8 - Paper Rings
Avevo cinque anni quando, per la prima volta, presi in mano un paio di forbici e cominciai a ritagliare dei cuori dal cartoncino per poi attaccarli sul disegno che avevo fatto per la mamma. Quel giorno sarebbe tornata a casa insieme a quello che oggi è il rompiscatole che dorme nella stanza di fronte alla mia.
Ad ogni modo, è stato in quel momento che è nata la mia passione per il bricolage. E tutt'ora, seduta al tavolo con le bambine di dieci anni, posso confermare che sia rimasto il mio hobbit preferito.
Tutti i miei amici sono a sperimentare cose come le arrampicate, i giri in canoa, le partite di pallavolo o di baseball. Ecco, io invece sono in mensa, circondata dai più piccoli, intenta nelle attività di laboratorio. Christine e Josie, che si occupano di questa fascia d'età, supervisionano e si complimentano con i ragazzini.
«Amy, guarda qua che ho fatto!». La piccola Sky sfodera un dolce sorriso che manca dei due incisivi centrali e allunga nella mia direzione un sassolino che ha dipinto. Ha raccolto un sacco di pietre con lo scopo di colorarle tutte, e devo dire che sono bellissime.
«Wow Sky, questa è fighissima!» esclamo osservandola. Sullo sfondo blu cobalto ci ha ritratto una mezza luna e un sacco di stelle. «Sai disegnare davvero bene, sai?»
Lei sembra felice del mio commento e accentua il suo sorrisino. Inequivocabilmente la cosa rende contenta anche me. Amo i bambini, sono così puri. Secondo uno dei più grandi poeti italiani, insieme ai fiori e alle stelle, i bambini sono ciò che ci resta del Paradiso.
«Si, ma non sarò mai brava come te. Il coso che hai fatto è meraviglioso!» esclama Sky indicando il mio coso sul tavolo.
Lo sollevo e lo spiego in tutta la sua eccentricità. È un acchiappasogni a forma di mezza luna, da cui pendono file di perline, piume e fiori di carta.
«Come sai fare tutte queste cose?»
Scrollo le spalle. «Mi piace sperimentare», rispondo semplicemente. «La mia camera è piena delle cianfrusaglie che creo»
E gestisco una pagina su cui le vendo anche, ma questo non è di rilevante importanza. Allungo l'oggetto che tengo tra le mani a Sky. «Me lo regali?», domanda sgranando gli occhi.
Annuisco. «Prendilo, è un mio regalo.» le dico sincera. «Questo lo appendi vicino al tuo letto e tiene lontani tutti gli incubi»
Abbandona la pietra e il pennello sul tavolo e corre a gettarmi le braccia al collo. «Grazie infinite Amy, sei la mia preferita. Vado subito ad appenderlo!», e dicendo ciò scappa via.
È così bello rendere felici gli altri.
Intanto prendo un foglio bianco e stavolta mi dedico a disegnare una farfalla per metà. Credo sia una delle poche cose che so ritrarre per bene, mai quanto Veronica però.
Qualcuno picchietta il dito sulla mia spalla sinistra così mi volto ma senza trovare nessuno. E quando mi giro nuovamente trovo Brett, seduto dove prima c'era Sky.
«Ciao, Wendy» saluta con il suo sorriso, che è un misto tra amichevole e seducente. Chissà se è veramente fidanzato...
Ma che mi viene da pensare.
«Salve chef», replico e poi riporto l'attenzione sull'ala della farfalla. «Come mai qui?»
Poggia le braccia sul tavolo e inarca la schiena. «Scappo da Vanessa» mi rivela. «Voleva insegnarmi a ballare la salsa»
Contengo una risata. «Dai, è una cosa carina» mi viene da dirgli.
E poi, com'è già successo, non replica. Incolla le labbra tra di loro per evitare di dire qualcosa.
«Ad ogni modo...» mi sento di cambiare argomento.
