• Capitolo XXIV •

Salve, amatissimi lettori! Avviate il video qui sopra arrivati al TERZO spaccato del capitolo! Buona lettura!

Nella piazza centrale del Sottosuolo, due giovani, poggiati contro ad un muro, si baciavano con immenso trasporto, fregandosene della gente attorno che schiamazzava chiassosamente. Skyler li osservava da lontano, pensando che un giorno anche lei avrebbe voluto sperimentare quella dolce sensazione di pauroso coinvolgimento.
Quelle macchinazioni della mente furono bruscamente interrotte da Alan, che le cinse improvvisamente i fianchi, da dietro.
"Eccola la mia ragazza!!!" esordì, con spiccato entusiasmo, abbracciandola.
"Hey..." disse lei, accennando un sorriso e continuando a guardare avanti.
Il ragazzo la fece girare di fronte a sé, "Ho una sorpresa..."
"Sai che detesto le sorprese..." rispose, guardandolo con sospetto.
"Non questa... non questa!" spalancò gli occhi e la tirò da una mano.
Iniziarono a camminare, superando qualche isolato. Giunti ad un vecchio deposito, Alan le tappò gli occhi con le mani.
"Che diavolo fai?!..."
"Sta zitta e va avanti!" ammonì, lui.
Il ragazzo la scortò lentamente dentro, aiutandola poi a scendere una cigolante scala in legno.
"Rimani qui ferma e non provare ad aprire gli occhi..." le disse, andando verso l'interruttore.
Appena la lampadina si accese, Alan le disse di aprirgli e quello che la ragazza si trovò davanti le fece illuminare il viso.
Innumerevoli pile impolverate di cd musicali giacevano dentro quel piccolo scantinato pieno zeppo di arredi e cimeli.
"...Da dove viene tutta questa roba?" chiese, allora, estasiata.
"Non hai idea di quante cose riescano a portare segretamente con loro le persone, ad ogni nuovo sbarco..." il ragazzo si guardò attorno e spalancò le braccia, "Ed ecco a lei, signorina, i souvenir dalla Terra! Prenda tutto ciò che vuole! È gratis!"
Skyler scoppiò a ridere, portandosi davanti ai dischi.
"Credo che prenderò in prestito uno di questi..." afferrò una custodia, "Musica francese... ho sempre adorato quella lingua."
Poi si spostò verso altre cianfrusaglie, e prese in mano un piccolo lettore per cd, "...Posso prendere anche questo?"
Alan sorrise, "Qualunque cosa!"
La ragazza, così, mise tutto dentro le larghe tasche della felpa e tornò da Alan.
"Non hai idea di quanto sia stato importante questo regalo... non so nemmeno come ringraziarti."
La prese dai fianchi, tirandola a sé "Questo potrebbe bastare..."
La baciò energeticamente, tenendole stretto il mento e spingendola contro la parete.
"Facciamolo qui... sarà eccitante..." le sussurrò, fomentato, mentre cercava di sbottonarle i jeans.
"No, Alan, aspetta..." cercò di dire lei, svincolandosi dai baci sul collo.
Il ragazzo, però, insisteva, desideroso di prenderla a morsi sul petto.
"Alan..." proseguì lei, abbozzando una smorfia innervosita "...Alan, cazzo! HO DETTO DI NO!" sbottò, infine, spingendolo lontano.
"Merda! Ma che ti prende?!..." rispose lui, fissandola con fare quasi offeso.
La ragazza si sistemò i capelli, "Ho preso il farmaco stamattina. Mi dà fastidio il contatto fisico..."
Alan sospirò, alzando gli occhi al cielo "Fantastico."
"Senti, mi dispiace... okay?! So che questa situazione ti pesa, ma vorrei che tu capissi che la prima ad andarci di mezzo sono proprio io!"
Si sgranchì il collo, "Ne abbiamo già parlato, Skyler. Non pretendo che tu metta a repentaglio la tua vita... ma perlomeno evitare la dose quando sai che ci vedremo! Perché, non so se te ne sei accorta, ma non abbiamo così tante occasioni per stare insieme!"
La ragazza corrugò la fronte, "Aspetta un attimo... vuoi forse accusarmi di qualcosa?!" sboccò in una mezza risata nervosa, "No... perché forse non te ne sei ancora reso conto, ma io sto rischiando grosso per salvare il culo a tutti voi! TE COMPRESO!"
"Oh, ma grazie mia eroina!!!" rispose lui con sarcasmo, alzando il tono.
"Okay, questo è ridicolo... io me ne vado." concluse lei, dirigendosi verso la rampa.
"E dove pensi di andare?!... Scommetto dal tuo adorato balancer del cazzo!" disse, adirato e provocatorio.
Skyler salì i primi tre gradini, "ESATTO, ALAN!" urlò, "E TI SEMBRERÀ ASSURDO, MA INIZIO A PENSARE CHE LUI SIA PIÙ SENSIBILE DI TE!"
Il ragazzo scoppiò a ridere, "Questo dosaggio ti sta rendendo pazza, ragazzina..."
"Vaffanculo, Alan. Davvero." rispose, correndo via.

