• Capitolo LXII •

"Perché non mi hai detto nulla del Galà?"
Skyler, seduta ai piedi del letto, alzò lo sguardo verso il balancer, a un passo dalla porta.
Blake l'aveva condotta due piani più in sù, dove erano collocate piccole suite minimali ma confortevoli. Le aveva spiegato che avrebbe trascorso lì il suo soggiorno a Parabellum e che quell'edificio era uno dei più sicuri in cui sarebbero potuti mai stare. Lui avrebbe pernottato al piano superiore, adibito ad alloggi estremamente più lussuosi e riservati solo a uomini politici o d'affari.
"Perché non ero d'accordo." rispose, passandosi una mano sulla bocca, "Ho cercato di dissuadere il primo ministro stamattina. Ma ormai è tutto deciso. Dovremmo andarci, che ci piaccia o no."
"Pensavo avessi maggiore voce in capitolo, Blake." replicò, duramente, mettendosi in piedi.
"Tu non comprendi la situazione..."
"Hai accettato sommessamente la cosa, senza far valere le tue opinioni. Ma non lo capisci che stanno cercando di manipolare anche te? C'è qualcosa che non va, Blake! La mia partecipazione a tutto questo... la cerimonia... il discorso... il Galà!"
"Smettila!" il ragazzo l'afferrò da un polso, stringendolo in una morsa serrata, "Non ti permetto più di fare insinuazioni così gravose."
La giovane strinse i denti, in seguito al dolore di quella forte presa, guardando con occhi sbarrati il viso di B-273, incredula.
Il respiro di Blake, frenetico, si arrestò quando il ragazzo, dopo qualche istante, si rese conto di non essere riuscito a dosare la sua forza né tantomeno quella rabbia livorosa inspiegabile.
La lasciò andare e indietreggiò di un passo, "Riposa questa notte. Domani verrò a portarti il discorso. Sarà una giornata stressante." concluse.
Non riuscì a reggere ancora il suo sguardo e sparì velocemente dietro la porta.
Skyler osservò il polso arrossato e tentennò ancora qualche secondo, rimanendo immobile al centro della stanza.

***

"È ora di svegliarsi!"
Zorah fece irruzione nella piccola suite, picchiettando violentemente la moquette con i dirompenti tacchi degli stivali in pelle che le avvolgevano le gambe fino a sopra il ginocchio.
Fece scivolare con uno scatto veloce le tende verso i lati dell'ampia finestra che incorniciava la camera e poggiò sulla poltrona l'abito incelofanato.
Skyler dimenò le braccia sul cuscino, stordita e infastidita dalla luce che senza pietà le fendeva come una lama il viso assonnato.
Aveva passato la notte insonne, ripensando alla discussione avuta con Blake, a quel gesto, alla giornata che l'avrebbe attesa e, poi, a quella successiva. Dopo l'albeggiare era infine crollata, annegando tutti quei pensieri con la faccia contro al cuscino.
"Alzati e assumi il reset." proseguì Zorah, guardandola ancora vegetare, "Dobbiamo fare mille cose oggi. Ti ho portato il discorso. Ammetto di avergli dato una sbirciatina... lo stile non è nulla di che e in alcuni punti risulta ripetitivo, ma ti assicuro che ho ascoltato di peggio." tirò fuori dalla cinta della minigonna un bigliettino e lo adagiò sul tavolino, accanto a un vaso di fiori lilla.
"Dedicheremo la mattinata a questo. Ti aiuterò ad impararlo e a sorridere nelle giuste pause tra un periodo e l'altro."
La ragazza si trascinò sulla schiena, mettendosi a fatica seduta sul materasso.
Zorah la osservò con un sopracciglio alzato, "Dopodiché... ti preparerò al Gran Galà di questa sera. Sistemerò quegli orribili capelli arruffati e..."
"Dov'è B-273?" la interruppe.
Sarebbe dovuto essere stato Blake a consegnarle il discorso, lo ricordava bene. Erano state le sue ultime parole prima di abbandonare quella stanza, la sera prima.
"Da quello che so, si è recato alla stazione per accogliere i generali di Osmium City. Avevi domande da porgli?"
Skyler si mise in piedi e avanzò lentamente verso Zorah, stendendo il braccio verso il foglio che aveva posato giù. La donna, allora, si accorse immediatamente del vistoso livido che le segnava il polso e mutò drasticamente espressione, iniziandola a scrutare con una certa preoccupazione.
"Skyler..." disse, mentre la giovane leggeva superficialmente quelle righe, "Non devi avere paura di dire la verità."
La ragazza alzò lo sguardo, il cuore provocò un tonfo sordo in petto.
