Il consigliere Arthur entrò, a passo deciso, dentro l'ampia sala ovale, seguito da due soldati.
"Ancora nessuna notizia del balancer, signore. I nostri server non sono ancora riusciti a localizzarlo."
Mr. Peace sboccò in un cinico sorrisino, "Chissà perché lo immaginavo."
"Ma la buona notizia è che non è stato ritrovato il suo corpo, tra i caduti." proseguì l'uomo.
"Certo che non è stato ritrovato, brutto idiota." rispose l'anziano, saccente "Non l'ho mica creato per vederlo morire così facilmente! È certo che sia sopravvissuto, quanto è certa la tua stupidità, Arthur." concluse, digrignando i denti.
Il consigliere si bagnò le labbra, iniziando a sudare vistosamente "Mi... mi scusi, signore. Cosa posso fare per lei?"
Mr. Peace osservò il panorama della città, "...Accompagnami ai laboratori sotterranei."
Il grande ascensore specchiato accolse l'anziano, scortato dalle consuete guardie federali e dal nervoso Arthur. Sprofondarono per più di quaranta piani, arrivando, dopo parecchi minuti di solenne silenzio, nei locali sotterranei della Red Tower. Solo gli uomini più fidati conoscevano l'esistenza di quei laboratori. I sistemi di sicurezza e di controllo erano triplicati laggiù ed era impossibile accedervi baipassandoli.
Raggiunsero, finalmente, l'area principale, il cuore nascosto della grande torre.
Nel laboratorio lavoravano ininterrottamente ricercatori e scienziati provenienti da qualsiasi parte della Terra e sottratti segretamente alle loro famiglie. Le più grandi menti cooperavano, da anni, all'interno di quella stanza per far convergere i loro calcoli in un unico progetto che l'anziano amava chiamare "The Big Miracle".
Mr. Peace attraversò il laboratorio. Una mano dietro la schiena, l'altra poggiata sul bastone.
"Come procede lo sviluppo dei feti?" chiese al consigliere, dirigendosi verso una grossa vetrata contenente delle teche ripiene di liquido bluastro.
"Magnificamente, signore. Abbiamo da poco superato il terzo stadio." rispose l'uomo, puntualmente.
L'anziano abbozzò un'espressione compiaciuta, "Voglio vedere il tester. È qui?"
"Ma certo, Mr. Peace. E se non conoscessi la sua origine, oserei quasi dire che trascorre il tempo dormendo come un angioletto!" disse, ironicamente.
Si recarono, così, verso una zona meno affollata del laboratorio.
Un vetro spessissimo si affacciava su una piccola cameretta quadrata e asettica, al centro del quale era posta una culla. Al suo interno, un neonato si masticava le piccole dita, accennando qualche tenero vagito.
Gli occhi dell'anziano si illuminarono e presero vigore, "...È meraviglioso." commentò, quasi estasiata.
"Guarda, Arthur. Guarda la perfetta proporzione degli arti. Guarda la chioma color cenere..." proseguì, "Sì... riesco a riconoscerlo. È proprio come appariva Blake, la prima volta che andai a visitarlo."
Il consigliere sorrise, "Sono felice che lei sia soddisfatto del risultato, signore."
"Siamo sulla strada giusta." distolse lo sguardo dal bebè, "Aumentate il flusso di energia. Fate in modo che i feti crescano più velocemente."
***
Skyler si destò dal profondo sonno in cui era inciampata. Con non poco stupore si rese conto di aver riposato sopra il petto del ragazzo, il quale continuava ad osservarla oramai da diverse ore. La ragazza alzò il viso a cercare quello di Blake, "Perdonami..." gli disse, imbarazzata.
Il balancer sistemò meglio la nuca sul cuscino e un leggero sibilo uscì dalla sua bocca.
La ragazza, a quel punto, si accorse che le sue labbra erano secche e screpolate e corse subito nella sala principale a prendergli dell'acqua.
Ritornò in fretta, mortificata per non averci pensato prima.
Si inginocchiò, allora, e portò il bicchiere in prossimità della sua bocca. Gli alzò leggermente la testa, per aiutarlo a bere più facilmente. Mentre il ragazzo prendeva a piccoli sorsi l'acqua, Skyler lo scrutava, quasi incuriosita e affascinata dal mondo che il balancer celava dietro gli occhi. Avrebbe già dovuto ammetterlo tempo prima, ma la verità è che quel ragazzo l'aveva sempre intrigata. Forse, fin dal primo momento. Fin dal primo scontro.
Il balancer svuotò il bicchiere e fu come aver riacquisito dieci anni di vita.
"Va meglio, adesso?" chiese a bassa voce, lei.
