20. Il cattivo della storia
Londra, fine settembre 2017
Benedict lancia un'occhiata al resto del salone, completamente messo sottosopra. Il cuore inizia a battergli nel petto. Sposta i suoi occhi di ghiaccio su Margaret che si stringe nelle braccia e ha il mascara colato sulle guance pallide. Le luci di casa sono per la maggior parte spente, tranne quella del salone, l'unica fonte di luce nell'ingresso. Benedict prende un ampio respiro, sentendosi la lama di una ghigliottina pronta a cadere sul suo collo. Chiude gli occhi, cercando un modo per poter iniziare a parlare.
Ora che Thomas sa ogni cosa, diventa tutto più difficile da affrontare. Si prende le mani tra loro, mentre sente il suo ombrello gocciolare per terra e formare una piccola pozza ai piedi di Thomas che è fermo lì, davanti alla porta d'ingresso. I suoi occhi azzurri coperti dagli occhiali sono fissi sul corpo di Benedict che, col senno di poi, vorrebbe tanto non essere mai venuto a Londra.
E' arrivato con la volontà di dire al fratello che aspetta un figlio da Evie, una collega di New York, ma quello di cui invece gli toccherà parlare non sarà altrettanto piacevole. La sua gola si chiude in una morsa e il gelo gli ghiaccia le dita delle mani. Si lecca il labbro superiore, poi schiude le labbra. "Da quanto lo sai?" domanda, a bassa voce.
Thomas si sfila gli occhiali, pulendoseli con il bordo del maglioncino che ha addosso. Inclina le labbra verso il basso. "Diciamo da sempre, ma l'ho riscoperto solo da dieci minuti." La sua voce è più tagliente di quanto Benedict abbia immaginato.
La sua gola, invece, è secca. Stringe di più le dita tra loro. "E' il caso di parlarne."
"Ma davvero?" dice Tom sarcasticamente, infilando di nuovo gli occhiali sul naso. "Credi solo adesso che sia il caso di parlarne? Stavi solo aspettando che Margaret mi facesse trovare per casualità l'anello e solo a quel punto ti saresti fatto vivo, o sbaglio?"
Benedict lancia una rapida occhiata alla donna che preferisce rimanere in disparte. "Ce lo avevi tu?" domanda, scioccato. Margaret annuisce, stringendo le labbra.
Thomas si lascia andare ad una breve risatina. "Ora fingi di non saperlo. Bravo, Benedict. Non avrei mai detto fossi un ottimo attore."
"Tom, ascolta-"
"No."
"Io non sapevo davvero che avesse Margaret l'anello. L'ho cercato dappertutto a Brighton per preservarlo e mostrartelo solo quando tu fossi stato pronto-"
"E quando lo sarei stato, Ben? Secondo te, quanto tempo avrei potuto impiegare per ricordarmi di tutto, soprattutto di quello che mi hai fatto tu sedici anni fa?"
Benedict allunga la mani verso Thomas che si sta facendo più avanti verso di lui. "Io non volevo che tu non ricordassi-"
"Non ho detto mica questo" dice Tom, infilando le mani in tasca e fermandosi ad un metro da Ben. "Stai facendo tutto da solo."
"Io capisco che tu sia arrabbiato, però credo dovresti prima conoscere tutta la storia."
"Quella che avete cercato di rifilarmi per non farmi avere uno shock, giusto? O quella che mi avete rifilato solo per farmi vivere nella menzogna e continuare a fingere che la nostra fosse una normale famiglia felice?"
Benedict si porta le mani tra i capelli, tenendosi la testa. "Sei furioso, lo so. Hai ogni ragione per esserlo-"
"E' il minimo."
"Ma lasciami almeno finire di spiegare." Benedict punta gli occhi sul fratello. La pioggia continua a scrosciare lungo i vetri delle finestre. "Margaret non ha colpe in tutto questo. Ha sempre voluto dirti la verità, costasse quel che costasse. Non so perché abbia preso la fede, forse per un'assicurazione, ma tutti le abbiamo dato ragione. Da subito. Meritavi di sapere. Abbiamo cercato solo di lasciarci fuggire la verità pian piano, srotolando il filo lentamente così da prepararti per la fine della storia."
