• Capitolo XXXVIII •
L'eco delle ultime due sillabe rimbalzò tra le pareti della sala. Gli uomini e le donne si guardarono per un attimo, lasciando che i loro volti soddisfatti parlassero al posto loro. Skyler era tornata e non c'era alcun velo di sorpresa sulle loro espressioni o tra le pieghe dei loro discreti sorrisi. Magda osservò il più anziano, aspettando di ricevere un cenno per poter prendere la parola. Si alzò, allora, dalla sua seduta e poggiò i palmi sul tavolo a mezza luna.
"Perdersi tra i sentieri di una fitta foresta è semplice, ma ritrovare la strada di casa è ammirevole." esordì la donna, austera.
"Evitate queste frasi ridondanti e ditemi semplicemente cosa devo fare." smorzò la ragazza, stringendo i denti.
Magda sorrise e ruotò il capo in direzione di Alan, in piedi, alle spalle dei consiglieri. Il ragazzo si fece avanti e adagiò sul bancone un contenitore metallico, che rifletteva i neon del soffitto. La donna ne afferrò il coperchio e lo aprì, mantenendo cauti i movimenti delle mani: un minuscolo congegno, delle dimensioni di una mentina, fece la sua comparsa fra le dita della donna.
Skyler aguzzò la vista, facendo qualche passo in avanti e cercando di carpire di cosa si trattasse.
"Che diavolo è quella roba?"
"Preferisci una spiegazione tecnica o una più spicciola?" chiese Magda, evidentemente sarcastica.
La ragazza non rispose e si limitò ad osservarla, con solenne serietà.
"...Vada per la seconda." risolse la consigliera, "Quello che vedi, Skyler, è il più piccolo esplosivo mai progettato dalla nostra equipe di ingegneri. Sebbene minuscolo, ci abbiamo lavorato per anni... e i suoi effetti sono quanto di più discordante rispetto alle dimensioni con cui si presenta."
La ragazza corrugò la fronte e squadrò rapidamente tutti i membri del consiglio.
"Cosa... cosa c'entra questo col mio compito... non... non capisco..."
"Il tuo compito, Skyler..." riprese immediatamente Magda, "...è quello di far giungere a destinazione questo magnifico gioiellino."
"...E quale sarebbe."
La donna alzò un sopracciglio, "L'ufficio di Mr. Peace, ovviamente."
Skyler alzò il mento, "È impossibile raggiungere quella stanza. E voi lo sapete meglio di me." replicò, decisa.
"Certo che lo sappiamo, ragazza." rispose la consigliera, con occhi vispi "Ma tu possiedi già la soluzione. Ce l'hai a fianco da quasi tre mesi."
La testa iniziò a produrre un fastidioso formicolio.
"E ti ama. E si fida di te." proseguì Magda.
"No..." sussurrò, allora, Skyler.
Alan, a quel punto, prese di sua iniziativa la parola.
"È l'unico tramite tra noi e la Red Tower."
"TU STA ZITTO!!!" urlò lei, dirigendosi inferocita verso il ragazzo, prima che le guardie la fermassero, "NON OSARE RIVOLGERTI A ME!!!" proseguì con livore, mentre due uomini le bloccavano braccia e petto.
Alan scostò lo sguardo e serrò la mandibola, "Ti ricordi di Peter?... Gli avevi fatto una promessa, se non erro. Gli avevi detto che lo avresti salvato."
Gli occhi della giovane si riempirono di commozione mista a rabbia.
Smise di opporre resistenza contro le guardie che continuavano a tenerla stretta, "Mi disgusta il modo in cui ti diverti a manipolare la mia mente ed i miei sentimenti... il tuo atteggiamento mi provoca nausea."
"Tu sai che ho ragione, Skyler. Per questo mi detesti così tanto." rispose lui.
"No, Alan. Io ti detesto perché non vedo un briciolo di pietà nei tuoi occhi quando mi parli, perché mi hai ingannata, perché hai approfittato di ogni mia fragilità e soprattutto perché non riesco a leggere alcuna fottutissima umanità sul tuo volto!" scandì, mangiando bocconi amari di odio.
