Capitolo 9 - Bambini Innamorati
Erano circa le 23:00 e la festa di compleanno di Sarah non si era ancora conclusa. Come vi avevo detto già prima, Sarah mi chiese di salire con lei in camera sua e io accettai il suo invito senza pensarci due volte.
Non riuscivo a capire il perché della sua strana richiesta, ma se c'era una cosa che ero riuscito a comprendere... quella era la sua gioia. Forse era felice per il bracciale con le perle azzurre che le avevo regalato. O forse era felice semplicemente perché io ero lì con lei? Quando salimmo in camera sua, riuscii a trovare finalmente le risposte alle mie domande.
- Mamma, vado un attimo sopra in camera con Jacob!
- Va bene, Sarah. Non restate là per troppo tempo, non vorrai mica lasciare gli altri da soli! Ricorda che tutti loro sono qui per te. - rispose sua madre.
- Stia serena signora, facciamo subito! - la tranquillizzai.
Entrammo subito in camera e Sarah cominciò a guardarmi con aria incuriosita.
- Jacob. Che succede?
- Niente, Sarah. Perché?
- Beh, ti stanno tremando da impazzire le mani!
Era vero, cominciavo a sentirmi veramente strano. Ero davvero tanto nervoso, ma non riuscivo a capirne il motivo.
- Lascia stare, non è niente!
Sarah si mise a ridere avvicinandosi a me.
- Non ti senti mica a disagio, vero? Jacob, siamo migliori amici! Ci conosciamo ormai da cinque anni!
- Non è quello, Sarah... è che... io...
- Shh. Rilassati, Jacob. - mi zittì mettendomi la mano sulla bocca.
Come potevo rilassarmi, Sarah?
Dovevo dirle qualcosa. Ne avevo bisogno. Qualcosa che però... non riuscivo neanche a comprendere e ad esprimere.
- Mi hai fatto un regalo fantastico. - affermò Sarah scuotendo il braccio e facendo tintinnare il suo nuovo bracciale.
- Beh, sì, è stato molto difficile per me scegliere il bracciale adatto a te. Ma alla fine ho deciso di prendere il bracciale con le perle azzurre proprio per il colore dei tuoi occhi, azzurri come il mare.
Fu un momento molto dolce e romantico... se solo non fosse stato per l'ennesima risata improvvisa di Sarah.
- Cosa c'è, che cosa ho detto adesso di divertente? - domandai confuso.
Mi misi a ridere pure io, ma non per quello che dissi, bensì per la sua stessa risata. Quel dolce faccino sempre sorridente non poteva non rendere allegro anche me.
- Jacob, hai fatto la scelta giusta. Adoro questo bracciale! Ma in realtà, per "regalo fantastico" non intendevo proprio il bracciale. Cioè, anche quello! Ma c'è un altro regalo che mi hai fatto, che conta più di qualsiasi altra cosa.
- Ehm... penso proprio che ti stai confondendo, Sarah! Il mio unico regalo è stato quello.
- No, Jacob, non è vero. C'è un altro regalo che mi hai fatto. Un regalo che mi hai fatto da tempo, ma che sento di aver ricevuto in particolar modo adesso.
La mano sinistra cominciò nuovamente a tremare. Alzai la mano destra per cercare di fermare il tremolìo dell'altra mano, ma la mano destra di Sarah mi precedette.
- E c-cosa sarebbe questo regalo di cui tu parli?
- La tua presenza nella mia vita, Jacob. Da quando ti conosco, sono sempre stata felice. Prima di conoscerti ero molto timida, infatti non avevo molti amici nella scuola materna in cui andavo. Grazie a te, sono riuscita a battere la mia timidezza e a farmi nuovi amici. Abbiamo passato tantissimi momenti insieme. I pomeriggi al parco, a fare i compiti insieme. Le giornate passate con Amelie e Henry... ma un pomeriggio che mi è rimasto particolarmente impresso nella mente, è quello in cui siamo diventati migliori amici. Da quel momento, Jacob... ti ho sempre considerato come un fratellino. Un fratellino su cui potere contare sempre.
