Riorganizzazione
Era proprio lui. L'Imperatore di Waldaster. L'aspirante dittatore dell'universo.
Ed era bastato così poco per tenerlo in scacco...
Andro non ha aiutato a spostare il corpo di Dobrai in una stanza per l'isolamento. Ha soltanto potuto osservare, reggendosi a malapena sulle gambe, Tekkaman caricarselo in spalla e dirigersi là seguito come fossero un'ombra dai micro-robot.
Non riusciva a capacitarsi dell'evoluzione degli eventi: come aveva potuto farsi catturare? Lui, che aveva messo fine alla vita su interi pianeti... Colui che aveva costituito l'armata più potente della storia universale si era fatto giocare da un pugno di terrestri.
E non certo grazie a Tekkaman, no. Era merito esclusivo del piano più strampalato mai concepito. Tanto audace quanto assurdo... Ed efficace, pare.
L'alieno si è ripromesso di chiedere scusa al resto della squadra per la sua assenza, appena possibile. Ma non poteva restare, non aveva scelta. Dobrai si era dimostrato capace di mascherare non solamente il fisico e il timbro vocale, ma anche l'aura. Una cosa che agli umani può sembrare di poco conto, perché non hanno esperienza in questo campo ma che, in verità, richiede la completa padronanza dei propri sentimenti. Qualcosa che si ottiene solamente con lunghi anni di esercizi e privazioni.
Dobrai aveva dedicato tutto ciò all'Impero di Waldaster.
Ed ora, sulla Terra, aveva perso il controllo per la prima volta dopo migliaia di anni, finendo travolto dalle sue stesse emozioni prima che dalla portata dell'evento. Si era smascherato, sì, ma non era l'unica conseguenza della cosa né la più grave. Non che Andro ne avesse idea, chiaro.
Il problema del guerriero di Sanno, adesso, era che quell'aura spiegata in tutta la sua possenza aveva la capacità di indebolirlo al punto di fargli venire i capogiri. Persino quando riusciva a prendere sonno i suoi sogni erano cupi.
Ha quindi dovuto sfruttare gran parte delle forze residue per andare nell'ufficio del professore, lasciare un biglietto per avvisarlo del suo allontanamento temporaneo e poi andar via dal CSS: era consapevole che solo la distanza fisica poteva attutire il fastidio basso ma continuo dato dalla presenza di Dobrai sulla Terra. Per questo dapprima ha vagato per il continente e poi si è rifugiato sulla Luna, dove ha finalmente trovato l'ambiente adatto a riprendersi.
Il piccolo Mutan non ha avvertito la stessa scarica negativa di Andro: aveva infatti trovato rifugio nell'aura di Hiromi al momento dello scoppio d'ira di Dobrai e in quella di Joji, successivamente, quando non poteva starle a fianco. La sua minuscola statura gli permetteva di usare l'aura di quei due valorosi terrestri come scudo, unita al fatto che, non avendo mai combattuto nell'Armata di Sanno e non avendo assistito alla morte di alcun parente, amico o conoscente, Mutan si trovava ad essere decisamente meno vulnerabile al potere maligno dell'Imperatore rispetto ad Andro. Che da buon soldato non si lamentava mai, ma che aveva il cuore spezzato per la sua gente e per il grande fallimento del suo esercito.
In quanto ai componenti umani della squadra, come per qualsiasi altra situazione loro hanno presto fatto l'abitudine alla presenza di Dobrai, arrivando a non percepirlo più dopo poche ore, aumentando - come al solito - il rischio di sottovalutare la minaccia che rappresentava.
Certo, il dottor Amachi aveva ben presente chi, o meglio, cosa fosse l'essere giallo che aveva rinchiuso all'interno del CSS. Sapeva bene che si trovava a metà tra una divinità e un demone e sapeva che c'era chi lo avrebbe definito semplicemente un dio del male. Solo che non aveva tempo da dedicare alle trattative con lui. Aveva dovuto delegare sua figlia Hiromi e Joji a quel compito tanto delicato. Pur trattandosi di due ragazzini, erano le uniche menti abbastanza sveglie da poter affrontare Dobrai senza farsi raggirare. Nutrivano la giusta dose di sospetto per questa missione. E di rancore, l'elemento fondamentale per una trattativa di successo.
A lui spettava l'arduo compito di contattare i vertici mondiali per ripristinare in fretta la pace nella cittadinanza mondiale e soprattutto aggiornarli circa il piano di fuga dal pianeta Terra. E al resto del personale del CSS era affidato lo sviluppo e realizzazione delle navi spaziali che avrebbero portato l'umanità su Terra 2, ovvero il pianeta individuato da Joji e Pegas soltanto poche settimane prima.
Poteva sembrare pura follia. Forse lo era. Ma era questo il momento adatto - forse l'ultimo - per salvare il genere umano.
Mentre il professore iniziava la clausura in ufficio, quindi, i due ragazzi si sono divisi i compiti. Hanno convenuto, infatti, che Rambos era molto pericoloso: mentre una persona si fosse diretta dall'Imperatore, l'altra doveva trovarsi insieme a lui al fine di impedire qualsiasi tipo di comunicazione tra i due. E dato che il generale di Waldaster non eccelleva in autocontrollo, era più prudente incaricare Tekkaman di incontrarlo, con i suoi riflessi sovrumani.
Dobrai, finora, si era dimostrato più arrendevole: con Rambos in pugno, i Cavalieri dello Spazio potevano agire come preventivato. Ovvero discutendo i particolari di una possibile, e forse superflua, tregua al fine di guadagnare le ore di pace necessarie a ultimare l'evacuazione della Terra.
In quanto a capacità di argomentare e difendere le proprie posizioni, Hiromi era assolutamente ferrata. Addirittura dotata, come aveva dimostrato numerose volte durante le missioni e anche nella vita privata. Insieme ad Andro era infatti al vertice di pianificazione della squadra, per via della sua inattaccabile lucidità e freddezza. E nel caso in cui qualcosa fosse andato storto...
Non sarebbe stata la prima volta che uccideva.
Sarebbe di certo stata una vittima di cui vantarsi, comunque. O almeno così ha pensato, mentre si incamminava alla stanza in cui era stato internato Dobrai, controllando la sua pistola e sforzandosi di ignorare il tremore che aveva preso il sopravvento sulle sue membra.
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