Era trascorsa una settimana dal giorno del test ma, per Skyler, era come se il tempo si fosse fermato da quando era stata portata al campo EZ1. Non riusciva a fare a meno di pensare perché quel balancer l'avesse risparmiata. Era stata, forse, la pietà? La compassione? No, non era possibile. Nessuno di quei sentimenti era conosciuto a quegli uomini. Allora perché, continuava a chiedersi, osservando i volti sbiaditi della gente.
Lei era diversa. Per tutta la vita, si era sempre sentita nel posto sbagliato al momento ancora più sbagliato. Inadeguata: era così che percepiva se stessa, in qualunque posto e in qualsiasi circostanza venisse catapultata. Amava osservare le persone, lo faceva da quando era appena una bambina e, ogni volta, riusciva a indagare dentro gli occhi dei passanti, trovandovi sempre reconditi sprazzi di malinconia o tristezza o, ancora, passione. Ed era proprio quello che cercava di fare in quel maledetto lager. Ma come ci si può illudere di trovare una sorgente d'acqua, scavando nell'arida sabbia del deserto? I volti di quegli uomini, quelle donne, quei bambini, sembravano essere ricoperti di cera. Un inconstistente nulla gravava sulle loro teste ed era come se chiunque, lì dentro, fosse stato inghiottito dalla sua stessa ombra.
Ma c'era una scintilla che era riusciata a cogliere, in mezzo a quel torpore, ed era quella che aveva attraversato, per un'istante, l'iride di B-273. Ne era sicura, non poteva essersi ingannata. Non aveva mai sbagliato in queste cose: c'era qualcosa in quel balancer che lei era riuscita a scrutare. Qualcosa di umano, qualcosa di vero.
***
"Tutti al padiglione A! Muovetevi!!!" urlò una guardia, irrompendo nel dormitorio.
"Cosa vogliono adesso?" si domandò Alan, con fare sospettoso.
"Lo scopriremo a breve..." rispose la ragazza, legandosi i capelli in una lunga coda di cavallo.
Gli uomini si accertarono che l'intera camerata si svuotasse, mentre la gente si dirigeva svogliatamente verso il padiglione A.
Ad accoglierli, sul piccolo palco ligneo, una fila ordinata di balancers. Erano circa trenta e tutti impeccabili nelle loro contrite e seriose espressioni. Blake scrutava i volti di chiunque entrasse in sala, occupando poco a poco le sedute ma, tra tutti, c'era un viso che gli provocava un tic al cervello. E, quel viso, era lo stesso che, per la prima volta, gli aveva fatto perdere il controllo.
Skyler ed Alan presero posto vicini. Il loro rapporto si rafforzava di giorno in giorno e la fiducia che ciascuno riponeva nell'altro era l'unica cosa che riusciva a farli andare avanti.
Le luci si fecero soffuse e l'enorme schermo tornò a scendere giù dal soffitto, coprendo la fila di balancers, rimasti, composti ed immobili, dietro.
"Buongiorno a tutti, credo che ormai voi abbiate memorizzato il mio volto. Sono Mr. Peace e, questa volta, vi parlo in diretta dalla Red Tower. È una splendida giornata, oggi, non trovate? Il sole splende alto in cielo e le temperature sono miti. Ma per voi questo giorno non sarà piacevole solo per il tempo, bensì per una notizia che, sono certo, accoglierà il vostro consenso: la vostra permanenza nel campo EZ1 è conclusa."
I due ragazzi si strinsero la mano.
"Non ci credo..." sussurrò, incredula, Skyler.
"Mio dio... finalmente." fece con un sospiro, Alan.
"Se oggi vi trovate in questa sala è perché siete giunti al termine della prima fase del programma di inserimento. Avete iniziato a prendere confidenza col reset-41, superando brillantemente i test cui siete stati sottoposti."
Skyler deglutì e ripensò al giorno del suo esame.
"Sono davvero orgoglioso di voi tutti, ero sicuro che avreste accolto la nostra causa. Sappiate che tutto quello che stiamo facendo è solo per il bene del nostro pianeta e del nostro popolo. E, per farne ufficialmente parte, siete tenuti ad affrontare il secondo ed ultimo step, che avrà inizio a partire proprio da questa mattina."
La gente iniziò a mormorare, con aria interrogativa.
"Verrete catapultati nel mondo reale. Per ognuno di voi è già stata assegnata un'abitazione, di cui prenderete possesso in serata. Sarete messi alla prova: dovrete cercarvi un lavoro, iniziare a guadagnare denaro e integrarvi con la società che vi circonda. Non sarà facile, non voglio illudervi, ma noi tutti ci siamo passati. Osmium merita cittadini realmente volenterosi ed è questo che adesso dovrete dimostrare. Questa fase avrà una durata di tre mesi: durante tutto questo periodo i balancers vi seguiranno periodicamente, per indirizzarvi verso la strada più giusta da intraprendere. Ma, come potete vedere, voi siete in centinaia mentre i miei uomini, attivi in questo campo d'accoglienza, sono molti meno. Ebbene, ad ogni balancer verrà assegnata una media di dieci whiners. E, dal momento dell'assegnazione, il vostro punto di riferimento sarà solo uno di loro. La suddivisione è condotta sempre in modo casuale ed è proprio da qui, dalla Red Tower, che ve la comunicherò. Chiedo, gentilmente, ai miei uomini di prendere posizione davanti lo schermo."