"ADESSO BASTA!"
Il membro più anziano si alzò, tradendo una statura assai ridotta ma che, nonostante tutto, non ne vanificava l'autorità.
"Skyler Anderson... tre mesi fa hai accettato di sostenere i diritti della nostra società, mettendoti a fianco della Resistenza e della battaglia che da decenni essa porta avanti. Hai detto sì ai valori di umanità, di autenticità e libero arbitrio. Adesso ti chiedo, in presenza di tutti i dodici membri di questo Consiglio... la tua risposta è ancora oggi affermativa?"
Il viso di suo fratello si materializzò davanti i lucidi iridi e con sé anche l'ultimo sorriso donatole dal piccolo. Era sempre stato un bambino gioioso, vivace, con un'anima talmente pura e luminosa da abbagliare persino il Sole stesso. No, quella grigia città non avrebbe mai meritato il vibrante guizzo vitale dei suoi occhi, né il plumbeo cielo avrebbe mai inghiottito la disarmante e ingenua bellezza di Peter o di Jason, in qualunque posto egli si trovasse.
Skyler deglutì, buttando giù il nero timore di pensarli morti o, peggio, burattini di un sistema spietato e brutale. Si fece coraggio, quindi, annuendo all'anziano, e chiese maggiori dettagli riguardo la missione che avrebbe dovuto svolgere. Il suo compito sarebbe stato tanto semplice quanto crudele.
Il minuscolo dispositivo era stato studiato per impiantarsi sottopelle. Skyler lo avrebbe attivato nel momento di massima vulnerabilità del balancer, ossia durante il riposo. In questo modo, nel giro di poche frazioni di secondo e attraverso un passaggio alquanto facile, il congegno si sarebbe infilzato sotto la cute del ragazzo, senza provocargli neanche la minima sensazione. Una volta superato tale step, il ruolo di Skyler si sarebbe già esaurito. Terminati i tre mesi, infatti, il programma di inserimento dei nuovi whiners sarebbe giunto a completamento e il balancer, così come promesso da Mr. Peace, sarebbe diventato il suo braccio destro, grazie ad una incoraggiante promozione. Era, quindi, il giorno del passaggio ufficiale al grado superiore quello prescelto dalla Resistenza per attuare la fase finale del piano. Il balancer, diventato incoscientemente veicolo umano dell'ordigno, sarebbe stato condotto fin sopra l'ufficio di Mr. Peace, dove la breve cerimonia avrebbe avuto luogo a porte chiuse. Il dispositivo era stato progettato per baipassare qualsiasi tipo di controllo, sia da parte delle guardie federali che dai sistemi di detector: era impossibile fallire.
"Quando B-273 stringerà la mano di Mr. Peace, attiveremo il dispositivo e la detonazione avrà luogo nel giro di pochi millesimi di secondo." concluse l'uomo.
"Come si suol dire... due piccioni con una fava." aggiunse Alan, osservando con sfacciataggine la ragazza.
Skyler chiuse per un attimo gli occhi, resistendo alla tentazione di cedere sul pavimento. Le parole di quei consiglieri rimbombavano nell'ampia sala e tutto iniziò a sembrarle assurdo. I volti di quella gente si fecero sempre più piccoli e l'ampio tavolo parve allontanarsi di chilometri dal suo corpo. Un attacco di panico la stava aggredendo inaspettatamente, ma lei non ne era consapevole a pieno e tentò solo di sopraffare quel malessere.
"...Come farete a sapere il momento esatto in cui innescare l'esplosione." si limitò a dire.
"Se c'è una cosa che Mr. Peace ama... quella è la puntualità. La cerimonia si terrà alle dieci in punto, come è sempre avvenuto in questi casi. Per le dieci e zero cinque minuti, considera già la Red Tower un cumulo indistinto di macerie fumanti." rispose, con estrema serenità, l'anziano.
La ragazza abbassò lo sguardo, muovendo leggermente il capo quasi a cercare di metabolizzare una soluzione alternativa.
