15 - Never Have I Ever...

Difficilmente passo le notti in bianco, anzi è molto raro. L'ultima volta è stata quella in cui ho pianto come non mai ho fatto in vita mia.

Ora, però, eccomi di nuovo. Sono le sei del mattino secondo il display del telefono e un solo pensiero viaggia da parte a parte nella mia testa. Questo pensiero ha anche nome e cognome.

Brett Allen.

Non riesco a non pensare a lui, non mi è mai successo con nessun ragazzo. Forse perché nessuno è come Brett. Non so se esista una persona più affine di lui per me, qualcuno capace di farmi sentire come se fossi sempre in estate. Insomma, siamo tanto simili quanto diversi. Complementari.

Qui è tutto buio, aleggia il silenzio. Mi sono girata e rigirata in tutte le posizioni possibili, avvinghiata al pulcino di peluche che mi ha regalato Nat.

Sorrido come un ebete e non so nemmeno perché. È così, quindi, che ci si sente quando si è innamorati?

Se solo io...
L'unica alternativa sarebbe rivelare la verità a tutti, ma poi...

Scuoto la testa e mi tiro su a sedere. «No, no, no», ripeto tra me e me. «Non posso»

Prendo un respiro, calmandomi. Getto un occhio sulle mie amiche che dormono beate, immerse nei sogni più sereni. Il sonno non mi chiama, per cui è anche inutile tentare lo sforzo. Poggio i piedi sul parquet di legno e faccio attenzione a non far scricchiolare le assi. Pesco la prima cosa che trovo dall'armadio - essendo al buio non si vede un granché - e mi infilo quello che penso essere un giubbotto di jeans.

Apro la porta ed esco sul piccolo portico del bungalow incontrando il fresco venticello di prima mattina. Sento i gufi, il cielo è tinto di azzurro scuro, privo dei piccoli astri che brillano di luce propria. Mi affaccio alla balaustra di legno e osservo le sfumature che segnano l'arrivo dell'alba.

Da quella volta l'alba è il mio momento preferito delle ventiquattro ore. Un giorno nuovo, un giorno in più.

Sbircio tutto attorno a me, il campo è ancora dormiente. O almeno così credevo fino a due secondi fa. Corruccio la fronte nel vedere Brett fermarsi a pochi metri dalla mia casetta. Ha addosso una tuta blu scuro - uno smanicato e un paio di pantaloncini -, sta controllando l'orologio al polso. Presumo sia andato a correre.

Ma non corre lontano dalla mia testa, mi viene da pensare.

Sembra percepire la mia presenza dato che solleva il capo e lo indirizza verso di me. Gli faccio un cenno di saluto con la mano mentre si avvicina con poche falcate.

Mi ricorda la famosa scena del balcone di Romeo e Giulietta.
«O Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo?», dico scherzando.

Accenna un sorrisetto, uno di quelli che riescono a sciogliermi. Mi squadra con un sopracciglio inarcato da capo a piedi. «Bel pigiama»

Concedo una rapida occhiata al mio outfit, composto da un pantaloncino verde pastello costellato di avocado e un top a bretelle con la scritta centrale Avo Cardio e l'icona del frutto che agita le braccia.
«Nemmeno tu riuscivi a dormire, Wendy?», mi chiede.

«Già. Sono venuta qui fuori a vedere l'alba»

Brett si da' un'occhiata intorno. «Con gli abeti che circondano il campo, al massimo riuscirai a vedere il sole delle otto» obietta, poi si passa la lingua sulle labbra e punta le mani sui fianchi. «Sai dove potremmo vederla?»

Poggio il mento sul palmo della mano. «Ti sei autoinvitato?»

Scrolla le spalle e tira indietro i capelli castani con un gesto della mano. «Tutti dormono», si giustifica. «L'opzione è tornare nel bungalow e ascoltare Shane russare»

«D'accordo» dico, poi scendo gli scalini e i piedi nudi incontrano l'erba bagnata di prima mattina. Brett se ne accorge ma si limita a sorridere. «Allora,» domando. «Dove possiamo ammirare l'alba?»

Mi supera e, nel passarmi accanto, dice qualcosa che mi arriva non solo alle orecchie. «Seconda stella a destra, poi dritta fino al mattino.»

