Capitolo 22

Allison

Mi svegliai per colpa di due persone che litigavano.
Quando aprii gli occhi, mi ci volle qualche secondo per ricordarmi che mi ero fermata a dormire da Adrian e che ero nel suo letto, dove ci eravamo addormentati insieme la sera prima (No, non avevamo fatto nulla, mi spiace per quelli che ci speravano). Ero circondata dal suo profumo e devo ammettere che fu abbastanza difficile abbandonare il cuscino per mettermi seduta e cercare di sentire qualcosa. Riuscii a distinguere le voci di una ragazza e un ragazzo, ma non capii nulla di quello che dicevano.
-Adrian... -chiamai allungando un braccio a destra... e non trovando nessuno. Oltre a me, il letto era vuoto. Mi guardai attorno. Dov'era Adrian?
Mi alzai e rabbrividii sentendo il pavimento freddo sotto i piedi nudi. Camminai piano piano per non fare rumore e aprii la porta. Le voci arrivavano dal salotto.
Sbirciai in corridoio e notai Will e Nico affacciati fuori dalla camera degli ospiti, di fronte a quella di Adrian. Dovevano essersi appena svegliati, perché entrambi avevano un groviglio strano in testa, oltre che indossare dei pantaloncini che Adrian usava in casa o come pigiama.
-Psst. Will! -chiamai a bassa voce. Il figlio di Apollo mi vide e mi fece segno di avvicinarmi senza farmi vedere.
Quando fui nella stanza degli ospiti, Nico si sedette sul letto e disse: -È da mezz'ora che Adrian parla con quella ragazza. A quanto ho capito, ieri lei lo continuava a chiamare al cellulare ma lui non rispondeva.
A quel punto la ragazza in questione alzò la voce e ci mettemmo tutti ad ascoltare:
-Scommetto che mi hai mollata in mezzo alla città per andartene con quella là. -era Calliope. -Io non conto niente per te?
-Senti un po'. Io non ti ho mai detto di provare qualcosa per te, o sbaglio? Ti ho sempre considerato un'amica e tu lo sai.
-E il bacio di ieri?
-E inoltre. -la interruppe Adrian, con un tono spazientito. -Non puoi dire che tra noi c'è qualcosa quando sei stata tu a baciarmi e a farti idee strane senza che io ne sapessi qualcosa.
-Tsk! Scommetto che ora quella tua amichetta è qui!
-E se anche fosse? È la mia ragazza!
Il mio cuore accelerò i battiti. Quindi la sera prima non era stato un sogno. Adrian mi aveva chiesto scusa e ci eravamo rimessi insieme per davvero.
-Esci da qui. -disse Adrian.
-Non provare a mandarmi via. Lo dirò a tuo padre! -strillò Calliope.
-Esci. Da. Qui. -ripeté il ragazzo con voce ferma e priva di emozione. Pochi secondi dopo sentii la porta sbattere e così io, Nico e Will raggiungemmo Adrian in salotto. Era in piedi davanti alla porta e si passava una mano tra i capelli.
-Adrian? Tutto bene? -chiesi. Appena alzò lo sguardo e mi vide, sorrise.
-Buongiorno. -disse. -Scusate se vi ho svegliato.
-Nessun problema. -fece Will. -Che cos'è successo?
Adrian sospirò: -Calliope crede che l'abbia presa in giro e che sia uscito con lei per far ingelosire Allison. Sarà un'impresa farle capire che è lei che si è fatta film mentali.
-Oh dei. Mi spiace, amico. -disse Nico.
-Me la caverò. Ora facciamo colazione, altrimenti arriveremo in ritardo a scuola. -tagliò corto Adrian.
Mentre Nico e Will si dirigevano in cucina, mi avvicinai al mio ragazzo (che bello poter dire così!) e gli presi una mano.
-Sicuro che non avrai problemi con tuo padre? -gli chiesi. Lui mi sorrise: -Sicuro. Stai tranquilla. -poi mi baciò. -Buongiorno.
-Buongiorno. -risposi ridendo.
-Sei carina con la mia maglietta.
-Me lo hai già detto quando l'ho messa ieri.
-Ragazzi, ho capito che siete stati lontani per giorni e dovete recuperare, ma potreste rimandare a dopo? -ci chiamò Will dalla cucina. Adrian sbuffò: -Guastafeste...
Ridacchiai... e poi sentimmo Nico urlare e Will che lo chiamava. Ci affrettammo a raggiungerli, ma...
-Dov'è Nico? -chiesi.
-Era seduto lì... ed è scomparso. -rispose Will indicando la sedia vuota. -Come quando fa un viaggio ombra.
-In effetti quello è l'unico angolo più buio della cucina. -dissi. Proprio in quel momento, il cellulare di Adrian squillò.
-È James. -disse mettendo il viva voce per rispondere. -Ehi, amico, che succede?
-Che diamine ci fa Nico nel mio bagno?! -esclamò James. Io e i ragazzi ci guardammo, stupefatti. Com'era possibile che Nico avesse fatto un viaggio ombra?