"Lo sospettavo, sai? L'ho capito da come lo guardavi ieri."
Deglutì e lasciò che il foglietto ricadesse sul tavolo. Se fossero stati scoperti, probabilmente sarebbe stata la fine.
Zorah le si attestò davanti e le prese le mani, "Sei terrorizzata da lui."
Skyler rimase interdetta a fissarla, con aria perplessa.
Le alzò il polso, "Immagino che questo non sia stato il primo episodio. Sai, c'è da aspettarselo. I balancers se ne approfittano. Sfruttano la loro autorità per seminare terrore, soprattutto sui soggetti più deboli. E tu sei una di loro."
Si allontanò, col fare compassionevole di chi ha già visto e rivisto certe situazioni.
"No, non è così... lui..." tentò di replicare Skyler.
"Credi che mi beva la storiella della citizen modello che rinsavisce dalla sua isterica indole di ribellione e sposa la Causa, diventando portavoce di Mr. Peace?! Oh, si ma certo... guardatemi! Sono W1022, prendetemi ad esempio! Io amo questo pianeta!" iniziò a sghignazzare scompostamente.

"Lo trovi divertente?" rispose lei, decidendo che sarebbe stato vantaggioso assecondare le fantasie di Zorah.
La donna ritornò subito seria, manifestando un certo bipolarismo, se non pericoloso sicuramente peculiare.
"Mi dispiace. Immagino ti abbia minacciato di spedirti alla Red Tower qualora non dovessi assecondare il suo piano."
"Più o meno." rispose, tentennando sulle sillabe.

Un boato risuonò in cielo, abbagliando la stanza. Skyler si voltò verso la finestra, terrorizzata.
"Cosa diavolo è stato?!"
"Merda..." disse Zorah, andando a chiudere velocemente le tende, "Spegni tutte le luci e mettiti qui vicino a me." ordinò, risoluta.
Si mise seduta sul pavimento, ai piedi del letto, "Veloce...".
La ragazza la raggiunse, visibilmente spaventata.
"Adesso rimaniamo qui al buio finché non avranno smesso. Sta tranquilla, fra qualche minuto sarà tutto finito."
Le posò una mano sul braccio, quasi a volerle trasmettere sicurezza col solo tocco dell'epidermide.
"Sono i reazionari?"
"Già... la situazione li è un po' sfuggita di mano ultimamente."
"Quando è iniziata?"
"Beh, le cose sono peggiorate subito dopo la cerimonia ad Osmium City."
Skyler sistemò meglio le gambe, raccogliendole tra le braccia e portando le ginocchia fin sotto al mento.
"Intendi dopo l'annuncio che il successore sarebbe stato B-273?"
"Intendo dopo il caos che scoppiò quel giorno." replicò subito Zorah.
"Già... la rivolta. È come se sentissi ancora il suono di quei proiettili." rispose lei, ripensando a quel terribile giorno, alla paura di perdere Blake, alla Resistenza.
La donna accennò un sorriso sarcastico, "Certe cose non si dimenticano. Da quel momento cambiò tutto." ruotò il capo verso la giovane, "Mr. Peace fece in modo che la cerimonia fosse trasmessa anche qui. Non avrebbe mai potuto lasciarsi scappare un'occasione del genere. Siamo costantemente bombardati da immagini di Osmium City, dalla giornata più monotona agli eventi più esaltanti. Non avrebbe mai permesso che ci perdessimo uno spettacolo tanto maestoso, tutti noi avremmo dovuto assistere alla celebrazione della sua potenza, tutti noi avremmo dovuto iniziare ad abituarci al volto di Blake."
Fece una breve pausa e tornò a guardare un punto indefinito davanti a sé, mentre in lontananza il frastuono di spari e bombe incendiarie iniziava ad assopirsi.
"Ma quel giorno non fu l'unica cosa che vedemmo. Mr. Peace non avrebbe potuto prevederlo. Per la prima volta ci rendemmo conto che qualcosa non funzionava nemmeno ad Osmium City. Assistemmo a quasi tutta la guerriglia... uomini disperati che sparavano contro i balancers, a viso scoperto, pronti a sacrificare le proprie vite pur di sottrarsi al sistema. Poi il collegamento cessò, ma noi avevamo già visto abbastanza. Non era mai successo... per anni ci avevano drogato con scene di vita anestetizzata, apparentemente perfetta. Una civiltà all'avanguardia, pacifica, dove il benessere pullulava in qualsiasi ceto sociale. Ci avevano ingannati? Ci nascondevano qualcosa? Iniziammo a chiedercelo tacitamente un pò tutti, ma solo una fetta della città decise di rispondere. Se persino ad Osmium City c'era chi aveva il coraggio di ribellarsi, allora bisognava mobilitarsi anche qui."
