Capitolo 21

Adrian

Arrivai in un vicolo isolato e la vidi: Allison era a terra, con la schiena al muro e un mostro davanti: un enorme cane con il pelo nero e la saliva che colava dalla bocca.
Allison era pallidissima e tremava, probabilmente perché aveva una paura folle dei cani.
Dovevo trovare un modo per allontanare quel coso da lei, ma non avevo nulla che potesse essermi utile...
Poi notai un tubo di ferro con la punta leggermente appuntita poco lontano da me. Lasciai lo zaino a terra e presi il tubo, poi inspirai profondamente e urlai: -EHI!
Il cane si voltò verso di me e così fece Allison, che era troppo spaventata per chiedersi come mai anch'io fossi lì.
-Stai lontano da lei. -dissi al mostro, che ringhiò verso di me, ma non si spostò di un millimetro.
Alzai il tubo: -Ho detto: stai. Lontano. Da lei!
Quello mi saltò addosso. Letteralmente.
Ok, lo so che sono bellissimo, però se avesse evitato...
Prima che mi facesse finire per terra, lo colpii sul muso con il tubo, facendolo cadere a terra. Non si mosse più, così raggiunsi Allison e mi inginocchiai davanti a lei.
-Stai bene? -le chiesi controllando che non fosse ferita.
Lei singhiozzò e indicò dietro di me, cercando di dire qualcosa.
Prima che potessi capire cosa stesse succedendo, mi ritrovai a terra, con la bocca bavosa del cane proprio sulla faccia.
CHE SCHIFO!
Esatto, non sono mai stato uno che ama sporcarsi le mani.
Cercai di tirarmi su, ma il mostro mi costrinse a stare giù, facendomi picchiare la testa contro l'asfalto.
-ADRIAN! -strillò Allison.
Per qualche secondo vidi tutto sfocato e non capii più nulla, ma sentivo che quel coso non era più vicino a me.
-V-Vattene! -udii Allison urlare, con la voce rotta dal pianto. -Vai via!
Mi misi seduto a fatica: era normale che il mondo girasse così in fretta?
Sbattei le palpebre, tastandomi la nuca con la mano. Guardai le dita: era... era sangue quello?
Quando il vicolo smise di girare, misi a fuoco la scena: il mostro era di nuovo davanti ad Allison e il tubo che avevo trovato era poco distante da me. Mi allungai e lo presi, poi cercai di alzarmi in piedi.
Riuscii nell'impresa, ma persi l'equilibrio e fui costretto ad appoggiarmi al muro di mattoni di uno degli edifici che circondavano il vicolo.
"Avanti. Devi riuscirci." Mi dissi. "Fallo per lei. Per Allison."
-Ho... detto... -dissi a fatica. -Stai lontano da lei!
Poi feci qualche passo, alzai il tubo e infilzai la schiena del mostro. Subito quello si ridusse in polvere, ma non badai molto alla cosa perché chiusi gli occhi. Il vicolo aveva ripreso a girare.
E qualcuno mi abbracciò, inondandomi con il suo profumo di fiori.
-Miei dei. A-Adrian... -mormorò Allison piangendo.
-Sto... sto bene. -dissi ricambiando l'abbraccio. -Tu?
-Credo d-di s-sì. -rispose lei.
Non avrei mai voluto staccarmi da lei, ma dovetti farlo: -Andiamo via da qui.
Allison annuì tremando, mentre si asciugava le lacrime.
Cercai di fare un passo e per poco non finii per terra. Allison mi prese in tempo.
-Adrian, tu non stai bene. Devi andare al pronto soccorso. -disse preoccupata.
-No, sto...
-E non dire che stai bene, perché non è così. Chiamo tuo padre.
-No. Mi ammazzerà. -dissi. -E non chiamare mia madre. Non voglio che si preoccupi per una cosina da nulla.
Mandai giù un conato di vomito.
-Adrian. Hanno diritto di...
-Ti prego. -la guardai negli occhi.
Dopo qualche secondo, Allison sospirò: -Allora chiamiamo Arden. Ci porterà lui con la sua macchina.
-Ma posso...
-Non ti reggi in piedi e pensi di riuscire a guidare?
Ero troppo stanco per protestare, così la lasciai chiamare Arden e in poco tempo mi ritrovai sui sedili posteriori della macchina di suo fratello, con una benda di fortuna, sdraiato con la testa appoggiata alle gambe di Allison.
Poi sentii qualcuno accarezzarmi il viso e i capelli, con le mani tremanti. Probabilmente Allison non si era ancora ripresa dallo spavento.
Riaprii gli occhi che avevo chiuso e vidi Sbuffo di Nuvola asciugarsi le guance. Le presi la mano e la strinsi nella mia. Lei mi sorrise.

