-Attack on...Onu-

Sud Korea's POV:

Piccoli fotogrammi viaggiavano nella mia mente dopo che persi i sensi, come se essa stesse nuotando controcorrente per ricordare gli attimi successivi al mio svenimento.
Però, uno solo mi era rimasto fisso nella mente:

C'era Inghilterra, accanto a me, in una macchina in pelle nera,  che mi rassicurava con un "andrà tutto bene". Questo, significava che ce la avevo fatta. Ce la avevamo fatta. Insieme. Tutti insieme. Come un vero team

Però non era lo stesso senza America. Nulla era lo stesso senza quel bel playboy vanitoso e coraggioso.
E sapevo che a tutti il suo tradimento, era come un pugnale infilzato nel petto, soprattutto per suo padre, Inghilterra. Perché nonostante Uk avesse avuto molti figli a cui dedicarsi, aveva creduto molto in Ame e nelle sue capacità uniche.

Gli aveva insegnato come vedere il mondo, nel bene e nel male. Nella felicità e nel dolore. Gli aveva insegnato anche come affrontarlo. Con il sorriso sul viso o con le lacrime agli occhi.

<<Inspira, alza la testa e riprendi a combattere ogni giorno per ciò che è tuo, per la tua vita.>>

Glielo ripeteva ogni volta che tornava a casa con i lividi e le lacrime. E lui era a confortarlo, a fargli capire come gira il mondo. Come le persone possono essere tanto fragili e insensibili a volte. Come la società non ti accetta se non sei come vogliono loro. Come la gente si nasconda dietro maschere, mostrando solo i loro lati migliori.

Ma anche come ci possano essere persone incredibili in giro per il mondo, che sono alla ricerca della tua stessa cosa, la felicità.

E non fa bene, vedere come tutto questo sia stato dimenticato. Buttato via. Abbandonato. Asfaltato. Bruciato. Ridotto in cenere. Diventando, infine, solo un ricordo perduto.

Ma alla fine della storia, siamo cambiati tutti.

Perché, Il passato si riversa su di noi, non possiamo ignorarlo per sempre.
Il presente è davanti a noi, ci sfugge come sabbia in una folata di vento, dobbiamo renderlo prezioso com'è.
Il futuro è essenziale, per ciò che diventeremo in questo mondo, cattivi o buoni che saremo. 

Finché tutto questo non sarà finito.
E noi rimarremo solo un ricordo.
Vivo o morto, nella mente di qualcuno.  

Ma ognuno di noi, rimarrà sempre un ricordo speciale per qualcuno.

Perché come nella favole, il lupo non è sempre ciò che sembra agli occhi degli altri.

===

La luce sfocata che proveniva dalla finestra, mi aveva sempre ricordato come da bambina, con Giappone, mi svegliavo alle prime luci del alba e cantavamo la melodia del "buongiorno", per inaugurare un nuovo dì alle porte.

Ora però, c'era solo un Inghilterra addormentato sulla sedia, con ancora gli occhiali per la lettura da vicino indosso e il libro sui caccia, che penzolava dalla sua mano destra, tra la mia ADORATA barra di metallo su cui giacevo e il vuoto più assoluto.

Così, prendo il romanzo e lo appoggio senza far rumore sul tavolino vicino a me, senza che nessun rumore venga prodotto, in totale silenzio.
Guardo la finestra: è ancora giorno, ma sembrava che Regno Unito fosse comunque distrutto dopo il nostro salvataggio. 

Mentre mi alzo silenziosamente, Jap entra nella sala operatoria sbattendo la porta gioiosa, mentre sia io che Inghilterra sobbalziamo dalla paura.

<<Oddio, Sud Korea, stai bene! Abbiamo un piano io e Francia, lo sai eh? Lo sai?>>

A quelle parole, il mio cuore fece un tuffo nel buio. Francia? Da quanto tempo si era alleata con noi? Perché Giappone si era messa a socializzare così tanto con lei?
Mentre queste domande senza fine mi si fiondavano in testa, vidi l'altra nazione nominata  spuntare dietro di lei, con tanto di sorriso.

<<Oh, ehy Francia e Giappone.>>

Affermò Uk con un leggero sorriso, mentre con una mano si strofinava gli occhi stanco e con l'altra si stirava sbadigliando.
Dio mio, è troppo confusa questa situazione. Senza rendermi conto, Jap iniziò subito a spiegare il piano stabilito dalle altre ragazze mentre io annuivo confusa: Entriamo in casa di Onu, fermiamo il colpo di stato da parte dei nemici e usciamo. Semplice e incredibile.
Ciò che io con Giappone non sarei mai riuscita a fare.

<<Stavamo pensando, però, che è meglio se Sud Korea rimanesse qui....>>

Aggiunge Francia tutta mormorante, ma io ribatto alzandomi di scatto dalla mia barra di metallo, furente come quando ad un cane gli si toglie il suo osso preferito.

