13. Anima pura
Londra, agosto 2001
"Cosa vi ha spinto a raccontarsi con me?" domanda il dottor Scott, annotando sulla sua agenda la storia di Thomas Saunders.
Il ragazzo di vent'anni è seduto sulla poltrona, le mani unite tra loro e le labbra serrate. Ormai va tutti i giorni dal medico a parlare, a far uscire tutto quello che nasconde all'interno del suo corpo dimagrito e stanco. Racconta ogni particolare, ogni emozione negativa e positiva, ogni ricordo del suo passato, ogni riferimento a quello che ha perso e ha trovato. Le sue labbra lasciano andare un flusso di parole che non avrebbe mai pensato di condividere con uno sconosciuto, eppure sono passati due mesi ed è cambiato tutto.
Raccontarsi è una delle cose più difficili che abbia fatto nella sua vita, esternare ogni suo sentimento, ogni segreto, mettersi a nudo e mostrarsi vulnerabile. Vorrebbe cingersi il corpo con le braccia pallide, stringerle a sè e nascondere la testa, ma gli occhi del medico lo ascoltano più di quanto avesse mai immaginato. Percepisce il suo animo propenso ad accogliere la sua testimonianza e ad aiutarlo. All'inizio non pensava fosse così, ma poi è grazie a Margaret che gli ha dato una possibilità - che si è dato una possibilità.
"E' stata un'amica" ammette al medico, abbozzando un sorriso. "Glielo dico chiaramente. E' entrata di soppiatto nella mia stanza e da lì non è più uscita. Spero capisca quello che intendo."
Il dottor Scott annuisce, giocando con la penna tra indice e medio della mano destra. "Ma preferisco che me lo dica lei, Thomas."
Il ragazzo ingoia a vuoto, a disagio. "L'ho sempre trovata lì, capisce? Non dico che non dorma nella sua stanza o che non passi del tempo nelle sue quattro mura, ma è come se lei sapesse quando ho bisogno di compagnia. Detto così può sembrare che lei sia invadente - lo ammetto, all'inizio non vedevo l'ora che se ne ritornasse in camera sua - ma in fondo speravo rimanesse con me, anche stando semplicemente in silenzio. Mi ha detto che parlare mi avrebbe aiutato e che non si sarebbe mai fatta gli affari miei. Ma continuava a dirmi che parlare con lei, dottore, era l'unico modo per uscire da qui ed io credo di non voler più lasciare il resto del mondo fuori da quest'edificio."
Il dottore finisce di annotare le parole chiave del discorso di Thomas, annuendo ai suoi stessi pensieri. "Lei ha affrontato un dramma, signor Saunders. Credo che questa sua amica le sia stata molto d'aiuto."
"Non dico che io abbia dimenticato quello che mi sia successo - non potrebbe accadere mai - ma lei mi ha aiutato a riempire i miei vuoti, facendomi mettere momentaneamente da parte la mia storia. Non abbiamo mai parlato dei nostri drammi personali, penso che ci siamo aiutati a vicenda senza comunque esplicitarlo a voce alta."
"Mi parli di lei" dice il dottore all'improvviso. "Mi dica di più su questa ragazza."
Thomas si sente la gola secca, leccandosi le labbra. "Non ho niente da dirle, ma non perché non voglia. E' che davvero non so nulla di lei. So che il suo nome è Margaret, che ha la mia stessa età e che le piace la musica classica. Quando stiamo insieme ascoltiamo Stravinsky, Bach o Beethoven ma le melodie che ascoltiamo più spesso sono quelle di Mozart."
Il dottore annuisce. "Crede che questa ragazza possa aiutarlo ancora?"
Thomas scuote le spalle. "In fondo lo ha già fatto un po'. Certo, Jane è sempre lì e quando ci penso mi fa venire voglia di appiattirmi contro il pavimento, rannicchiarmi e di rimanere così per sempre. Margaret mi aiuta a rimettermi seduto, capisce?"
"Quindi ripone fiducia in lei?"
Thomas ci pensa un attimo. "Non la conosco abbastanza."
"Per questo glielo chiedo" continua il dottore. "Confida nel fatto che lei possa starle accanto, signor Saunders?"
Thomas si lecca le labbra. "So troppo poco di lei per poterle rispondere, dottor Scott."
"Eppure mi ha detto che quando ha bisogno di qualcuno, lei è lì ad aiutarlo senza dirlo a voce alta."
Thomas annuisce. "Questo è vero."
All'improvviso il dottore si mette in piedi e chiude la sua agenda. Il ragazzo sbatte le palpebre. "Perché non scrive più?" domanda, grattandosi un lato della testa.
"Perché è finito il tempo della visita, signor Saunders" risponde il medico, avvicinandosi alla porta e aprendola. Thomas rimane stupito dalla rapidità con cui il tempo sia trascorso, così si mette in piedi.
