Un nuovo approccio

Quando la Blue Earth, ovvero l'astronave alla quale era stato affidato il destino dell'umanità, è tornata sulla Terra con delle ottime notizie - tipo la scoperta di un pianeta da colonizzare - il suo equipaggio aveva dei musi lunghi fino al pavimento. Erano sicuri di aver lasciato Tekkaman in pasto all'armata di Waldaster e avevano il cuore in frantumi per la sua molto probabile scomparsa.
Sono quindi stati sorpresi di ricevere un abbraccio proprio da Joji, appena entrati nel Centro Sviluppo Spazio.
«Che gioia, oh caro! Quanto mi sei mancato!» Ha esclamato Hiromi, gettandogli le braccia al collo e trattenendosi a stento dal baciarlo.
«È bello rivederti, amico mio.» Andro non ha atteso che i due si dividessero, anzi li ha guardati con tenerezza mentre parlava.
«Lo stesso vale per voi.» Ha risposto Joji, con un largo sorriso.
Il piccolo Mutan ha preso ad urlacchiare e ad abbracciare tutti. Era eccitato per le buone novelle che portavano così come per quelle che avevano trovato sulla Terra. La Difesa continuava a funzionare bene e Tekkaman era sopravvissuto (e in gran forma). Persino il robot Pegas, che come sempre chiudeva il corteo dei Cavalieri dello Spazio, ha dimostrato allegria abbandonandosi ad una risata.

I Cavalieri dello Spazio si sono quindi diretti dal dottor Amachi. C'era da aggiornarlo sulla situazione e da pianificare le mosse necessarie a permettere il trasferimento del genere umano su un nuovo pianeta.
Rimandando i festeggiamenti ad un momento più tranquillo, hanno convenuto dopo una rapida consultazione che serviva un breve periodo di pace per trasferire i terrestri sulle navicelle e poi altrove. Le navi spaziali potevano essere costruite in segreto; il resto non si poteva nascondere. Restava motivo di discussione soltanto come ottenere la tregua. Era impresso nella memoria di tutti come Waldaster aveva reagito con l'ambasciata terrestre su Urano. Sì, la situazione era diversa e una piccola pausa avrebbe potuto risultare comoda anche a loro. Tuttavia, chiedere un timeout avrebbe significato ammettere di essere in difficoltà e Rambos non era il tipo di cui fidarsi nelle situazioni di necessità - avrebbe probabilmente intensificato gli attacchi piuttosto che avere un po' di cuore.
Rimaneva quindi soltanto la possibilità di spaventare Waldaster, ha riflettuto Joji. Sferrare un attacco atto a far credere agli umanoidi di essere in scacco e approfittare dei momenti di ricalcolo per fuggire.
«Ciò che ci serve davvero, per vincere, è sorprendere gli invasori. In partenza abbiamo avuto fortuna perché non si aspettavano Tekkaman. Successivamente abbiamo avuto la meglio perché non sapevano che Andro e Mutan vengono dal pianeta Sanno. Ci serve un'ultima mossa inattesa, e sbaraglieremo le armate di Waldaster!»
«E cosa proponi di fare, Joji?»
Sul viso del giovane è spuntato uno strano sorriso.
«Copiamo le loro tattiche. Siamo scorretti.» Ha preso una piccola pausa, prima di aprire le braccia ed esclamare: «Prendiamo un ostaggio!»
Si sono fatti tutti pensierosi. Poi il dottor Amachi ha portato una mano al mento e preso la parola.
«Non è una cattiva idea. Ci basterebbe un momento per imbarcare l'umanità. Se riuscissimo a spiazzarli, anche solo minacciandoli, li obbligheremmo a riorganizzarsi e quindi otterremmo il breve tempo che ci serve... Andro», ha mormorato rivolgendosi a lui, «Tu cosa ne pensi?»
Lui aveva la schiena appoggiata al muro, le braccia incrociate sul petto e quel suo sorriso sornione sul volto. Non si è mosso di un millimetro per rispondere: non ha spostato nemmeno lo sguardo, tenendolo rivolto al pavimento.
«L'avrei fatto molto tempo fa se non avessi avuto l'impressione che voi foste delle persone corrette.»
I tre terrestri si sono scambiati delle occhiate preoccupate. È stato Joji ad intervenire, chiarificando le sue ragioni.
«Abbiamo cercato fino ad ora di essere corretti, al contrario di Waldaster. Per quanto ci possa dispiacere, però, credo sia il momento di cambiare tattica. Abbiamo il dispositivo di Salto Spaziale, abbiamo trovato un altro pianeta... Ci siamo quasi! C'è una speranza tangibile per l'umanità! I tempi sono maturi, quindi sorprendiamoli, guadagniamoci un momento di pace e gambe in spalla!»
«Dovremo attuare qualcosa di plateale, anche esagerato, però. Come abbiamo potuto notare si tratta di mercenari, quindi non li preoccupa troppo la morte». Andro, saggio come sempre, ha proseguito il suo ragionamento spiegando che avrebbero dovuto rapire almeno un migliaio di umanoidi per portare Rambos a reagire.
«La mia proposta è più economica e punta al sicuro» è intervenuto Joji, con un tono simile a quello di un fanciullo che presenta la propria ricerca davanti alla classe. «Prendiamo Rambos».

Dopo un momento di immobilità totale, hanno dovuto convenire che si trattava di una buona soluzione.
Visibile, plateale. Inattesa.
Per questo si sono organizzati alla massima velocità possibile, lasciando ad Andro - il più esperto in materia di spionaggio - il compito di avvicinarsi al Generale Rambos. Avrebbe iniziato con l'infiltrarsi nell'Astronave Madre per capire il suo piano d'attacco e così sviluppare la mossa necessaria ad isolarlo e trattenerlo sulla superficie terrestre.
A quel punto i cavalieri dello spazio sarebbero entrati in azione per eseguire la manovra più rischiosa dell'intera guerra contro gli invasori spaziali.

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