«Vuoi altre lezioni di cucina?» ridacchia.
«Effettivamente ne avrei bisogno, sì»
Esamina il materiale da bricolage cosparso sulla superficie di legno. «Ti è sempre piaciuto stare in mezzo ai più piccoli»
Alzo le spalle, stappo il tappo del pennarello nero e comincio a ripassare le venature delle ali. «Il mondo degli adolescenti sa essere complicato a volte, quello dei bimbi è... così semplice»
Emette una mezza risata. «Già, è brutto crescere»
«Ma è il ciclo della vita» aggiungo. «La gente vede sempre il marcio. Basta riuscire a cambiare prospettiva.»
«Sei un'inguaribile ottimista, Wendy»
Anche se non lo vede, siccome ho il capo chino, allungo gli angoli della bocca. «Sempre», confermo. «Soprattutto perché sono sicura che vincerà la mia squadra!», e alzo gli occhi castani su di lui.
«Non mi sembra tu mi stia dando filo da torcere, signorina» mi provoca.
Affilo lo sguardo e gli punto contro il pennarello. «É tutta strategia, tesoro» gli dico con fare teatrale. «Ti sto facendo godere le piccole vittorie iniziali, ma quando meno te l'aspetterai, bam!» e con un tonfo il pennarello incontra la superficie del tavolo. «Ribalteremo la situazione»
«Allora mi dovrò mettere in guardia» mi regge il gioco, annuisco.
Dalla finestra sentiamo la voce trillante di Vanessa che chiama il nome di Brett. «Ma prima dovrò trovare un luogo sicuro per escogitare i miei malefici piani» dice con una punta di ironia. «Ci si becca in giro, capitano!»
Scompare dietro la porta-finestra della mensa e scuoto la testa con un piccolo sorriso sul viso. Faccio per tornare al mio disegno, vago alla ricerca dei fogli delle riviste da ritagliare, così da incollarli e creare le chiazze colorate tra le venature delle ali.
I miei occhi si depositano però su un oggettino piccolo, di fronte a me. Lo prendo e lo rigiro tra le dita. É un anello di carta, con tanto di cuore in cima.
Mi interrogo su chi lo abbia fatto. È stato Brett? Ed è per me? Ma non è fidanzato?
«Volo troppo con la fantasia» borbotto tra me e me. In fondo vorrei che qualcuno mi regali un anello di carta, lo trovo un gesto molto dolce. Ripensandoci, nessun ragazzo mi ha mai donato un fiore o anche un semplice cioccolatino.
Si lo so, sono rimasta indietro con i tempi.
Sento il mio nome in lontananza, e quando vedo i miei amici avvicinarsi mi affretto a posare l'anello nella tasca del pantaloncino, sistemo una ciocca castana della frangia che sfugge dai codini bassi. «Ehi» saluto. «Com'è andata la partita di pallavolo?»
«Li abbiamo schiacciati» esulta Claire, batte il cinque a Veronica.
Ecco, queste due sono assurdamente competitive. Anche se si tratta di sasso, carta o forbice si rifiutano di perdere.
Sebastian e Kelly, al contrario, hanno un asciugamano attorno al collo. «Necessito d'acqua» biascica il ragazzo e si muove verso la zona cucina.
Inarco un sopracciglio. «Manca una testa» mi accorgo.
Mentre Veronica e Claire si perdono a parlare della partita, Kelly si preoccupa di rispondermi. «Non ha voluto nemmeno giocare» m'informa. «Dopo poco che abbiamo cominciato la partita è andata via»
Sospiro e annuisco, poi mi metto in piedi. «Beh, è comprensibile, ha scoperto che il suo ragazzo, alla prima occasione, è andato con un'altra» le faccio presente. Posso solo immaginare quello che potrebbe star provando. «Vado a cercarla, torno tra poco!»
