Capitolo 2
Capitolo 2
Sam ed Hanna mi hanno costretta a venire a questa festa squallida, per di più organizzata da Lucas. E' strano trovare anche quel Brandon ed il suo gruppetto di buffoni, visto quanto non vadano d'accordo. Non ho capito bene come funziona ancora qui.
Nemici? Amici?
La villa di Lucas è piuttosto grande, il giardino fiorito è pieno di gente sconosciuta, mentre la musica rimbomba da fuori. Non appena noi tre mettiamo piede sul primo scalino per indirizzarci dentro, Lucas appare davanti ai nostri occhi. Sembra piuttosto brillo, barcolla e sorride come un ebete.
Accenno una smorfia con le labbra, mentre Sam e Hanna mi sorreggono da un lato e l'altro a braccetto.
«Buonasera ragazze, prego godetevi la festa» ride e poi si fionda fuori in mezzo ad un gruppetto di ragazze.
«Ehi Sam c'è il troglodita beato fra le donne, che ci troveranno il lui poi...» commenta Hanna indicando Marcus Adams spaparanzato in un angolo della casa con intorno a sé un gruppetto di galline arrapate che sghignazzano. Obbrobrio.
Poco dopo Brandon Felton e company compaiono al nostro fianco. Non posso far a meno di notare il primo della squadra che senza ritegno mi fissa. Ha uno sguardo particolarmente irritante e quel suo fare da buffone mi mette decisamente in imbarazzo, non perché sia irresistibile, come crede la maggior parte delle ragazze, ma perché odio chi mi osserva, lo odio terribilmente.
Così faccio lo stesso, incrocio le braccia al petto ed aspetto che lui la smetta di farlo. Abbozza un sorriso sghembo ed avanza verso di me con fare spocchioso, mentre nasconde una mano nella tasca destra del jeans.
Deglutisco e mi preparo psicologicamente a dover uscire gli artigli.
«E così tu saresti Emily Sewart» aggiunge un risolino finale, chi sa perché immagino già la più grande figura di merda della storia.
Gli strappo la birra dalle mani e ne butto giù un gran sorso. Inizialmente corruga la fronte, poi abbassa lento il capo scuotendolo.
«E ti sei permessa con molta noncuranza a prendermi dalle mani la birra.» Nota sospirando.
«Per favore... fai una gentilezza al pianeta, evapora» dico velenosa.
Ride di gusto osservandosi intorno, «evapora?» Chiede malizioso. «E' questo il metodo che utilizzavi a Los Angeles per incantare un ragazzo?» Si morde il labbro inferiore.
«E tu usi questo per incantare le galline?» Dico curiosa.
Annuisce convinto. «Bimba non ho bisogno di incantare nessuno» acchiappa una ciocca ribelle dal mio viso e l'arrotola in un dito. «Vedi? Lo sei già ed io non sto facendo nulla» continua con quel risolino fastidiosamente soddisfatto.
Lo scanso bruscamente e mi ricompongo. «Senza autorizzazione non mi tocca neanche mia madre!» Lo metto in guardia.
Spalanca gli occhi e agita le mani come impaurito. «Dio che paura» poi inclina il capo da una parte. «E così si nasconde questo dietro questo faccino» annuisce compiaciuto.
Mi chiedo solo dove siano finite Samantha e Hanna, perché se si fossero accorte di ciò io sarei già altrove.
«Questo e molto altro ancora...» sentenzio, «ma... a te non interessa.» Concludo severamente.
«Figurati, perché dovrebbe?» Si scompone i capelli con una passata di mano e per un istante perdo la cognizione del tempo.
«Dietro il tuo faccino invece non si nasconde un bel niente, sei un coglione esattamente come dicono» commento onesta.
Sospira e si riprende la birra, «come dicono» mi fa l'occhiolino.
