Prologo

Allison

Tutto ebbe inizio il giorno in cui Adrian Dawson mi invitò al ballo di Natale della Goode High School.
Sembrava un giorno come tanti altri, sveglia alle sei, colazione, viaggio in macchina con i miei fratelli maggiori, entrata a scuola insieme alle mie migliori amiche... e poi, mentre sistemavo i libri nel mio armadietto, Adrian mi si era avvicinato.
Mi sarei aspettata di tutto da lui: eravamo amici fin dalle elementari ed eravamo sempre andati molto d'accordo. Avevamo lo stesso gruppo di amici e perciò uscivamo spesso insieme.
Al primo anno di liceo mi ero presa una cotta madornale per lui e in sua presenza avevo iniziato a diventare nervosa e a balbettare (Adrian non se n'era ancora accorto, per fortuna). Le ragazze del gruppo, Cecily e Brooklyn, lo sapevano e cercavano di trovare modi per farmi stare sola con lui, persino quando uscivamo tutti insieme.
Ma quel giorno di dicembre, Adrian non mi avrebbe chiesto gli appunti di letteratura.
-Ciao Allison. -disse. Sentii le ginocchia tremare: adoravo sentire il mio nome pronunciato dalla sua voce. Era l'unico del gruppo a non chiamarmi "Ally". Non gli avevo mai chiesto perché.
-Ciao. -lo salutai stringendo i libri al petto.
Il ragazzo si schiarì la voce: -Devo chiederti una cosa.
-Gli appunti di letteratura?
-Eh? No! No, non c'entra con quelli...
-Di francese?
-No.
-Storia?
-Ehm, no. Niente appunti... in realtà, io... tutto ok?
Dovevo essere diventata rossa come un peperone. Sentivo caldissimo e le mani iniziavano a sudare.
-Sì, benissimo. -risposi veloce.
-Ok... -Adrian sembrava dubbioso, ma sorrise: -Ad ogni modo, io... volevo chiederti se ti va di venire al ballo di Natale con me.
-A-Al ballo? -balbettai incredula.
-Sì. Sempre che tu voglia, ecco... -si grattò la nuca, imbarazzato. Cavoli, quando faceva così era adorabile!
-I-Io... -non riuscivo a parlare. Incredibile. Il ragazzo per cui avevo una cotta assurda mi stava chiedendo di andare al ballo insieme, il mio sogno stava diventando realtà... e io non riuscivo a dire una frase di senso compiuto.
-Allison? -mi chiamò Adrian preoccupato.
-Sì! -squittii facendolo spaventare.
-Davvero? -chiese poi, come se avesse capito male. Annuii e feci un sorriso timido: -Sì, mi piacerebbe tanto.
-Oh, wow. Ehm... grazie. -disse Adrian facendo un sorriso a sua volta. -Allora vengo a prenderti alle otto?

