Capitolo 3

Non appena mi accorsi della lacrima, tra gli applausi e i cenni contenti del capo dei commensali, mi asciugai con la manica del kimono e per fortuna, nessuno parve accorgersene.

«Grazie Eichiro, vedo che le tue riflessioni sono fruttuose, non vediamo l'ora che arrivi la prossima»
Tokimune lo fece sedere.
«Ed ora miei cari, direi che possiamo terminare la cena, mi avvio alle mie camere. Hotaru, grazie per averci deliziato con la tua presenza»
Fece per baciarmi la mano e sebbene mi trovassi in disagio nel farlo, trovai lo sguardo truce di Eichiro che parve mi stesse dicendo:
Fallo e non lamentarti.
Ci alzammo quasi simultaneamente e tra un saluto ed un altro, raggiunsi il gruppo dei tre che si era mosso verso il porticato sul retro della sala.

«Per tutti gli dei, Eichiro! Da dove li tiri fuori questi versi? Ammettilo, rubi il liquore dalla dispensa dello Shogun e scommetto anche che lui non disdegni unirsi eh!»
Seitaro aveva già la battuta pronta.

«Seitaro..»
Mi inchinai scherzosamente al suo cospetto.
«Non hai paura che lo Shikken ti senta?»

«Come se le mie parole fossero false!
È ovvio che Eichiro sia il preferito del sovrano, dopo Masahiro, si intende»
Quello appena nominato sbuffò impettito, portandosi una delle lunghe ciocche dietro l'orecchio.
Ebbi modo di ringraziare Eichiro.

«Le tue parole, mi hanno commosso, erano davvero meravigliose»
Gli sorrisi, nonostante il battibecco precedente alla cena. Lui accolse i complimenti abbassando appena la testa.

«Sei sempre così modesto, eppure hai già una fan, come ti invidio!»

«Beh Seitaro, se sei tanto invidioso, fatti avanti»
Disse Masahiro al più giovane spingendolo con una spallata.
«Non devi fare altro che provarci, starà ad Hotaru rifiutarti se non sei all'altezza»
Gli fece l'occhiolino.

Arrossii un po'.
«Bene bene, Hotaru, ho visto che hai parlato con Tokimune, immagino che ti abbia detto come stanno le cose»
Annuii.

«Sì, e lo trovo orrendo»
I due si scomposero per la sorpresa.

«Orrendo? Mah, che lo Shikken prenda decisioni sbagliate lo trovo davvero improbabile, vero Masaharucci?»
Incentivò Seitaro imitando la parlata di Eichiro.

«Non nego di trovarmi d'accordo con te, ma comprendi anche che Hotaru probabilmente non l'ha mai vissuta o ne prende le distanze..
Posso intuire perché»
Mi sorrise caldamente.

«La trovo ingiusta. Non sarebbero solo i soldati a pagarne le conseguenze, ma anche moltissimi innocenti.. Se dovesse succedere anche ad altri quello che è successo a me.. I-io..»
Mi coprii la bocca con i polpastrelli, per evitare di pronunciare altre parole che mi avrebbero portato nuovamente al pianto.

«Sono d'accordo con Hotaru»
Sopraggiunse Eichiro, che fino ad allora era rimasto in silenzio.
«È vero, la guerra è orrenda, ma è anche vero che con un popolo così rozzo come quello dei mongoli non si può conquistare per mezzo delle parole o di false promesse»
Senza che mi accorgessi del suo movimento, Eichiro mi mise una mano sulla schiena. Neanche gli altri parvero accorgersene, anche per via della luce soffusa proveniente dalle lanterne.
La sua mano era calda e comfortevole, mi rassicurò in qualche modo sentire il calore di qualcuno.
“È gentile, so che ha capito che la mia ferita non si è ancora rimarginata.
Grazie, Eichiro”
Gli feci capire che apprezzavo il suo gesto, avvicinandomi appena un po' di più e adagiando il mio dorso al suo palmo.
Mi sentivo meglio.