"E tu perché hai scelto di non schierarti?" la interrogò, allora, lei.
Zorah deglutì e si fece scura in viso, "Perché è una lotta al massacro, Skyler. Non prendiamoci in giro, sappiamo già come finirà. Moriranno tutti. Mr. Peace è troppo potente, c'è un fottuto esercito ai suoi comandi, migliaia di uomini specializzati a uccidere chiunque disobbedisca alle regole. I reazionari non hanno abbastanza mezzi per poter sperare di sopravvivere, mancano i fondi per finanziare le armi... tutto questo è destinato a spegnersi in un lago di sangue."
Alzò lo sguardo verso la finestra: oltre la tenda bianca traspariva il cielo purpureo. Le bombe avevano lasciato scie di fumo e polvere che fendevano le nuvole come spade, ma ormai il silenzio era calato sulla città.
"È finita." disse Zorah,"Possiamo alzarci."
Accese le luci e si sistemò la gonna. Raggiunse la poltrona e osservò Skyler, "Siediti qui. Studieremo il discorso mentre ti trucco. Abbiamo perso già abbastanza tempo."
La giovane assecondò quella richiesta e prese posto davanti ad una piccola specchiera circolare a muro. Zorah aprì la valigetta che aveva portato con sé e incominciò ad analizzare il viso di Skyler, "La tua pelle ha una buona grana..." commentò, come se la ragazza avesse anche solo la minima idea di cosa volesse dire.
"Non credo di essermi mai truccata in vita mia..." rispose, irrigidendo il collo mentre la donna le applicava del fondotinta.
"C'è sempre una prima volta..." abbozzò lei, concentrata nel suo lavoro.
Le prese il polso e osservò il livido violaceo, "Ora copriamo questo. Non c'è nulla che un buon trucco non possa celare." le sorrise, un pò amaramente.
Skyler buttò giù il groppo che aveva trattenuto in gola ormai da parecchi minuti. Si perse nel riflesso della sua immagine e si rese conto di essere smagrita e pallida.
"C'è del buono in lui." disse poi, guardando dallo specchio il volto di Zorah.
"Cerco di pensarlo sempre, Skyler." le disse, prendendo un pennellino, "Ma quando credi che le persone possano cambiare e abbassi la guardia, è proprio quello il momento in cui ti dimostrano che non c'è speranza."
Intinse le setole nel fondotinta e incominciò a passarlo sul polso.
Skyler accennò una lieve espressione di dolore, corrugando i denti.
"Scusami..." le disse.
Deglutì e fu come se non riuscisse più a tenere dentro i pensieri. Poggiò, allora, il pennello e osservò la ragazza.
"Anni fa fu sottoposto a processo." esordì, mutando il tono di voce.
Skyler alzò leggermente il mento e sentì quasi cedere le spalle, come se qualcosa le avesse agganciato due sacchi di sabbia dietro la schiena.
"Seguiva una whiner ai tempi... Credo che il suo nome fosse Beth. Aveva poco più di 17 anni, mentre lui 19. Non era da molto in servizio, ma aveva dimostrato di essere molto più autoritario di tanti suoi colleghi veterani del mestiere."
"Cosa successe?"
"Merda... forse non dovrei parlartene." le rispose, titubante, "Se venissero a scoprire che ti ho fatto delle confidenze del gener..."
"Zorah, ti prego." la interruppe, "Se ritieni importante che io sappia certe cose di quel balancer... allora dimmele. Puoi fidarti di me." ne osservò il riflesso, "Siamo amiche."
Zorah alzò incredula lo sguardo, "Amiche?" ripeté, con gli occhi che si facevano lucidi, "Non ho mai avuto un'amica..."
"Beh, adesso ne hai una." rafforzò lei, "Ma io ho bisogno di sapere."
La giovane donna annuì lentamente e trascinò uno sgabello, accostandosi accanto alla seduta di Skyler.
"Temo che la tua vita sia in pericolo." le disse, guardandola intensamente negli occhi.
La ragazza corrugò la fronte, spiazzata.
"Beth ti somigliava. Quando ti ho vista arrivare, ieri, non potevo crederci. E poi, hai la sua stessa ingenuità. Lo vedo dai tuoi occhi."
"Io non capisco..." sibilò lei.
"La conobbi solo attraverso delle foto... al processo partecipai pure io. Ovviamente venni chiamata a testimoniare al tribunale di Parabellum, ma riuscì ad assistere comunque alla videoconferenza che veniva trasmessa dalla Capitale. I giudici chiamarono tutte le persone che collaboravano o avevano collaborato con Blake. Era bella, giovanissima. Aveva un viso dolce."