-Ecco fatto. -disse il padre di Allison finendo di legarmi la benda attorno alla testa. -Ora vado a prendere i documenti. Torno subito.
E il dottor Davis uscì, lasciando me ed Allison da soli. Calò un silenzio tombale, grazie al quale sentii il respiro tremante della ragazza.
-È tutta colpa mia. -disse. -Scusami.
-Cosa? -chiesi confuso.
-Io e la mia stupida paura dei cani. Se non avessi reagito come una bambina, magari tu non...
-Non preoccuparti. Ti ha colto di sorpresa: la tua paura era legittima. -Allison non disse niente, così decisi di cambiare argomento. -Allora, hai preso altri libri?
Quella domanda la lasciò spiazzata: -Ehm... no.
-Ah...
Silenzio.
Che imbarazzo... quando eravamo insieme non mi ero mai sentito così. Forse perché non mi ero comportato da idiota con lei.
-Che cosa diciamo a tuo padre? Non possiamo certo raccontare di un mostro del genere... qualunque cosa fosse. -dissi.
Allison ci pensò su, assumendo quell'espressione pensierosa che mi piaceva tanto.
-Un cane randagio. -disse infine. -Un cane randagio di grossa taglia mi ha colta di sorpresa.
Capii al volo: -E mentre stavo passando ti ho vista...
-Il cane ti ha fatto perdere l'equilibrio...
-E ho picchiato la testa.
Ci guardammo negli occhi, complici. Sorrisi e Allison fece lo stesso. Era come se tra noi non fosse cambiato niente. Come se avessimo condiviso ancora qualcosa di speciale.
Dovevo farmi perdonare. Subito.
-Allison, io...
Ma suo padre tornò prima che potessi finire la frase. Si sedette sulla sedia vicino al lettino dove ero seduto io e prese a scrivere qualcosa sui fogli che aveva portato.
-Adrian, devo dirlo a tua madre. -disse. Guardai Allison che mi osservava con la sua espressione da "te l'avevo detto".
-Sì ehm... le dirò tutto io. -promisi.
Poi il signor Davis si rivolse alla figlia: -Ally, accompagnalo a casa. Ok?
Allison annuì, timida.
-Come hai fatto a procurarti quel taglio? -mi chiese suo padre.
-Ho aiutato Allison. Stava essere morsa da un cane randagio. -risposi. -Solo che il cane mi ha fatto perdere l'equilibrio e sono caduto.
Apollo ci guardò entrambi con un'espressione sospettosa, poi si voltò verso Allison: -Dovresti smetterla con questa paura dei cani, Allison.
Lei arrossì e abbassò lo sguardo: -Lo so, papà.
-Ma è stata colta di sorpresa, non è colpa sua! -intervenni.
Ops, pessima scelta. Il signor Davis mi guardò con un sopracciglio alzato.
-Cioè... io... lei non sapeva come reagire. Penso che, se fosse successo a me, anche Allison mi avrebbe aiutato, a prescindere dalla sua paura. Vero, Allison? -le sorrisi, incoraggiante.
Sbuffo di Nuvola sorrise debolmente: -Sì.
Suo padre ci osservò, poi ripose le carte e si alzò: -Va bene. Non è una ferita grave, ma fai più attenzione la prossima volta.
Annuii: -Grazie, signor Davis.
Uscimmo dall'ambulatorio e tornammo da Arden, che aveva deciso di aspettarci nel parcheggio.
Quando arrivammo a casa mia, dopo un viaggio in macchina accompagnato da un silenzio imbarazzante, Allison scese con me.
-Meglio se sto qui. -disse per giustificarsi. Risi: -Va bene.
-E vedete di fare pace, voi due! -esclamò Arden, poi se ne andò.