Ci incamminiamo per i sentieri alberati col cinguettio degli uccellini in sottofondo, la natura si sta svegliando a poco a poco.
«Sai, alcune volte non mi dispiacerebbe vivere in campagna», gli confesso. «Per quanto ami la vita di città, questa pace è... armonica»

«Lo penso anch'io», mi asseconda. «Dona un senso di serenità»

«Esattamente»

Una volta arrivati al lago percorriamo la passerella fino al bordo. Il cielo è una tela dipinta di rosa e celeste, il sole è un arancione abbagliante che si riflette tra le increspature dell'acqua. I primi raggi mi riscaldano il viso.

Un'idea folle mi salta in mente, ma... «memento mori». Questo detto vale per me un po' più che per gli altri.
Sfilo la giacca di jeans e il pigiama.
«Ma che vuoi fare?», domanda ovviamente Brett.

Armeggio con l'elastico dei pantaloncini, abbassandoli e rimanendo in intimo. «Il bagno, ovvio!», esclamo ridendo. Prendo la rincorsa e il mio corpo infrange la superficie del lago producendo un tonfo.

Mi adatto subito alla temperatura fredda mentre nuoto. Una volta che riemergo mi rendo conto di sfiorare appena con la punta dei piedi il fondale. Forse mi sono spinta un po' troppo in là, ma riesco a mantenermi a galla con uno sforzo in più.

Avverto una presa salda sui fianchi, subito dopo un corpo massiccio premuto contro la mia schiena. «Ehi, dove credi di andare tu?», mi rimprovera bonaria la voce di Brett.

Mi porta dove riesco a toccare, così finalmente mi posso voltare nella sua direzione.

Cinque centimetri.

La sua pelle, come la mia, è imperlata di piccole gocce d'acqua. Gli cascano dai capelli e scivolano lungo la mascella. I riflessi dorati rendono i suoi occhi cristallini, evidenziano i tratti del viso.

In questo silenzio è udibile solo il rumore dei nostri respiri, se abbassassi le palpebre anche quello del mio cuore. Ingoio a vuoto.

Il mio sguardo saetta su ogni lineamento baciato dal sole, ma su un punto specifico soprattutto. «Amy...», lo sento biascicare. Il fiato caldo mi arriva sulle labbra. Forse è un avvertimento, forse è un ordine, forse... forse...

Non ho tempo di pensare a niente perché la distanza tra noi due si assottiglia attimo dopo attimo, fino a quando la punta del suo naso non si imbatte nella mia.

Baciami, per piacere.
Baciami e falla finita.
Baciami e non ti fermare.

Crack.

Sobbalzo di scatto col respiro affannato e le guance in fiamme. Gli occhi si spostano da parte a parte tra gli alberi. È stata una mia impressione? Giurerei di aver sentito un rumore...

«Amy», mi richiama Brett. «Tutto bene?»

Mando giù la saliva prima di annuire con il capo basso, imbarazzata.

Ma che diavolo sto combinando?

È sbagliato tutto, lo farò soffrire solo.
Con un paio di bracciate torno alla passerella, tirandomi su con la forza delle braccia. Il reggiseno e gli slip di cotone sono appiccicati addosso, mi affretto a indossare il pigiama e prendo il giubbotto. Senza nemmeno voltarmi, lo saluto. «A più tardi»

Scappo via, con l'amaro in bocca per quel bacio mancato e il cuore in balia di una tempesta.

✩⋅*.⋅༄☾︎

«Un unicorno col tutù!»

«Eh?»

«Oh, finalmente sei tornata nel mondo dei vivi!», mi rimbecca Veronica. «Si può sapere a cosa pensavi?»

Le mie sopracciglia compiono un rapido guizzo verso l'alto.

«Oh, al tuo quasi-bacio?» mi prende in giro. Ovviamente, la prima cosa che ho fatto una volta tornata in stanza è stata svegliare tutte quante per raccontare il fatto.

Sospiro, ancora amareggiata. «Mi sento una stupida»

«Lo sei», conferma la riccia al mio fianco, intenta a districarsi una ciocca di capelli. Questa mattinata si è conclusa con una battaglia di paintball tra le due squadre.