Le sue labbra presero a tremare, "Cosa le successe..."
Zorah sospirò, "Durante il programma d'inserimento venne trovata nel suo appartamento, priva di vita... in condizioni... disumane. Mi mostrarono anche quelle foto."
Rimase pochi secondi in silenzio, cercando di metabolizzare quelle immagini che riafforavano nel nero limbo dei ricordi.
"Aveva tagli ovunque... profondi almeno tre centimetri. Lividi neri di sangue e graffi sulla schiena... e una pallottola in piena fronte. Era... era ricoperta di sangue, completamente sfigurata in viso." le strinse le mani, "Blake fu trovato lì."
Il fiato si spezzò in gola, Skyler si sentì sprofondare.
"Era in stato di shock, o perlomeno così dissero durante il processo. Aveva ancora la pistola in mano quando la polizia governativa fece irruzione nell'appartamento. Sospettavano che ci fosse qualcosa che andasse oltre un rapporto formale tra un balancer e una whiner e provarono ad andare a fondo nella questione. Ricordo che lo vidi dal teleschermo del tribunale: era seduto vicino ai suoi difensori, in divisa. Sembrava completamente assente, distante anni luce. Non lo avevo mai visto così. Eravamo ancora giovani e io non lo conoscevo bene, ma non potevo credere immaginabile che un ragazzo di soli vent'anni potesse accanirsi così ferocemente su una ragazza così pura e innocente."
Skyler chiuse istintivamente gli occhi e lasciò le mani di Zorah, alzandosi.
"Mi viene da vomitare..." disse con un filo di voce, portandosi vicino alla finestra.
Era impallidita e bagnata di piccole goccioline di sudore sulla fronte.
"Devi prendere il farmaco, Skyler."
"Lo farò. Ma non prima di conoscere la fine di questa storia..." rispose, poggiandosi a fatica contro il davanzale.
"Il processo fu interrotto dopo solo tre udienze. Mr. Peace si oppose ai giudici, accusandoli di aver architettato un complotto per incastrare uno dei suoi uomini più promettenti. Dopo qualche settimana sciolse l'istituzione e nominò dei nuovi magistrati. Non capii e non capisco tutt'ora perché nutra questo estremo senso di protezione verso Blake. Ma sta di fatto che lo tirò davvero fuori dai guai... e prima ancora che la faccenda si infittisse lui era già tornato al suo lavoro."
"Tu... tu cosa pensi?" disse allora la giovane.
"Io? Ciò che penso non importa a nessuno. Una parte di me non ci ha mai creduto. Non di certo alla storia della presunta relazione, quantomeno. Blake non si lascerebbe mai coinvolgere sentimentalmente. È l'ultima persona al mondo che potrebbe mai farlo, ma non gliene faccio una colpa. Anzi, credo sia un aspetto necessario alla sua stessa esistenza il non nutrire alcuna forma d'affetto. Perché se provasse amore per qualcuno ma, al medesimo tempo, riuscisse a far giustiziare dei rivoltosi con il semplice schiocco delle dita... beh, gli sputerei in faccia. Il fatto che sia nato come un cinico bastardo in parte lo giustifica, ai miei occhi. Ma, allo stesso tempo, è proprio per questo che non posso escludere che abbia seviziato mostruosamente quella poveretta. Non posso sottovalutare che lui fosse dentro quella stanza, che avesse l'arma in mano, che i graffi sulla schiena fossero stati provati essere i suoi."
Deglutì e scansò una ciocca di capelli dalla fronte, "Preferisco evitare di pensarci e di pormi ulteriori domande. Dopo quell'episodio ci fu imposto di cancellare dalla nostra memoria l'accaduto e di continuare come se nulla fosse. Ed è così che facciamo. Blake non è mai stato reputato colpevole e quindi non lo è."
Skyler si sedette, sconfitta, sul materasso. Era completamente svuotata. D'un tratto non sentiva più nulla, nemmeno il dolore.
"Ma poi sei arrivata tu... e quel livido, beh... è come se mi avesse fatto riaffiorare a galla tutti i ricordi che avevo completamente resettato.
Unì le mani e fece un profondo respiro, "Non voglio che ti succeda qualcosa. Non sto dicendo che... sto solo dicendo che se mai qualcosa in quella storia sia vera... io non voglio che si ripercuota su di te."
Si mise in piedi, decisa più che mai.
"Adesso basta parlare, dobbiamo fare mille cose. Ma promettimi che durante il Galà starai al mio fianco, Skyler."

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