Detto ciò si allontana ricongiungendosi al suo gruppo, mentre io cammino avanti svelta e spaesata. Quelle due stanno bevendo sedute su di un divano e se non erro stanno facendo il gioco della bottiglia. Non ci posso credere. Hanna si fionda tra le braccia di un tizio, riesco a vedere la sua lingua perlustrargli le gengive, il palato e... fra non molto i pancreas.
Disgustosi. Sam mi nota poco dopo e scappa da li come una saetta. Mi si affianca e respira profondamente.
«E' una grazia che tu sia entrata a far parte del nostro gruppo perché in situazioni come queste io posso solo starmene in disparte ad osservare lei che si comporta così» sembra afflitta, ma subito dopo ride.
«Prendiamoci una birra» esordisco indirizzandomi verso un lungo tavolo.
Marcus è proprio lì, ubriaco fradicio, ma lì di fronte a noi. Do una breve occhiata a Sam e la vedo impallidire. Così schiarisco la voce ed acchiappo due bicchieri.
«Puoi versarcene un po'?» Mi rivolgo a lui.
Quest'ultimo ci osserva e dopo qualche istante ci riempie i bicchieri di birra.
Sto pensando ad un modo per farli parlare, ma sembra del tutto impossibile. Questo tipo è davvero un idiota. Non ci pensa due volte per sgattaiolare via.
«Sam!» Esclamo. Lei sbatte le ciglia e mi osserva.
Ha ancora gli occhi che le luccicano. «E' carino anche quando è ubriaco» dice ammaliata.
«Ascolta, ma perché non gli dici qualcosa?» Sbuffo.
Lei scuote il capo, «assolutamente» decreta.
Scrollo le spalle, «non funziona così! Se vuoi una cosa devi prendertela» incalzo.
Lei si nasconde in un angolo, poggiata al muro e sorseggia la birra. «Ma lo vedi? Non ha una neanche un neurone al suo posto» fa cenno col capo ed io mi volto per osservarlo.
Sta ballando su di un tavolo, poi cade da lì e corre fuori ridendo.
Rido involontariamente anche io. «E' fuori di testa» annuisco.
In quell'istante mi accorgo di un Brandon che mi sta nuovamente rivolgendo lo sguardo, seduto su di una poltroncina, con sopra le sue gambe una ragazza riccia, formosa, con due bombe al posto delle tette. Gli scosta i capelli dal collo e gli lascia dei baci, mentre la sua mano si insinua fra le sua cosce, lei gli fa spazio per... insomma far ciò che deve. Ed io non posso credere ai miei occhi!
Mi volto scattante deglutendo e poco dopo sono scomparsi, fortunatamente.
«Qui se ne salva qualcuno?» Domando corrucciata a Sam.
Lei con la bocca piena di birra mi fa di "no" con la testa.
Dopo aver trascorso un'intera ora ad osservare coppiette che limonano, forsennati ubriachi, giochi idioti, io e Sam ci rifugiamo fuori. Sediamo su di una panchina sotto un albero, distanti dal casino. Finalmente respiro un po' d'aria.
La nostra pace, però, viene interrotta quando una cantilena attira la nostra attenzione.
«Voglio la mamma» piagnucola qualcuno, «voglio una ragazza» aggiunge.
Io e Sam ci osserviamo corrucciate, poi entrambe alziamo il capo ed appeso ad un ramo ritroviamo Marcus. Vorrei solo morire dalle risate, ma mi limito a mettermi in piedi per godermi meglio la scena.
Sam passa una mano sulla fronte come preoccupata e poco dopo un tizio urla "Brady! Brady! Il tuo amico Adams è appeso all'albero".
A quel punto mi volto ed osservo uscire dall'enorme porta di casa un Brady che sta ancora infilando la maglia. Probabilmente non era del tutto vestito, o completamente nudo.
Okay, Emily non è il momento.
Corre verso di noi e si ferma al mio fianco, poiché Sam è ancora seduta lì.
Posa le mani sui fianchi e sospira, «amico scendi» dice tranquillo.
«Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin, mai nessun ci dividerà...e come fa poi?» Canta Marcus, mentre sta disteso a pancia in giù sul ramo.
«Tra la la la la...» dico io di rimando.
Mi becco, così, l'occhiata di Brandon e di risposta sorrido acidamente.
«Bro come ci sei arrivato lì sopra? Me lo spieghi porca puttana!» Sbraita furibondo lui.
L'amico ride di gusto, mentre dalla bocca semi aperta le scende la bava.
Sono sicura che quelli alle nostre spalle stanno scattando una serie di foto.
«Va bene, adesso salgo a prenderti e dopo ti prendo a cazzotti» lo avverte prima di arrampicarsi.
Per un istante sento marcarmi il fiato, la sua maglia si alza si qualche centimetro e riesco a notare ogni linea che designa i suoi muscoli. Pazzesco quanto sia perfetto il suo sedere!
Se lo mettessero nudo in un museo e gli tappassero la bocca diventerebbe davvero famoso.
Sto degenerando nuovamente con i pensieri, me ne rendo conto.
E' in quel momento che fa la sua comparsa anche Hanna. Non ci pensa due volte ad immortalare il momento in uno scatto. Brandon che cerca di tirare giù l'amico e quest'ultimo che fa forza aggrappato ancora al ramo.
Brandon non fa altro che imprecare, mentre la gente riprende tutto con i telefoni.
Epico.
«Sono sicura che dopo questo non sarai più così spocchioso» urlo posando entrambe le mani sugli angoli della bocca.
Mi becco un'altra sua occhiataccia, che secondo il suo gergo significherebbe "taci o scendo e ti faccio male".
«Comunque mi sono fatta una pomiciata fantastica» ride Hanna mentre alza i capelli in una coda.
«Ragazze io mi sono rotta a star qui, andiamo?» Sam finalmente si mette in piedi.
«Dev'essere frustrante per il tuo ego pensare che davvero ti piaccia quel tipo» dice Hanna con nonchalance indicando Marcus ancora lì sopra.
Sam diventa subito paonazza, al che rabbrividisco anche io all'idea che qualcuno abbia potuto sentire. Avanzo verso Sam e le faccio cenno di andare.
«E' ubriaca» dice Sam a denti stretti.
«Spero non faccia mai la stronza così con me... anche da ubriaca» rispondo acida.
Nel frattempo Hanna ci viene dietro e apre la sua auto, montiamo su e ci dirigiamo verso un bar di città.
Non appena fuori dall'auto un brivido mi percorse la schiena, l'aria era diventata più frizzante. Così con le spalle racchiuse a riccio e le braccia conserte mi incammino a fianco delle due per entrare nel locale. Finalmente un po' di calore!
Sfrego le mani e ci soffio di sopra per poi sedermi ad tavolo al muro.
Il giovane cameriere ci nota subito e si avvicina.
«Ciao ragazze, che vi porto?» Sfila dal taschino del grembiule intorno alla vita un bloc-notes.
Hanna ci rivolge delle occhiate, «cioccolate?»
Io e Sam annuiamo con suono gutturale.
Le due si mettono a discutere di scuola, compiti, interrogazioni, mentre io mangiucchio le unghie. Poi il cameriere ci serve le cioccolate accompagnate da alcuni biscottini e a quel punto la conversazione tra le due arriva al capolinea. Il silenzio ci pervade mentre mangiamo. E' così rilassante questo posto con questa musica lieve.
E' questo l'istante in cui, ripensando a Los Angeles, ricordo i pomeriggi passati a casa con le mie amiche a bere Thè caldo di fronte ai cartoni animati. Ho un po' di nostalgia, ma devo dire che anche qui mi sento al mio posto. In questo istante sto bene, non vorrei essere in alcun altro posto.
«Amico! Ehi, tutto bene?» Un vocione sexy invade nei miei pensieri. Quando alzo lo sguardo Sam e Hanna stanno osservando l'entrata. La prima ha gli occhi sognanti, l'altra li tiene puntati in cagnesco. Mi prendo la briga, allora, di fare lo stesso e voltandomi noto con dispiacere che Brandon e Marcus sono penetrati qui dentro per irrompere la nostra fantastica quiete.