Dopo quello che mi disse, senza che me accorgessi, delle lacrime cominciarono a scivolare sulle mie guance.
- Jacob... stai piangendo. Non voglio che tu pianga. Dai, io ti conosco! Sei la solita persona sempre buona e felice che riesce a portare allegria a tutti e che non riuscirebbe mai ad essere triste, neanche nei momenti negativi! - esclamò lei strofinando le mani sulle mie guance per asciugare le lacrime.
Ed è proprio qui che ti sbagliavi, Sarah. Ma è ancora presto per parlarne...
Non sapevate ancora.
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- Non piangere, dai. Se no finisce che mi metto a piangere pure io...
- Sarah... queste che mi stanno cadendo non sono semplici lacrime. Queste sono dovute alle cose belle e dolci che mi stai dicendo. Diciamo che sono delle lacrime... di gioia.
- Ecco, adesso mi metto a piangere pure io! - disse singhiozzando - Ma... se sono lacrime di gioia, come dici tu... allora sono felice di piangere per te, Jacob.
- Ti voglio un mondo di bene, Sarah.
Lei cominciò ad abbracciarmi e a strofinarsi su di me, come fanno solitamente i gattini quando cercano affetto dai propri padroni umani.
- Jacob, io... - sussurrò lei.
- Cosa, Sarah?
- Ehm, io... - tossì volontariamente, tenendo le mani dietro la schiena - ... io ti ho fatto un regalo.
- Davvero, Sarah? E p-perché mai? Insomma, sai che non è necessario un regalo per dimostrarmi il tuo affetto... mi basti tu.
- N-No, Jacob. Non è quello, è solo... uff! - sospirò Sarah facendo svolazzare i suoi lunghi capelli biondi - Ho provato diverse volte a dirtelo, ma serviva un regalo per farti capire... per farti capire davvero, intendo.
- Farmi capire? Cosa vuoi farmi capire?
- Aspettami qui, arrivo subito!
A me non importava davvero di un regalo. Mi bastava solo la sua presenza per essere felice. Ma appena mi mostrò il suo regalo... capii perché ebbe il bisogno di farmelo, per dirmi quello che aveva dentro di sè.
- Eccomi! Chiudi gli occhi. Quando sei pronto a vedere il regalo, dillo.
- Sono più che pronto, Sarah.
- Va bene, allora... apri gli occhi!
Spalancai gli occhi e... oh, Sarah...
- È un disegno. È un disegno... bellissimo.
- Sì! Che ne dici di osservarlo nel dettaglio insieme a me?
- Certo. Allora... ci sono due bambini seduti sopra un letto, un maschio e una femmina. Sono vicini a una finestra, ed è possibile vedere delle luci che provengono da fuori.
- Nient'altro?
- Mh, non saprei... dammi un indizio.
- E va bene. Guarda attentamente i due bambini.
- Okay... il bambino ha dei capelli mossi nero corvino e gli occhi castani, mentre la bambina ha i capelli biondi e gli occhi azzurri. Lei bambina ha anche la mano destra poggiata sulla mano sinistra del bambino. Lui ha in mano un foglio... aspetta un attimo. Sarah, siamo noi?
- Esatto, Jacob! Adesso... ti manca da scoprire un ultimo particolare.
Guardai attentamente ogni singola parte del disegno, ma non trovavo niente di nuovo. Mentre cercavo l'ultimo dettaglio, Sarah continuava a starmi attaccata e con la coda dell'occhio intravidi che continuava a guardarmi con il suo meraviglioso sorriso. Poi, mi venne l'idea di girare il foglio. Appena girai il foglio, riuscii a comprendere ciò che lei aveva bisogno di dirmi.
- E se ci fosse qualcosa dietro il foglio? Mh... proviamo a vedere.
Dietro il foglio c'era un cuore gigante colorato e con all'interno una frase.