Thomas stringe le labbra e i nervi del suo collo sono tesi. "Non avevate alcun diritto di farmi una cosa del genere."
"Può sembrarti una bugia, ma lo abbiamo fatto per il tuo bene."
"Il mio bene?" sbotta Thomas, sgranando gli occhi. La sua voce è dura. "Non potete averlo fatto per il mio bene. Ero... ero solo un blocco di fango che avete modellato tra le vostre mani per trarre il meglio dalla situazione. Sono un essere umano e voi avete preferito giocare con me come se fossi un pupazzo invece di raccontarmi le cose come stanno!" Si porta le mani ai capelli, frustrato. "Io ti ho voluto fuori dalla mia vita per un motivo, e tu in questi mesi ne hai approfittato per viverti quello che ho allontanato da te per sedici fottuti anni. Hai visto i miei figli, hai parlato con loro, con mia moglie, sei venuto a casa mia, mi hai parlato a telefono. Dannazione, Benedict, io ti ho proibito ogni cosa perché mi avevi distrutto la vita!" Margaret riprende a piangere, nascondendosi dietro la parete. Benedict se ne accorge e ingoia a vuoto, a corto di saliva. "Solo lei" dice Thomas, abbassando il tono di voce e indicando la moglie con un dito. "Solo lei è riuscita a ridare un senso alla mia vita dopo l'inferno che mi hai fatto passare. Ero rimasto solo, con una bambina di appena un anno e mezzo, mentre tu hai gettato tra le fiamme la mia intera esistenza. Fin da piccolo hai voluto ostacolarmi, avevo trovato la pace solo dopo essermene andato da Brighton dove tutti mi conoscevano come il povero ragazzo tradito dalla moglie e dal fratello, troppo ingenuo per rendersi conto della realtà dei fatti. Ma, come vedi, la storia si ripete e tu mi hai nuovamente ostacolato, vivendoti quello che io sono riuscito ad avere, ricostruendomi solo grazie a Margaret." Il respiro di Thomas è affannoso, il petto si alza e abbassa rapidamente. "Per cui, non dire di aver agito per il mio bene perché non c'è niente di buono in te, non ce n'è mai stato e tanto meno ci sarà."
Benedict è rimasto in silenzio, guardando il fratello negli occhi e sentendosi affondare dall'onda che Thomas ha sollevato contro di lui. Ha trattenuto il respiro, incassando ogni parola pronunciata. Si appoggia alla parete che ha alle spalle, abbassando il capo sulle sue scarpe bagnate. Prende ampi respiri, sentendo i singhiozzi di Margaret che continua a tenersi alla larga. "Tu mi dipingi come il cattivo della storia, Thomas" sussurra finalmente, cercando di regolare il respiro. Il ricordo di cosa è successo sedici anni prima lo sta facendo sgretolare dall'interno. "Ma tu non la conosci, non mi hai mai dato modo di parlartene per come è andata realmente."