"...S-sì. Sì." rispose con un filo di fiato, lui.
Sul viso di Skyler sbocciò un luminoso sorriso, che la portò ad avvicinare il viso a quello di Blake.
"Riesci... riesci a dire qualcosa???" gli fece, con occhi lucidi.
Il ragazzo, ad un palmo dal suo naso, rimase inizialmente attonito, spiazzato dall'improvvisa vicinanza, poi deglutì e sorrise, "...Ti ho... ti ho sentita, stanotte..."
Il cuore della ragazza sussultò, "...Davvero?"
Il balancer annuì, perdendosi in quei verdi occhi, che adesso li sembravano enormi, immensi.
Skyler non riuscì a trattenere l'emozione ed una lacrima scivolò via.
Continuò a ricambiare quello sguardo, mentre si avvicinava alle sue labbra sempre più, rubando al tempo un attimo infinito.
Ma, d'un tratto, il vecchio Connor irruppe dentro lo stanzino, infrangendo in mille pezzi quel momento di puro idillio.
Skyler si allontanò all'istante dal ragazzo e scattò in piedi.
"Ci sono novità???" interrogò, subito, l'uomo.
La ragazza si scansò, lasciando che il vecchio potesse accorgersi da solo del risveglio di Blake.
Sorrise, rimanendo alla porta "Bentornato, ragazzo."
Skyler lanciò un'ultimo veloce sguardo al balancer, poi si avvicinò all'anziano "Lasciamolo riposare, adesso..." gli disse, sottovoce.
Abbandonarono il retrobottega, dirigendosi verso il bancone.
Connor prese due bicchierini ed una bottiglia di scotch irlandese.
"Bevine un sorso, Anderson. Avrai passato una nottataccia." le disse, facendo scivolare l'alcool davanti al suo viso.
"Non è stata poi così male..." rispose lei, osservando le tonalità ambrate che il cristallo rifletteva.
Connor buttò giù tutto d'un sorso, asciugandosi la bocca col dorso della mano. Scrutò la ragazza, "Quanto tieni a quel balancer, Anderson?"
Skyler alzò subito il viso, "È... è un mio amico, Connor. Proprio come lo è per te."
Spostò nuovamente il bicchiere verso il vecchio, "Questo non lo bevo, ho bisogno di avere la mente lucida per cio che andrò a fare."
Si alzò dallo sgabello, indossando il giubbino.
"Dove vai?!"
"A regolare dei conti in sospeso, Connor. Prenditi cura di Blake durante la mia assenza." disse, scappando velocemente via dal locale.
***
Skyler spalancò con violenza le porte della sala centrale del Consiglio, strattonando gli uomini posti a guardia e raggiungendo, a passi svelti, il tavolo dei rappresentanti.
Erano tutti già seduti, come se la stessero proprio aspettando.
Osservò tutti i membri del consiglio, uno ad uno, con sguardo inferocito. Poi gli occhi le caddero su Alan, in piedi, braccia incrociate, a qualche metro da lei.
Le sue narici buttarono via aria avvelenata e la portarono a scagliarsi immediatamente contro al ragazzo.
"LURIDO BASTARDO!!!" urlò, mentre cercava di colpirlo con tutta l'energia che le era avanzata.
Due uomini della Resistenza si fiondarono sulla ragazza, separandola da Alan, il quale si ricompose senza dire alcuna parola.
"LASCIATEMI!!!" ordinò, divincolandosi e riuscendo a liberarsi dalla morsa delle guardie.
"Giornata difficile, Skyler?" esordì la donna con cui, giorni prima, aveva parlato.
La ragazza sbottò in una smorfia furente, "CHE CAZZO VI È SALTATO IN MENTE?!!... HO RISCHIATO DI MORIRE E BLAKE È VIVO SOLO PER MIRACOLO!!!"
"Colpire il balancer è stato un grave errore. Ma il Consiglio ha già chiarito con Alan. Dico bene?" la donna rivolse uno sguardo al ragazzo, che annuì lentamente.
Skyler corrugò la fronte, perplessa "...Avevate già un piano o cosa?! E perché io non sono stata informata?!!"
"La cerimonia era un evento troppo succulento per lasciarsi sfuggire l'occasione di far sentire la nostra voce, Skyler. Adesso il governo ha finalmente capito che deve temerci." rispose lei.
"Sono morti... sono morti civili in quella piazza. DONNE! ANZIANI!... BAMBINI!!!" urlò Skyler, sconvolta.
La donna accennò un sorriso, "Bisogna sempre sacrificare qualcosa per raggiungere un obiettivo."
"Questo... questo è assurdo..." disse tra sé e sé, portando una mano alla testa.
