-F*ck off-
Sud Corea's POV:
Le prime luci che rividi quando mi risvegliai, erano accecanti, come dei fari artificiali. E in effetti lo erano, dopotutto. Un piccolo tubo trasparente che si inerpicava nel mio naso, mi solleticava leggermente le mie narici mentre quasi mi sembrava non avere più il controllo del mio respiro. E sapevo il perché: Francia mi aveva colpito ad un polmone e quindi non potevo ricevere ossigeno senza l'aiuto di quella macchina. O almeno, non ci riuscivo.
<<Che dolore...>>
<<Mi pare ovvio, sei stata sparata.>>
Ribatté una voce alle mie spalle mentre mi mettevo debolmente seduta su quella fredda barra di metallo, su cui giacevo. Strisce colorate di rosso, blu e bianco correvano orizzontali sul suo viso, mentre con un camice bianco pallido avanzava verso di me: Lussemburgo, il grande tuttofare.
<<E-Ehy...>>
Feci un leggero sorriso debole, mentre il collega di Inghilterra ricambiava con una smorfia. Si avvicinò a me e, con molta lentezza, inspirò per farsi forza: però io lo guardavo confuso, non capivo nulla.
<<Stasera, Uk sarebbe dovuto tornare da una missione, ma non la ha ancora fatto. Io e Giappone andremo a controllare, tu resta qui, ok?>>
Una fitta al petto, peggiore di quella dello sparo, mi colpisce proprio nel cuore: sapevo perfettamente che Inghilterra era nei guai. Non era un buon segno questo. "Velocemente" (se così si può dire) mi alzai, quando Lussemburgo mi fece ri-sedere.
<<No, tu non vai da nessuna parte in queste condizioni. Ci pensiamo noi adesso.>>
La sua voce, la sentii che si allontanava: se ne stava andando a prepararsi, mentre io mi organizzavo mentalmente cosa avrei fatto: Avrei aspettato che sarebbero andati alla macchina mentre io mi sarei presa velocemente un'arma, dopodiché mi sarei nascosta dietro l'auto e li avrei seguiti: So che non ero nelle condizioni migliori, ma potevo farcela.
O forse no?
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<<Prestiamo attenzione, ok, Giappone?>>
Disse la voce di Lussemburgo in lontananza, mentre stavano entrando nella vecchia casa in stile orientale di mio fratello. Decorata con diverse lampade arancioni color pastello che illuminavano tutta la abitazione, esse lasciavano un tocco di classe molto elegante.
L'unico dettaglio che non quadrava, è che c'era sangue D'APPERTUTTO. Ma davvero ovunque. Da ogni parte che ti voltavi, c'era sempre una chiazza di sangue ad aspettarti. Mentre scendevo e seguivo i nostri alleati, iniziai a tossire debolmente: senza quel apparecchio che mi aiutava non potevo resistere per molto. Ma dovevo farcela.
Avanzai entrando nella residenza, da cui moltissimi stati del mondo fuggivano impauriti come il Venezuela, Israele e Finlandia: probabilmente molti erano stati invitati per un party, un party della morte.
<<CA**O, UK!>>
La voce di Lussemburgo improvvisamente si fece stridula, mentre percorreva le scale: i passi si velocizzavano e l'odore della loro anima impaurita si faceva più forte. Ma le mie gambe, stavano lentamente diventando più deboli mentre il dolore si espandeva a tutto il corpo. Ansimai, mentre cercavo di calmarmi, invano.
<<LASCIALO ANDARE!>>
La voce di Jap si fece tremante, mentre si sentiva il "Clic" inconfondibile di una pistola pesante: No, avevo già capito cosa stava succedendo. Non mi piaceva affatto.
<<MOLLALO, NORD COREA!>>
<<Altrimenti? Mi ucciderete con quelle insulse pistole?>>
Si prese gioco di loro, mentre sentivo in sottofondo la voce di Uk, soffocata da un bavaglio stretto, che rabbiosamente si dimenava. Sta' calmo, Inghilterra. Ora ti salveremo. Caricai la mia pistola leggera: Non avevo molto tempo, dovevo fare solo una cosa.
Salire le scale, puntare la pistola contro Nord Corea e sparare.
Ma c'era un problema: Le gambe non mi reggevano più e il respiro si stava facendo irregolare. Stavo per perdere i sensi senza quel macchinario.
Poi, uno sparo avvenne di sopra e si sentii qualcuno di grosso cadere a terra, facendomi sobbalzare dallo spavento: Non poteva essere né Lussemburgo e ne Jap, sono troppo leggeri e di Nord Corea si sente ancora la leggera voce in sottofondo. C'era qualcun altro con loro che è stato messo al tappeto.
Bella furbata, ragazzi.
Presi un bel respiro e feci la mia entrata in scena: non potevo sprecare ancora così tanto tempo. Con un balzo, arrivai in cima alle scale di corsa e puntati davanti a me la pistola carica: il colpo decisivo partii mentre lo sterno di Nord Corea venne colpito.
Il tempo si congelò mentre tutti mi guardavano sorpresi quanto me. Nessuno si aspettava di vedermi qui. Nessuno di nessuno. E per fortuna.
Appena Nord Corea fu colpito, svenne subito per la troppa fuoriuscita di sangue. Lo guardai con le gambe che chiedevano pietà: perché ci eravamo costruiti un muro tra noi due? Si sarebbe mai distrutto, lasciando spazio ai sentimenti, oppure no?
Scossi la testa mentre sbavagliavo Uk legato ad una sedia: il mio respiro oramai era quasi un sussurro, non lo controllavo, il dolore dovuto allo sparo si era impossessato di me e le gambe molli come erano, non si trattenero più.
Mi allontanai con le ultime forze che ebbi e lasciai cadere la pistola a terra, non curante.
Dopodiché, il ricordo di un Inghilterra silenzioso e preoccupato si bloccò tra i miei pensieri mentre mi lasciai cadere a terra, priva di sensi e di forze.
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