Capitolo 1
Adrian
Era un bel pomeriggio di metà maggio ed io mi stavo allenando con la squadra di lacrosse della scuola. Faceva caldo, ma sugli spalti c'erano moltissimi studenti venuti apposta per assistere agli allenamenti. O forse era perché c'erano anche le cheerleader...
-Bel tiro, Dawson. -disse il coach quando uscii dal campo e mi avvicinai alla panchina, dove presi la borraccia per bere un po' d'acqua fresca.
-Grazie. -risposi. Tolsi il casco e bevvi un sorso.
-Spero di vederti giocare così anche alla partita di sabato.
-Ci conti. -dissi rimettendo il tappo alla borraccia. Il coach si diresse verso i ragazzi in campo. Nonostante il suo metro e mezzo di altezza era capace di incutere timore persino agli armadi a due ante che facevano parte della squadra di football. Allison diceva spesso che sembrava un personaggio di Eroi dell'Olimpo, un satiro di cui non ricordavo il nome.
Comunque, mi sedetti in panchina insieme agli altri compagni di squadra.
-Ehi, c'è la tua ragazza sugli spalti. -mi fece notare Peter, uno dei difensori.
Mi voltai e, seduta poco dietro di me, vidi Allison: aveva i capelli castani sciolti sulle spalle, teneva dei fogli in grembo e mi cercava con quegli adorabili occhi nocciola. Mi notò e sorrise. La ricambiai e lei mi salutò con la mano.
-Non vai a salutarla? -chiese Peter malizioso.
Guardai Allison, poi mi rivolsi al mio amico: -Torno subito.
-Chi sono io per fermarti?
Alzai gli occhi al cielo, mi alzai e lasciai la racchetta sulla panchina. Poi mi avvicinai agli spalti. Allison si mise lo zaino in spalla e scese per raggiungermi. Si appoggiò alla balaustra con le braccia e mi sorrise. Doveva piacerle essere più alta di me anche solo per un po' (io però adoravo il fatto che fosse più bassa di me di una spanna. La rendeva ancora più carina).
-Ehi. -dissi.
-Ehi. -ricambiò lei. Mi alzai sulle punte e le diedi un bacio veloce sulle labbra.
-Come sta andando? -mi chiese poi indicando il campo con il mento.
-Bene. Oggi siamo tutti in forma.
-Giocherai alla partita?
-Sì e spero che tu venga a fare il tifo.
-Ho le prove dello spettacolo, ma forse riuscirò a venire all'ultimo quarto.
Storsi il naso: -Allora è probabile che io non riesca a...
Allison mi diede un colpetto sulla spalla: -Prova a far perdere la squadra e ti mollo.
-Il giorno prima del nostro quinto mesiversario? Saresti crudele.
Lei fece spallucce: -C'est la vie.
-EHI, DAWSON! C'È BISOGNO DI TE! -mi chiamò Andrew, un altro difensore della squadra, prima che potessi dire altro.
Mi voltai: -ARRIVO! -risposi, poi mi rivolsi ad Allison: -Ci vediamo dopo.
Lei annuì: -Vai e vedi di non farti male. Non voglio portarti in ospedale dove c'è mio padre. Sai che potrebbe somministrarti qualcosa di strano ora che stiamo insieme.
Sbuffai: -Lo so. È geloso di te. Non serve che me lo ricordi.
Scherzi a parte: il signor Davis incuteva un certo timore. Da quando avevo iniziato ad uscire con sua figlia come più di un amico aveva sempre un'aura scura attorno a sé, come se avesse programmato la mia morte ogni volta che gli passavo davanti.
Diedi un bacio ad Allison, poi rimisi il casco e corsi verso la panchina per prendere la racchetta. Entrai in campo al posto dell'altro attaccante e in un attimo mi ritrovai a correre verso la porta avversaria.
-Passatevi la palla! -urlò il coach da bordo campo. -Forza, Williams, muovere quelle gambe!
Ero a pochi metri dalla porta, ma il mio compagno di squadra era marcato da due avversari. Lasciai un'occhiata alla situazione attorno a me, poi guardai la porta.
-Nick! Di qua! -esclamai sbracciandomi. Il mio amico mi vide e si affrettò a passarmi la palla, che presi con la mazza. Corsi verso la porta più veloce che potei e tirai, facendo gol.
Il coach fischiò la fine della partita (e pure dell'allenamento) e ripresi fiato.
-Grande. -si complimentò Nick dandomi una pacca sulla spalla. Tolsi il casco e gli sorrisi.
-Coraggio, angioletti, alle docce! -ci ordinò il coach.
Quando finii di vestirmi dopo aver fatto la doccia, salutai i miei compagni di squadra e uscii dallo spogliatoio con lo zaino in spalla e la borsa con l'attrezzatura in mano. Sperai di non aver fatto troppo tardi e che i miei amici mi stessero ancora aspettando nell'atrio della scuola.