La sera del ballo ero pronta con circa mezz'ora di anticipo. Non riuscivo ancora a credere che sarei andata al ballo di Natale con Adrian. Lui era il ragazzo più bello della Goode, lo diceva pure il giornalino settimanale della scuola, eppure non si era mai messo con nessuna. Anzi, rifiutava tutte le ragazze che gli chiedevano di uscire e la cosa era abbastanza strana, considerando quanto si divertisse a fare battute scherzose con protagoniste di sesso femminile.
Comunque, ero seduta sul mio letto con addosso il mio vestito rosso e stavo rileggendo una scena di uno dei libri di Percy Jackson, quando il campanello suonò.
-ALLY! È ARRIVATO ADRIAN! -sentii Adam chiamarmi dal piano di sotto.
Rimisi in fretta il libro sulla mensola, presi cappotto e borsetta, spensi la luce e scesi in salotto, cercando di non rompermi le caviglie con le scarpe che mia madre mi aveva costretto a prendere.
Adrian era sulla porta e, appena mi vide, sorrise: indossava uno smoking nero con cravatta e aveva cercato di pettinarsi i capelli biondi sempre in disordine senza successo... ma io amavo quelle sue ciocche bionde scompigliate perciò mi andava bene così.
-Ciao. -mi salutò.
-Ciao. -ricambiai. Poi diedi un bacio sulla guancia ad Adam, che ci raccomandò di fare attenzione, e uscii di casa, chiudendo la porta dietro di me.
-Pronta? -chiese Adrian.
Annuii.
-Mi permetta di accompagnarla alla macchina, Milady. -disse porgendomi il braccio. Risi e mi lasciai condurre lungo il vialetto di casa fino alla macchina nera. Adrian mi aprì la portiera dalla parte del passeggero e salii.
Quando fu salito anche lui, mi porse un piccolo bouquet di fiori rossi.
-Te lo lego al polso. -mi disse. Annuii e allungai il braccio sinistro.
-Grazie, è bellissimo... -mormorai guardando le sue dita legare il nastro rosso al mio polso.
-È una tradizione da mantenere. -disse con aria solenne. -E poi si abbina al tuo vestito. Ti sta benissimo.
Mi sentii arrossire. Per fortuna era sera e perciò il colore delle mie guance venne nascosto dal buio.
Adrian mise in moto e tra noi calò il silenzio. Così decisi di farmi un po' di coraggio.
-Adrian, posso farti una domanda? -chiesi.
-Certo. -rispose lui.
-Perché proprio io? Su tutte le ragazze della Goode, tu hai chiesto a me di venire al ballo con te. -sbirciai nella sua direzione per vedere l'espressione del viso. Sembrava imbarazzato, ma con il buio non riuscivo a capirlo con esattezza.
-Beh, ci sono tanti motivi. -disse fermandosi al semaforo rosso. -Il primo è perché tu... non sei come le altre. In senso positivo, sia chiaro.
-Dici davvero? -domandai sorpresa.
-Sì. Vedi, tu mi fai stare bene. Adoro quando parliamo, anche solo per ripassare insieme qualche argomento di lezione. -rispose Adrian. -Ci conosciamo da una vita, Allison, eppure mi sembra di non sapere nulla di te: ogni giorno scopro qualcosa di nuovo. Non mi succede mai con Cecily o Brook.
Scattò il verde, così il paesaggio riprese a sfrecciare fuori dal finestrino.
Il cuore mi batteva forte. Adrian non mi aveva mai detto niente di simile prima di quel momento.
Mi sembrava di essere in un romanzo: i due protagonisti si rivelano il loro amore dopo tante avventure insieme e...
-Eccoci. -disse Adrian parcheggiando davanti alla Goode.
Scendemmo dall'auto, che lui chiuse a chiave, e ci dirigemmo verso la palestra.

-E poi Percy rivela ad Annabeth il suo punto debole e dice che...
-Ma non avrebbe potuto dirglielo prima?
-No! Dove sarebbe la storia d'amore altrimenti?
Adrian si appoggiò allo schienale della sedia bianca: -Cioè Annabeth rischia la sua vita totalmente a caso?
-Lo fa per amore! -ribattei.
Eravamo seduti ad uno dei tavoli ai lati della palestra. Adrian mi aveva chiesto il motivo per cui amavo i libri di Rick Riordan e perciò mi ero messa ad elencare vari argomenti. Peccato che fargli capire il mio punto di vista non fosse così semplice.
-E com'è che si chiama quello che prende fuoco? Leonidas?
-Leo. -lo corressi. -Ed è il mio bad boy preferito.
Adrian sembrò andare nel panico: -Ti piacciono i cattivi ragazzi? -chiese come se la sua vita fosse dipesa dalla mia risposta.
Mi misi a ridere: -No. È una cosa legata ai libri della seconda saga.
Il ragazzo si rilassò e si mise una mano nei capelli per scompigliarseli come al solito. Avrei voluto farlo io...
Scossi la testa.
"No, Allison" mi dissi, "Non fare cose avventate".
-Ti va di ballare? -propose Adrian guardandomi con quei suoi bellissimi occhi azzurri.
-Sì. -risposi. -Però non sono molto brava.
-Beh, neanche io. Preferisco giocare a lacrosse. -disse mentre ci alzavamo dalle sedie.
-Come Stiles e Scott di Teen Wolf. -feci io.
Adrian rise: -Ma è possibile che trovi un riferimento in tutto?
Risi anche io, un po' imbarazzata: -È più forte di me. -mi giustificai.
Arrivammo alla pista da ballo proprio mentre il dj metteva un lento.
-E te pareva... -borbottai in modo tale che Adrian non sentisse.
Il ragazzo si fermò davanti a me e mi sorrise, poi mi prese una mano e mise l'altra sul mio fianco per avvicinarmi a sé. Iniziammo a ballare.
Non riuscivo a staccare gli occhi da quelli di Adrian che, grazie alle luci soffuse della palestra, avevano assunto il colore del mare in tempesta.
-Hai trovato un riferimento fandom pure ora? -domandò divertito.
-In realtà più di uno. -risposi. Beh, era vero: il Ballo del Ceppo di Harry Potter e Il Calice di Fuoco, Percy che guarda Annabeth nella palestra della scuola di Nico e Bianca e le domanda a chi dovrebbe chiedere di ballare...
Adrian mi sorrise in quel suo modo tremendamente adorabile che solo lui sapeva fare e sentii le ginocchia tremare. Mi sembrava incredibile che quel suo sorriso fosse rivolto proprio a me.
Ad un certo punto, qualcuno mi prese le mani e me le sistemò attorno al collo di Adrian. Poi spostò la mano destra del ragazzo sul mio fianco.
Guardai la persona misteriosa: capelli corti colorati di viola e vestiti neri. Brooklyn Allen.
Non seppi se ringraziarla o maledirla per la situazione in cui mi aveva messa, ma decisi che ci avrei pensato l'indomani.
Quando Brook si fu allontanata con Ruben, il suo ragazzo, tornai a guardare Adrian, che mi sorrise. Lo sentii stringermi a sé, così, in un impeto di coraggio, appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi. Sperai che non si accorgesse del battito del mio cuore, che sembrava peggio della gran cassa di un tamburo.
Quella serata stava pian piano diventando la più bella della mia vita.