- "I Love You". "Ti amo". Sarah...
- Jacob... non sapevo come dirtelo, quindi ho deciso di fare un disegno per fartelo capire.
- Sarah... ora capisco cosa provo. È da molto che mi attrai particolarmente. Ho sempre provato a fartelo capire, ma senza riuscirci. Adesso riesco a spiegare quello che provo per te, Sarah. Forse siamo ancora troppo piccoli, ma è più forte di me. Sarah, io... penso di provare qualcosa di forte per te.
Non sai quello che stai facendo.
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- Jacob... sai, visto che lo fanno tutte le persone che si... "amano"... vorresti baciarmi?
- Mi farebbe davvero tanto piacere farlo, princess.
- Ne sono davvero grata, prince. - mi rispose accarezzandomi la guancia.
Stai firmando l'accordo.
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Dopo esserci guardati negli occhi, dentro di noi si accese la scintilla. Quello, fu il nostro primo bacio. Un bacio di due bambini che prima erano semplici amici. Due bambini che poi divennero qualcosa di più, migliori amici. Due bambini che alla fine, divorati dall'affetto che ognuno aveva per l'altro, riuscirono a fidanzarsi, nonostante la piccola età.
Accordo accettato.
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Merda... no, non di nuovo. Ti prego, fermati. Le orecchie stanno ricominciando a fischiare... il dolore sta ritornando.
- È stato bellissimo. Il bacio, intendo.
- Anche per me è stato bellissimo.
- Jacob, promettimi... promettimi che non ci lasceremo mai. Promettimi che rimarrai sempre con me. Promettimi che rimarremo per sempre uniti.
- Sì, Sarah. Te lo prometto. - le risposi.
Ancora promesse, che si aggiungevano già alle altre fatte a mia sorella in passato. Ma quante di queste sarebbero state realmente mantenute?
Tuttavia, in quel lasso di tempo eravamo proprio dei bambini tenerissimi... dei bambini innamorati.
- Dai, andiamo fuori dagli altri. Diamo la notizia a tutti! - proposi.
- Va bene. Dammi la mano, e corriamo fuori. Oh, e il disegno... è davvero un regalo. Tienilo per sempre, non buttarlo mai. - mi raccomandò lei.
Da quel giorno, io cominciai a chiamare Sarah "principessa", mentre lei mi chiamava "principe". Che dolci, vero? Già... peccato che quei tempi siano andati. Magari ritorneranno... o forse no.
- Oh, eccovi finalmente qui! Ma cosa avete fatto sopra voi due?! - chiese spiegazioni la madre di Sarah.
- Mamma, io e Jacob... ci siamo innamorati! - ammise Sarah cercando il contatto fisico su di me.
La mamma di Sarah rimase sconvolta dell'affermazione della sua cara figliola e avvertì immediatamente suo marito della recente notizia, con le lacrime che le scendevano dagli occhi.
- Aspetta... davvero?! Tu e Jacob... oddio, oddio. Ho bisogno di un po' d'aria. Tesoro, nostra figlia ha già trovato un compagno!
- Che cosa?! Ho sentito bene, cara? - domandò dubbioso il padre - E chi sarebbe il fortunato con cui si è messa? Aspetta... che sia Jacob?!
- Esatto, caro, hai capito bene. Sarah e Jacob sono diventati fidanzati! Si amano! - gridò lei stupefatta.
- Corriamo ad avvisare tutti, bisogna festeggiare il doppio! E come minimo, la festa viene prolungata di almeno un'altra ora, sappiatelo! - ci avvisò suo padre.
Io e Sarah corremmo a gambe levate insieme ai suoi genitori fuori, dove c'erano gli altri bambini e i restanti familiari di Sarah.
- Famiglia e amici di Sarah, abbiamo un annuncio da farvi! Vi comunichiamo che nostra figlia e Jacob sono diventati ufficialmente... fidanzati!