Anche se fa bene la solitudine, una spalla su cui piangere potrebbe sempre rivelarsi utile. Ma dove potrebbe essere? Questo posto è enorme.
«Cat! Ci sei?»
«Cos'è, uno spirito?» domanda puntigliosa Emily, a pochi metri da me.
Il sole è ancora alto ma c'è un caldo mite, quello del tardo pomeriggio. I raggi le illuminano i capelli biondi, legati in una coda alta, e i tratti semplici del viso.
Chissà come deve essere sentirsi così bella.
E chissà anche come mai ha lo sguardo così duro.
Un tempo siamo state molto amiche, ma da quando non siamo in squadra insieme — circa due anni — abbiamo perso un po' i rapporti.
«Cerco Caitlyn, l'hai vista per caso?»
Nega. «Tu hai visto mio fratello?»
Dico di no, lei annuisce e fa per sorpassarmi. La seguo con lo sguardo e la fermo. «Emily». Si volta verso di me. «Tutto bene?»
Non è una domanda di circostanza, vuol essere un invito. Lo vedo nei suoi occhi che è triste, ma lei è una che non fa trapelare emozioni come quella.
Una lottatrice di karate come me non può permetterselo, aveva detto una volta.
Sul volto le compare un sorriso malinconico. «Abbastanza», risponde flebile. «Grazie di averlo chiesto»
Mi rigiro il braccialetto di conchiglie in un gesto abituale e, quando sto per dirle altro, una fitta improvvisa mi costringe a prendermi le tempie tra le dita. È come se mi avessero colpito con due oggetti di metallo a entrambi i lati della testa.
«Amy...» sento dire da Emily, nella voce una punta di preoccupazione.
Sento le gambe cedere, quasi avessi corso per dieci chilometri ininterrottamente. Ma, stranamente, non avverto l'impatto con il terreno.
«Ci si rivede, Wendy»
«Brett...» diciamo all'unisono io ed Emily.
«Non ho trovato Shane, stavo tornando da te» le spiega l'amico.
Un momento. Brett mi sta tenendo in braccio. Arrossisco fino alla punta dei capelli, avverto i muscoli delle braccia premere contro la schiena e sotto le ginocchia.
Sposta lo sguardo su di me, inarca un sopracciglio. «Tu stai bene? Stavi svenendo, sei tutta rossa...»
Mi affretto ad inventare una scusa. «Ehm... è il riflesso del sole»
«Dovresti andare in infermeria, stavi chiaramente per avere un mancamento» decreta Emily, incrocia le braccia al petto. Lei non è per nulla la stronza che la gente crede, è solo una ragazza determinata che non si fa mettere i piedi in testa dal primo che passa.
Brett annuisce, salutiamo e cammina dritto verso l'infermeria. Mi viene da ridere. «Posso camminare, puoi anche mettermi giù»
«Che razza di cavaliere sarei?» ribatte lui.
«Scusa, non volevo ferire il tuo onore»
Da questa prospettiva posso solo osservare il profilo, è concentrato a portarmi in infermeria. Se qualcuno dice che è brutto dovrebbe cambiarsi direttamente gli occhi.
Vorrei chiedergli dell'anello di carta, ma forse, anche se lo avesse fatto lui, stava pensando a qualcun'altra e se me lo dicesse potrei rimanerci un po' male. Mangiucchio l'interno della guancia per evitare di domandarglielo.
Arrivati sul portico di un altro casolare mi fa poggiare le gambe per terra. È verniciato di un rosso acceso e c'è l'insegna che indica che siamo nel posto giusto.
Brett bussa e non passano nemmeno due secondi che la porta viene spalancata e ci ritroviamo Cole davanti. I capelli biondi e lunghi gli svolazzano intorno al viso, la camicia sbottonata e i bermuda gli conferiscono l'aria di un campeggiatore.
Passa gli occhi da me al ragazzo al mio fianco, sospettoso.