***

Sette fermate ed un vagone troppo affollato furono i due ostacoli da superare prima di raggiungere l'appartamento di B-273.
Skyler digitò il numero ventiquattro sul tastierino dell'ascensore e, subito, raggiunse il suo pianerottolo. Suonò due o tre volte al campanello elettronico della sua abitazione, ma sembrava non esserci alcun segno di vita al di là della porta.
Abbassò lo sguardo e fece marcia indietro, rendendosi conto che, forse, era meglio così e che sarebbe stata sicuramente una pessima idea farsi rivedere di nuovo da quelle parti. Ritornò lentamente dentro l'enorme scatolone d'acciaio e chiamò il pian terreno.
Ma, d'un tratto, Blake aprì la porta, accorgendosi della ragazza. Le portiere dell'ascensore scattarono a chiudersi ma, alla vista del ragazzo, Skyler istintivamente cercò di bloccare le due ante in metallo con le mani.
B-273 le corse incontro, aiutandola a riaprire il portellone.
"Che cazzo ci fai ancora qui?!" le disse, facendola uscire dall'ascensore.
"Volevo sapere come stavi..." rispose, aggiustandosi il giubbino.
Blake le lanciò uno sguardo di rimprovero, "Entra..."
Il ragazzo richiuse la porta dietro di sé, assicurandosi che nessuno li avesse sentiti.
"Perché vuoi sapere come sto." riprese, tirando le tende davanti la grande finestra del salotto.
Skyler osservò una ciotola dell'acqua, posta sul pavimento, nell'area cucina che si apriva sul soggiorno come un open space.
"Beh, credo che il tuo comportamento dell'altra sera sia stato abbastanza... curioso. Sei fuggito dal bar come se volessi evitare la peste."
"Dovresti tenere a bada la tua indole curiosa, Skyler. È per stimoli come la curiosità umana che è stata inventata la bomba atomica." sentenziò lui, osservandola con serietà.
"Quindi..." la ragazza guardò nuovamente in direzione della ciotola, "...dovrei anche trattenermi dal chiederti come mai tieni dell'acqua a terra."
Deglutì, "Sì, dovresti."
"Dov'è?" esordì, lei.
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
Skyler gli rivolse uno sguardo furbo, "Il cucciolo, Blake. Ti ho visto l'altro giorno."
B-273 portò indietro le spalle, allargando le narici "COME HAI OSATO SPIARMI?!"
"Ti assicuro che è successo per puro caso! Ti ho visto per strada ed ho deciso di seguirti..."
Spalancò la bocca, "PRIMA TI PRESENTI IN CASA MIA, DAL NULLA... E POI SCOPRO CHE MI PEDINI ANCHE QUANDO SONO IN SERVIZIO?!"
Il cagnolino, sentendo parlare a voce alta, uscì dalla camera da letto e raggiunse scodinzolante i piedi della ragazza.
Blake distolse lo sguardo, portando una mano sulla fronte.
"Ehy, piccolino... ciao..." sussurrò lei, accucciandosi davanti all'animale e iniziando ad accarezzarlo.
Alzò la testa, in direzione del ragazzo "È stato un gesto nobile... non devi vergognartene." riprese.
"Non... non è come pensi... mi serve solo ai fini della ricerca."
Skyler accennò un sorriso, "Certo... è chiaro!"
Si rialzò, tenendo in braccio il cucciolo "Come si chiama?"
Blake corrugò la fronte, "...Cosa?"
"Gli hai dato un nome?" ribadì, quasi divertita.
"È un cane." rispose lui, "Per cui si chiama cane."
La ragazza cercò di trattenere una fragorosa risata, "Non è esattamente così che funziona..." riposò a terra il cucciolo, "Black..." esordì poi, "È uno scricciolo nero... gli sta bene addosso."
Il ragazzo non rispose, ma si limitò ad osservarla come se una parte di sé fosse attratto da quel suo modo irruento di fare.
"Beh, a questo punto..." continuò lei, "...posso farti vedere questi."
Tirò fuori dalle tasche il cd ed il lettore.
Blake fece uno scatto in avanti, "DOVE LI HAI PRESI."
"Calma... un vagabondo li nascondeva sotto al suo cappotto. Me li ha rivenduti a un buon prezzo."
"Skyler, è illegale questa roba." disse lui, facendo un profondo respiro e cercando di tenere a bada l'agitazione.
"Beh... lo è anche tenere animali domestici, o sbaglio?" ribattè, spavalda.
B-273 serrò la mandibola.
"...Ed ecco che abbiamo entrambi un segreto da mantenere." stroncò, inserendo il cd dentro al dispositivo.
"Hai mai ascoltato la Musica...?"
Il ragazzo sbarrò gli occhi, palesemente in difficoltà.
"Tu sei fuori di testa... finirai per mettermi in seri guai..."
Andò velocemente incontro al cane e lo prese in braccio, "Non muoverti di qui." le disse, fulminandola.
Lasciò, allora, il salotto e portò il cucciolo nuovamente dentro la camera.
Skyler attese che il ragazzo si allontanasse dalla sala e schiacciò il tasto play, lasciando che la musica risuonasse dentro la stanza.

