2 - The Bonfire
La mancanza del caos e della movida di Toronto si fa subito sentire, specialmente quando si vive ad Uptown e si è abituati alla dinamicità del centro città. La pace e il silenzio aleggiano nell'aria al momento, tanto che sembra il paradiso in confronto.
«No, non va nel cassetto, altrimenti si stropiccia!»
«Ma le grucce sono poche Cat e sono già occupate!», risponde Kelly.
È passata circa un'ora dal nostro arrivo e il bungalow è trafficato da vestiti sparsi e oggetti buttati alla rinfusa sui materassi. Chiudo la valigia, ormai vacante, e la ripongo sotto al letto. Ho scoperto anche il regalo di mio fratello: un pupazzo a forma di pulcino. Chi mi conosce sa quanto io ami la mia collezione di peluche. L'ho posizionato sul letto così da farmi compagnia durante la notte.
«Uff, finalmente ho finito!»
«Ci hai messo solo quaranta minuti. E meno male che avevi detto di portare poche cose», commenta Veronica. Già da un po' è distesa sul suo letto con l'album da disegno tra le mani. L'artista che è in lei non dorme mai praticamente. Disegna anche sulle tovagliette-menù dei locali.
Scrollo le spalle. «Sai come sono fatta».
«Se la vita fosse così, vi prego lasciatemi qui», borbotta Claire con la faccia sepolta nel cuscino.
«La prima cosa non pessimista che ti sento dire» fa Veronica, concentrata su ciò che sta facendo.
La corvina si tira sui gomiti. «Ti ricordi che dovrai sopportarmi tutti i giorni quando ci trasferiremo a New York?», esordisce per poi proseguire. «Beh, non aspettarti mattinate rose e fiori»
«Per quello ci sarà Amy!» puntualizza Caitlyn andandosi a sedere al fianco di Claire.
Abbozzo un mezzo sorriso mentre dentro me si crea una voragine al livello dello stomaco.
«A proposito» parla Kelly. «Hai più saputo nulla? Sei stata ammessa oppure no alla Columbia?»
Scuoto la testa, allora Cat fa un'osservazione. «È davvero strano. A me è arrivata poco tempo dopo che ho inviato la richiesta d'ammissione. In genere, anche se fossi stata respinta, lo avresti saputo...»
Ronnie ridacchia. «Amy? Respinta? Magari in un altro universo!»
«Forse c'è stato qualche disguido» ipotizzo io, come se non fossi conscia della verità. Decido di porre fine alla questione.
«Josie mi ha riferito che il signor Smith voleva vedermi», annuncio alle ragazze. «Torno alla velocità della luce!»
«A dopo, Miss Felicità». Claire saluta a mo' di militare e poi esco di lì.
L'idea di andare a convivere con le mie amiche per il college è la cosa che mi ha entusiasmata per mesi. Ora come ora è diventato solo un sogno da dover rimandare.
Mi perdo ad osservare i dintorni. È strano pensare che questa è la mia ultima estate qui, che non vedrò più il molo che affaccia sul lago e non mi siederò più sotto il salice, nascosta dalle sue foglie, a guardare il sole tramontare. È peggio che ammettere di aver concluso la scuola superiore, in pratica sto dicendo addio alla mia adolescenza.
Un sospiro malinconico lascia le mie labbra quando noto la reception, che a quest'ora ospita ancora qualche famiglia.
Premo nuovamente il campanellino, ma Josie e Beatrix sono talmente indaffarate che mi dicono di aspettare un momento.
«Guarda, guarda chi si rivede» esordisce una voce maschile che costringe a voltarmi.
Sorrido immensamente nel vedere uno dei miei più vecchi compagni qui. Sgrano gli occhi, osservando con piacere i benefici dell'attività fisica. «Brett!»
«Ciao Wendy», ricambia il saluto facendo sprofondare le mani nelle tasche dei jeans. La maglietta a maniche corte che indossa mette in risalto i muscoli delle braccia e dell'addome.
Utilizza ancora quel nomignolo ma non me ne curo più di tanto dato che ci ho familiarizzato. «Hai fatto palestra, eh?», lo prendo in giro.
«Sai com'è. Shane necessitava di un accompagnatore per...»
«...andare a vedere le ragazze allenarsi?» tento io.
Lui annuisce passandosi una mano tra i capelli castani. «Esattamente»
«Ci sono anche lui ed Emily?» mi viene spontaneo chiedergli.