Stavo camminando lungo il corridoio quando mi imbattei in James e Ruben, gli unici due ragazzi che facevano parte del mio gruppo di migliori amici fin dalle elementari.
James guardava verso l'atrio mentre Ruben gli parlava a bassa voce.
James era sempre stato quello più timido fra noi tre. Aveva i capelli castani, gli occhi azzurri circondati da un paio di occhiali dalla montatura blu... e una cotta colossale per Cecily Bower, nostra amica. Si conoscevano fin dall'asilo, mentre noialtri avevamo fatto amicizia con loro alle elementari. Non so quando il mio amico si fosse effettivamente innamorato di Cecily, ma ogni volta che la vedeva diventava nervoso e sembrava una bomba pronta ad esplodere.
Ruben Johnson aveva capelli e occhi scuri. Dopo un'infinità di tempo si era finalmente accorto dei sentimenti di Brooklyn per lui e si erano messi insieme sotto mio consiglio.
-Ehi, ragazzi! -li salutai avvicinandomi. James fece un salto per lo spavento.
-Ehi. -disse invece Ruben battendo il mio pugno come al solito.
-Che succede? -chiesi squadrando James. Sembrava che stesse per avere un infarto.
-Allison e Cecily sono nell'atrio e James ha deciso di comportarsi da maniaco. -rispose Ruben alzando gli occhi al cielo. Il nostro amico si voltò verso di noi con le guance in fiamme: -IO NON MI STO COMPORTANDO DA MANIACO!
-Certo e mio padre non è il proprietario di una multinazionale. -dissi sarcasticamente. Gli occhiali di James si appannarono. La sua pelle doveva essere ancora più calda di quello che pensavo.
-E dai! La conosci fin da quando avevate il pannolino! -fece Ruben. -Invitala a uscire per... che so... un gelato!
-Ma poi manderei tutto all'aria! -Ribatté l'altro.
Alzai gli occhi al cielo e guardai Ruben. I suoi occhi dicevano solo una cosa: "ci risiamo".
Non era la prima volta che James aveva queste crisi. Doveva essere la sua timidezza.
-Voi la fate facile. -continuò sconsolato.
-Ehi, solo perché sono il ragazzo di Allison non vuol dire che sappia come ho fatto. -dissi alzando le mani.
-Dai, andiamo dalle ragazze. -intervenne Ruben mettendo una mano sulla spalla di James. Per fortuna non ci fu bisogno di trascinarlo, perciò arrivammo da Cecily e Allison con perfetta nonchalance.
-TI LASCIO SOLA PER MENO DI UN PAIO D'ORE E MI COMBINI CASINI! -stava esclamando Cecily con una mano sul viso. Allison sorrideva, imbarazzata.
-Scusa, ma sai che sono impulsiva... e poi non è così grave, dai! -disse.
Appena ci videro, le ragazze interruppero il loro discorso e ci sorrisero.
Diedi un bacio ad Allison, poi salutai Cecily.
-Dov'è Brook? -chiesi.
-Chiusa nella redazione della Gazzetta della Goode. -rispose Allison indicando la porta della classe sede del giornalino scolastico. -È lì da un sacco.
-Ci penso io. -fece Ruben per poi avviarsi verso la classe in questione.
Diedi una spintarella a James per farlo avvicinare a Cecily, ma il mio amico non ne volle sapere di farsi avanti. Così decisi di lasciar perdere. Non volevo metterlo a disagio.
-Cos'hai combinato stavolta? -chiesi ad Allison ricordando ciò che stavano dicendo prima lei e Cecily.
-Nulla. Una cosa tra me e la mia Herondale preferita. -rispose la mia ragazza mettendo un braccio attorno alle spalle dell'amica.
-Ricorda che potrei ammazzarti. -disse lei.
-Nah, in fondo so che mi vuoi bene.
Ridacchiai: quelle due erano incredibili.
A quel punto Ruben tornò da noi trascinandosi dietro Brook. La ragazza aveva gli auricolari nelle orecchie e sembrava entusiasta.
-Lils, ascolta questo pezzo! -esclamò porgendo un auricolare a Cecily.
-Magari dopo. -Ruben le abbassò la mano. Sapeva bene che quando la sua ragazza iniziava ad ascoltare musica punk non si poteva più fermare. Come Allison quando parlava dei suoi amati libri per farvi capire.
Mentre uscivamo dalla scuola, James riuscì a biascicare una frase di senso compiuto (incredibile): -Vi va un gelato?
*angolo meh*
Povero piccolo James.
Buonsalve a tutti! Come va?
Ultimamente mi sta tornando l'amore che avevo per Detective Conan, perciò stasera, al posto de La Spada nella Roccia, guarderò il London Arc che ho registrato su dvd. Ahh la Shinran😍
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