-Chiamo mia madre. -dissi ad Allison quando chiudemmo la porta del mio appartamento. -Tu fai come se fossi a casa tua. Nico e Will non sono ancora tornati.
Lei annuì, così andai nella mia stanza e chiamai mia madre.
Poi tornai in salotto, dove Allison era seduta sul divano, imbarazzata. Teneva lo sguardo basso, sulle sue mani.
Mi sedetti accanto a lei e le presi nelle mie. La sentii trasalire al contatto.
-Cavolo, sei gelida. -dissi. Allison rise debolmente.
-Mi hai fatto spaventare, lo sai? Quando quel mostro ti ha fatto cadere... -la sua voce si era fatta tremante. -... non ti sei rialzato... e... ed io h-ho pensato che...
-Ehi, sto bene. Stiamo bene. -la interruppi guardandola in viso. Lei mi sorrise: -Hai detto la stessa cosa di Piper in una scena de La Casa di Ade.*
Alzai gli occhi al cielo. Non sarebbe mai cambiata. Però ero contento: l'avevo fatta sorridere.
-Hai fame? -le chiesi dopo un po'.
Allison annuì, poi si alzò, togliendo le mani dalle mie: -Ordiniamo qualcosa?
-Ok. -risposi.
La guardai prendere il cellulare dalla tasca dello zaino, con un piccolo sorriso.
-Continua a sorridere. -le dissi. Lei si voltò e mi guardò, interrogativa: -Perché me lo stai dicendo?
-Perché mi piaci tanto quando ridi.
Allison arrossì e abbassò la testa, come faceva quando era molto imbarazzata.
-Adrian...
-No, ascolta. -la interruppi. -Allison, sono stato uno stronzo con te. Avrei dovuto solo portare pazienza... invece...
Lei non sapeva come reagire.
-Puoi anche non perdonarmi, ti capisco se non vuoi. -continuai mentre mi alzavo e mi avvicinavo. -Ma avevo bisogno di chiederti scusa. Perché io... io...
Le misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le alzai il mento: -Io ti amo, Allison.
Allison si allontanò da me per andare alla finestra e guardare le auto che passavano per strada senza vederle per davvero.
-Adam mi ha detto che per andare avanti basta voltare pagina. -disse stringendosi nelle spalle. -E... ed io ci ho provato. Ora tutti pensano che io stia bene, ma non è così.
Aveva lo sguardo fisso sulle luci della città: -In quella pagina, ci ho lasciato un segnalibro.
Rimasi in silenzio, sentendo il respiro tremante di Sbuffo di Nuvola. Poi mi avvicinai e l'abbracciai da dietro, mettendo il viso sulla sua spalla.
-Allora credo che sia il momento di togliere quel segnalibro e ricominciare a leggere. -dissi. -Possiamo ripartire dall'inizio se vuoi. Dal capitolo uno.
Allison si voltò: -Ma... Calliope... -tentò.
-Ho accettato di uscire con lei solo perché mi ha obbligato. -sospirai e mi morsi il labbro. -Il fatto è che mi manca cercare di capire i tuoi discorsi sui libri che ti piacciono tanto, mi manca il modo in cui ti arrabbi quando leggi una storia e non è come vorresti, mi manca venirti a prendere al mattino per andare a scuola insieme...
Abbassai la testa. Non era un discorso ben organizzato, ma ci avevo provato.
Allison mi mise le mani sulle guance, in modo che la guardassi, e mi sorrise, prima di alzarsi sulle punte e baciarmi.
Rimasi un po' spiazzato, ma la presi in vita e l'avvicinai a me. Mi era mancata tanto.

* La Casa di Ade, capitolo 49

*angolo meh*
Contenti? Ho pubblicato prima!
Forse perché avevo pronta questa parte da un'eternità 😂

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