"Non mi serve saperla. Mi hai portato via Jane, strappandomela dalle mani con tutta la brutalità di cui sei sempre stato capace-"
"Lei avrebbe scelto comunque te, Tom" dice allora Benedict, sollevando gli occhi sul fratello. "Jane ti amava più di ogni cosa, eri l'unico a godere del suo sguardo e del suo amore. Non importa cosa io abbia provato per lei. Il suo cuore era tuo e lo sarebbe stato per sempre." Thomas finalmente rimane in silenzio, concedendogli di parlare. "Dopo aver vinto la causa che avevi smosso contro di me, prima di sparire dalla circolazione, non abbiamo- non ho mai avuto modo di spiegarti come sono andate le cose. Potevo capire perfettamente come tu stessi perché io mi sentivo allo stesso modo. Sparendo, hai dato modo alla gente di parlarti alle spalle ed io, fuggendo, ho cercato di rimettermi in sesto, fallendo miseramente. Quando Jane se n'è andata, non potevi sapere che desiderio avesse preso posto nel mio cuore. Volevo svanire, Thomas. Raggiungerla. Era la mia punizione." Gli occhi di Benedict si arrossano mentre un tuono squarcia il cielo. "Sono sedici anni che la coscienza mi attanaglia, schiacciandomi con il senso di colpa che ho sempre provato e continuo a provare. E' stata tutta colpa mia, e ne sono consapevole." Thomas si appoggia sulla parete opposta, prendendo ampi respiri. Le sue orecchie sono però tese sulle parole che il fratello, lentamente, fa scivolare dalle sue labbra. "Non c'è un giorno in cui non mi svegli rimproverandomi della rovina che ho causato. Ai tuoi occhi posso apparire come l'uomo che ha sempre cercato di essere meglio di te, prendendo tutto quello che fosse tuo e rendendolo mio, ma non è così. Io ho sempre avuto rispetto per te. Eravamo molto giovani al tempo, le litigate erano la quotidianità, ma io non avrei mai voluto fare del male a te o alla nostra famiglia. Papà è sempre stato fissato col volere che un figlio seguisse i suoi passi, finendo così per eclissarti, ma io non lo volevo, Tom. Perché avrei dovuto? Tu non mi hai mai fatto niente di male, era nostro padre a creare dell'astio tra di noi ancora prima che potessimo imparare a conoscerci. Con questo non voglio presentare papà come un mostro nonostante il suo atteggiamento sia sempre stato molto discutibile - come quando ha preferito schierarsi dalla mia parte al processo - , ma voglio solo, per una volta, scagionare me stesso. Farmi giustizia da solo perché ce lo dobbiamo, Tom. Ti sei sempre lasciato credere che fossi il male della tua vita, ma non mi hai mai dato modo di discuterne."
Thomas si lascia andare ad un sospiro pesante. "Lo stai facendo solo ora, dopo sedici lunghi anni."
"Lo sto facendo perché soltanto ultimamente noi due abbiamo parlato più di quanto abbiamo fatto durante tutta la nostra vita." Benedict si stacca dal muro, portandosi le mani al petto. I suoi occhi non si lasciano sfuggire nemmeno una lacrima. Prende un ampio respiro, schiudendo le labbra impallidite. "Io la amavo, Thomas. Amavo Jane e solo con lei ho imparato cosa significasse tenere così tanto ad una persona. Vi ho sempre rispettato, ho sempre tenuto in mente il fatto che lei amasse soltanto te e me ne rammaricavo, senza tuttavia cercare di cambiare le cose. Non ho mai fatto niente che vi rovinasse, ho rispettato il vostro rapporto e, nel frattempo, ho preferito crogiolarmi nei miei sentimenti, messo in un angolo. Per anni ho cercato di smorzarli, facendo entrare altre donne nella mia vita, ma bastava solo che lei mi chiamasse per farmi prendere un aereo e tornare in Inghilterra per vedere il suo sorriso." La voce inizia a tremare. "Pensavo sempre a te, Tom. Sempre. Non dimenticavo mai che fossi tu il suo compagno. Non ho mai lasciato che Jane scoprisse dei miei sentimenti perché avrei solo rovinato tutto. Lei era tua nella stessa maniera in cui tu eri suo. Io non c'entravo niente, ero solo una persona di contorno che, seppur mi volesse bene, sarei rimasto sempre indietro, sempre al secondo posto rispetto a te. Ed era giusto così, non avrei mai fatto niente che cambiasse tale situazione. Jane mi voleva bene come ad un fratello, ero io ad essermi fatto prendere l'anima da lei senza che lo sapesse. Mi aveva in pugno inconsapevolmente. Spesso mi chiamava per sapere come stessi, ma la maggior parte delle volte mi raccontava di voi, della vostra famiglia e delle litigate che facevate. Ero il suo confidente e quando le ho detto di amarla, lei ha cercato di porre un freno a tutto, mettendo sempre più spazio tra di noi fino a quel fottuto giorno in cui l'alcol non ci ha fatto capire più niente. La gente ha sempre pensato che io abbia approfittato di lei, ma dovresti conoscermi. Abbiamo lo stesso sangue, non sarei mai stato in grado di compiere un simile crimine. Avevo troppo rispetto per lei per ridurmi ad una certa mostruosità. Noi eravamo consapevoli-"
"Basta, Benedict. Sta' zitto."