«Ditemi, spero non siate venuti per avere la pillola del giorno dopo perché non la possiedo. In quel caso congratulazioni»
Brett soffoca una risata mentre io gli rifilo una gomitata.
«Non siamo qui per quello» riesce a dire Brett.
Cole allora si fa da parte e ci lascia entrare nel casolare. C'è un lettino, una scrivania e una serie di scaffali con medicinali e oggetti per il pronto soccorso. Qui prevale il color mogano.
Stavolta sono io a parlare, salto sul lettino. «Stavo parlando con Emily e ad un certo punto ho avuto una piccola fitta alla testa, niente di che»
Brett dissente. «Si, e stavi per finire col culo per terra»
Cole mi lancia un'occhiata, so bene cosa vuole dire. Annuisco silenziosamente.
«Beh, in questo caso ho delle pastiglie. Vedrai che sarà stato un colpo di sole, oggi ha fatto molto caldo». Si muove verso gli scaffali alle spalle della scrivania.
«Ehm, non preoccuparti, dovrei averne anche io nella mia valigia» faccio per bloccarlo, poi mi rivolgo al ragazzo dai capelli castani che se ne sta a braccia incrociate contro la porta. «Brett, potresti chiamare mia cugina e dirle che si tratta di un codice verde? Lei sa che deve portarmi»
Brett sembra capire, non fa domande per fortuna. Poi esce dall'infermeria e torno a guardare Cole. «Non fare quella faccia», lo indico. «Non è semplice tutto questo»
Lui alza le mani. «Non ho detto una parola»
«La tua bocca magari» aggrotto la fronte, mi poggio con la schiena al muro. Lui poggia le mani sulla scrivania e si sporge in avanti, in quel momento penzola fuori dalla camicia una catenella a cui è attaccato un anello. Una fede.
«Non dirmi che tu e Josie vi siete sposati!»
Sorride mentre comincia a giocherellarci. «E già»
«Come? Quando? Dove?», lo bombardo di domande.
Cole si siede nell'angolino. «Lo scorso agosto, la notte delle stelle cadenti. Gliel'ho chiesto, lei ha detto di sì e in una settimana ha organizzato tutta la cerimonia»
Sgrano gli occhi. «Una settimana?»
Annuisce, fiero della sua ragazza — anzi, di sua moglie. «Sì, abbiamo fatto una cosa molto semplice sulla spiaggia con famiglia e amici. Volevamo sfruttare i soldi per la luna di miele, ma morivo anche dalla voglia di vederla col vestito da sposa. Sapevo che ci tenesse anche lei, d'altronde non ci si sposa tutti i giorni»
Si vede che parla col cuore.
L'amore è un sentimento magico, un po' come l'estate. Romantico e passionale come i tramonti ma con una nota di avventura, magari ha l'odore dell'acqua marina e il sapore di salsedine. Ti svegli la mattina e lo senti sulla pelle come i raggi del sole o la brezza che ti scompigliai capelli.
Iris entra in infermeria senza bussare. Saluta, noto che tiene tra le mani un borsellino scambiabile perfettamente con uno di quelli che si usano in spiaggia. Lo allunga a Cole, apre la zip e osserva il contenuto.
Iris si avvicina a me, due lunghe trecce brune le cadono lunghe fino alla vita. E pensare che fino a un anno fa anche io li avevo così.
«Molto figo il tuo amico che mi è venuto a chiamare.», mi comunica. «Gli ho dovuto dire che era un tuo solito calo di zuccheri e che sapevo come vedermela, altrimenti mi avrebbe seguita»
«È logico», interviene Cole indossando i guanti in lattice. «Amy e Brett si conoscono da quando sono piccoli, li ricordo da sempre grandi amici. È normale che fosse preoccupato»
Mi lega un laccetto intorno al braccio, sussulto quando lo stringe. Dopo mesi ancora devo farci l'abitudine.