"Deve pur esserci un modo meno violento di agire..." bisbigliò.
Magda scrutò il suo viso, "Sembri contrariata, Skyler."
Tornò a guardare i consiglieri, "Ascoltatemi, per favore." disse risoluta, facendo un passo avanti, "Non credo che questo piano sia l'unica via possibile da intraprendere."
"Oh, beh... allora illuminaci." commentò, sarcastica, lei.
"Mr. Peace è malato... non regnerà a lungo e voi questo lo sapete meglio di me. E Blake..." cercò di sopprimere il pianto, "...Blake può cambiare. Io so che può farlo, lo sento! E so di non sbagliarmi!!!"
I membri si guardarono quasi divertiti, mentre Magda tratteneva sulla bocca una piccola risata.
"Skyler... oh, Skyler..." riprese, ricomponendosi "È solo il sentimento che nutri per quell'uomo a farti parlare."
"E non è, forse, proprio per i sentimenti per cui voi vi battete?!" replicò, accorata, la ragazza.
"Noi combattiamo per la razza umana. Non per i nostri egoismi. E l'amore, purtroppo, a volte può esserlo."
"Io non sono egoista... e non sono nemmeno un'assassina."
Skyler ansimava vistosamente.
"Lo diventerai se deciderai di non sostenerci, contribuendo così alla scomparsa del genere umano. Preferisci sacrificare un'intera popolazione piuttosto che una singola vita?"
Le lacrime presero a fluire sul volto scavato dalla stanchezza.
Magda lasciò che la giovane si arrendesse a quel pianto violento e proseguì "Sai che è il solo modo per debellare sia la minaccia presente che futura. Sai che quel balancer non cambierà. Sai che lui ha già fatto la sua scelta, a prescindere da te. È bene che adesso tu prenda la tua. È arrivato il momento di riconquistare le nostre vite, Skyler. Ma dobbiamo essere tutti uniti per farlo."
Si arrestò e prese un respiro, "...Sei con noi?"
Il mondo non era mai stato più spietato come in quel momento. Era tutto così ingiusto, crudele, atroce. Non era questo che avrebbe voluto, non era questo che avrebbe sperato di dover fare. Non era stata cresciuta per essere pronta ad un passo del genere. Nessuno sarebbe mai stato pronto per questo. Chi avrebbe mai potuto sopravvivere all'una o all'altra decisione? Qualsiasi strada avesse scelto di imboccare, si sarebbe comunque trascinata dietro un macigno troppo pesante per essere retto da una ragazza di soli venticinque anni. Quella sensazione di profonda ingiustizia che l'aveva investita non riusciva ad abbandonare la sua testa. Era una realtà troppo sbagliata per poter essere accettata. Ma Skyler non era un'ingenua e sapeva bene che non c'era più tempo per rifletterci su. Il miracolo di Mr. Peace era quasi giunto alle fasi finali e la nascita di quelle creature avrebbe di sicuro decretato la morte di ogni speranza per l'umanità.
"Sei con noi?" ribadì Magda, distogliendo la ragazza dai suoi pensieri.
Alzò il mento, osservando il soffitto. Non c'era il cielo a coprirle la testa, ma solo un ammasso di travi e alluminio. Non importò nulla a Skyler, per lei fu come rivolgere lo sguardo verso le nuvole, dalle quali ricavare consiglio.
Fece, poi, un sospiro, buttando via dalle narici una condensa di dolore.
"...Non dirò sì per voi, né tanto meno per le parole che ho sentito quest'oggi. Dirò sì solo perché ho fatto una promessa ad un bambino, mesi fa... e quel bambino si aspetta di rivedermi... ed io non posso deluderlo. Ho perso una madre... ho perso un padre... ed un fratello. Non posso permettermi di perdere anche lui." concluse, con la voce che esitava sul filo di un tremolio di incertezza e paura.
La donna sorrise soddisfatta, "Vedrai che la vita ti ripagherà, giovane ragazza. E adesso avvicinati al tavolo... ti mostreremo come attivare il dispositivo."
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