Stavo ridendo quando Adrian accostò davanti a casa mia. Aveva appena fatto una battuta che riguardava i nostri amici ed era stata talmente realistica che non ero riuscita a trattenermi.
Mi aprì la portiera e scesi dall'auto, ringraziandolo.
-Ti accompagno alla porta. -disse. Non sembrava ammettere repliche, perciò non dissi nulla e mi misi a camminare al suo fianco. Le nostre mani si sfioravano, mentre la luna illuminava il vialetto.
-È stata una bella serata. -dissi quando arrivammo davanti al portico.
-Bellissima. -convenne Adrian. -Ora non ti metterai a leggere fino a domani mattina, vero?
Risi: -No, non lo farò.
-Mh... -fece lui pensieroso. -Non mi fido. Giura sullo Stige.
-Giuro sullo Stige che non leggerò fino a domani mattina. -dissi solennemente.
Adrian assunse un'aria fiera: -Visto? Imparo in fretta.
-Bravo. -gli tirai un buffetto sulla guancia.
Feci per abbassare la mano, ma lui me la prese nella propria e il mio cuore saltò un battito.
-Sono stato davvero bene con te. -disse dolce.
-Anch'io. -risposi.
Non so come lo vidi, ma sopra di noi notai un rametto di vischio.
-Adrian. Guarda. -dissi indicando in alto. Lui seguì il mio dito e ridacchiò: -Sarà stato Adam?
-Beh, non penso che sia stato mio padre.
Adrian tornò a guardarmi negli occhi: -In questo caso...
Mi prese in viso e in un attimo mi ritrovai a baciarlo sulle labbra con il cuore che batteva a mille.
Da quanto lo aspettavo? Troppo.
Era come me lo ero immaginato? Ma figuriamoci! Fu molto meglio.
-Buon Natale, Allison. -disse Adrian quando si separò da me.
-Buon Natale, Adrian. -risposi.

Fu così che tra me e Adrian iniziò a crearsi qualcosa di speciale. E non iniziò con un'illusione creata da una dea come Jason e Piper e nemmeno con un "Quando dormi, sbavi" come Percy e Annabeth.
Mi piacerebbe dirvi che tutto rimase rose e fiori per molto tempo, ma non posso. Tutto iniziò a cambiare quando avvenne una magia che non so spiegarmi...




*angolo meh*
Benvenuti in questa mia nuova storia semidei!
Per chi ha letto la mia trilogia (Daughter of the Sun, Dreaming of your Eyes e Don't Forget Me) Allison e Adrian sono delle facce già viste, così come altri due personaggi che compariranno fin dal primo capitolo. Dato che i miei piccolini mi mancavano tanto ho deciso di usare loro come protagonisti. Man mano che pubblicherò i capitoli troverete personaggi già presenti nella mia trilogia.
Spero che la mia nuova idea vi piaccia. Avevo voglia di scriverla già da un po' di tempo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top