"No, Tom, non posso stare zitto. Non adesso che finalmente posso redimermi e raccontarti le cose come stanno. Quel 29 Aprile lei mi aveva chiamato per dirmi che era rimasta incinta di me e che voleva raccontarti ogni cosa." Thomas punta i suoi occhi lucidi su Benedict, indurendo la mascella. "Si stava prosciugando davanti i miei occhi e non importava affatto cosa le dicessi io, Jane voleva solo dirti la verità perché eri suo marito, l'uomo che amava con tutta se stessa. Quella macchina non ci ha permesso di mettere un punto alla questione, però è da quel giorno che le sue ultime parole mi riecheggiano nella testa."
Thomas si stacca dal muro. Il suo labbro trema. "Neanche io e lei abbiamo avuto possibilità di parlarne. Di dirci addio. Le sue ultime parole per me sono state Buon lavoro, solo questo. "
Benedict fa un passo in avanti verso il fratello. "Vuoi sapere quali sono state davvero le sue ultime parole?"
"Allontanati" sibila Thomas, stringendo i denti.
"Sceglierei sempre Thomas. E' questo quello che mi ha detto prima che quella macchina ci prendesse in pieno." Tom guarda il fratello negli occhi, serrando le labbra. "Questa frase mi perseguita da sedici anni. Questa frase, e i suoi occhi colmi di lacrime perché sapeva di starmi spezzando il cuore, ma sapeva anche fosse la cosa giusta da fare. Il male minore."
Thomas chiude gli occhi. "Basta."
"No, non basta. Perché io ho bisogno di dirti queste cose, Thomas. Mi hai cancellato dalla tua vita, mi hai evitato e ti capisco, forse anche io mi sarei comportato allo stesso modo-"
"Basta così" continua a dire.
"Ma è giusto che tu sappia che lei ha amato solo te fino al suo ultimo respiro."
"Basta, cazzo!" urla Thomas, spingendosi in avanti e cadendo su Benedict. Margaret lancia un urlo mentre il marito solleva un pugno e colpisce la guancia di Ben.
"No, Tom, no, fermo!" urla la donna, tentando di farsi avanti, ma Benedict le lancia un'ultima occhiata.
"Me lo merito" dice, prima che Thomas lo colpisca ancora e ancora, senza comunque reagire.
"Tu me l'hai portata via!" sputa Tom tra i denti, bloccando il fratello a terra con la mano libera. "Se solo non ti fossi fermato in quella macchina, se solo non avessi acconsentito a vederla, approfittandone mentre io lavoravo mattina e sera per portare i soldi a casa-" Solleva la mano per colpirlo ancora ma Margaret finalmente interviene, bloccandogli il braccio a mezz'aria. Lo zigomo di Benedict inizia a sanguinare e le sue guance sono arrossate.
Margaret tira indietro il braccio del marito e lo fa togliere da sopra Benedict, trascinandolo via. "Smettila, Thomas!" urla, prendendo il viso dell'uomo tra le sue mani gelide. I suoi occhi scuri sono offuscati dalle lacrime. "Tu non sei un mostro, calmati, ti prego."
