorda il suo essere avvocato, seppur non sappia come sia arrivato ad esserlo. Gli prudono le mani dalla frustrazione.
Sente una morsa stringergli il petto e le prime lacrime formarsi alla base dei suoi occhi. Si sente perso, derubato e non sa come fare. Quando vede il dottore uscire e lasciare spazio a sua madre, inizia a piangere silenziosamente. Vede la donna arrancare piano nella stanza, cercando la sedia accanto al letto del figlio per accomodarsi al suo fianco. Gli prende la mano sinistra, stringendogliela forte e guardandolo negli occhi blu così simili ai suoi.
"Mamma" dice Thomas con voce rotta e rauca. Vede il viso stanco e addolorato della madre e pian piano alcuni ricordi iniziano a farsi più vividi grazie alla loro vicinanza temporale. Al lutto dipinto sul viso di Anne si aggiunge la preoccupazione per il figlio e Thomas sente un nodo all'altezza dello stomaco. Sa di non odiare il padre, eppure percepisce nei confronti di quella figura paterna un dolore che non riesce a spiegarsi - e sa che non è legato alla sua morte. Capisce che il motivo è proprio tra quelle cose che non ricorda. "Mamma" la richiama, sentendo il labbro inferiore tremare. "Non so più chi sono diventato" dice a voce bassa.
La donna si china su di lui, accarezzandogli una tempia. Stringe le labbra ed ingoia a vuoto. "Andrà tutto bene, figlio mio" risponde con voce rotta da un pianto trattenuto. "I medici dicono che non è permanente e i tuoi ricordi torneranno. Sei forte" dice, stringendogli ulteriormente la mano. Thomas prende un ampio respiro e si guarda i suoi arti ingessati, se chiude gli occhi rivede gli ultimi istanti dell'incidente, la macchina sopraggiunta all'improvviso... o forse no? E' stato lui a non averla notata? E se così fosse, cosa lo ha distratto? Prende un ampio respiro. La madre si lecca le labbra e gli lascia un bacio sulla fronte. "Quando uscirai da qui ti aiuteremo noi a ricordare. Ci potrai fare tutte le domande che vorrai e lascerai che la tua mente recuperi da sola i ricordi che pensi di aver perso per sempre."
Thomas guarda la madre e schiude le labbra. "Mamma" la chiama, guardando le rughe sul suo viso, il pallore del volto, i capelli sfatti e il trucco rovinato sugli occhi chiari. "Io sono un avvocato."
"Sì."
Thomas socchiude gli occhi. "Come potrei mai ritornare come prima se non ricordo nemmeno di avere una laurea in legge? Come potrei, ad esempio, ricominciare a lavorare se non ricordo nemmeno cosa sia un codice penale o civile?"
Anne stringe le labbra e non sa cosa rispondergli. Continua semplicemente a guardare il suo volto tumefatto e pieno di cerotti. La porta viene aperta e Benedict lascia che il suo capo entri per primo nella stanza senza far rumore. Thomas si gira in quella direzione e lo stesso fa Anne. Sgrana piano gli occhi nel vedere Thomas sorridere tristemente al fratello.  "Ben" dice infatti Tom, sbattendo le palpebre. Perlustra il suo corpo, lo analizza dai capelli fino alla scarpe laccate di nero. Nota il suo orologio costoso al polso, la camicia firmata e i pantaloni abbinati. Nota i suoi capelli corti, leggermente radi sui lati, l'assenza di anelli alle dita. Punta gli occhi azzurri in quelli del fratello che, lentamente, si accosta al suo letto, guardandolo di rimando.
"Ciao, Tom" dice Benedict, leccandosi le labbra. Il fratello maggiore sente una sensazione strana allo stomaco guardando il viso dell'uomo steso in quel letto d'ospedale. Non lo vedeva sorridergli da tanto tempo. Sbatte le palpebre per allontanare quel pensiero perché è ben cosciente di quanto sia effimero. Gli sorride di rimando e percepisce Anne strabiliarsi di fronte quella scena. Anzi, la vede sollevare leggermente un lato delle labbra sottili. Effimero, certamente, ma Ben sa quanto sia bello per sua madre rivedere una scena del genere. Tom aggrotta la fronte, perlustrando nuovamente il viso del fratello. "Non ricordo" dice, stringendo gli occhi. "Sei riuscito a laurearti?" domanda ingenuamente. Ben annuisce. "E in cosa ti sei specializzato?"
"Neurochirurgia a New York" risponde, stringendo le labbra. Tom annuisce, sorridendo di nuovo. Ben nota il suo viso contrarsi, come alla ricerca di qualcosa che non sarebbe venuto alla luce tanto facilmente. "Ci sono cose che non capisco" ammette Thomas, guardando prima la madre, poi Ben. Il fratello maggiore sente il cuore battergli furiosamente nel petto e cerca la sguardo di Anne Saunders che ingoia a vuoto. Aspetta la domanda. La percepisce negli occhi di Tom velati dal dubbio. E Benedict sa quanto possa essere pericoloso rivelare certe cose in determinate condizioni. Un trauma potrebbe annientarlo definitivamente. Tenta di regolare il respiro, in attesa che Thomas parli. "Perché ho una fede al dito?" chiede invece Tom, liberando la mano sinistra dalla presa della madre. "Con chi sono sposato?"
E Benedict, senza farsi notare, si lascia andare ad un sospiro di sollievo, abbozzando una risata. "Una cosa per volta."