La vittoria è stata nostra, ma solo per merito di Sebastian, che percepiva i movimenti degli avversari e riusciva a sparare prima che lo facessero loro.

«Comunque,» comincio a dirle. «Non trovi che Seb sia un po'... strano?»

Ronnie, sempre interessata ai suoi capelli, fa una smorfia disinteressata. «È solo una tua impressione. Il suo oroscopo forse è buono, la fortuna gli sorride»

«Se lo dici tu...»

Una volta arrivata in stanza, Veronica prepara l'accappatoio e un cambio pulito. «D'accordo, vado a farmi la doccia», e dicendo così si dilegua.

Le ultime ad occupare il bagno - devastato dall'impronta di trenta ragazze - siamo io e Cat, che entriamo lì chiacchierando.

«Mio Dio, questa è l'estate più calda che abbia mai visto!»

«Concordo», la assecondo. Poggiamo i vestiti puliti su un mobiletto di legno e il telo sulla porta della doccia. Entriamo nelle cabine e tolgo i vestiti sporchi di pittura, spingendoli poi fuori dalla fessura in basso.

Dal soffione comincia a scendere l'acqua tiepida, che scorre lungo tutto il corpo. «Ricordi quella volta in cui prendemmo l'autobus per andare in quel ristorante italiano, la scorsa estate?»

«Sì», urla dall'altro lato.

«Ecco, lì si moriva di caldo. Stavo per svenire per la mancanza di ossigeno e i trentotto gradi di quel giorno»
Mentre parlo, con le mani insapono il corpo. Tasto un punto sulla pancia che mi fa male e, osservando la zona, scopro un livido ancora poco accentuato.

«È la Terra che si sta ribellando. Fossi nei suoi panni, non le darei torto»

«Mhmh»
Una volta messa a nuovo e profumata, afferro il telo e me lo avvolgo addosso. «Non esiste nulla di più rigenerante di una bella doccia»

Trovo Cat già fuori, un asciugamano le avvolge il corpo e si guarda intorno confusa. «Dove diamine sono i vestiti?»

Corrugo la fronte e lo sguardo corre al mobiletto, trovandolo vuoto. Non ci sono nemmeno quelli sporchi. «Ma che cazzo...?»

«Ci hanno fottuto i vestiti», questa è la conclusione di Cat. Incrociamo gli occhi sapendo anche chi è il colpevole. «Shane».
Come una furia si catapulta fuori dal bagno e io le sono subito dietro.

Gesù, ora che combinerà?

Ma la risposta è più che chiara. Va dritta al bungalow di Shane e, senza bussare nemmeno, spalanca la porta. Brett sta disteso sul suo letto, le mani dietro la testa, e due di loro si stanno cambiando. «Ehi, ma che cazzo?!»

Io mi copro la visuale sinistra con la mano e mi concentro su Cat, che non se ne fraga proprio e mette all'angolo Shane.

Il biondo, con una lattina di Redbull in mano, si trova il dito di Caitlyn puntato contro. «Coglione dei miei stivali», lo apostrofa.

Lui sogghigna contento. «Ciao anche a te, Kitty Cat»

«I vestiti. Ora»

«Non so di cosa tu stia parlando», fa il finto tonto continuando a sorseggiare la sua bevanda.

Brett, come me, si gode la scenetta.

Non guadarlo come se sperassi che ti venga incontro e finisca ciò che hai interrotto, mi consiglia la vocina nella mia testa.

Cat strappa la lattina dalla mano di Shane. «Lo sai di cosa parlo»

«No, non lo so»

«Shane, non ho la pazienza di Amy. Sto desistendo dal buttarti questa roba addosso», scuote la bevanda.

Le sfiora il mento con la mano. «Ritira gli artigli»
La supera solo per prendere i nostri indumenti dall'armadio. Glieli porge e lei li scambia con la lattina. «Era solo uno scherzo»

«Uno scherzo idiota, come te del resto», ribatte Cat.

«Oppure solo un pretesto per vederti senza niente addosso», ammicca ancora lui.

