Capitolo 12

Allison

La porta si aprì e una persona entrò nella stanza. Senza pensarci due volte, lanciai la brocca che tenevo in mano addosso alla figura. Questa si scansò, ma la brocca colpì il suo braccio e poi si schiantò contro la parete.
Mentre cercavo di aprire la porta, una luce molto forte illuminò la stanza a giorno. Mi voltai: davanti a me c'era un ragazzo che dimostrava la mia età e con addosso una giacca nera, un paio di calzoni e degli scarponi dello stesso colore. Aveva i capelli biondi, gli occhi più azzurri del cielo limpido dei pomeriggi estivi e teneva una spada e dei pugnali attaccati alla cintura.
Mi indicò con la mano graffiata dal vetro della brocca con fare accusatorio.
-Mi avete tagliato! Avrebbe potuto essere mortale! -esclamò.
-Siete il Magister? -chiesi senza nemmeno rispondere. Lui mi squadrò con un sopracciglio alzato, poi si mise una mano nei capelli per scompigliare il ciuffo biondo che aveva sulla fronte.
-Purtroppo nessuno si è mai riferito a me chiamandomi "maestro*". -rispose con fare quasi melodrammatico. -Come vi chiamate?
-Come mi chiamo?
-Non lo sapete? -domandò scherzoso.
-Siete piombato nella mia stanza, mi avete quasi fatto morire di paura e volete sapere come mi chiamo? -protestai indignata. -Come vi chiamate voi, piuttosto!
-Dawson. -rispose lui. -Adrian Dawson.
Andò alla finestra e scosse la testa, guardando giù.
-No, non possiamo saltare da qui. Voi non siete allenata e potreste farvi male. -disse poi. Tornò da me e mi diede la pietra che illuminava la stanza in mano. -Dobbiamo passare dalla porta.
-Non... non capisco... -balbettai.
-Come fate a non capire? Eppure leggete romanzi! -indicò la pila di libri sul tavolo poco distante. -Ovviamente io sono qui per salvarvi!
Poi si sentì un rumore di una porta sbattuta e Adrian disse una parola che l'eroe di un libro non avrebbe mai detto. Si guardò la mano ferita.
-D'accordo, di questa me ne occuperò più tardi. Ora venite, signorina... ehm...
-Allison. -dissi. -Allison Davis.
Adrian fece un piccolo sorriso, poi tentò di aprire la porta.
-Non funzionerà. Non si apre dall'interno.
-Ah, davvero? -fece lui con un ghigno furbo. Prese dalla cintura una specie di bastoncino con cui disegnò una figura nera sulla porta. Quest'ultima si aprì, rivelando il corridoio buio.
Adrian si rimise il bastoncino nella cintura e mi porse la mano sana: -Venite.
Ero così stupita che ci misi un attimo a rispondere. Guardai la mia stanza.
-I miei libri... -dissi.
-Ve ne procurerò degli altri. -tagliò corto Adrian prendendomi la mano. Uscì dalla stanza, trascinandomi con sé nell'oscurità.

