10. Fotografie
Brighton, luglio 2017
Finalmente Thomas esce dall'ospedale senza sedia a rotelle, con la parte destra del suo corpo libera dal gesso. I medici gli hanno dato una stampella per reggersi durante i primi giorni, ma per il resto le lastre dei raggi e le analisi dicono che nel complesso tutto è nella norma. Benedict si è fermato a parlare con il medico di reparto, consultandosi con lui circa le modalità di recupero della memoria. Oltre a ripetergli di aiutarlo a ricordare lentamente i pezzi della sua vita, non gli ha dato particolari consigli. "Ci vuole del tempo" ha affermato il medico, guardando gli occhi azzurri di Benedict fermo lì nel corridoio dell'ospedale mentre Margaret affianca Thomas procedendo verso l'uscita. "Non spetta a voi fornirgli delle indicazioni per aiutare ad accelerare il processo. Potrebbero seguire dei danni. Date al signor Saunders tutto il tempo di cui ha bisogno. Alcuni ricordi possono tornare prima di altri, ma col tempo riuscirà a ricordare i pezzi della sua vita che momentaneamente lo hanno lasciato." Il medico allunga una mano per stringere quella di Benedict e congedarsi. "Posso assicurarvi, però, che vostro fratello l'ho visto molto entusiasta e il suo umore è dei migliori. Credo che questo possa essere inteso perfettamente come un buon torna conto dell'aiuto che gli state offrendo. Ottimo lavoro, signor Saunders. Avere la famiglia così vicino è sicuramente un gran punto di partenza."
Benedict ricambia la stretta del medico, abbozzando un sorriso. "Grazie mille" dice, ma le parole del dottore gli hanno accresciuto il senso di colpa che inizia nuovamente a crearsi nel mezzo del suo petto. Certo, fa di tutto pur di ignorarlo, ma è lì. E glielo ricorda costantemente il battito rapido del suo cuore quando vede Thomas sforzarsi di ricordare.
Una volta ritornati a villa Saunders e varcato l'ingresso, Ben nota Margaret parlare a telefono.
"Oliver" dice la voce della donna, parlando con chiunque ci sia all'altro capo. "Mio marito sarebbe veramente fiero di voi. Sì.." annuisce contro il telefono poggiato sul suo orecchio. "Sì, certo. Hai ragione, fate così. Va bene" Margaret si guarda intorno mentre continua a parlare, poi incontra gli occhi di Benedict fermi nell'ingresso. "Ora devo andare. A presto e buona fortuna." Chiude la chiamata. Infila il telefono in tasca e si avvicina al cognato. "Che ha detto il medico?"
"Che dobbiamo continuare in questo modo" ammette, leccandosi le labbra pallide. "E che è lieto di vedere Thomas così di buon umore." Margaret annuisce mentre sente Thomas ridere disperso in quella casa enorme. Prende un ampio respiro. "Era del lavoro?" domanda Benedict, riferendosi alla chiamata di Margaret.
La donna annuisce. "Sì. I suoi tirocinanti stanno portando avanti le udienze - quelle in cui possano effettivamente operare - e allo stesso tempo stanno archiviando i casi, prendendo tempo. Fanno tutto il possibile per preservare il buon nome di Thomas in tribunale. Ovviamente tutti conoscono cosa sia successo ma si sa, i clienti non vogliono stare ai tempi degli avvocati ma sbrogliare le faccende il più velocemente possibile." Benedict annuisce. "Tu quando torni a New York? Hai anche tu del lavoro da fare, suppongo."
L'uomo si schiarisce la gola. "Ho parlato con i medici. Mi stanno fissando degli appuntamenti fra due settimane, per cui dovrò tornare in America per quelle date."
Rimangono in silenzio mentre Anne li supera vestita interamente di nero, diretta al piano superiore. Margaret nota il viso cinereo della suocera, dopodiché guarda Benedict e prende un ampio respiro. "Non potete trascurare vostra madre-"
"Non la sta trascurando nessuno" replica subito Ben, guardando la donna negli occhi scuri. "E' in lutto. Lo siamo tutti."
Margaret lo guarda attentamente, piegando le sue labbra verso il basso. "Non riesci mai a pensare a due persone contemporaneamente. E' più forte di te."