Lei non replica, si limita a fissarlo.
Brett si alza in piedi, affiancando l'amico, e parla a Cat. «Ho un'idea», esordisce. «Si farà perdonare stasera, accetta l'invito e vieni qui dopo cena. Questo vale anche per i vostri amici»

«Per cosa?», domandiamo all'unisono noi ragazze.

«Se volete scoprirlo venite», sorride furbo Brett.

«D'accordo» sono le ultime parole di Cat. Poi gli volta le spalle e abbandona la stanza.

Rimasta sola, con gli sguardi dei quattro coinquilini su di me, fingo una tosse e afferro la maniglia della porta. «Scusate per l'irruenza»

✩⋅*.⋅༄☾︎

Come accordato, dopo cena e dopo che è stata effettuata la ronda di sicurezza, io, le mie amiche e Sebastian sgattaioliamo nel bungalow di Brett e Shane. Lì, al posto degli altri due coinquilini, troviamo anche Emily.

Mi accenna un sorriso come saluto. La lunga coda bionda scopre il volto privo di trucco. Emily è una di quelle bellezze semplici, non dai tratti marcati ma armonici.

Veronica, Claire e Kelly prendono posto su uno dei letti. Cat, con le braccia incrociate e lo sguardo da dura, decide di porre una domanda. «Allora, che cosa avete in mente?»

Brett e Shane si scambiano uno sguardo complice e, da dietro la schiena, fanno uscire due bottiglie di alcol. Spalanco la mandibola mentre Caitlyn sgrana gli occhi.

«E quelle da dove escono?». Emily dà voce ai nostri pensieri, una mezza risata le esce dalle labbra.

Con la mano libera il fratello finge di chiudere una zip immaginaria sulla bocca. «Un mago non rivela i propri segreti, sorellina»

Brett è il primo che si siede a terra e batte la mano sul pavimento. «Essendo l'ultimo anno, è doveroso fare un gioco alcolico tutti insieme. Forza, sedetevi in cerchio»

Beh, l'idea mi sembra carina.

Nessuno rifiuta. I miei occhi, però, corrono a Veronica, che osserva con disappunto le due bottiglie essendo astemia. Mi avvicino a lei e le sussurro all'orecchio che non deve giocare se non vuole. Lei sospira e scrolla le spalle. «Per una sera lo posso pure fare...»

Una volta che chiudiamo il cerchio, Shane dispone un bicchierino del caffè davanti a ciascuno di noi. «Che gioco facciamo?»

Quando si siede anche lui, si passa una mano tra i riccioli dorati e poi risponde. «Non ho mai»

«Uh,» faccio io. «Non ci ho mai giocato. L'ho visto fare in qualche serie Tv però»

«Le regole sono semplici» annuncia Brett stappando le bottiglie - una di Tequila e l'altra Vodka -, poi riempie i bicchierini. «A turno, una persona dice una cosa che non ha mai fatto. Le persone che invece hanno fatto quella cosa, bevono. Una stupidaggine, no?»

«E il divertimento dove sta?», domanda scettica Veronica.

«Nel raccontare ciascuno la propria versione dei fatti», replica di seguito Shane. «Dai, cominciamo. Il giro parte da Claire e termina con Kelly»

Claire si sistema meglio sul posto, le gambe incociate e le mani poggiate all'indietro. «Okay, allora... Non ho mai... spiato il mio vicino di casa»

Partiamo bene. Chiudo gli occhi e mando giù tutto d'un sorso, sento la Vodka infiammarmi la gola.

«Hai capito la piccola Amy», mi schernisce Shane. «E ora dicci un po' di più»

Brett, intanto, si occupa di riempire di nuovo il mio bicchiere. «Senti, sembrava Leonardo Di Caprio quando ha interpretato Jack Dawson in Titanic! Non potete non biasimarmi», alzo le mani.

«Tu vedi le celebrità ovunque», constata Veronica con un sopracciglio arcuato. Io faccio spallucce.

«Tocca a me», dice Sebastian. «Io non ho mai... finto un orgasmo». E, dicendo ciò, guarda con la coda dell'occhio la corvina al suo fianco.

Bevono Emily e Caitlyn. Brett si rivolge alla bionda, fa solo un nome. «Harrison?»

