Capitolo 14

Allison

Perciò era ufficiale: dovevamo cercare Rick Riordan. Il problema: come? Secondo problema: sarebbe stato disposto ad ascoltarci?
"Una cosa alla volta" mi dissi. "Oggi goditi la giornata."
Quando fummo ai piedi della collina, decidemmo di andare in spiaggia. Eravamo a Long Island anche per divertirci, dopotutto.
Mentre camminavamo mi misi a parlare con Leo e Frank, facendo domande riguardanti la loro impresa per arrivare in Grecia e sconfiggere i giganti. I due semidei rispondevano e raccontavano dal loro punto di vista delle parti che Rick Riordan descriveva attraverso gli altri.
-E poi Percy si è messo a urlare "Oh no! Frank si sta trasformando in un delfino pazzo!"* -stava raccontando Frank. -Inizialmente non avevo capito dove volesse andare a parare, poi in qualche modo ho fatto due più due. Quando vuole Percy sa ideare piani geniali.
-Secondo me è l'influenza di Annabeth. -commentai.
-EHI! -protestò Percy dietro di noi. -Anche prima di mettermi con lei avevo dei piani geniali! Ricordi quel tipo che vendeva materassi ad acqua**?
-Mmh... va bene. Te lo concedo. -dissi sorridendo.
-Però ammetti che senza di me saresti morto sull'autobus che abbiamo incendiato durante la nostra prima impresa, vero Testa d'Alghe? -fece Annabeth, che camminava a braccetto con Piper.
-Ragazza saggia, questo è un colpo basso. -rispose Percy incrociando le braccia. -Mi dici da che parte stai?
Mentre la figlia di Atena rideva, Adrian mi mise un braccio sulle spalle, avvicinandomi a sé.
-Che c'è? -chiesi, sorpresa.
-Niente. Non posso abbracciare la mia ragazza?
Aveva una strana espressione in viso, quasi arrabbiata. Di solito lui mi prendeva per mano, non mi teneva il braccio sulle spalle così. Diceva spesso che tenersi per mano è un modo per stare a contatto con la persona che ami senza esagerare... non trovate che sia dolcissimo?
Ehm... stavo dicendo?
Ah sì.
Decisi di non fargli altre domande, così ripresi a parlare con Frank e Leo.
-Com'è Roma? -chiesi. -Abisso del Tartaro a parte, ovviamente.
Leo rise: -Non c'è male. Vorrei tornarci solo per provare la vera e propria pizza italiana.
-Anch'io vorrei provare la pizza italiana! -esclamai. -E poi, mia nonna è di origini italiane e un giorno mi piacerebbe visitare la città dov'è nata e cresciuta.
-Sai dire qualcosa in italiano? -chiese Frank curioso.
-Ehm... -arrossii e guardai Adrian con la coda dell'occhio. Sì, sapevo un paio di parole, ma quel paio di parole erano quelle che avrei voluto dire a lui...
Per fortuna non dovetti rispondere, perché eravamo arrivati alla spiaggia.
Lasciammo gli zaini in un posto ombreggiato e stendemmo anche i nostri asciugamani, poi ci mettemmo in costume per fare il bagno. Non c'era nessuno oltre a noi, perciò potevamo goderci la spiaggia e il mare a nostro piacimento.
Come potete immaginare, fu Percy il primo a tuffarsi in acqua.
-TESTA D'ALGHE! VEDI DI NON ANNEGARE! -urlò Annabeth. -QUI NON SEI FIGLIO DI POSEIDONE!
La testa del semidio sbucò dalla superficie dell'acqua e si voltò verso di noi.
-Che aspettate? -fece, rivolto a noi. -L'acqua è perfetta!
Avrei anche potuto rispondergli, ma una visione degna di un dio mi fece dimenticare come si compone una frase di senso compiuto: Adrian si era tolto la maglietta.
Come tutte le volte in cui lo vedevo in costume, la mia temperatura corporea iniziò a salire: Adrian aveva un corpo bellissimo, perfetto in tutto e per tutto, risultato delle ore passate ad allenarsi per lacrosse e della palestra che aveva frequentato per molto tempo.
Aveva scelto di mettersi un costume azzurro che si intonava ai suoi occhi, ma mi affrettai a distogliere lo sguardo per riacquistare un colorito normale quando il ragazzo si stiracchiò, scoprendo un lembo di pelle più chiara rispetto al resto del corpo proprio vicino al laccetto bianco che gli teneva l'indumento stretto sulla vita.
Tolsi maglia e pantaloncini per rimanere in costume a mia volta. Indossavo un bikini color corallo che avevo comprato con mia madre l'estate precedente e che era diventato il mio preferito.
Piegai i miei vestiti con cura e li misi nello zaino, poi presi la crema solare e me la spalmai su tutto il corpo. Anche se era fine maggio, nelle giornate di sole come quella c'era il rischio di scottarsi.
-Allison, mi metteresti la crema sulla schiena? -mi chiese Adrian porgendomi il suo flacone. Annuii e lui mi diede la schiena, dove spiccavano tre cicatrici molto grandi. Adoravo quella sua caratteristica. Era un'imperfezione che lo rendeva in qualche modo perfetto.
Quando finii, lui si offrì di fare lo stesso con me, così raccolsi i capelli e li tenni in una coda con la mano.
Appena le sue mani mi sfiorarono la pelle sentii un brivido e trattenni il respiro, ma Adrian non se ne accorse.
-Mi piace il tuo costume. -mi sussurrò all'orecchio ed io gli feci un sorriso da sopra la spalla.
-Che cos'hai fatto alla schiena? -sentii Piper chiedere dietro di me.
-Da piccolo ho avuto un incidente. -rispose Adrian, poi finì di mettermi la crema. -Fatto.
Lo ringraziai e chiusi il flacone per rimetterlo nello zaino.
Gli altri erano già a farsi scherzi in acqua, così li raggiungemmo di corsa.

