Capitolo 9

Adrian

-Will? -ripeté Allison guardando il ragazzo nel cassonetto. Poi si voltò verso Piper: -Quello è proprio Will Solace?
-In carne ed ossa. -rispose il diretto interessato dopo che Jason e Percy lo ebbero aiutato a uscire da quella sottospecie di gabbia improvvisata.
-Ma... -balbettò Brook guardandoci. -Non è possibile che anche lui sia qui...
-In realtà io... -iniziò Will, poi sembrò notare solo in quel momento gli altri semidei, che lo osservavano sorpresi. -Ehi! Ecco dov'eravate finiti! Tutto il Campo vi sta cercando da...
-Alt! Time out! -esclamò Percy. -Prima di dirci cos'è successo al Campo, spiegaci cosa ci facevi in questo cassonetto.
-Ero sull'Olimpo per parlare della vostra sparizione improvvisa agli dei, poi non so cosa sia successo... mi sono ritrovato a cadere nel vuoto e sono finito lì dentro. -raccontò brevemente il biondo indicando quella che era stata la sua trappola. -Ma voi perché siete con dei mortali e parlate del Campo come se niente fosse?
Lanciai un'occhiata ai miei amici e i semidei fecero lo stesso tra di loro.
-Will, è una lunga storia. Ti spiegheremo tutto.  -disse Annabeth avvicinandosi a lui, poi fece una smorfia e si tappò il naso. -Ora però è meglio se ti lavi.
-Può venire da me. Abito a dieci minuti di macchina da qui. -proposi prendendo le chiavi della macchina. Il ragazzo annuì e mi ringraziò.
-Ci vediamo a Central Park. -dissi rivolto agli altri.
Così, venti minuti dopo, ero seduto sul divano dell'appartamento dove vivevo con mia madre. Will era sotto la doccia ed io ed Allison lo stavamo aspettando.
La mia ragazza era in cucina e stava prendendo un bicchiere per bere dell'acqua. Mi alzai dal divano, mi avvicinai a lei, l'abbracciai da dietro e misi la fronte sulla sua spalla, inspirando il suo profumo.
La sentii sobbalzare e poi rilassarsi. Lasciò il bicchiere sul lavandino e mi accarezzò i capelli con una mano.
-Che c'è? -chiese. Capii che stava sorridendo.
-Niente. -fu la mia risposta mentre alzavo la testa e Allison si voltava. Era bloccata tra me e il mobile della cucina e le fu un po' difficile.
-Ti va di uscire domani sera? -le proposi. -Dopo la partita possiamo andare a mangiare qualcosa da qualche parte.
-Non lo so. Ho promesso ad Arden che lo avrei aiutato a organizzare la sorpresa che vuole fare ad Emily la sera del matrimonio...
Feci una smorfia: -Uffa. -borbottai. -È da un po' che non stiamo soli, io e te.
Allison fece un sorriso imbarazzato: -Lo so bene, Adrian, ma non posso dire di no a mio fratello. Gliel'avevo promesso...
Mi avvicinai al suo viso e le sfiorai la punta del naso con il mio.
-Però un bacio lo posso avere, vero? -domandai abbassando il volume della voce. Per tutta risposta, Allison si alzò sulle punte e mi baciò sulle labbra, infilando le mani nei miei capelli per giocarci.
Sentii un brivido lungo la schiena appena i nostri corpi si avvicinarono, così strinsi la ragazza a me con più forza. Eh sì, il fatto che quella ragazza mi mandasse letteralmente tra le nuvole solo con un bacio era vera.
-Adrian... -mi chiamò mentre le baciavo il collo, ma non mi fermai. Qualcosina in più potevo permettermela... non c'era nessuno con noi e poi non ci spingevamo mai oltre ai bacetti innocenti.
Tornai alle labbra morbide di Allison, mentre le mie mani vagavano sul suo corpo, ma lei mi allontanò.
-Adrian. -disse con voce ferma. -No.
Lo aveva detto in un modo che mi lasciò spiazzato, il modo che usi quando sgridi un bambino che fa i capricci. Sapevo che non voleva affrontare un passo più grande, ma così mi sembrava esagerato.
-E dai! Non era niente di che... -la stuzzicai. Mi chinai per baciarla, ma lei mi mise una mano sulle labbra.
-Ma io non me la sento ancora. E lo sai bene. -disse guardandomi negli occhi con un'espressione quasi supplicante.
-Ma non c'è bisogno di prendersela così per un bacio! -esclamai appoggiandomi alla penisola dietro di me e incrociando le braccia al petto.
-Non era un semplice bacio! -ribatté Allison alzando la voce.
Spalancai gli occhi, mentre tra noi calava un silenzio tomba. E da quando in qua la mia ragazza si alterava in quel modo quando andavo un pochino più in là del semplice bacio?
-Cavoli, mi ci voleva proprio! -disse Will spuntando dal corridoio con una salvietta attorno al collo. -Mi sento rinato!
Allison e io ci voltammo verso di lui, stupefatti.
-Ho interrotto qualcosa? Va tutto bene? -chiese notando i nostri sguardi sconvolti.
Sospirai: -Non pro...
-BENISSIMO. -rispose Allison con lo stesso tono di poco prima. La guardai: aveva i pugni stretti lungo i fianchi e le tremava il labbro. Ma che cavolo aveva?
-Ehi, non c'è bisogno di arrabbiarsi tanto. -mi difesi. Lei inspirò profondamente, poi andò verso il divano del salotto per prendere il suo zaino.
-Andiamo? -domandò senza neppure alzare lo sguardo su di me. -Vi aspetto giù.
E uscì dall'appartamento, lasciando me e Will ad osservare la porta di legno scuro.
-Che le succede? -fece il semidio aggrottando le sopracciglia.
Sospirai: -Io le donne non le capisco. -poi presi le chiavi della macchina e il cellulare. -Coraggio, andiamo anche noi. Gli altri ci staranno aspettando e ci sarà sicuramente del traffico...