«Si, ora sono nelle loro cabine, credo li vedrai direttamente al falò stasera» risponde. Dopodiché i suoi occhi cristallini sembrano focalizzarsi su qualcosa. Con una mano mi sfiora le punte dei capelli. «Li hai tagliati. Come mai? Ricordo che andavi fiera della tua chioma lunga»
Avvolgo il corpo con le braccia e gongolo su me stessa. «Diciamo che avevo bisogno di un cambiamento»
Mezza verità, mi dice la vocina nella testa.
In quel momento Josie si frappone tra noi. È un turbine di energia questa ragazza!
«Venite, vi accompagno da Victor», ci fa cenno con la testa di seguirla. Mi chiedo per quale ragione anche Brett sia stato convocato dal signor Smith.
Col suo mazzo di chiavi Josie apre una porta e ci fa imboccare un corridoio. Una carta da parati molto stile anni Ottanta decora la parete e, sistemati in rigoroso ordine, ci sono una grande varietà di faldoni che conterranno probabilmente scartoffie di vario tipo risalenti a qualche anno fa.
Si ferma di colpo e bussa sul legno. «Victor, qui ci sono Amy e Brett», annuncia.
«Entrate pure», sentiamo dire in tono piatto. Io e Brett ci rivolgiamo uno sguardo confuso, Josie sorride. Ci lascia entrare e poi scompare subito dopo.
La stanza — o meglio, lo studio — del signor Smith è abbastanza tetro e ambiguo che sono sicura piacerebbe a Claire.
Ciò che salta all'occhio è senza dubbio il quadro appeso alle spalle del direttore: è un arazzo che copre gran parte della parete e che raffigura un branco di lupi mannari che ululano alla Luna. E al di sotto ci sono un paio di bei fucili da caccia messi in bella mostra. Sulla scrivania giace quello che credo essere un corvo impagliato che mi fa rizzare i peli delle braccia.
«Signorina Reed, Signor Allen...» ci richiama il direttore. Ho sempre pensato che sia una persona abbastanza ambigua. Un direttore di un campo estivo l'ho sempre visto nei con una camicia Hawaiana, un paio di bermuda e dei sandali al piede e di certo non in completo da matrimonio. Quello che ha oggi è grigio, in armonia con i capelli brizzolati e il sottile strato di barba che gli decora il mento.
«Come mai ci ha voluti qui?» chiede il ragazzo alla mia destra.
«Siete stati avvisati di essere a capo delle due squadre di quest'anno, giusto?»
Sgrano gli occhi e li indirizzo verso Brett. «Sei l'altro capitano?!»
Agita il polso mostrando il nastrino rosso che prima non avevo notato. «Fantastico!». Alzo la mano per battergli il cinque, ma la finta tosse del direttore mi induce ad ammutolire.
«Come stavo dicendo prima che lei interrompesse, siete i due capitani. La scelta è ricaduta su voi siccome siete le presenze più adatte a dirigere i gruppi. Confido che sappiate già come agire in virtù del ruolo che vi è stato assegnato»
Ho recepito due o tre parole essendo troppo concentrata a guardare l'animale impagliato che mi si staglia davanti. Torno alla realtà solo quando il direttore lo sposta con una mossa decisa verso l'altra parte della scrivania. Mi rifila un'occhiataccia. «Non fatemi pentire di questa scelta»
«Scusi», mi affretto a dire congiungendo le mani.
Poi riprende a parlare. «Essere un leader vuol dire fare da punto di riferimento, ascoltare le idee degli altri, saper incoraggiarli ad andare sempre avanti...» la voce è quella di una persona che la sa lunga sull'argomento. Magari anche il direttore, un tempo, era a capo di qualche gruppo.
Chissà, mi dico, le persone possono sempre stupire.
«Può star pur certo che guideremo le nostre squadre in giochi leali e ci divertiremo tutti quanti», gli assicura Brett. Lo seguo a ruota: porge la mano ed esce dalla stanza.
Quando faccio lo stesso, la stretta di mano rimane in sospeso. «Per qualsiasi cosa non esiti a parlarne a chi di dovere qui»
Annuisco ripetutamente mentre un brivido mi percorre il corpo. Quest'uomo mi mette una certa tensione addosso. Quando richiudo la porta Brett è ancora lì, così ripercorriamo insieme il corridoio. «Potevi fare a meno di fissare quella cosa», mi riprende.
«Faceva impressione, era difficile!»
Sembra esserne divertito però. «Perché ridi?», domando, fermandomi davanti a lui.
Ha un'espressione così genuina che non può non ispirare fiducia alla gente. Sarà di certo un buon capitano ed io non sarò da meno.
«Non sei cambiata affatto», dichiara infine con un sorrisino.