Dio, mi vuoi almeno un po' di bene?
Ritorno a fissare la cioccolata di fronte a me, sperando che le due facciano lo stesso, senza farsi notare troppo. So per certo che Brandon verrà qui a rompere le palle.
E invece no, non distolgono lo sguardo, anzi attirano esageratamente la loro attenzione.
Sbuffo ed alzo lo sguardo al cielo, quando sento dei passi avanzare verso di noi. Abbozzo una serie di smorfie con le labbra, guardando altrove, ma so che non basterà per fargli cambiare strada.
Bingo. Prendendo posto esattamente nel tavolo affianco al nostro e per non farci mancare esattamente nulla lui è di fronte a me e anziché farsi gli affari suoi, non perde un secondo per farmelo notare per poi alzarmi il dito medio.
Lo evito? Lo evito.
«Vi siete accorti che il bar è quasi del tutto vuoto?» Borbotta Hanna. «Prendete posto da un'altra parte!» Sbotta nevrotica.
«Parker sta' zitta» l'ammonisce Brady, mentre ordina due caffè. Ovviamente uno per l'amico ancora brillo, il quale si sorregge il capo frastornato.
«Felton, davvero, la tua vicinanza ci urta il sistema nervoso» sbuffa lei.
Lui risponde alzando le spalle, «a me sembra che l'unica urtata sia tu, la Mongomery non fiata, la Nuova neanche... mangia e non rompere i coglioni anche tu» aggiunge presuntuoso.
Lei s'irrigidisce e sembra non riuscire a star rilassata seduta in quella sedia.
«Il mio nome è Emily!» Schiarisco la voce con fare prepotente.
Lui mi degna di uno sguardo, «hai del... cioccolato...» comincia a ridere grattandosi il naso.
«Pulisci gli angoli delle labbra» dice a denti stretti Sam.
Sospiro e così faccio leccando le due estremità.
Brandon osserva compiaciuto la scena, «chi sa quante altre belle cose saprai fare con quella lingua» si massaggia il mento pensieroso, per poi prendere il caffè.
«Pervertito» mugugno.
Mima la mia mossa deridendomi, poi lascia una banconota sul tavolo e continuando a sorridere come un mongoloide si mette in piedi.
«Andiamo bro, qui mi trasmettono acido» fa schifato.
«Era ora, santo cielo!» Esclama Hanna, ovviamente.
Sospiro antipatica ed agito la mano come per salutare. Finalmente sono fuori di lì.
Il giorno dopo vado a scuola con Nathan. Sembra iperprotettivo.
Mi mette in guardia da ogni singolo ragazzo che passa al nostro fianco, sembra conoscerli tutti da una vita. In fondo mi fa piacere che si sia già ambientato, a differenza mia che sono riuscita a farmi dei nemici in tempo record.
Non appena mi trovai di fronte Sam ed Hanna mi sentii osservata come si fa con qualcuno che ha appena commesso un omicidio. Mio fratello si è già dileguato verso il suo armadietto, mentre io ho raggiunto le ragazze.
«Lo conosci?» Mi chiedono all'unisono.
Aggrotto la fronte e mi volto interrogativa osservando tra i ragazzi presenti intorno.
Gratto il capo impacciata e boccheggio qualche istante.
«Il tipo che era con te!» Dice aggressiva Hanna.
Tiro un sospiro di sollievo, «perché?» Le fisso maliziosa.
«Ti farò tre domande: perché era con te? Chi è? Da dove è uscito fuori?» Aggiunge Hanna mentre gesticola.
«Ti darò tre risposte: perché ci vivo, un minorato mentale, dal ventre di mia madre» spiego sarcastica.
Sam scoppia a ridere, mentre si incammina verso l'aula ed Hanna mi si affianca.