"Credi che io non mi preoccupi della salute di mia madre? E' rimasta vedova ed io ho perso mio padre-"
"Eppure ora stai solo pensando a come allontare quei ricordi dalla mente di Thomas quando ormai è solo questione di pochissimo tempo. Sai perfettamente che il nome di Jane è perfettamente scolpito nella sua testa e manca davvero tanto così" dice, avvicinando indice e pollice della mano, lasciando nel mezzo uno spazio praticamente minuscolo, "prima che fuoriesca di nuovo. Quando ci siamo conosciuti, era un nome pronto ad uscire in ogni conversazione. Ora che mi ha ricordato, non tarderà a farlo anche la presenza di Jane."
Benedict stringe i denti, lasciandosi andare ad un lungo sospiro. Scuote la testa. Sa che Margaret ha ragione. Jane è pronta a ritornare e a quel punto niente potrà arginare l'inondazione che ne seguirà.
Uno schiarimento di gola fa girare entrambi verso le scale, su cui Thomas si regge con una mano, scendendo i gradini lentamente. "Che succede qui?" domanda, facendo oscillare gli occhi dalla moglie al fratello. Quando poggia entrambi i piedi per terra Margaret gli si avvicina, lasciandogli un rapido bacio sulla guancia ispida di barba.
"Nulla di che" risponde con un sorriso.
Ma solo Benedict si è accorto che Thomas regge qualcosa con la mano libera. Sgrana impercettibilmente lo sguardo, per poi tornare normale appena nota gli occhi del fratello poggiarsi sui suoi. "Va bene" dice Tom, allungando lentamente il passo per avvicinarsi a Ben. "Ho bisogno di te, adesso."
Il fratello maggiore sente i nervi tendersi ancora di più e un brivido gli scivola lungo la schiena. "Per cosa?" domanda, fingendo un tono disinteressato. Allora Thomas allunga verso di lui quello che regge nella mano. Un album fotografico su cui c'è scritto "Guida completa per Thomas Saunders dal 1998. Con amore."
Benedict ingoia a vuoto. "Dove lo hai trovato?" domanda, prendendolo dalla mano del fratello e rigirandoselo tra le dita affusolate.
Thomas scuote le spalle. "In un armadio. Non ricordavo di averli messi tutti lì. Questo è l'ultimo."
Benedict incrocia per un attimo lo sguardo di Margaret e la nota seguire passo dopo passo la piega che il discorso sta prendendo. Poi torna su Thomas. "E perché ti servo io?"
Thomas lo guarda con ovvietà, sollevando le sopracciglia. "Perché Margaret ancora non la conoscevo in quel periodo, se non sbaglio - dato che non è presente in alcuna foto. E ci sono tanti volti che vorrei ricordare meglio e tu sei l'unico a potermi dare una mano. Ma soprattutto vorrei che mi rispondessi ad una domanda.."
Margaret si congeda, sentendo Anne chiamarla dal piano superiore. Fugge appena in tempo, prima che l'atmofera si congeli. Benedict finge un sorriso tranquillo. "Dimmi pure."
"Perché questo è il mio ultimo album fotografico?" domanda Thomas ingenuamente. Fa un piccola risata. "E' come se a partire dalle foto datate 2001 io non fossi più esistito."
Benedict sente una morsa stringersi intorno al suo cuore. Ha ragione Margaret. La storia sta tornando in superficie. Vede gli occhi azzurri di Thomas, nota le sue pupille scure dilatate, i suoi capelli biondo cenere scompigliati, sul viso ombre dei tagli che l'incidente gli ha procurato. E capisce quale sia l'unica cosa da fare.
"Va bene, Tom. Ti dirò tutto quello che vuoi sapere" gli risponde, abbozzandogli un sorriso.