A quella dichiarazione, seguirono urla di gioia e stappi di bottiglie. Amelie, appena seppe dell'accaduto, si recò immediatamente da noi due per abbracciarci e farci gli auguri.
- Brother, Sarah, sono felicissima per voi! Sapete, vi ho sempre visto come una bella coppia!
- Grazie, Amelie! - replicò Sarah.
- Grazie, sister! Finalmente siamo riusciti a dirci quello che, a quanto pare, avevamo dentro da tempo entrambi.
- Fratellino, appena torniamo a casa mi racconterai tutto nel dettaglio, promettimelo! - mi susurrò Amelie.
- Certo, sorellina. Saprai assolutamente tutto! - le risposi.
L'unica persona che non sembrava essere davvero felice era Henry.
Appena vide noi due intenti a stringere le nostri piccole e affettuose mani, egli comprese in un batter d'occhio che era scoppiato qualcosa tra me e Sarah, e mostrò un affabile sorriso... ma lo conoscevo ormai fin troppo bene. Quello non era il suo vero sorriso.
- Oh, Jacob! Quindi alla fine vi siete fidanzati...
- Eh sì, Henry!
- Ehm, scusate ragazzi ma io sono molto stanco... ho bisogno di andare a casa. E... stai tranquillo, Jacob, mio padre sta già venendo a prendermi.
- Oh... va bene, Henry. - risposi insospettito.
Feci allontanare un attimo Sarah per parlare in privato con Henry.
- Henry, so che posso sembrare ripetitivo, ma...
- No, Jacob. Ti ho detto che non ho niente. - mi interruppe, come se già sapesse cosa gli stavo per dire.
- Henry, perché ultimamente ti comporti così con me? Da quando io e Sarah siamo diventati migliori amici, sembra che tu non mi voglia più bene come prima.
- Beh... perché, tu invece ora come ora mi vuoi bene come prima? Come cinque anni fa? A me non sembra proprio, sai?
- Henry...
- Rifletti prima di parlare, Jacob. Ricordi quando ti raccontai dell'incubo che feci cinque anni, in cui avevo il timore di perderti? Ecco... più giorni passano, più quel lontano incubo sembra diventare un'imminente realtà. Adesso devo andare, mio padre è arrivato. Ci vediamo a scuola, "amico".
Rimasi senza parole. Henry ormai mi vedeva come un semplice amico. Non ero più il suo migliore amico. Sentii il mio cuore spezzarsi per ciò che lui mi aveva appena detto, ma forse... anche il suo cuore, in quel momento, si trovava in mille frantumi. E probabilmente anche più del mio.
Io almeno avevo Sarah al mio fianco, oltre ad Amelie. Lui, invece... sembrava che si sentisse da solo, e abbandonato da tutti, come se il mondo intero si fosse completamente dimenticato della sua esistenza.
Era nel torto lui? O in realtà ero io nel torto? Ero riuscito ad esprimere quello che avevo dentro a Sarah... ero riuscito a trovare il mio primo amore... ma a che prezzo?
Fu proprio quello il momento in cui cominciarono a scatenarsi i primi guai, anche se non si direbbe alla semplice apparenza. Ma presto... riuscirete a vederli, coi vostri stessi occhi.
Adesso che vi ho parlato di questi eventi, è arrivato il momento di farmi coraggio.
Jacob... fatti forza. Sarà dura parlarne, ma devi farcela. Non puoi arrenderti già da adesso. Siamo ancora all'inizio e hai ancora tanto da raccontare. Non gettare la spugna, e continua il tuo percorso.
Perdonatemi. Potrei sembrarvi enigmatico, fin troppo, ma... presto capirete.
È arrivata l'ora di parlarvi di quella sera, quel fatidico momento che vi ho accennato prima di iniziare a raccontare la mia storia e del quale in tanti, suppongo, siate curiosi di sapere di più.
Quella sera in cui la felicità di cui tanto avevo goduto da bambino si sarebbe polverizzata.
Sì... lo vedo.
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Quella sera... in cui la vita decise di tradirmi.
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