I balancers si ricomposero, ordinatamente, di fronte alla folla.
"Potete procedere alla numerazione."
"Numerazione? Che significa?" la ragazza si guardò intorno, stendendo il collo.
I balancers scesero gli scalini del palco, tirando fuori dalle tasche un aggeggio munito di aghi.
"Questo dovrebbe farmi paura." commentò Alan, fissando quegli uomini che si avvicinavano.
"Sì, credo che dovrebbe..." gli rispose, lei.
I balancers iniziarono a tatuare dietro al collo della gente, appena sotto la nuca, dei numeri in serie.
"Sai, Skyler, questa roba l'ho vista fare a delle vacche da latte, tempo fa, in un documentario." continuò il ragazzo.
"Siamo trattati molto peggio di quelle bestie, Alan." disse Skyler, mentre gli uomini si facevano sempre più vicini a loro.
Un balancer si piazzò, allora, davanti la ragazza, prendendola da un braccio, "Con delicatezza! Non è necessario rompermi le ossa..." gli fece lei, stringendo i denti, mentre l'uomo le abbassava in giù la testa.
L'ago le incise la pelle e l'inchiostro nero compose il codice "W-1022".
Fu lasciata andare e l'uomo passò ad altri.
"Tutto okay?" gli chiese Alan, rimettendosi a sedere accanto a lei.
"Sì... anche se brucia parecchio." si passò una mano dietro la testa, "Che numero hai?"
"Il tizio mi ha detto che sono W-1056... Tu?"
"W-1022."
"Beh, devono avere fantasia da vendere su questo pianeta." sdrammatizzò, Alan.
Quando, finalmente, tutti i presenti furono tatuati, Mr. Peace riprese a parlare.
"Vi starete chiedendo cosa rappresenta quel codice che vi trovate inciso sulla pelle... Beh, signori, non è altro che il vostro nuovo nome. Capirete bene che è preferibile evitare veri e propri appellativi che possano legarvi ad un ricordo o al vostro passato. Con questo, non voglio di certo portarvi a supporre che il nostro intento sia di togliervi l'unicità o, tantomeno, la personalità che vi contraddistingue. Ma converrete con me che, nelle occasioni ufficiali... pubbliche, l'utilizzo di un codice identificativo preservi un ordine ed un'organizzazione decisamente più accurata. Puntiamo alla perfezione, non scordatelo mai."
Skyler ed Alan si guardarono in faccia.
"Come avrete intuito, la 'W' che precede le cifre indica il vostro status... cioè quello di whiners. Alla fine dei tre mesi, quando supererete questa fase... ed io sono certo che tutti voi lo farete... quella lettera verrà rimossa per cedere il posto alla 'C' di Citizen. Diventerete, così, cittadini di Osmium a tutti gli effetti e proseguiremo, insieme, la causa che rende grande ed unico questo nostro mondo."
Mr. Peace indossò degli occhiali da lettura e srotolò un biglietto che, un uomo al suo fianco, gli aveva passato.
Iniziò a chiamare uno ad uno i balancers, elencando per ciascuno i codici degli whiners che gli erano stati rispettivamente assegnati.
Ad Alan spettò il balancer B-391.
Skyler lo guardò perplessa.
"Tranquilla, non importa se abbiamo tutor diversi." la rassicurò, lui.
"Si faccia avanti B-273."
Disse, poi, Mr. Peace. Blake fece due passi, giungendo le mani dietro la schiena.
"Dal numero dieci-venti al dieci-trenta."
"Grazie, signore." rispose con compostezza lui, tornando in fila.
Skyler continuava a seguire, abbastanza smarrita, il tutto.
"Hey!" le bisbigliò Alan.
La ragazza si voltò verso di lui, "Che c'è?"
"Sei con lui!"
Skyler mutò espressione, "Cosa?!... Aspetta, sei sicuro?... Controllami."
Scostò velocemente i capelli, permettendo al ragazzo di leggere il suo numero.
"Sì, sei con lui... W-1022."
"Merda." scappò istintivamente alla ragazza.
"Se finora ce la siamo cavata, allora supereremo anche questa." le disse lui, accennando un sorriso.
Skyler sospirò, "Promettimi che, nonostante tutto, non ci perderemo di vista..."
"Anche se saremo divisi, troverò il modo per cercarti. Non temere, siamo una squadra."
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