Quel pomeriggio ci riunimmo a casa mia per parlare tutti insieme. Eravamo seduti in giardino, su delle coperte. Mancavano solo Brook, Hazel e Frank.
-Ma come può essere successo? -fece Adrian dopo che Will ebbe riassunto gli avvenimenti di quella mattina.
-Mi ha totalmente colto alla sprovvista... -disse James a Nico con tono di rimprovero. -Ero sotto la doccia!
-Penso che l'abbia fatto intenzionalmente? Ho il ragazzo! -protestò Nico facendo arrossire Will, che, per mascherare la cosa, circondò il figlio di Ade con le braccia e appoggiò la fronte sulla sua spalla.
-In realtà non è l'unica cosa strana successa stamattina... -disse Percy attirando l'attenzione. Mise una mano in tasca e ci mostrò una penna.
-Vortice? -esclamammo io e Cecily in coro. Il ragazzo annuì: -Non l'avevo quando siamo comparsi qui.
-E stamattina Leo ha evocato il fuoco. -aggiunse Calipso.
-Giuro che non ho incendiato nulla! -fece il diretto interessato alzando le mani.
-Che diamine sta succedendo? -domandò Cecily dando voce ai pensieri di tutti. Lanciai un'occhiata ad Adrian e lui annuì.
-Ragazzi, ieri è successa anche un'altra cosa. -dissi.
-Sì, Ally. Tu e Adrian siete tornati insieme... -fece Ruben, furbo.
Arrossii: -Mentre tornavo a casa, un enorme cane nero mi ha aggredita.
I miei amici mi fissarono, della serie "E cosa c'entra?".
-Quando l'ho infilzato con un tubo di ferro... beh, si è ridotto in polvere. -spiegò Adrian. -E non mi risulta che i cani normali finiscano così, giusto?
-Effettivamente... -commentò Ruben, poi si rivolse ai semidei -E se fosse uscito dai libri come voi?
-È probabile. -disse Annabeth.
In quel momento, Brook, Hazel e Frank spuntarono dalla portafinestra del mio salotto.
-Ditemi che almeno voi avete una buona notizia... -li pregai.
-In realtà sì. -fece Brook mostrandomi il cellulare. -Haley mi ha appena scritto: Rick ci aspetta domani pomeriggio per una bella merenda in compagnia.

Per qualche minuto ci fu il caos.
Appena Brook finì la frase, ci alzammo tutti in piedi e la circondammo per vedere la chat di whatsapp che aveva aperto sul display. Come aveva detto Ruben appena arrivato, il giorno precedente, quando insieme a Brook, Hazel e Frank era andato a Boston, avevano incontrato Haley Riordan, uno dei due figli dello scrittore. Chissà come, il ragazzo aveva creduto alla storia che avevano raccontato sui semidei usciti dai libri e si era offerto di parlarne con suo padre. Ecco perché, per tenersi aggiornati a vicenda, lui e Brook si erano scambiati i numeri di telefono.
-Sei seria?
-È uno scherzo?
-Domani?
-A che ora?
-Come ci andiamo?
-CALMA CALMA CALMA. -intervenne Adrian attirando l'attenzione su di sé. -Una cosa per volta. Il trasporto lasciatelo a me. Chiederò a un dipendente di papà se può prestarci il pullman dell'altra volta.
-È la scelta più intelligente. -concordò Annabeth.
Io però non prestai molta attenzione a quello che dicevano. Il mio cervello si era azzerato: avrei potuto incontrare il mio scrittore preferito senza la preoccupazione che qualcuno aspettasse troppo in fila dietro di me... e pure in casa sua!
Se quella mattina avevo creduto di non essere in un sogno, quel pomeriggio mi ricredetti: era troppo bello per essere vero!
-Allora siamo d'accordo. -concluse James riportandomi alla realtà. -Domani pomeriggio, davanti a casa del padre di Adrian alle 16.

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