Capitolo 16

Allison

All'ora di pranzo mangiammo in cortile. Per fortuna Ruben aveva preso i posti per tutti, perciò eravamo solo noi sei seduti al tavolo rotondo.
Ero seduta tra Adrian e Cecily. Mi maledissi mentalmente per essermi trattenuta a parlare con la prof di inglese: quando ero arrivata dai miei amici con il vassoio della mensa tra le mani, l'unico posto disponibile era accanto ad Adrian. Che avevo fatto di male?
Non fraintendetemi, normalmente stavo sempre seduta vicino a lui... ma ero arrabbiata per il giorno prima e meno lo vedevo, meglio era!
Cecily mi distrasse dai miei pensieri.
-Durante l'ora buca ho cercato notizie su Rick Riordan. -disse mostrandoci le screenshots che aveva fatto sul cellulare. -Parteciperà a degli eventi qui a New York. Perciò, se non riusciamo a trovare casa sua, possiamo sempre infiltrarci.
-Ma la gente capirebbe subito che noi siamo ragazzi qualunque. -le fece notare Ruben.
-Non tutti. -rispose Cecily con un sorriso.
-Che intendi? -chiese Brook aprendo la lattina di tè.
-Il padre di Adrian è un imprenditore di successo. -spiegò la nostra amica. -Adrian potrebbe entrare ad uno di questi eventi dicendo di essere lì per il signor Dawson. Sono sicura che lo lascerebbero passare.
-Non sarebbe una cattiva idea. -fece Adrian. -Hai trovato a quali eventi è certo che parteciperà?
Cecily controllò le screenshots.
-Sono tantissimi. -disse poi. -Quello a cui potremmo infiltrarci facilmente potrebbe essere l'apertura di una nuova libreria questo mercoledì sera. Oltre a lui parteciperanno altri scrittori americani.
Annuii: -Ma non possiamo andare tutti. Attireremo l'attenzione.
-E se andassero due di noi insieme a due dei semidei? -propose James. -Se il signor Riordan non dovesse credere a noi, almeno potrebbe riconoscere i suoi personaggi, giusto?
-Di noi sappiamo già che andrà Adrian. -disse Brook. -Secondo me con lui dovrebbe andare Allison.
M'irrigidii.
-Perché io? -domandai. Sperai che nessuno avvertisse la mia tensione nella voce.
-Anche tuo padre è abbastanza noto in città. È un ottimo medico. -rispose Brook facendomi l'occhiolino.
Deglutii.
-Ma non ho dei vestiti adatti ad una festa come quella... -dissi con un filo di voce.
-Te li procurerò io. -si offrì Adrian. Mi voltai verso di lui e notai che aveva un leggero rossore sul collo.
-Ehm grazie.
-Di nulla.
Calò un silenzio imbarazzante.
-Bene... Ora dobbiamo solo dire ai semidei questa idea e decidere chi di loro dovrebbe andare. -fece Ruben per spezzare la tensione.
Annuimmo tutti.