Come previsto, i semidei e i nostri amici erano a Central Park ad aspettarci. Erano seduti sulle panchine e parlavano allegramente tra loro.
-Ehi! -esclamò Ruben. -Ce l'avete fatta finalmente!
-C'era traffico, così siamo venuti a piedi. -spiegai sedendomi pesantemente accanto a Jason.
-Che c'è, Will? -domandò Piper. Spostai gli occhi sul ragazzo in questione e notai che si stava guardando attorno, come per cercare qualcuno, con fare nervoso.
-Nico dovrebbe essere qui in giro... -mormorò.
-NICO? -dissero tutti i semidei insieme facendo saltare in aria sia Will che me.
-Ehm... sì. -rispose Will dubbioso per quella reazione improvvisa. -Doveva andare negli Inferi e così ci siamo separati qui. Lui sarebbe andato alla...
-Alla Porta di Orfeo. -terminò Allison con un tono di voce spento. Non alzò nemmeno lo sguardo.
-Esatto. Come fai a saperlo? -chiese il semidio.
-A questo proposito... -iniziò Cecily, ma non feci caso al seguito del suo discorso. La mia attenzione era incentrata su Allison. Perché faceva così? C'entrava quello che era successo tra noi poco prima? In quel caso non avevo idea di cosa dirle. Non avevo fatto niente di male.
-Dove si trova questa porta? -domandò James risvegliandomi dai miei pensieri.
-Da quella parte. Venite. -fece Percy incamminandosi per il sentiero. Noialtri lo seguimmo, mentre Will chiedeva spiegazioni ad Hazel per quella situazione assurda in cui si erano trovati.
Arrivammo nello spiazzo a nord del laghetto, dove c'era un mucchio di rocce. Lì, trovammo un ragazzo con i capelli nerissimi.
-Non è possibile... -stava dicendo con un tono sbalordito mentre toccava le rocce con le mani. -Perché non si apre?
-Perché in nostri poteri non funzionano qui. -disse Annabeth. Il ragazzo si voltò di scatto.
-Ma che diamine... -mormorò guardandoci uno per uno con i suoi occhi neri.

Dopo una lunga spiegazione per Nico, eravamo ancora tutti insieme a Central Park, mentre la gente affollava le strade di New York per l'ora di punta,
-Speriamo di trovare una soluzione domenica... -disse Jason attirando l'attenzione generale su di sé. -Altrimenti non ho idea di come potremmo fare a tornare a casa.
Annuimmo tutti.
-Per ora pensiamo a dove far dormire Will e Nico. -fece Cecily. -Non possiamo lasciarli per strada.
-Beh, io ho una camera libera. Possono stare da me. -mi offrii. -Non ci saranno problemi con mia madre, considerando che è via per lavoro.
-D'accordo, grazie. -disse Will sorridendomi.
-Bene, se abbiamo terminato io andrei a casa. -mormorò Allison. -Ci vediamo.
E s'incamminò senza nemmeno aspettare un nostro saluto. Jason e Piper si guardarono, poi, dicendoci un "ciao!" si allontanarono per raggiungere Allison.
-Che le prende? -domandò Brook. -Fino ad un'ora fa sprizzava energia da tutti i pori...
-È solo arrabbiata con me. Le passerà. -risposi.
"Anzi, spero che le passi al più presto." aggiunsi mentalmente. Odiavo quando tra me e Allison avvenivano quelle piccole discussioni... perciò non litigavamo praticamente mai.
-Cos'hai combinato? -chiese Annabeth.
-Guarda che le donne sono pericolose da arrabbiate. -sussurrò Percy guadagnandosi un pugno sul braccio da parte della sua ragazza.
-È complicato. -tagliai corto. -Meglio andare per davvero o non arriveremo più a casa.
-Ci vediamo alla partita di lacrosse. -mi salutò Ruben mentre mi allontanavo con Will e Nico al seguito. Feci segno di aver capito, poi mi misi ad osservare i miei piedi e il modo in cui li mettevo uno davanti all'altro per camminare.
"Bravo Adrian. Dovevi proprio farla arrabbiare, idota." Mi dissi con un sospiro.



*angolo meh*
Adrianuccio e la sua fretta...

Buonasera a tutti semidei!
Quanto sono stata brava a pubblicare dopo una settimana? 😏
Anyway. Ho appena iniziato a leggere La Memoria di Babel e ADORO. Ofelia e Thorn sono troppo carini 😍

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