«Quel Dio è tuo fratello gemello?» Domanda entusiasta.
«Fratello, è ancora a scuola perché è stato bocciato» dico sistemando i capelli.
Lei rimane silenziosa per un po', «strabiliante» commenta dopo.
La professoressa di fisica dicano sia una vecchia decrepita che non fa altro che insultare.
Così quando entro in aula mi ammutolisco subito, sfilando dalla borsa un quadernetto ed una penna. Brandon ed il fratello entrano dopo il suono della campana. In questo corso siamo solo io ed Hanna. Peccato che Satana sia presente in ogni mia lezione, neanche fosse una persecuzione.
«Brady per favore cerca di non fare il cazzone» lo avverte il fratello.
Lui gli schiaccia un occhio e si mette a sedere, ma so già che sarà un inferno questa lezione.
L'insegnante fa la sua entrata come un'isterica, urlando dal corridoio verso delle ragazze.
Poi chiude la porta, sbattendola. Scaraventa i libri sul tavolo e poi la sua valigetta.
Ha i capelli bianchi raccolti in un orrendo chignon. Degli occhialini da vista così sottili da far paura e come non notare quel neo enorme sopra il labbro superiore.
Non so perché ma mi ricorda il film Tata Matilda. Chi sa se lei si trasformerà mai e diventerà leggermente più presentabile.
«Buongiorno!» Dice scrivendo alla lavagna qualcosa che dovrebbe somigliare ad una formula.
«Professoressa quest'oggi si è ricordata di mettere il deodorante?» Ed eccolo Brandon.
Osservo il suo gemello poggiare una mano sulla fronte, poi si scompone sulla sedia come per riposarsi e godersi lo spettacolo. Si accorge di me che lo osservo e lui fa lo stesso.
«Puoi chiudere il quaderno... inizia lo show» sbadiglia subito dopo.
«Signor Felton ancora rimane dell'idea che deve frequentare questo corso?» Si limita a dire lei.
Brandon la osserva curioso, «sempre, come potrei abbandonarla?» Ridacchia, mentre la classe lo segue.
«Buffoni maleducati!» Ed eccola che impazzisce. La sua voce stridula mi impietrisce.
«Prof non crede che se si lavasse la mattina forse la classe l'accoglierebbe meglio?» Ribatte lui.
Nascondo la bocca con una mano ed abbasso lo sguardo, tanto da non rendermi conto che tutto il silenzio e gli occhi sono puntati su di me.
«Si sente male per caso signorina?»
Ce l'ha con me! Non ci credo. Prendo un lungo respiro e mi ricompongo.
«Forse mi ha fatto male il caffè stamani» dico balbettante.
«Crede di prendermi in giro?» Avanza urlandomi in faccia. Il suo alito pesante rischia di farmi venire un collasso, per non parlare dell'orribile puzza di sudore che emana il suo corpo.
Deglutisco rumorosamente, mentre avverto il risolino di Brandon dietro di me.
«Scommetto che sei seduta qui davanti questo soggetto inutile perché credi che possa portarti a letto come fa con tutte queste galline che ci sono qui dentro!» Quando dice ciò rimango paralizzata, ma non accetto tali accuse.
«Ma come si permette?» Mi muovo nervosamente sulla sedia.
«Come mi permetto? Ma chi è lei per giudicare la gente gratuitamente?» Sbotto nervosa.
La classe tace. L'insegnante si distanzia e mi osserva dall'alto.
«Dimmi il tuo cognome» dice severamente.
«Lurida stronza» borbotta Brandon alle mie spalle.
«Stewart» dico.
«Se la prenda con me, non con lei» Brandon si mette in piedi e tutti spalancano la bocca.
Hanna mi osserva sconvolta, ha gli occhi sgranati e cerca di dirmi qualcosa.
«Felton si sieda immediatamente!» Sbraita quell'esaltata. «Voi due... questo pomeriggio... nell'aula dei cancelletti, alle sedici in punto!» Ordina.