Iris mi prende la mano, poi replica: «Non tutti lo fanno. C'è a chi non importa più di tanto, compie il suo dovere e se ne va. Lui era interessato per davvero» marca bene le ultime parole.
Cole porta davanti agli occhi una siringa, riempita con ciò che ha portato Iris. Ci schiocca sopra due dita e si avvicina a me.
«Sicuro di sapere come si fa?», chiede mia cugina aggrottando un sopracciglio.
Cole sogghigna. «Ho frequentato il corso di infermieristica all'università. Se non fossi sicuro di saperlo fare non rischierei»
«A volte dimentico che hai trent'anni»
«Fino a prova contraria ne ho ventotto» la corregge. Dopodiché l'ago s'infilza sotto la pelle e il liquido mi entra in circolo. Chiudo gli occhi e serro i denti per sopportare il dolore.
Cole ci passa sopra un batuffolo imbevuto di alcol etilico e appiccica poi un cerotto con i disegnini delle angurie.
Sfilo giù dal lettino mentre lui restituisce il borsellino con la medicina a Iris. «Grazie mille Cole, ci si vede!» saluto. Porto la mano sulla maniglia e usciamo dall'infermeria.
Iris mi affianca mentre ci incamminiamo verso i nostri bungalow. «Allora, come sta andando la tua vacanza?» le domando curiosa.
«Beh, alla fine non è malissimo qui» si sente di dire con un leggero sorriso. «Ho trovato un gruppo della mia età molto simpatico»
Inizio a camminare all'indietro così da guardarla in faccia. «É questo il bello. Qui si vivono esperienze così belle!»
«Quasi non mi manca il telefono» ridacchia.
«A me manca solo perché mi sono persa l'ultima puntata del nuovo show di Gossip Girl», dico mestamente. «Ad ogni modo sono contenta che tu abbia trovato qualcuno di interessante. Essere aperti con gli altri è molto importante»
Iris annuisce, rispetto a me ha già la carnagione abbronzata. In confronto io sembro una statua di porcellana esposta nelle vetrine dei negozi d'arredamento.
Le lascio un bacio sulla guancia una volta arrivati al suo bungalow. «Ci vediamo dopo per la serata dei quiz!»
Mi raccomanda di stare attenta e poi sparisce nella sua camera.
In tutto ciò non ho trovato la mia amica. Mentre ci rifletto su sono già sul portico del mio casolare, intenta ad aprire la porta.
«Eccoti qua, ma dov'eri finita!?» mi sorprende la voce di Veronica.
Subito mi saltano all'occhio i capelli ricci grondanti d'acqua e i vestiti puliti.
«Stavo cercando Cat e mi sono imbattuta in Emily. A proposito, voi l'avete trovata oppure ha incontrato un gatto e gli è andato dietro?» domando con ancora la mano sulla maniglia, dalla porta spalancata passa un venticello fresco.
«Alza un po' il visino, Amy». È proprio la voce di Cat a dire questa frase. Infatti la trovo affondata sul letto di Claire, motivo per cui non l'avevo vista subito.
Abbandono l'uscio per andare a sedermi sul bordo del mio letto. «Oh, eccoti. Ti cercavamo. Dov'eri finita?»
«Stavamo aspettando te per scoprirlo» m'informa Kelly, seduta alla mia destra, mentre si districa la frangetta con le mani.
«Allora?» la incita Claire. «Non tenerci sulle spine»
Caitlyn si gratta la punta interna dell'occhio in un gesto d'imbarazzo, poi tossisce per schiarirsi la voce e infine parla. «Ho... baciato Shane»
«Che cosa hai fatto?!»
«Eh?!»
«Non ci credo!». Queste sono le nostre reazioni, accompagnate da espressioni facciali altrettanto scioccate.
«Ma... perché?» a porre l'interrogativo è Ronnie.