Le mani di Tom iniziano a tremare. "Tu- tu non capisci-"
"Certo che capisco" dice la moglie, mentre Benedict si mette seduto, portandosi una mano al viso. "Ti ho sempre capito e ti sono sempre stata accanto. Ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta?" domanda, continuandolo a guardare negli occhi. "Avevi queste mani" dice, sollevando il pugno chiuso di Thomas per fargli vedere le nocche spaccate e arrossate. "Da quel giorno ti ho conosciuto sempre di più e abbiamo rivelato la nostra vera natura in quelle camere spoglie e io ho sempre saputo tu non fossi un uomo violento, un uomo che si lascia sovrastare dalla rabbia. Io so perfettamente quanto tu abbia sofferto, ho percepito il tuo cuore in frantumi e la tua anima dissolta. Li ho accarezzati tra le mani, accogliendoli come se fossero i miei, ma sapevo che ce l'avresti fatta. Ti ho incoraggiato, ti ho spinto a volere qualcuno nella tua vita perché conoscevo la solitudine e conoscevo il dolore. Tu hai una famiglia e per quanta sofferenza ti abbiano potuto dare sono le persone che ti amano più al mondo. Tu hai voltato loro le spalle e ti capisco, forse avrei fatto lo stesso anche io, ma prova ad aprire il tuo cuore così come lo hai aperto a me. Avevo anche io un fratello, te lo ricordi? Era la persona più importante della mia vita e se solo lo avessi ancora qui con me... Avrebbe potuto commettere ogni tipo di sbaglio, io però avrei sempre cercato di dargli una possibilità. Nella vita si compiono degli sbagli. Ci sono quelli inaccettabili e quelli per i quali valutare una possibilità di perdono, Thomas." Lo guarda negli occhi e una sua lacrima finisce sulla guancia del marito.
Benedict si è appoggiato al muro alle sue spalle, sfiorandosi la ferita con le dita e guardando il sangue che continua ad uscire.
Thomas tiene la mano stretta in quella della moglie e continua a guardarla negli occhi scuri. Prende un ampio respiro, liberandosi dalla sua presa e stringendosi il polso nell'altra mano.
Si gira a guardare finalmente Benedict, esaminando i suoi occhi arrossati.
Al tempo lui aveva venti anni, Ben quasi venticinque. Sembra passata una vita da allora. Continuano a guardarsi reciprocamente negli occhi mentre Margaret si alza e accende ogni luce di quella casa, andando in cucina per recuperare del ghiaccio.
"Come potrei mai perdonarti?" chiede Thomas a voce bassissima, come se non avesse neanche più un fiato da rivolgere al fratello.
Benedict lascia cadere pesantemente le braccia tra le gambe aperte sul pavimento, guardandolo e scuotendo la testa. "Non ti sto chiedendo di farlo. Volevo solo che tu sapessi la verità."
"Me l'avresti mai detta?" domanda Thomas, ingoiando a vuoto. "Se non fosse stato per Margaret, se non fosse successo niente alla mia memoria... saresti comunque venuto alla mia porta per farti ascoltare?"
Benedict prende un profondo respiro, mentre sente il sangue scivolargli dal taglio sul viso. "Forse no" ammette. "Ma è successo qualcosa nella mia vita che mi ha fatto capire molte cose."
"Ti sei accostato alla fede religiosa?" domanda Tom, mentre Margaret ritorna con un bicchiere d'acqua e del ghiaccio. Lascia il bicchiere nella mano di Thomas, mentre porge a Benedict il ghiaccio da avvicinare alla ferita.
"No, è una cosa completamente diversa" dice Ben, guardando Margaret sfiorare il taglio sullo zigomo. Prende un ampio respiro, poi si decide finalmente a dirlo a voce alta. "Sto per diventare padre."
N/A
Bene, finalmente i due fratelli parlano tra di loro come non hanno mai fatto.
Vorrei precisare che questo capitolo è un po' a favore di Benedict perchè fin dall'inizio è stato dipinto come il cattivo della storia, senza avergli mai dato la possibilità di raccontarsi.
Spero vi piaccia e se volete lasciatemi qualche voto/commento!
Un bacio e alla prossima ❤🍀
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