Poi rimase in silenzio per qualche secondo, per dire infine "...Io me ne tiro fuori."
La donna guardò in faccia gli altri colleghi, con aria quasi divertita.
"COS'È CHE VI FA COSÌ TANTO RIDERE?!!" disse a voce alta Skyler, spalancando le braccia.
"Non puoi mollare tutto, ormai."
"Posso eccome! E, del resto, in più di due mesi, non vi ho portato alcuna informazione utile per addentrarsi nella Red Tower... quindi non vedo perché continuare!"
"Ed è qui che ti sbagli, Skyler." commentò, allora.
La ragazza si ammutolì, senza capire.
"Hai fatto esattamente ciò che ci aspettavamo da te." lanciò uno sguardo malizioso al resto della commissione.
"Quando abbiamo inviato Alan al campo EZ1, gli abbiamo chiesto di rintracciarti. Sapevamo che sarebbe sbarcata una whiner diversa dagli altri... ma poi, conoscendoti, la realtà ha superato di gran lunga le nostre aspettative."
Skyler osservò, interdetta, i consiglieri.
Si rivolse al ragazzo, "Che... che significa..."
"Oh, forse avremmo dovuto dirtelo prima. Alan è un nostro infiltrato. Da anni, membro fedele della Resistenza."
Gli occhi della ragazza si sgranarono.
"Sai, Skyler..." proseguì la donna, "...ad ogni nuovo sbarco, Alan ci ha sempre portato validi whiners su cui poter contare. Ma in nessuno di loro abbiamo mai trovato la stessa fiamma che, invece, vediamo dentro ai tuoi occhi. Ed era questo che ci serviva. Era questo che stavamo cercando da anni. E quando abbiamo visto che ti era stato assegnato B-273... beh, non abbiamo potuto fare a meno di volerti conoscere."
"Tu... tu mi hai mentito fin... fin dal primo istante..." sussurrò la ragazza ad Alan, con la bocca tremante "...È PER QUESTO CHE SOLO DOPO DUE GIORNI FUORI DAL CAMPO, CONOSCEVI GIÀ QUESTO POSTO!... TU MI HAI IMBROGLIATA!!!" gridò, col cuore a mille.
"...Quando hai difeso quel ragazzino, il primo giorno, ricordi? Quando hai avuto il coraggio di sputare in faccia al balancer. Allora lì ho capito. Ho capito che saresti stata perfetta." rispose il ragazzo, senza guardarla.
"E lo sei stata, infatti." intervenne il più anziano, "Tu sei speciale, Skyler. E sono sicuro che anche tu stessa te ne sia accorta, durante queste settimane..."
La ragazza alzò la testa, con occhi lucidi.
"C'è qualcosa dentro te che neanche il reset-41 riesce a controllare, a domare. Ed è per questo che ti abbiamo voluto con noi. È per questo motivo che hai fatto più di quanto potessimo aspettarci con quel balancer. Tu lo hai reso debole, Skyler. Debole come mai prima."
La ragazza cercò di trattenere il pianto, ma un senso di disorientamento si impossessò della sua testa.
"Voi... voi non volevate alcuna informazione sulla Red Tower..." disse poi a bassa voce, come se improvvisamente un fulmine avesse fatto luce dentro ai suoi pensieri.
"Proprio così, Skyler." la donna prese nuovamente parola, "Sappiamo già da tempo, tutto ciò che serve sapere sulla Torre. E sappiamo anche che è impossibile accedervi da esterni. Esiste solo un modo per potere arrivare a Mr. Peace."
"Blake..." sibilò, con un filo di voce.
"Esattamente." sorrise, "Prendere due piccioni con una fava. Ed eliminare sia il presente che... il futuro di questa malata società."
"Voi lo sapevate già... VOI SAPEVATE GIÀ CHE BLAKE SAREBBE STATO IL SUO SUCCESSORE!", strinse i pugni.
"Oh, ragazza... apprezzo la tua bontà d'animo. Credi davvero che ciò che dice Mr. Peace ai microfoni... sia vero?!" abbozzò una lieve risata, insieme a qualche altro membro.
"Quell'uomo ha sempre saputo che Blake sarebbe stato il prescelto. Per il semplice fatto che... l'ha creato apposta."
Lo stomaco di Skyler si bloccò, "...Non...non capisco... cosa... cosa vuol dire..." balbettò.
Intervenne l'anziano, "Chi ti fa da tutor non è un terrestre, ragazza."
"Questo lo so già, signore. È nato qui ed i suoi genitori sono morti prematuramente." rispose, allora, lei.