Brighton, Natale 1998
"Solleviamo i calici" dice Edward Saunders, seduto a capotavola. Invita i governanti a prendere un calice pieno di vino e a sollevarlo in aria insieme al resto della famiglia. Le finestre sono chiuse e al di là del vetro il paesaggio di Brighton è desolato in quella fredda giornata di inverno. Ogni abitante di quel piccolo posto nel mondo è rintanato entro le calde e accoglienti mura domestiche e festeggia il Natale con la propria famiglia. Thomas solleva il calice, lanciando una rapida occhiata a sua madre che cerca di tenere il vino fuori dalla portata del piccolo Nicholas seduto sulle sue cosce. Benedict è seduto alla destra del capofamiglia, Thomas alla sinistra e i loro occhi azzurri adesso sono appoggiati sul liquido scuro che il padre fa tintinnare nel suo calice di vetro mentre pronuncia il suo discorso natalizio. Alice è alle spalle di Thomas e gli appoggia la mano libera sulla spalla, stringendogliela calorosamente e abbozzando un sorriso verso la ragazza che, seduta tra Thomas e sua madre Anne, glielo ricambia. Jane sorride a labbra strette, con il calice tenuto in alto e gli occhi che oscillano tra il piccolo Nicholas che gioca con le briciole di pane sparse sulla tovaglia ricamata e Thomas che fugacemente le stringe la mano da sotto il tavolo. "Buon Natale a tutti!" conclude Edward, sollevando ulteriormente il calice. Tutti si scambiano gli auguri, dopodiché iniziano a sorseggiare la calda bevanda alcolica di cui i loro calici sono pieni. Benedict riappoggia il suo sulla tovaglia e si strofina le mani. Dopodiché si mette in piedi e si slaccia l'unico bottone della sua giacca di velluto bordeaux, sorridendo ai suoi familiari.
"Se permettete, vorrei iniziare io con i regali" dice, scostandosi dal tavolo e allungandosi verso i pacchi accatastati sotto l'albero di Natale. Ne prende uno piccolo ed impacchettato con un fiocco blu notte e lo allunga verso Edward che lo guarda stupito, rigirandoselo tra le dita. Lo scarta mentre Benedict sta ancora allungango i regali agli altri seduti intorno al tavolo.
Edward scopre il suo bellissimo orologio con il quadrante rifinito in oro e lo mette subito intorno al suo polso sinistro, Anne allontana dalle mani di Nicholas la sua collana con uno zaffiro incastonato in una montatura di oro bianco, Jane una ventiquattrore in cuoio su cui è stata posta una targhetta d'oro con le iniziali del suo nome, Nicholas si siede a terra e gioca con la sua macchina elettrica mentre Thomas si allaccia intorno al polso il bracciale di argento con la chiusura in oro rosso.
A turno iniziano tutti a distruibuirsi i regali - e da questi non sono esclusi i domestici che gioiscono dei propri regali e li portano nelle proprie camere private - e finalmente Thomas, dopo aver regalato un collana con un ciondolo pieno di swaroszky a Jane, riceve il suo regalo. La ragazza gliene ha fatti due: il primo è un iMac 233 MHz, il secondo un album fotografico fatto con le sue mani. Sulla copertina rilagata c'è scritto "Guida per Thomas Saunders dal 1998. Con amore." e i bordi rifiniti con delle decorazioni chiare.
"Jane" dice Thomas dopo aver riappoggiato lo scatolo del computer sul pavimento ai suoi piedi. Si rigira l'album tra le sue mani, sfogliando le pagine ancora vuote. "Lo hai fatto davvero tu?"
La ragazza annuisce, facendo oscillare i suoi capelli biondo cenere sulle spalle esili. "Sì, ma d'ora in avanti lo faremo insieme" dice nel chiasso della sala da pranzo. Thomas sorride, guardando la ragazza negli occhi scuri. Si sporge su di lei e avvicina il volto al suo con un delicato gesto della mano.
"Ti amo tantissimo, Jane" dice contro le sue labbra carnose, percependo il sorriso della ragazza in tutta risposta.
Benedict accompagna Thomas sul divano nel grande salone, sedendosi accanto a lui. Si appoggia l'album sulle cosce e lo sfoglia rapidamente per accertarsi che nessuna foto possa tradire il discorso che si è preparato nella sua testa.
Tom vede i volti ritratti in quelle fotografie e li osserva assottigliando i suoi occhi chiarissimi. Si sistema gli occhiali con un rapido gesto della mano, poi blocca la mano di Benedict tenendogliela per il polso. "Così mi fai girare la testa. Partiamo dall'inizio" dice, chiudendo l'album e riaprendolo dalla prima pagina. C'è una foto in cui lui e Jane sono fotografati insieme, appoggiati su una panchina lungo la spiaggia. "Lei chi è?" domanda, innocentemente.
Benedict vede Tom e si rende conto che non riesce proprio a ricordarla. Così si lecca le labbra ed inizia a parlare.
"Lei è Jane. E' stata la tua migliore amica."
N/A
Tadaaaan ecco che iniziano ad essere svelati i primi dettagli sul segreto che Benedict e il resto della famiglia stanno custodendo!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Lasciatemi qualche voto/commento 🌸
Credete che Benedict ora inizi a dire la verità? 🤗
Un bacio e alla prossima 💖
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