Emily annuisce. «La peggior scopata della storia», confessa. «Sarà pure bello, ma è l'unica cosa che ha oltre al titolo di capitano della squadra di rugby»

Shane sogghigna e non perde tempo a dare fastidio a Cat. «Credo che sia stata una vittoria più che una perdita la tua»

Lei non replica, distoglie lo sguardo dal biondo. Shane purtroppo non può sapere che lei ama Colin, che si tratta di una cosa che va oltre il sesso.

La prossima è proprio Cat. «Io non ho mai rotto con qualcuno per messaggio». Stavolta nessuno beve.

Ora spetta a Veronica affermare cosa non ha mai fatto. «Io non ho mai... fatto una follia per amore»

Beve solamente Kelly, poi con un sorriso malinconico racconta. «Era l'anniversario mio e di Kai, il primo anno insieme. Volevo fare una cosa super speciale, così ho prenotato un viaggio per andare a Roma»

Claire le passa una mano sul braccio con fare consolatorio. Peccato che Kai l'abbia abbandonata al primo ostacolo. Kelly è stata molto male nei mesi seguenti all'aborto spontaneo e lui non si è mai presentato alla sua porta. Non tutti hanno la capacità di affrontare i problemi, spesso alcuni scelgono la via più facile: si sottraggono e lasciano la risoluzione in mano ad altri.

«È il mio turno», esordisco dopo un breve silenzio. «Allora, vediamo un po'... Io non ho mai... messo piede su siti porno»
Nessuno beve. Rivolgo un'occhiata sospettosa a Shane. «Stai dicendo la verità?»

«Per quanto possa sembrare un coglione che pensa solo a ficcare la testa fra le gambe delle persone, non sono così disperato da andare su siti porno» ribatte. Poi, dopo cinque secondi, aggiunge: «Però un film in stile 365 giorni ogni tanto non me lo toglie nessuno» e, così dicendo, si scola lo shottino di Tequila in un sorso.

Parola ad Emily. «Io non ho mai trovato nessuno dello stesso sesso attraente»

Claire, Sebastian, Veronica ed io beviamo.

«Sarebbe un coming out questo?» chiede ancora Shane.

«Idiota» lo apostrofa Veronica. «Trovare attraente una persona non significa volersela portare a letto. E poi è un dato di fatto che le ragazze siano più belle dei maschi»

«A me piacciono entrambi», risponde Claire.

«A me piace quello che piace», replica invece Seb con disinvoltura.

Shane inarca un sopracciglio, confuso. Quando sta per fare un'altra domanda, Brett gli fa segno di no con la testa.
«D'accordo. Comunque, io non ho mai... tradito»

«Lo fai apposta, vero stronzo?» sbotta Cat, guardando truce il biondo.

«Sì, ma non per farmi due risate», ribatte serio. «Sto cercando di farti aprire gli occhi, stupida. Stai sotto ad uno che non ha aspettato due giorni per infilarlo in un altro buco!»

Okay, la situazione qui si sta spostando su un altro campo.

Veronica tiene Cat incollata a terra. So che non vuole fare scenate e rovinare la serata, ma allo stesso tempo credo voglia fare due cose: uno, saltare addosso a Shane; due, andare via di qui.

«Va bene» esordisce Brett, mettendo fine a questo intenso battibecco. «Io non ho mai avuto il cuore spezzato»

Beve Kelly, poi Claire, Cat, infine io ed Emily.

Sorpassiamo Kelly e Cat per ovvi motivi. Io e Claire raccontiamo in breve una parte senza dilungarci in dettagli inutili. Ci scambiamo uno sguardo che parla chiaro.

Porto il tuo segreto con me.

«Chi ti ha spezzato il cuore, Emmy?», le domando.

Emily non accenna ad alzare lo sguardo dal pavimento, sospira. «Mio padre», anticipa prima di cominciare a parlare. «Il mio più grande sogno è sempre stato, fin da piccola, diventare il CEO della società di famiglia, la donna d'affari di casa. Un giorno papà mi è venuto a parlare e mi ha detto che mi avrebbe fatto fare l'apprendista, contemporaneamente agli studi al college. Il mese scorso mi ha portata con sé in azienda, io ero felice come una pasqua». Fa una mezza risata, tutti stiamo attenti a ciò che dice.
«Mi presenta un uomo di trent'anni, già famoso sulla piazza per via delle sue ottime qualità di marketing. Questo tale però non lavorava per la nostra società ma comunque sono stata affidata a lui. Comincio ad apprendere le prime nozioni, poi seguono gli inviti a cena e, ad una di queste, lui mi dice di un presunto fidanzamento»

No, fermi tutti. Cosa?