Le labbra si riducono ad una linea dritta. «Tutti noi cambiamo, è la natura delle cose»
«Ma altrettante cose restano invariate» ribatte con voce flebile.
Che paradosso.
Il suo sguardo sta cercando di parlarmi, lo posso percepire. Le parole però restano in bilico.
«Oh, avete già finito?», domanda Josie comparendo alle mie spalle. «Allora tornate alle cabine, ci vediamo tra un paio d'orette». Ci invita ad uscire tenendo aperta la porta.
Una volta soli, Brett si passa una mano dietro la nuca. «Allora a dopo»
«A dopo...», saluto quando oramai è già lontano.
Chissà che altro voleva dirmi. So solo che è stato un momento strano.
✩⋅*.⋅༄☾︎
Un manto blu si stende sulle nostre teste avvolgendo come un mantello le chiome degli alberi che ci circondano. Siamo tutti riuniti nello spazio comune, una sorta di piazza esterna in cui ci sono file di panchine e un piccolo palco. Al centro è stato acceso un grande fuoco che soffoca il vento fresco della sera. In lontananza riecheggia un ululato, mi accorgo che la Luna è piena.
Ho incontrato e fatto amicizia con tutti gli altri nuovi arrivati, ragazzini dai dieci ai diciassette anni circa. Ho conosciuto il fratello di Beatrix, che si chiama Ricky. È un tipo molto divertente ed è l'esatta metà complementare della sorella. Lei più seria e pacata, lui più energico ed espansivo.
Tra le altre persone che si occupano delle attività ci sono Cole, Christine e Bill.
«Avete visto quanta gente?», commento io.
«Vorrei tornare alla loro età» dice invece Kelly. La lunga chioma castana le copre le spalle, la frangetta è ordinata a coprire la fronte.
In lontananza scorgo Iris chiacchierare con altre ragazze e ragazzi della sua età e la vedo tranquilla, il che mi lascia contenta.
«E quella lì chi è!?» domanda Caitlyn aguzzando lo sguardo. Tutti puntiamo il nostro nella sua stessa direzione.
Spalanco la bocca e mi porto le mani a coprirla. «Ma io la conosco! Quella è Vanessa Holder, la figlia di Monica Holder, la cavallerizza!»
I miei amici corrucciano la fronte e mi guardano. «Che c'è? Sapete che passo molto tempo su Internet»
«La sua gonna costerà il doppio dello stipendio di mia madre» pronuncia Claire.
La osservo di nuovo e infatti è un abbigliamento più da tappeto rosso che da avventura nei boschi.
I capelli neri sono lunghi e lisci fino alla vita, segnata dalla minigonna. Ha un paio di stivali texani ai piedi e una camicetta bianca che evidenzia le forme prosperose.
Nulla a che fare con me in pratica. Io sono più bassa e ho un po' più di pelle sulle cosce, i fianchi bassi e le forme praticamente inesistenti. Mentirei se dicessi che questi piccoli dettagli non mi hanno ossessionata, ma ho imparato ad amarli e a renderli tratti distintivi da apprezzare.
Non nego che qualche volta saltavo di proposito i pasti, ma ho capito che non è così che si sarebbe risolto il problema e quindi l'ho reso la stessa soluzione cambiando prospettiva.
Vanessa è circondata da una schiera di tre o quattro ragazze e ha tutta l'aria di essere lei la leader del gruppetto.
«Chissà come mai è qui...» borbotto tra me e me.
Ad un certo punto la voce amplificata di qualcuno mi ridesta dai miei pensieri e noto tutto lo staff sta allineato sul palchetto. Josie al centro col megafono in mano. «Ragazzi, un attimo d'attenzione per favore», chiama allegra. «Perfetto, eccoci qui allora. Benvenuti al nostro campo estivo. Da domani comincerà la nostra avventura, che vedrà la squadra blu fronteggiare quella rossa in molte sfide per aggiudicarsi questa!». Si fa di lato per scoprire una bella coppa dorata. «Stasera faremo tutti conoscenza, staremo un po' assieme e soprattutto dobbiamo inaugurare l'inizio della nostra estate. Mettetevi in fila a quel tavolo. Cole vi darà un cartoncino e una penna. Scriveteci il vostro desiderio e poi li butteremo tutti insieme nel fuoco com'è tradizione qui!»
Cole Woods è il fidanzato ufficiale di Josie da anni e non ho mai visto un uomo così attraente. Probabilmente sono i capelli lunghi e biondi oppure i tratti del viso spigolosi e gli occhi che celano un alone di mistero. Non posso negare di non aver avuto la mia cotta per lui quando avevo dodici anni.