-Va bene! Va bene! Tregua! -esclamò Brook dopo circa un'ora. -Chi ha fame?
Non c'era nemmeno bisogno di chiederlo.
Tutto il gruppo corse agli zaini per asciugarsi, considerando che eravamo bagnati fradici. Mi sedetti sul mio asciugamano e ripresi fiato, guardando gli altri: Leo e Percy avevano iniziato subito a mangiare qualcosa, Jason si stava infilando gli occhiali che si era tolto per evitare che si bagnassero, Frank e Hazel ridevano ancora per la reazione di Nico (che era stato praticamente buttato in mare da Will e quest'ultimo sorrideva soddisfatto al suo ragazzo) e Calipso, Piper e Annabeth parlavano con Brook.
All'appello mancavano solo Adrian e Ruben, che erano ancora sul lungomare. Lanciai un'occhiata verso di loro: stavano parlando come se non avessero voluto farsi sentire da nessuno e Ruben aveva un'espressione preoccupata in viso.
-Ally, non mangi? -chiese Brooklyn. Mi voltai verso di lei, che mi guardava con le sopracciglia aggrottate.
-Ehm sì, stavo solo pensando. -risposi cercando il mio pranzo nello zaino.
A quel punto Adrian si sedette accanto a me senza dire una parola e Ruben con lui.
-Tutto bene? -domandò Brook. Il suo ragazzo annuì, poi addentò il suo panino.

