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...summertime.

L'estate. Decisamente la stagione preferita di Fred e George.

Era proprio come loro: allegra, divertente, spumeggiante e, soprattutto, aveva il magnifico potere di trasmettere gioia alle persone, una caratteristica che Fred e George avevano posseduto sin dal giorno in cui erano venuti al mondo.

E proprio per questo motivo, i gemelli si erano sempre impegnati affinché ogni singolo giorno della loro estate fosse

speciale, indimenticabile.

All'età di sei anni, infatti, iniziarono a creare e progettare quello che chiamarono "Progetto Estate" che consisteva, appunto, in una serie di scherzi, bravate e altre cose decisamente fredegeorgeonesche che sarebbero, poi, state effettuate quotidianamente durante l'estate.

La principale vittima di tali scherzi era Percy, che era costretto a controllare nel cibo, nel letto e perfino nelle scarpe, con la costante paura che quei due non vi avessero infilato quelli che, a detta sua, erano "gli oggetti peggiori mai invitati nella storia del Mondo Magico" e che, a detta dei gemelli, erano "gli oggetti per cui valeva la pena spendere tutti i soldi che possedevano".

Ma, nonostante la costante attenzione che Percy prestava nel controllare qualunque, davvero qualunque, cosa con la quale avrebbe dovuto avere dei contatti tattili e/o visivi, la mattina dopo, chissà perché, si svegliava sempre o con il naso più lungo o la pelle ricoperta da strane bolle verdi o,una volta, persino, con un dito del piede in più.

Perciò ogni mattina era sempre la stessa storia.

Percy che scendeva giù in cucina, dove il resto della famiglia faceva colazione, urlando furiosamente e indicando i gemelli, che sogghignavano bevendo le loro tazze di latte.

Molly che si arrabbiava e li sgridava, e poi cercava il sostegno di Arthur che, però, diceva sempre di essere in ritardo, prendeva il cappotto, posava un leggero bacio sulla guancia della moglie, salutava i figli e scompariva.

E così Molly, poverina, si ritrovava a dover affrontare tutto da sola e, quindi, si infuriava ancora di più, tanto che Fred e George, intimoriti, non si prendevano nemmeno la briga di finire la colazione e scappavano in giardino, con la madre che li urlava da dietro: «Scappate, scappate. Faremo i conti più tardi!».

Poi rimanevano in giardino fino all'ora di pranzo a pianificare, ridendo con fare colpevole, altri guai per il giorno dopo.

Dopo, quando arrivava l'ora di rientrare in casa, pranzavano in silenzio, con Percy che lanciava loro occhiate di fuoco e la madre che si lamentava di come, invece di fare cose così stupide, avrebbero potuto dedicare il loro tempo a cose più utili, come le faccende di casa per esempio.

Ma per quanto Molly potesse essere arrabbiata con loro, non riusciva mai a metterli in punizione. Appena se li ritrovava davanti a fare le facce da "cuccioli", con i loro occhioni nocciola, le lentiggini e i loro visetti paffuti da bimbi di sei anni, si addolciva di colpo.

«Questa volta vi è andata bene, ma la prossima volta vedrete...» diceva.

Anche se sapeva, come lo sapevano anche i gemelli, che avrebbe rimandato "la prossima volta" all'infinto.

Perché, per quanto quei due la facessero disperare, le sue estati non sarebbero mai state così speciali, senza i loro guai e le loro risate.


Spazio autrice:
Salve, ecco il terzo "capitolo" di questa serie. Spero vivamente che vi sia piaciuto.

_MoonyChocolate

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