Dopo una ventina di minuti, ognuno ha il suo biglietto in mano. Il mio lo stringo forte, poi ci lascio un bacio sopra e quando scompare nel fuoco resto lì impalata a vederlo bruciare.
«Wendy», mi chiama Brett. Alle sue spalle ci sono Shane ed Emily. Loro due sono gemelli, entrambi biondi e con gli occhi verdi.
Lui indossa una canotta che mette in mostra i bicipiti macchiati dall'inchiostro dei tatuaggi e i capelli mossi sono incollati alla fronte. Schiocca la lingua contro il palato e mette un braccio alle spalle dell'amico. «Chi si rivede, la piccola Amy e la sua allegra compagnia. Buonasera signore»
Sento Sebastian alle mie spalle sussurrare qualcosa. «Io non sarei una signora, ma accetto il saluto lo stesso»
Emily è stranamente silenziosa. Ha uno sguardo freddo e duro. Non che sia mai stata l'esuberanza in persona, ma ha una strana espressione.
«Allora», dice Shane. «Pronti a fronteggiarci di nuovo? Non posso garantirvi che ci andrò leggero»
Io e Brett alziamo gli occhi al cielo divertiti mentre Cat gli risponde. «Andarci leggero in cosa? Le gare di pallavolo e il tiro alla fune? Uh, che paura» lo prende in giro.
Il biondo fa un passo in avanti fronteggiando Cat, i loro visi sono a pochi centimetri di distanza. Io e Veronica ci guardiamo maliziose.
«E c'è anche Kitty Cat. Come stanno i tuoi sedici gatti?»
«Bene grazie. Hanno graffiato interamente la foto di te che avevo appeso al muro» continua lei.
«Anche loro avranno sogni erotici su di me» risponde Shane ovvio.
«L'unico sogno che potrebbero avere è di graffiarti le-»
«Okay, può bastare così» intervengo mettendomi in mezzo. Brett prende l'amico per le spalle.
Ad una certa entra in scena un'altra persona. «Ma salve a tutti voi» sorride Vanessa. Emily la squadra da testa a piedi. «Sono nuova qui. Piacere, sono Vanessa Holder» si presenta premendo una mano sul fianco e allungando l'altra verso Brett. Se lo sta palesemente divorando con gli occhi.
Sento Emily parlare per la prima volta. «Tsk, che belle tecniche d'approccio»
Vanessa non se lo lascia sfuggire e volta il capo verso la bionda. «Scusami? E tu chi saresti? Barbie dei poveri?»
«E tu Pocahontas? Nella tua tribù non sanno che quella gonna e gli stivali sono un pugno nell'occhio?», risponde a tono prima di allontanarsi.
Veronica soffoca una risata e nemmeno questo sembra far piacere a Vanessa. «Ranocchia, faresti meglio a stare zitta tu»
«Ehi» intervengo io. «Perché non fai il piacere a tutti e te ne vai?»
Si lo so, non sono il massimo a rispondere male alle persone ma, ehi, non tutti sanno fare tutto.
Brett sembra capire che questa ragazza deve andarsene, così si propone di spiegarle come funzionano i giochi. Contenta, sfodera un sorriso da conquista e accetta. Shane, invece, si allontana alla ricerca della sorella.
Mi giro completamente verso Ronnie e le metto le mani sulle spalle. «No, non fare quel muso lungo. Che avevamo detto?»
Sospira prima di rispondere. «Che i commenti altrui non valgono nulla» dice svogliata, dopo che glielo abbiamo fatto imparare e recitare allo sfinimento.
«Esatto, e poi ranocchia ci sarà quella» interviene Claire, il che fa sorridere un pochino Ronnie.
«Signorine», esordisce Sebastian. «Io proporrei di ritirarci nella vostra stanza e starcene per fatti dei nostri. Porto la chitarra, che ne dite?»
Batto le mani entusiasta. Quando facciamo i nostri soliti pigiama party, la mia parte preferita è quella in cui cantiamo tutti assieme.
«Perfetto, allora ti aspettiamo!»
Afferro Veronica sottobraccio e le sussurro un'ultima cosa.
«Sei bella, dentro e fuori. Non scordarlo mai»
.・。.・゜✭・.・✫・゜・。.
Spazio Autrice💙
Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato gli altri personaggi.
Per ora chi preferite?
Amy continua a tenersi stretto il suo segreto. Secondo voi cosa riguarda?
Per Josie ho immaginato Lily Collins e per Cole invece Jamie Campbell Bower. (In un altro universo dovevano per forza stare insieme)
Grazie di leggere Our last Summer,
un bacio e alla prossima <3.
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