"Allora.." dice, avvicinandosi al medico. "Alla prossima."
"Alla prossima, Thomas" risponde il dottor Scott, sorridendogli cordialmente.
Brighton, agosto 2017
Benedict chiude in fretta e furia la sua valigia, sedendosi sopra nella speranza che la cerniera scivoli lungo le stringhe. Nicholas è seduto sul suo letto mentre Anne è al telefono con Thomas.
"A che ora hai il volo?"
Ben lancia una rapida occhiata al suo orologio costoso da polso, controllando l'ora. "Fra tre ore. Devo prendere il treno e arrivare subito a Londra. Ho dei pazienti di cui occuparmi, domani."
Nicholas annuisce, leccandosi le labbra. "Prima che tu te ne vada.." esordisce a bassa voce, cogliendo tutta l'attenzione di Benedict. Il fratello maggiore si rimette in piedi e si siede sul letto accanto a Nicholas.
"Che c'è?"
"Il giorno dell'incidente io e Tom abbiamo parlato" dichiara, prendendo un ampio respiro.
"Cosa ti ha detto?"
"Che non ce la fa a condividere uno spazio in cui ci sei anche tu. Dice che solo vederti gli procura un gran dolore contro cui combattere, oltre a tutte le dicerie che la gente continua a dire alle sue spalle per colpa tua."
Benedict serra la mascella. "E perché mi stai dicendo tutte queste cose adesso? Non sono una novità per me."
"Perché voglio sapere perché l'hai fatto, Ben. Perché lo hai fatto stare così male? Non dirmi che non sapevi sarebbe successo. Per quello che ha fatto abbiamo rischiato di perderlo, te lo ricordi vero?"
Benedict si porta le mani al viso. "Non voglio parlarne, Nick."
"E invece sì. Devi parlarne con me perché sono stanco di ascoltare solo una versione della storia. E' da tempo che non stiamo da soli noi due. Prima che tu te ne vada a New York, per favore, dimmi perché gli hai fatto un torto così grande."
"Non puoi immischiarti in questa faccenda-"
"Perché no? Ci sono dentro fino al collo-"
"Perché sei l'unico innocente qui dentro, Nicholas!" urla Benedict. "Sei l'unico che non si è macchiato di nessuna colpa e l'unico verso cui Thomas non ha alcun tipo di risentimento. Noi tutti ci siamo dentro fino al collo, tu sei l'unica anima pura in questa famiglia. Forse perché eri piccolo e molte cose non potevi capirle, ma non cercare di prendere una posizione in tutto questo."
Nicholas stringe le labbra. Guarda Benedict negli occhi azzurri, non distogliendo il suo sguardo scuro neanche per un istante. "Dici che io sia l'unica anima pura in questa famiglia.."
"Sì. Lo sei" sussurra Benedict e il senso di colpa gli fa martellare le tempie già doloranti.
"Diciamocelo chiaramente: io non ho mai avuto una famiglia, Ben!" esclama Nicholas con gli occhi lucidi. "Non ho mai visto papà e la mamma andare d'amore e d'accordo, non ho mai visto - che io ricordi, ovviamente - te e Thomas passare del tempo insieme, anche solo seduti accanto allo stesso tavolo. Questa è la mia unica occasione di sentirmi parte di qualcosa e non dico di volermi schierare, ma di sapere la storia. Vivo in quest'odio radicato da che ricordi. Voglio capire da quando è precisamente partito. Solo questo ti chiedo."
Ben lo guarda, ingoiando a vuoto. "Mi dispiace che tu ti senta così, Nicholas. Davvero."
"L'unica cosa che mi tiene legato al nome dei Saunders è questa terribile frattura tra tutti voi. Per una volta, voglio capire perché è successo e tu sei l'unico a potermelo dire. Ti pare che la mamma, crescendo, me ne abbia voluto parlare? Sono sempre stato il piccolino di turno, non avrei potuto capire. Ma cazzo, sono abbastanza grande adesso da sapere perché hai voluto rovinare la vita di Thomas."
Benedict si lecca le labbra. Chiude gli occhi e la gola si fa secca. Non lo sa nemmeno lui perché ha fatto un tale errore nella sua vita. Sono passati sedici anni da quel fatto e ancora non si capacita del perché lo abbia commesso, come se si trattasse di un altro Benedict di cui condivide solo alcune cose del proprio carattere e del proprio aspetto fisico. "Non posso spiegarti le motivazioni, Nick."
"Perché no?"
"Perché non me le spiego neanche io. Ancora oggi non capisco come possa essere successa una cosa del genere, conoscendomi. E' semplicemente capitato, Nicholas, fuor da ogni logica."
"Ma perché lei, Ben. Perché proprio Jane?"