Quando viene dimesso dall'ospedale, viene trasferito a casa Saunders e sistemato sul letto nella sua vecchia camera (privata di qualunque cosa possa riportare brutti ricordi alla mente tormentata di Tom). Benedict ha aiutato sua madre a sollevarlo a causa del dolore che Tom provava ad ogni movimento, gli sistemano i cuscini e il lenzuolo rimboccato. Lo aiutano ad appoggiare il braccio e la gamba destra su alcuni sostegni per tenerli immobili nel tempo di convalescenza. Benedict si assicura che la testa sia ben sollevata e schiaccia più volte il cuscino, lanciando di tanto in tanto occhiate al fratello e ingoiando a vuoto, a disagio.
Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbe ritrovato intrappolato in una tale situazione.
"Ben" lo chiama Tom all'improvviso mentre sua madre va verso la sala da pranzo a parlare con i domestici. Il fratello maggiore si abbassa su di lui e avvicina l'orecchio alle sue labbra a causa del tono basso di voce con cui Thomas continua a parlare. "Mi aiuterai, vero?" chiede.
Benedict si lecca le labbra, allontanando il suo viso da quello del fratello. Annuisce lievemente. Thomas scuote piano la testa. "Non so quanto la mamma possa essermi d'aiuto. E' provata da tutte le cose che sono successe. Sei un medico, tu sai come comportarti. Posso fare affidamento su di te, giusto?"
Benedict si sente colpire in mezzo al petto. Si ritrova ad annuire e a rendersi conto di quanto davvero si sia incastrato in quella vasta tela di problemi. Aiutare Thomas significa soltanto portarlo alla distruzione con una lentezza tale da annientarlo pezzo dopo pezzo. Un bussare leggero alla porta coglie l'attenzione di entrambi e Thomas è il primo a girarsi in quella direzione. Sotto l'arcata dell'ingresso della stanza c'è Nicholas. I suoi occhi scuri sono arrossati, il viso pallido e i capelli spettinati. Prende un ampio respiro ed entra piano nella stanza. Benedict allunga un braccio nella sua direzione, accogliendolo vicino il letto.
Thomas non distoglie gli occhi dal viso del ragazzo. Lo studia, socchiudendo il proprio sguardo e guardandogli ogni dettaglio del volto. Annuisce sovrappensiero. Benedict ritorna sul fratello steso nel letto. "Tom, lo ricordi?" domanda.
Nicholas sente il cuore battergli nel petto e l'unica cosa che vorrebbe fare è gettarsi sul fratello per abbracciarlo ma sa quanto sia poco conveniente. Deve aspettare  - e, come lui, tutti gli altri - che Thomas si aiuti da solo.
Infatti annuisce leggermente.  "Nicholas" dice. Il fratello minore fa di sì con il capo. "Wow" continua Thomas, "sei cresciuto davvero velocemente."
Nick scoppia a ridere, mordendosi il labbro inferiore. Lancia una rapida occhiata a Benedict e si rende anche lui conto di quanto la situazione sarà destinata a complicarsi inesorabilmente.

N/A
Ecco il secondo aggiornamento!
Spero vi piaccia!
D'ora in poi il compito dei Saunders è far tornare la memoria a Thomas e, con essa, anche tutti gli avvenimenti che nel 2001 lo hanno portato a rompere i suoi rapporti.
Cosa sarà successo? 🤗
Lasciatemi qualche voto/commento se vi va e ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio ❤

P.s wow mercoledì compio 22 anni 🎂

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