«Eh?!» esclamo io.

Emily non smette di circoscrivere cerchi immaginari sul parquet di legno. «A quanto pare mio padre gli aveva promesso un fidanzamento con me in cambio del posto in azienda. Siccome aveva trent'anni, aveva detto, era arrivato per lui il momento di cominciare a sistemarsi e mettere su famiglia», conclude poi con voce triste. «Sono tornata a casa, ho chiesto spiegazioni e mi è stato detto che era un grande affare. La mia vita, barattata così, era solo un affare. È stato in quel momento che il mio cuore si è spezzato»

Shane e Brett tengono il capo abbassato, probabilmente consapevoli. Il fratello digrigna la mascella, incazzato al solo ricordo.

Io mi getto a capofitto su di lei, abbracciandola forte. «Tu non sei il burattino di una storia. Tu sei la protagonista della tua, e sono certa che scalerai vette altissime da sola senza l'aiuto di nessuno. Puoi farcela benissimo», le sussurro.

«Grazie, Amy». Mi sorride di rimando. «L'ho detto anche io a mio padre, e non vedo l'ora di fare il culo a tutti quanti». Sfodera un sorrisino di convinzione.

Tra chiacchiere e rivelazioni facciamo fuori tutte e due le bottiglie di alcool, ormai siamo belli che andati.

«Direi di chiudere il gioco qui» dice Cat, brilla. Mostra poi il polso di Seb a cui è legato l'orologio di Pirati dei Caraibi. «È quasi l'una»

«Aspetta», la ferma Kels. «Manco io, chiudiamo il giro». Punta a me, con uno sguardo divertito stampato in faccia. «Non ho mai avuto il desiderio di baciare qualcuno in questa stanza»

Traditrice, urlo dentro di me.

Mi concedo una sbirciata fugace a Brett, trovando i suoi occhi celesti già su di me. Credo che le guance mi si siano tinte di rosa. O forse già lo erano per via della vodka. A dire il vero mi sento la testa leggera, libera dai pensieri, e allo stesso tempo pesante. Domani mi servirà sicuramente qualcosa per il mal di testa. Fortuna che ho una farmacia ambulante appresso.

Bevo io, beve Brett, poi Claire, Sebastian e Shane.

Prima che qualcuno dica qualcosa in merito scatto all'impiedi e la testa mi gira. «Giro concluso, possiamo andare? Mi sento leggermente stordita»

Vedo doppio o è una mia impressione? Sbatto le palpebre più volte e provo a fare un passo in avanti, ma le gambe sembrano fatte di gelatina.

Qualcuno, però, mi afferra prima che finisca col culo per terra. «Ti serve per forza un eroe che venga a salvarti, eh Wendy?»

Io tra le braccia di Brett, le sue labbra vicinissime alle mie. Di nuovo. Allungo un dito e faccio per zittirlo, poi scuoto la testa. «No, no. Non si fa, Amy», biascico. Poi punto più su. «Lo sai che hai il mare negli occhi?», ridacchio io.

«Grazie del complimento»

«Okay» questa è la voce di Claire. No, lei regge l'alcool peggio di tutte noi, probabilmente è preda ad un suo classico momento isterico post-sbronza. Forse è Cat? Kelly? Veronica?
«Amy, andiamo a nanna, su»

Sì, è Veronica.
Mi tira per il braccio e mi aiuta a stare in piedi.

«Buonanotte a tutti» saluto. Quando mi volto, vado a sbattere contro la porta. «Ahia!»

D'accordo, è ufficiale: io e l'alcol non siamo fatti per mischiarci.

.・。.・゜✭・.・✫・゜・。.

Spazio Autrice💙

Secondo voi hanno tutti detto la verità?
Ig: rose.miller___

Personaggio preferito fino ad ora?
Fatemi sapere.

Un bacio e alla prossima <3.

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