«Sotto questo aspetto è inevitabile che ci siano delle ripercussioni, ma dobbiamo pensare al bene dei molti, e non alle vicende dei singoli»
Masahiro strinse le braccia conserte e ciondolò con la testa.
«Credo che a breve andrò a fare una passeggiata. Qualcuno vuole unirsi a me?»
Seitaro di tutta risposta, sbadigliò sonoramente.
«Bene, per quanto ti riguarda, ho capito quale sarà la tua prossima mossa, Eichiro, Hotaru?»

Facemmo a gara a chi rispondeva per ultimo. Mi feci avanti io.
«Credo che mi ritirerò anche io Masahiro, perdonami per aver rifiutato l'invito, ma spero che ci sarà una seconda volta»
Masahiro mi rassicurò con un cenno della mano.

«Non preoccuparti, ogni sera vado ai giardini per passeggiare dopo cena, godo di questo privilegio concesso a pochi, se vorrai unirti sai quando e dove»
Anche Eichiro rispose.

«Io andrò a comporre qualche verso, non è mai troppo presto per iniziare. Poi il cielo è così pulito»

«E intendi comporre solo guardando dalla finestra?»
Seitaro si riprese dopo l'ennesimo sbadiglio.
«Devi sapere Hotaru, che per concessione di Tokimune in persona quest'uomo ha una delle camere più belle per quanto riguarda la visuale.. Da lì è in grado di vedere le colline, i campi in fiore e persino il mare!»

Mi meravigliai e forse tenni anche la bocca aperta al solo pensiero di come fosse bello svegliarsi con una tale vista.

Masahiro intervenne:
«Forse un giorno potresti pure farci fare un tour della tua stanza, io sono stato solo all'ingresso»

«Beato te! Io ne ho solo sentito parlare! Hey, questi sono favoritismi, ora scommetto che visto che Hotaru è una ragazza tu-»
«La mia stanza è off-limits, nessuno può entrare e turbare la quiete del mio studio»
Il tono di Eichiro era
terribilmente serio.
«Ricevuto capo! Bene signori, io andrei a dormire, vi auguro una serena notte»
Sia Seitaro che Masahiro si congedarono.

«Che ingenuo da parte loro chiedermi se potessero entrare nella mia stanza, lo sanno che è una cosa strettamente personale?»
Come suo solito si sfogò sospirando con le mani sul bacino.
«Ti riaccompagno alla tua stanza»
Ci incamminammo.

Il caldo vento estivo passava attraverso i miei capelli, sciogliendo la leggera acconciatura che avevo messo su in poco tempo.
Le assi di legno che scricchiolavano al nostro passaggio emanavano una sensazione di pace e di tranquillità che quasi era un peccato che procedessimo a due ritmi diversi.
«Eichiro aspetta»
Lo fermai sfiorandogli la veste.
«C'è qualche problema?»
Sorrisi timidamente, un po' vergognandomi alla proposta che volevo fargli.

«Che ne dici se camminiamo alla stessa velocità?»
Alzò un sopracciglio, sorpreso dalle mie parole.
«E perché mai dovremmo?»
«Perché così il suono dei nostri passi sarà più dolce e armonioso»
Non sapevo se stesse per mettersi a ridere o se fosse scocciato.
«Fai una prova con me»
Mi misi affianco a lui.
«Solleviamo insieme lo stesso piede, partiamo con il destro, okay?»
Inizialmente titubante e dopo diversi errori, iniziammo a procedere sulla stessa lunghezza d'onda e anche se il tragitto era breve, ci impiegammo un po' di più, per sincronizzarci.

«Ecco fatto, siamo alla porta»
Sorrisi per salutarlo.
«...tsk, che bambina»
«Guarda che ti ho sentito»
«Lo penso davvero»
Sfoggiai un ghigno delicato, per fargli intendere che speravo che la sua fosse ironia.

«Buonanotte Eichiro»
«Buonanotte Hotaru»



Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top