<<Non se ne parla, Io vengo con voi! Sono in forma ora!>>

Faccio un giro da ballerina mostrandomi: come nuova, rinata. Sono pronta. Così, senza esitare, supero tutti e imbraccio il mio M4. 

<<Portatemi in guerra e io vi seguirò fino alla morte.>>

Affermo sorridente, mentre tutti ricambiano il sorriso. Insieme fino alla morte. Per fermare la guerra.

===

<<FERMI TUTTI, NON MUOVETEVI!>>

Urla Francia con il fucile in mano che sbriluccica sotto un raggio di sole, che si infila velocemente dentro la casa di Onu attraverso la porta aperta.
Mentre noi ci uniamo a lei, puntando le armi contro tutti, vedo Onu e UE fermi in mezzo alla stanza, già bloccati da Nord Korea, America, Russia, Italia e Germania. Stranamente, però, Brasile non c'era. 

<<MOLLATE LE ARMI, ORA.>>

Ordinò l'amichetta di Giappone, mimando il movimento, ma nessuno lo fece. 

O quasi nessuno.

<<Bene, bene, guarda chi ha portato qui Francia. Bel lavoro, ragazza mia.>>

Lo sguardo della nazione chiamata in causa passò dal essere confuso a terrorizzato. Aveva capito il gioco di Nord Korea, come me.
Voleva metterci uno contro l'altro, con le bugie. Manipolazione, in poche parole. Str*nzo forte.

Senza accorgermene, mio fratello era arrivato a me e mi stava scrutando da capo a piedi. Poi, un sorriso inquietante accompagnato da delle parole ben precise, distrussero il mio mondo in mille pezzi.

<<Perché, Sud Korea, ti sei alleata con loro? Non hai mai pensato che loro ti avessero venduto a me?>>

Il mio sguardo passò da lui a quello del mio "amico". Inghilterra era senza parole, completamente pietrificato. Come avrebbe potuto ribattere a un udienza simile?

<<Come fai a non pensarlo? Uk è uguale a me, Sud Korea. Sai quanti stati ha ferito, senza che tu lo sapessi? Ha distrutto VITE INTERE.>>

Sibilò, sottolineando le ultime parole, mentre gli sguardi di tutti erano puntati su di noi.
I due attori principali sotto i riflettori, mentre tutti gli altri erano gli spettatori, che pendevano dalle nostre labbra.
Mi voltai a guardare Inghilterra: era uguale a prima, stessa posizione e stesso sguardo.

<<E poi, Francia e Giappone che fanno comunella. Qui c'è puzza di tradimento alle tue spalle...>>

Lo sapeva, ci ha visti dentro casa mentre discutevamo. Sapeva di tutto. Volevo ribattere, ma aveva ragione. Era tutto troppo ovvio.
Con un nodo in gola, mi scesero delle lacrime che andarono a posarsi sul terreno. Tremavo col corpo e faceva male la verità.
Aveva sempre fatto male. Perché non potevo ignorarla per sempre, essa viene sempre a galla.

<<Francia, poi si sente in giro che seduci Inghilterra, ma come farai ora, dato che sei dalla nostra parte?>>

Nessuna risposta, solo un "E' la verità, Francia?" Partì dalla bocca di Uk, sconvolto, mentre nemmeno lui ci credeva. Mi copro la bocca mentre abbasso le orecchie: Non voglio più ascoltare ciò che sta succedendo.

<<Infine, Giappone, ci credi alle dicerie che ci sono in giro? Che Sud Korea non ti ha mai voluto, che ti ODIA.>>

Rizzai le orecchie, lasciando che le mani penzolassero nel vuoto, mentre guardavo la mia amica di infanzia. Aveva lo sguardo ferito, da cane bastonato.
Ma quello che mi faceva stare male, è che lei ci stava credendo sul serio, dopo tutto il tempo che siamo state insieme.

E da lì partirono le urla, le discussioni e i litigi.

Quando, Nord Korea, mi tese la mano mentre Inghilterra mi guardò sconvolto.

<<Insieme, di nuovo.>>

Affermò, mentre io con le lacrime lo abbracciai. Non ne potevo più di vivere nelle bugie, mentre ero trattata come un oggetto senza valore.

<<Che stai facendo...?>>

Mormorò Inghilterra nel silenzio più totale, mentre io lo fulminavo con lo sguardo. Tremavo, ma riuscì finalmente a stare ferma, con decisione.

<<Mi sto alleando con loro. Tanto, io ero solo una merce di scambio, no?>>

Ancora nessuna risposta, così mi voltai dandogli le spalle. Con le lacrime che mi scivolavano via grazie alle guance, chiusi il ponte che si collegava tra noi. E fu il più terribile sbaglio che feci.

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