***

Avviate il video ;)

Mi hanno detto che le nostre vite non sono importanti
Passano in un istante così come appassiscono le rose
Mi hanno detto che il tempo che scivola è un bastardo
che delle nostre sofferenze se ne fa dei cappotti

Skyler iniziò ad ondeggiare, facendosi trasportare dalle dolci note e lasciando che il suo corpo rispondesse alle vibrazioni di quel lento ritmo. Era da secoli che non ballava e, in quell'istante, fu come sentirsi nuovamente a casa. La musica giunse soave alle orecchie del ragazzo che, dopo aver sistemato il cucciolo, percosse a passi lenti il corridoio, affacciandosi leggermente sul salotto, con sguardo turbato ma, allo stesso tempo, incantato.

Mi hanno detto che il destino si prende gioco di noi
Che non ci dà niente e ci promette tutto
Sembra che la felicità sia a portata di mano
Allora tendiamo la mano e ci ritroviamo pazzi

Un uragano di sensazioni mai provate prima si scatenò dentro l'anima di B-273. Continuò a spiare, da dietro la parete, la ragazza che, ad occhi chiusi, si muoveva con estrema grazia e leggerezza. Ne studiò i dettagli di quel corpo, perdendosi tra i movimenti delicati delle braccia, tra i sottili capelli castani che volavano nell'aria. E fu esattamente in quel momento che Blake pensò che, in tutta la sua vita, non aveva mai visto nulla di più bello.

Ma chi è che mi ha detto che tu mi ami sempre?
Non mi ricordo più, era tardi nella notte,
continuo a sentire la voce, ma non vedo la faccia
"Vi ama, è un segreto, non ditegli che ve l'ho detto"
Vedi, qualcuno mi ha detto...

Che tu mi ami ancora,
qualcuno mi ha veramente detto...
Che tu mi ami ancora,
come può essere possibile?

Il suo respiro si fece sempre più intenso, fino a portarlo a nascondersi nuovamente dietro la carta da parati. Il cuore batteva all'impazzata, dandogli quasi la sensazione che da lì a pochi secondi sarebbe sicuramente morto. Ma sarebbe stato un bel modo di andarsene, pensò, mentre la musica continuava a fluttuare e a confondersi alle molecole d'ossigeno che respirava. Dio, che sensazione magnifica e, contemporaneamente, paurosa stava percorrendo ogni vena del suo corpo. Era tutto questo che lui aveva sempre combattuto? Era questo che gli avevano insegnato ad eliminare? Ogni idea, ogni pensiero gli sembrò improvvisamente assurdo, deplorevole. E, cielo, quanto era bella lei, quando si lasciava andare. Blake non riusciva a credere ai suoi occhi. Era terrorizzato ma... felice.

Vedi qualcuno mi ha detto...
Che tu mi ami ancora
Qualcuno mi ha detto veramente
Che tu mi ami ancora
Allora sarebbe possibile?

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