Fu la sveglia a interrompere quel sogno assurdo.
Aprii subito gli occhi, mi misi a sedere sul letto e guardai la porta della mia stanza nella penombra, come se Adrian avesse potuto entrare con una stregaluce in mano per portarmi ad un Istituto di Shadowhunters. Forse avevo letto troppo la sera prima... il libro di Cassandra Clare, che avevo iniziato da un paio di giorni, era sul comodino, esattamente nel punto dove lo avevo lasciato.
Il mio telefono vibrò, così mi alzai e lo presi: Cecily mi stava chiamando.
-Ehi. -dissi portando il cellulare all'orecchio.
-Ciao. -rispose la mia amica. -Volevo dirti che oggi non verrò a Long Island. Non sono molto in forma e voglio evitare di contagiare anche voi. Fatemi sapere se scoprite qualcosa.
-Tranquilla. -tirai indietro le lenzuola del letto. -Percy e Annabeth?
-Verranno da soli alla Goode.
Il mio sguardo si posò sulla foto di Adrian che tenevo sul comodino.
-Sai, Lils, stanotte ho fatto un sogno strano. -dissi dopo un attimo di silenzio. -C'era Adrian.
-Beh, non mi sembra così strano, considerando che fai sogni su di lui fin da quando ti sei beccata la cotta. -Cecily ridacchiò.
-Ah-Ah. Divertente. -commentai alzando le tapparelle per aprire la finestra. -La cosa strana è che eravamo Will e Tessa durante il loro primo incontro ne L'Angelo. Quando lui promette che le comprerà altri libri.
-Esattamente quando mi sono resa conto che sarebbe stato l'uomo perfetto per me. -disse la mia amica con un sospiro innamorato.
-Ma sentila... E James? -uscii dalla mia stanza e scesi le scale. -Ovviamente mi riferisco a James Clare, non a James Carstairs**!
-Lui è un caso a parte. -tagliò corto Cecily. Aveva un tono imbarazzato.
-Mh-Mh. -feci io. -Va bene, ci vediamo. Vedi di rimetterti in sesto o ti mando Will a casa. E intendo Will Solace!
Cecily rise: -Contaci.
Poi chiusi la chiamata ed entrai in cucina, dove trovai Arden occupato a preparare la colazione.
-Buongiorno. -lo salutai. Lui si voltò e mi sorrise: -Ciao Ally. Dormito bene?
-Ho sognato di essere Tessa Gray. Non male come sogno.
-Non ho idea di chi sia, ma ti crederò sulla parola.
Mi avvicinai a lui con le mani sui fianchi: -Ti rendi conto che sposerai Emily Bower, la quale sotto consiglio di sua sorella Cecily ha letto tutti i libri di Shadowhunters, vero? Ti costringerà a leggerli prima o poi, perciò, se vuoi cominciare, la mia libreria è di sopra.
Presi il piatto con i pancake che teneva in mano e mi sedetti al tavolo.
-Vedo che oggi è tornata normale. -commentò Adam entrando in cucina. Guardai i gemelli aggrottando le sopracciglia.
-Eh? -chiesi.
-Ieri sembravi la reincarnazione di Tristezza di Inside Out. -spiegò Arden sedendosi di fronte a me. -Cos'è successo?
-Oh... ehm... -non potevo certo dire ai miei fratelli che io e Adrian stavamo avendo dei problemi. Lo avrebbero ammazzato senza pensarci due volte, considerando che quando avevamo iniziato ad uscire lo avevano minacciato per ore nel salotto di casa nostra.
Per mia fortuna Jason entrò in cucina e potei evitare di rispondere.
-Buongiorno! -lo salutai.
-Buongiorno. -ricambiò lui sorridendo. Poi si rivolse ai gemelli: -Come mai già in piedi, voi due?
-Io ho un appuntamento con Emily. -rispose Arden.
-Io devo andare al lavoro. -fece Adam. Lavorava come infermiere nel reparto pediatria all'ospedale di New York e amava quel lavoro. Forse perché adorava i bambini e organizzava spesso delle sorprese per quei suoi piccoli pazienti.
-Vi devo accompagnare alla Goode? -domandò Arden a me e Jason.
Annuii, poi iniziai a mangiare i pancake che aveva preparato poco prima. Cavolo, come avrei fatto senza quel ben degli dei? Sentivo già la mancanza di Arden, anche se la sera prima lo avevo aiutato senza ripensamenti a organizzare la sorpresa che voleva fare ad Emily quando avrebbero ballato insieme per la prima volta come marito e moglie.
A quel punto Piper entrò in cucina, sbadigliando. Si sedette accanto a Jason, che la strinse a sé e le diede un bacio sui capelli.
-Buongiorno. -disse, dolce. La ragazza mugugnò qualcosa di simile, poi versò del latte nella tazza che aveva davanti.
Dei, non smetterò mai di dirlo: erano così carini!

Quando Arden lasciò Jason, Piper e me nel parcheggio della Goode, il pullman dell'azienda del padre di Adrian ci aspettava con le porte aperte. Non so come avesse fatto Adrian a convincere il signor Dawson a prestarcelo, ma per nostra fortuna aveva accettato.
Adrian, Will e Nico stavano chiacchierando con Brook, Hazel e Frank davanti ad esso, con degli zaini in spalla.
-Dove sono gli altri? -chiese Piper.
-Ruben, Leo e Calipso stanno arrivando. Percy e Annabeth anche. -rispose Brook. -James... beh, lui non lo so.
-È a casa di Cecily. -disse la voce di Percy. Ci voltammo in tempo per vedere lui e Annabeth entrare nel parcheggio a piedi.
-Perché? -domandò Adrian confuso.
-Cecily non sta molto bene e vuole tenerle compagnia. -spiegò Annabeth.
-Beh, speriamo che colgano l'occasione per parlare un po'. -fece Brook lanciandomi un'occhiata. Io annuii: -Credo che domani avremo degli argomenti di conversazione interessanti.
Un quarto d'ora dopo ero seduta su uno dei sedili del pullman. Adrian era accanto a me... ma non ci eravamo detti una parola.
Gli lanciavo delle occhiate di nascosto, mentre lui faceva scorrere i post di Instagram mettendo like ogni tanto. Non mi ero mai sentita così a disagio con Adrian. Mai nella vita.
Così, per vedere come avrebbe reagito, chiusi gli occhi e finsi di dormire, appoggiando la testa sulla sua spalla. Lo sentii sussultare, poi ridacchiare.
-La solita che resta sveglia fino a tardi per leggere e poi ha sonno tutto il giorno. -disse con tono divertito. -Non cambierai mai.
Mi accoccolai a lui, inspirando il suo profumo. Forse non era più arrabbiato con me...

*magister in latino vuol dire maestro. Chi ha letto The Infernal Devices sa chi è e perché Tessa chiede questo a Will appena si incontrano.

**anche qua Allison fa riferimento a The Infernal Devices, precisamente alla coppia di parabatai Will Herondale e Jem Carstairs. ❣️

*angolo meh*
Mentre scrivevo la prima parte del capitolo stavo finendo "La Catena D'Oro", primo libro della trilogia The Last Hours di Cassandra Clare... mi ha distrutta emotivamente... soprattutto la fine.🥺
Oggi invece sono un po' arrabbiata perché hanno posticipato il tour di The Driver Era per sta storia del corona virus. Beh, piuttosto che ammalarmi (o che si ammalino Ross e Rocky) preferisco non andare... però che non lo mettano a fine luglio perché io ho la vacanza studio 🤬

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