"Perché era l'unica ad essere mai stata gentile con me. Diverse ragazze hanno attraversato la mia vita ma Jane era diversa perché era buona e l'unica vera amica che avessi mai avuto. Da quando Thomas ce l'ha presentata ho provato subito una forte simpatia nei suoi confronti perché era divertente, buona e non vedeva il marcio nelle persone. Tra me e Thomas ce n'era parecchio eppure non ha mai ascoltato quello che tuo fratello le diceva su di me. Si è basata solo su se stessa e sulle sue impressioni." Benedict scuote la testa, perdendosi in quei ricordi piacevoli prima che la vita cambiasse per tutti. "Eravamo molto amici, Nick. Ci confidavamo di tutto. Per questo mi aveva chiesto di farle da testimone al matrimonio. Oltre a Thomas, ero l'unico di cui si fidasse. Le volevo un gran bene e non avrei mai voluto che il tempo se la portasse via."
"E non hai fatto nulla per impedirlo. Non sei riuscito a porti un freno."
Benedict scuote la testa. "Ogni giorno me ne pento, Nick. Ogni giorno, dentro di me, vorrei tornare indietro nel tempo e fermarmi prima del previsto. A quest'ora avremmo Jane ancora con noi."
La conversazione viene bloccata da Anne che appare sulla scena con il telefono vicino all'orecchio. "Ben" lo chiama, spostando gli occhi sui due figli. "C'è Thomas che vuole salutarti."
Nicholas guarda Benedict negli occhi un'ultima volta, poi lo vede alzarsi e parlare al telefono, scambiandosi solo una rapida occhiata.
Londra, maggio 1999
"Discorso! Discorso! Discorso!" urla la folla di invitati seduti ai tavoli rotondi. Il testimone di Thomas ha già proferito il suo elogio matrimoniale, ora tutti aspettano che anche Benedict faccia lo stesso. Infatti si alza in piedi e tutti lo accompagnano con un applauso.
Jane solleva lo sguardo su di lui, sorridendogli calorosamente mentre gli occhi di tutti si riversano sul loro tavolo. Benedict si schiarisce la voce e picchietta sul microfono.
"Spero funzioni- ok sì, mi sentite. Buongiorno a tutti" pronuncia, stringendo le labbra. Non è mai stato particolarmente propenso a stare al centro dell'attenzione, per cui tutti quegli occhi gli fanno agitare il respiro. Jane gli prende la mano e lo rincuora rapidamente, prima di tornare con gli occhi scuri su Thomas e lasciargli un bacio sulle labbra morbide. "Sono pochi i discorsi che ho fatto in tutta la mia vita" continua Benedict, lanciando un'occhiata al padre. "Solitamente il buon caro Edward Saunders detiene questo primato." La folla sorride un po', girando la testa verso il capofamiglia che sorride accondiscendente. "Per cui scusatemi in anticipo se questo discorso sarà un fallimento totale ma credo sia doveroso spendere qualche parola per questa coppia." Benedict lancia una rapida occhiata a Thomas, stringendo le labbra. "Io e Tom non siamo mai andati particolarmente d'accordo e credo che questo accada un po' per tutti i fratelli - tranne con te, Nicholas. Sei ancora piccolo per poter capire."
Nick si sente chiamare e guarda il fratello mentre Anne lo dondola sulle sue gambe fasciate da una gonna a tubino blu. "Molte persone hanno criticato il fatto che io sia il testimone della sposa anziché di mio fratello, ma posso assicurarvi che non è per ripicca nei suoi confronti." Cade il silenzio nella stanza. "Io e Tom ne abbiamo parlato a lungo e se da parte nostra non è stato contestato nulla, non vedo perché dobbiate farvi problemi voi." Benedict lancia un'occhiata alla madre e la vede sorridere con un angolo delle labbra. "Ho accettato la proposta di Jane perché le voglio un gran bene ed è una persona meravigliosa. Sono molto felice di passare al suo fianco questa giornata e - seppur non lo dica spesso - sono felice che Thomas possa averla al suo fianco come compagna di vita. Riuscirete sicuramente a prendervi cura l'una dell'altro nonostante la vostra giovane età e sarete dei grandi genitori quando il vostro primo figlio riempirà le vostre vite. Non posso che augurarvi il meglio." Alza il bicchiere e tutti seguono gli auguri annunciati da Benedict che sorseggia il suo champagne e si siede nuovamente al suo posto, guardando la coppia che sorride e Tom che abbozza un sorriso e gli mima un "grazie" con le labbra rosee. Ben si schiarisce la gola e torna con gli occhi sul suo piatto appena servito.
N/A
Man mano che si procede iniziano a trasparire sempre più dettagli su quello che è successo sedici anni prima 🤗
Lasciatemi qualche voto/commento se vi va e ci vediamo al prossimo aggiornamento!
Un bacio ❤
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