Ero seduta sul mio asciugamano con un libro tra le mani. Gli altri si erano messi a giocare a pallavolo poco lontani, ridendo e prendendosi in giro ogni tanto.
-Ehi, Allison! Vieni anche tu! -mi chiamò Leo ad un certo punto.
Alzai gli occhi dalla pagina e scossi la testa: -Sto leggendo!
-Allison. -stavolta era Adrian, in piedi proprio davanti a me. Lo guardai: aveva un'espressione seria e gli occhi azzurri sembravano nascondere una tempesta.
-Dobbiamo parlare. -disse solo.
-Va bene. -lasciai il mio libro nello zaino e mi alzai dall'asciugamano per seguire Adrian poco lontano da lì, in modo che gli altri non sentissero.
-Cosa volevi dirmi? -domandai con un sorriso quando si fermò di fronte a me. Capii che forse sorridere non era stata una buona idea... Il ragazzo aveva un'espressione talmente severa che mi fece desiderare di essere piccola piccola per nascondermi dal suo sguardo.
-A che gioco stai giocando? -chiese solamente.
Aggrottai le sopracciglia: -Eh?
-A che gioco stai giocando? -ripeté. Non che mi aiutasse a capire cosa diamine intendesse. Lo guardai, confusa, così lui indicò gli altri con la testa.
-I semidei?
-Mi sto riferendo a Leo. -disse come se non avessi parlato. -Qual è il prossimo passo? Vi fidanzerete?
Mi lasciò totalmente senza parole. Era... geloso?
Risi: -Adrian, sei geloso?
Lui strinse i pugni, poi incrociò le braccia e respirò profondamente.
-Non sono geloso. -rispose con sorprendente autocontrollo.
-Certo che lo sei!
-Non sono geloso! -ripeté a voce più alta. Ammutolii: quando si arrabbiava, Adrian faceva veramente paura.
-Ehi, stavo solo scherzando. Non c'è bisogno di...
-Stavi scherzando? Hai idea di come mi senta? -indicò di nuovo i semidei. -Vederti tra le braccia di un completo sconosciuto come se niente fosse, totalmente a tuo agio. L'unica cosa che posso pensare è che tra di noi non ci sia più nulla e preferisci non dirmelo per non ferirmi.
-Cosa diamine...
-Ma facendo così mi ferisci eccome. -continuò alzando la voce. -Ci eravamo promessi di dirci tutto, no?
Lo guardai con gli occhi spalancati. Era impazzito per caso?
-È fidanzato e tu lo sai. -mi difesi. Adrian incrociò di nuovo le braccia e si appoggiò con la schiena allo scoglio accanto a noi.
-Anche noi stiamo insieme, ma non sembra importarti più di tanto. -disse guardandomi negli occhi.
-Io... -balbettai sentendo le lacrime minacciare di uscire. Pensava davvero questo di me? Pensava che fossi un'insensibile che spezza il cuore alla gente in quel modo?
-A quanto pare avevo ragione. -commentò distogliendo lo sguardo da me.
Strinsi i pugni, facendo appello alla mia forza di volontà per non mettermi a piangere davanti a lui. Non gli avrei dato questa soddisfazione.
-Se tu pensi che sia quel tipo di persona, allora non mi conosci per niente. -dissi con voce tremante.
-Infatti, Allison, non ti conosco. -fece Adrian tornando a guardarmi. -O almeno non quanto vorrei.
-Ti credevo diverso. -ribattei. -Pensavo che ti fidassi di me, come io mi sono fidata ciecamente di te.
-Ciecamente? -sputò fuori la parola come se fosse stata veleno e si staccò dallo scoglio, mentre io abbassai gli occhi sui miei piedi. -Ma se non hai esitato a mandarmi via appena hai creduto che mi sarei spinto oltre il bacio? Ci conosciamo da una vita, Allison, eppure non ti fidi ancora di me. E non mi sembra di essere...
-Sei un idiota. -dissi lasciando scendere le lacrime sulle guance. Alzai la testa per guardarlo in faccia, in modo tale che vedesse le mie lacrime.
-Scusa?
-Sei un idiota! -scandii ad alta voce.
-Ehi, ehi! -fece Brook mettendosi in mezzo a noi. -Diamoci una calmata, va bene? Che sta succedendo?
Adrian mise le mani nelle tasche del costume: -Succede che qui le cose non vanno come dovrebbero.
E si allontanò.

* Il Marchio di Atena. Quando la Argo II viene attaccata da Crisaore e Percy ha questa idea geniale di far spaventare i pirati - delfino urlando che Dioniso li maledirà.

** Il Ladro di Fulmini capitolo 17. Quando Percy, Annabeth e Grover vanno "Da Crusty, la reggia del materasso ad acqua" a Los Angeles.

*angolo meh*
Questo capitolo è stato letteralmente un parto. Soprattutto l'ultima parte.
Il mio cuoricino si è spezzato 😢...

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