Il vecchio si schiarì meglio la voce, "Ciò che sto cercando di dirti... è che, in realtà, la sua famiglia non è mai morta. Perché non è mai esistita. Quel balancer, Skyler, non solo non è terrestre... non è nemmeno umano."
Il cuore provocò un tonfo sordo dentro al petto.
"Vedi, Skyler..." riprese la donna, "...Più che di nascita dovremmo parlare di sintesi. Mr. Peace ci ha lavorato per molto... molto tempo. E, alla fine, ventisette anni fa, è riuscito a dar vita al primo vero prototipo di quello che, per lui, dovrebbe essere il futuro cittadino di questo pianeta. Prestante, acuto, intelligente, perspicace, grande attitudine alla fatica, al dovere. E, soprattutto... privo della possibilità di percepire alcun sentimento."
"No... non è possibile... io non vi credo..." Skyler indietreggiò, paralizzata, mentre una lacrima le rigava il viso, "...IO NON VI CREDO!!!"
Inarcò la schiena, ripiegandosi su sé stessa, "Lui... lui sente... LUI PROVA DEI SENTIMENTI!"
Un ghigno comparve sul volto della donna, "Ciò che a te sembrano sentimenti, Skyler... non sono altro che emulazioni. L'hai reso debole e, al momento, lui è esattamente come una spugna. Tutto ciò che provi... le tue lacrime... i tuoi sorrisi... i tuoi brividi... lui le recepisce come informazioni e le assorbe, manifestandole a sua volta. Ma è solo una mera emulazione, Skyler. Questo e nulla più. È scientificamente impossibile che lui le senta davvero."
"Il farmaco che assume ogni giorno..." disse, allora, Alan "...non è, in realtà, il reset-41. Ma solo un placebo. Lui non ha bisogno di alcuna dose."
Le lacrime iniziarono al fluire e la pelle impallidì, "Lui... lui non sa nulla di tutto ciò?"
"Nulla, per adesso." rispose l'anziano, "Mr. Peace l'ha fatto crescere insieme a tutti noi, per studiarne l'evoluzione, i comportamenti. Ma l'ora del miracolo si avvicina..."
I volti di tutti i membri si scurirono.
La ragazza cercò, invano, di asciugare il viso bagnato, "Il miracolo? Intendete dire l'incrocio dei gameti... la nascita di una popolazione terrestre ottimizzata?!"
Gli uomini si guardarono in faccia, alzando un lieve brusio.
"No, Skyler." sancì, netto, l'anziano "Questa è un'altra delle tante menzogne con cui Mr. Peace ha ubriacato, nel corso degli anni, la gente. La sua intenzione non è affatto quella di creare una nuova generazione di terrestri. Il suo unico obiettivo è ed è sempre stato quello di eliminare totalmente la razza umana."
I respiri di Skyler si fecero ancora più concitati, si sentì le gambe mancare.
"Noi gli serviamo solo perché ubbidienti e grandi lavoratori. Ti sei mai chiesta perché, quando assumevi il reset-41, la tua produttività aumentasse notevolmente?... Quell'uomo ci tratta come schiavi, perché è il nostro lavoro ad interessargli. Ed il lavoro genera energia. E, l'energia, nutre le sue creature."
"No..." sussurrava lei, oramai nella totale disperazione.
"Quando il miracolo sarà compiuto, la razza umana verrà totalmente annientata. Verremo gettati nell'immondizia, Skyler, e questo pienata verrà popolato da creature simili, in tutto e per tutto, al tuo balancer." disse, serio, l'uomo.
La ragazza si accasciò a terra, singhiozzando e bagnando il pavimento di lacrime saline.
"...Cosa volete da me... COSA VOLETE CHE FACCIA?!!" gridò.
"Dobbiamo eliminare entrambi, Skyler. Prima che sia troppo tardi. Quando saremo quasi giunti alla fine dei tre mesi, ti forniremo tutte le indicazioni che dovrai seguire." rispose la donna.
La ragazza scoppiò a piangere ancora più intensamente, sbattendo i pugni a terra.
"Skyler..." proseguì, con tono calmo la donna, "So bene che è dura. Ma le sorti dell'umanità dipendono da te, adesso."
Si alzò dal pavimento, a fatica, e si asciugò la bocca.
"Ergete così tanto in alto la vostra umanità, i vostri bei sentimenti... chiedendomi di ingannare e condurre alla morte un ragazzo che non mi ha mai fatto del male." guardò i volti di tutti, "Mi dispiace... ma io in voi non vedo più alcuna traccia di umanità."
Fece qualche passo indietro, dopodiché fuggì via.
"E adesso che facciamo?" chiese un membro.
"Tornerà..." rispose l'anziano, "...perché si renderà conto che non ha altra scelta. Diamole solo tempo."
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