Sospirai. Le prove erano finite da dieci minuti e stavo aspettando Adam fuori da scuola. Quella giornata infernale era terminata... almeno, così credevo.
Sentii la porta aprirsi dietro di me, così mi voltai: Adrian era appena uscito con una mano in tasca e l'altra che giocava con le chiavi della macchina.
-Ciao. -disse.
Io non risposi e tornai a guardare il cellulare. Ero ancora arrabbiata con lui e non volevo che pensasse che le parole del giorno prima fossero un lontano ricordo.
Lui si fermò accanto a me e fece per prendermi la mano, ma io l'allontanai. Lo sentii sospirare.
-Hai intenzione di ignorarmi ancora a lungo? -chiese.
-Non so. -risposi alzando lo sguardo dal cellulare. -Tu che ne dici? Sei geloso anche dei post che guardo su Instagram o posso stare tranquilla?
Adrian smise di far tintinnare le chiavi della macchina, irrigidendosi.
-Allison... -disse solo.
-Sì, è il mio nome. -feci io freddamente. -O ti dà fastidio anche quello?
-Sei arrabbiata.
Mi voltai verso di lui con tutto il corpo, più arrabbiata che mai. Ma che cos'aveva nel cervello?
-Oh, ma che bravo! Ci sei arrivato, eh?
Adrian sospirò: -Io volevo solo chiarire le cose, ieri.
-Chiarire le cose?! -esclamai stupefatta. -Ma se mi hai urlato addosso di essere un'insensibile senza cuore!
-Ascolta...
-No, no. Sei tu che ascolti me. -lo interruppi. -È vero. Non mi sono fidata di te quando mi hai baciata a casa tua, quel pomeriggio, ma questo non vuol dire che mi sono trovata un altro. Se sono completamente a mio agio con Leo o con Jason, è perché non sono loro le persone per cui ho iniziato a provare dei sentimenti diversi al primo anno di liceo. Non sono loro quelli con cui io parlavo sentendo il cuore battere forte o le mani che sudavano. A quanto pare non capirai mai che fatico a esprimere quello che provo.
-Ah certo, allora che mi dici di Ruben e James? -domandò Adrian incrociando le braccia. -Anche loro sono tuoi amici fin dalle elementari, no? Eppure non te la fai sotto appena ti parlano.
Sentii gli occhi iniziare a pizzicare. Volevo andarmene subito da lì... Ma perché mio fratello ci stava mettendo così tanto ad arrivare?
-È così difficile per te da capire? -chiesi. -Non siamo tutti come voi, vostra altezza. Dire "ti amo" a una persona non è una cosa facile. Non sai quanto siano importanti quelle due piccole parole. Io invece sì, ecco perché non ho intenzione di dirtele come se niente fosse. Hai visto James e Cecily. Ci è voluto del tempo, ma alla fine si sono dichiarati. Eppure con loro non ti sei arrabbiato.
Adrian stava per rispondere, ma il clacson di una macchina ci fece voltare verso il parcheggio. Appena vidi la Ford di papà esultai: Adam era alla guida.
Scesi i gradini dell'ingresso e mi fermai sull'asfalto, dando le spalle ad Adrian.
-Ci vediamo. -dissi senza nemmeno voltarmi. M'incamminai verso la macchina grigia con lo zaino in spalla e il cellulare stretto in mano.
Lasciai la cartella sul sedile posteriore, poi mi sedetti al posto del passeggero vicino ad Adam e misi la cintura.
-Ciao. -mi salutò mio fratello con il suo sorriso dolce.
-Ciao. -ricambiai asciugandomi gli occhi di nascosto.
Adam fece la retro e uscì dal parcheggio, immettendosi nella corsia per fortuna libera dal traffico.
-Com'è andata? -chiese.
-Come al solito. -risposi. -L'unica novità è che Cecily e James si sono messi insieme finalmente.
-Beh, era ora.
-Già.
Poi rimanemmo in silenzio. Mai successo.
-Ally. -mi chiamò Adam dopo qualche minuto.
-Sì? -lo guardai: aveva gli occhi fissi sulla strada davanti a noi, ma quando si fermò al semaforo rosso si voltò a guardarmi.
-Perché stavi piangendo?
Mi lasciò spiazzata. Come aveva fatto a vedermi mentre asciugavo le lacrime?
-Non stavo piangendo. -mentii abbassando lo sguardo sul cellulare che tenevo stretto tra le mani.
-Allison, guardami. -disse mio fratello e non potei fare a meno di obbedire. -Cosa è successo?
-Niente. Sto bene. -poi tentai di cambiare discorso, ma non avevo argomenti di conversazione intelligenti, così guardai fuori dal finestrino. -Il semaforo è verde.
Ripartimmo.
-Ally, dimmi cos'è successo. -ordinò Adam svoltando a destra. Mi morsi il labbro.
-Prometti che non lo dirai a papà e Arden? -chiesi implorante.
-Prometto. -rispose lui. -Deduco che c'entri Adrian, giusto? Avete litigato?
Annuii: -Sì. -dissi con un sospiro poi gli raccontai brevemente cos'era successo in quei due giorni.
Nel frattempo arrivammo a casa e Adam parcheggiò la macchina di papà davanti al garage.
-Stai tranquilla. Pian piano riuscirete a chiarire. -mio fratello sorrise. -È il vostro primo litigio. Mi sembra strano che non sia avvenuto prima.
Feci un piccolo sorriso.
-Sai... -fece Adam mentre apriva la portiera. -La mamma deve aver fatto il tiramisù oggi...
Non sentii il seguito: ero già corsa in casa.

Mi ero appena messa il pigiama quando qualcuno bussò alla porta della mia stanza.
-Avanti! -dissi.
Era Piper, che indossava uno dei miei pigiami estivi. Le stava benissimo... forse la benedizione di Afrodite aveva ancora effetto, nonostante fosse stata riconosciuta da molto.
-Ciao. -mi salutò con un sorriso. -Posso?
-La mia regina di bellezza preferita mi sta chiedendo di poter entrare nella mia stanza e secondo te direi di no? -le sorrisi. -Accomodati.
Piper rise ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle. Si guardò attorno: -Mi piace la tua stanza.
-Grazie.
La osservai mentre prendeva i libri sulla mensola e li sfogliava: aveva raccolto i capelli castani in una treccia che teneva appoggiata sulla spalla stile Elsa di Frozen, il corpo magro era fasciato dal mio pigiama bianco e rosa ed era a piedi nudi.
Poi Piper si avvicinò a me, che ero seduta sulla sedia della scrivania.
-Sì, la tua stanza mi piace. -ripeté. Sorrisi, mentre lei si sedeva a gambe incrociate sul letto.
-Prima era la stanza di Arden. -spiegai. -Poi, quando mamma ha scoperto di aspettare me, lei e papà hanno messo due letti nella camera di Adam, che è più grande. E questa è diventata la mia stanza.
-Immagino che quei poster siano tuoi però... -la semidea indicò la porta chiusa, dove avevo appeso il poster dei miei cantanti preferiti.
Risi e qualcuno bussò.
-Sì? -chiesi.
Jason fece capolino dalla porta: -Ciao. -disse.
-Ehi. -risposi. -Vieni. Devo parlarvi.



*angolo meh*
VI CHIEDO UMILMENTE SCUSA PER IL RITARDO!
In questi giorni ho: finito un libro, iniziato e finito il seguito, finito di vedere le Mew Mew, iniziato le Mermaid Melody, guardato e letto Detective Conan, fatto i compiti, fatto esercizio fisico, fatto tik tok e in casa è successo di tutto.
Perciò ho avuto poco tempo per scrivere. Mi dispiace un sacco😢
Spero che questa situazione si risolva presto, però non so se riuscirò a pubblicare tra una settimana esatta...

Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto✌🏻 so che Ally e Adrianuccio sono noiosi mentre litigano, maaaaaaa ci vuole. Perché ho in mente una bella scena e mi serve questo dettaglio 😊... credetemi, io personalmente odio farli litigare...

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