Vorrei imprecare in tutte le lingue del mondo, ma mi limito ad abbassare la testa ed incrociare le braccia al petto.
Trascorro le ore di lezione silenziosa, fino all'ultima di scienze, nella quale sono presenti anche Hanna e Sam. La professoressa si siede avvilita sulla cattedra, è una donna molto giovane.
«Felton per favore...» sospira pregandolo solo con lo sguardo di mettersi a sedere.
Lui, stranamente, non se lo fa dire più di una volta. Probabilmente pecca di presunzione e sfacciataggine solo con chi gli da modo di farlo. Lui gode a trattare la gente come nullità a quanto pare e gode ancor di più quando nessuno sta ai suoi scherzetti, arrabbiandosi.
Io ad esempio. Non riesco proprio a far a meno dei suoi atteggiamenti e mi scaldo facilmente. Non avrei neanche il coraggio di ringraziarlo per esser intervenuto alla prima ora contro quell'insegnante, ma sono troppo orgogliosa per farlo, quindi non mi sposterò neanche di mezzo centimetro per avvicinarmi a lui.
Peccato che dovrò trascorrere il pomeriggio in quell'aula, fosse per me ne farei anche a meno.
«Ragazzi ho parlato con la preside e le ho proposto un weekend con la natura.»
A quel punto tutti si agitano e parlottano fra di loro.
«Prof l'importante è che ci sia anche lei e che questa volta ci mostri qualcosa di bello e naturale» Brandon la stuzzica, evidentemente è abituata a ciò, poiché non si scompone per niente. Lo guarda scuotendo il capo e poi si rivolge a noi.
«Datemi l'okay tramite un foglio che vi consegnerò ad uno ad uno, dovrete compilarlo e farlo firmare da un genitore» distribuisce i fogli per banco ed io lo nascondo dentro il quaderno.
Hanna e Sam mi fissano entusiaste.
"Ci divertiremo" mi mimano.
Oh sì, sicuramente. Cerco di apparire contenta, ma in realtà vorrei proprio non andarci.
A mensa prendo solo un'insalata e mangio piuttosto silenziosa. Ripenso ancora all'episodio precendente.
«Resterai qui direttamente? Se vuoi ti facciamo compagnia fino alle sedici» dice Sam mordendo un panino.
Hanna annuisce con suono gutturale mentre mastica.
«Andate a casa tranquille, chiamerò per farmi venire a prendere più tardi» deglutisco ed osservo il tavolo di Brandon, sono tutti a cerchio che mangiano e ridono come se non esistesse nessun altro qui dentro. Si divertono a prendere in giro chiunque.
Poi i suoi occhi si spostano furtivi verso di noi, rimane serio qualche istante e poi mi ride in faccia dicendo qualcosa al suo gemello. Thomas gli dà uno schiaffetto dietro il capo e sorride.
Sento di essermi già complicata l'esistenza e non perché Brandon Felton mi stesse guardando, piuttosto perché ero riuscita a farmi problemi già in poco tempo.
La punizione di oggi non ci voleva, forse dovevo semplicemente starmi zitta, invece di mostrare a tutti la mia lingua biforcuta. Non nego che mi sono sentita per un attimo una super donna, ma questo non cambia le cose e quando mia madre scoprirà di ciò mi dovrò beccare una ramanzina di circa mezz'ora.
Fantastico questo nuovo capitolo della mia vita. Dio hai ancora altro da mostrarmi? Quale altra novità irromperà nel mio cammino?
E' ancora poco per una pivella come me.
Angolo autrice.
Molte di voi mi hanno chiesto come mai Ostacoli del cuore sia scomparso.
Bè, non so proprio come rispondervi, poichè non ne ero al corrente. Quindi siccome è stato cancellato dal sito, lo pubblicherò io stessa revisionato, quindi noterete qualche cambiamento.
Spero di leggere qualche vostro pensiero, grazie di cuore a tutti :)
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