Cat si stringe nelle spalle. «Dopo la faccenda di Colin volevo stare un po' per i fatti miei e mentre stavo camminando mi sono imbattuta in lui. Stava poggiato ad un albero e si fumava una sigaretta, sembrava una statua per come era pensieroso e immobile», ridacchia nel raccontarlo. «Stavolta lo ammetto, ho cominciato io. Frasi pungenti a parte mi ha invitata a stare lì con lui e tra un battibecco e un altro ci siamo baciati»
«Ricordo un libro che cominciava così» la prendo in giro. «I protagonisti si sono sposati, hanno avuto quattro figli e due gatti» e in tutta risposta Cat mi lancia un cuscino in faccia.
«Spiritosa» mi fa la linguaccia.
«Ma dimmi un po'», proseguo con aria maliziosa. «Conoscendo te e Shane questo bacio non è stato tipo un bacetto a stampo e via»
Sul viso degli altri capeggia un sorriso divertito quanto il mio.
Cat si morde il labbro inferiore. «Beh, è stato... cazzo se è stato da perdere il fiato», ammette. «Ma voi non azzardatevi a dirlo ad anima viva.»
«Se ti piace che male c'è?» chiede Sebastian. Si passa una mano tra i capelli dorati, poi comincia a tastarsi la mascella.
Cat getta le gambe oltre il materasso e con una spinta scende a terra. «Ho appena scoperto di essere la gemella di Rudolph, manderò il curriculum a Babbo Natale» replica con una punta di autoironia. «Quello stronzo... se ci penso mi viene voglia di assestargli un calcio nelle palle. E Shane ha lo stesso approccio da cattivo ragazzo che gioca a fare il dongiovanni. Non sono stupida, non farò lo stesso errore due volte»
Metto una mano davanti alla bocca e mi tendo verso Kelly per sussurrarle all'orecchio: «Questa me la segno, poi gliela sbatto in faccia al loro matrimonio»
«A Colin ci penseremo noi», promette Claire passando un braccio attorno alle spalle di Cat. «Appena torniamo in città gli graffiamo la macchinetta che si ritrova, vediamo come le porta poi le ragazze a casa»
Cat, a braccia incrociate, non può far a meno di sorridere.
«Si, e poi portiamo Seb dal dentista» aggiungo io, poi mi rivolgo al diretto interessato. «A momenti ti stacchi la mascella dalla testa, che hai?»
Scuote la testa. «Non lo so, mi fanno male i denti. È come quando mi hanno tolto la carie lo scorso anno»
«Mangi troppe cose zuccherate, grazie al cazzo che poi ti fanno male» lo riprende Claire, delicata come sempre.
Ormai il sole è calato, guardo l'orario sull'orologio che Cat tiene sul comodino, in mezzo ai due letti a castello. «Dovremmo andare, è quasi ora di cena»
Mi muovo per andare a chiudere la finestra, in sottofondo c'è uno scambio di battute tra Claire e Seb. Abbasso la ghigliottina, e mentre mi rimiro nel riflesso del vetro scorgo qualcuno all'esterno. È Victor, il direttore, vestito come sempre in maniera elegante. In mano stringe una... rete?
Aggrotto le sopracciglia, chissà che cosa sta andando a fare.
«Amy, forza andiamo»
Alla fine mi riscuoto dai miei pensieri con una scrollata di spalle. «Eccomi, arrivo» ed essendo l'ultima della fila mi chiudo la porta della stanza alle spalle.
.・。.・゜✭・.・✫・゜・。.
Spazio Autrice💙
Il titolo del capitolo è solo per i fan di Taylor✨🎀
Comunque spero vi stia piacendo la storia. Se avete consigli o pareri questo è lo spazio perfetto per lasciarli.
Brett ed Amy vi piacciono?
E Shane e Cat? Secondo voi succederà qualcosa fra loro?
Ig: rose.miller___
Grazie mille di leggere.☀️
Un bacio e alla prossima <3.
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