Oshi No Ko in Hunger Games
Era difficile scappare da tutto, che odio profondo provava contro la società di merda in cui era nata, non era normale far ammazzare dei poveri adolescenti tra di loro.
Doveva respirare e tenere duro ancora un po', il dolore che si espandeva dal braccio bruciava parecchio.
Un respiro lento e profondo, ossigeno ed anidride carbonica, non doveva farsi venire un attacco di panico.
Strinse i denti e strappò la manica che legò sopra la ferita, respirare, stringere i denti e sopportare il dolore, queste erano le tre fasi importanti della sopravvivenza di Hunger Games.
Prese una freccia e mirò verso il nemico: la freccia scoccata tolse una vita...
Si avvicinò al corpo fissandolo in silenzio, quando vide chi era si abbassò fino all'orecchio e lì gli sussurrò qualcosa.
"Scusa...ma devo sopravvivere ancora un po' per lui" la ragazza quando guardò l'altra sul viso gli sembrò che gli sorridese, fece passare le sua dite sottili tra i lunghi capelli blu della vecchia nemica, dopo qualche minuto lasciò un fiore sul corpo e si alzò per andare via.
"Akane, farò sopravvivere lui ad ogni costo, tranquilla che ti raggiungerò" disse l'altra prima di imboscarsi dinuovo nei sentieri irriconoscibili del luogo di sfida.
I giorni passavano tra lotte e uccisioni e non successe nulla di rilevante fino a quel giorno: rimasero in due.
I due finalisti erano in un prato dal verde scuro, una ragazza e un ragazzo, i capelli a caschetto rosso brillante volavano attraverso il soffio del vento, gli occhi della ragazza che sfumavano di così tanto colori da sembrare una galassia erano rassegnati al piano che aveva inventato, il corpo tremante dal freddo e dai sensi di colpa, le mani pulite che gli sembravano ancora sporche del sangue dei suoi nemici, un sorriso debole incorniciava tutto la figura pallida e snella della ragazza, intanto il ragazzo dai capelli biondi la guardava sorpreso da tutto il sangue che aveva sui vestiti restanti, in mano aveva il pugnale con cui si difendeva dagli attacchi nemici che di solito riusciva a schivare, gli occhi azzurri del colore del mare rispledevano con il sole che batteva sul suo viso e la pupilla a stella che aveva nell'occhio destro era blu notte.
"A-Arima...? Quante persone hai ucciso?" Gli chiese l'altro con tono tremolante all'inizio, ma che divenne sempre più sicuro ad ogni parola.
"Aqua-kun..." il sorriso debole divenne ancora più piccolo e fragile, delle lacrime scapparono al suo controllo e scesero sulle sue guancie.
"...Scusa...Scusa di tutto, ma ti devo ancora dire una cosa..." disse l'altra con voce incerta e bassa, un groppo gli si era formato in gola e le parole uscivano con difficoltà.
Si avvicinò al biondo prendendo la mano del più alto, afferrò il pugnale e se lo portò al cuore.
Alzò la sguardo sicuro e si perse negli occhi dell'altro, con una mano tremante raggiunse la guancia del più alto e gli sussurrò con un sorriso incerto.
"Forse te non vorresti sapere più nulla di me che sono diventata un'assassina...ma ti prego ascolta le mie ultime volontà...Io ho perso i miei genitori quando ero più piccola e quindi io non ho più nessuno, mi abbandonarono a questa vita crudele...se morissi a nessuno importerebbe realmente, quindi la lascio a te questa vita: vivi per Ruby, Aqua...E questa l'ultima cosa che ti chiedo...T-ti a-amo..." le ultime parole furono un sussurro così tanto basso da quasi non sentirlo, la ragazza mentre lo fissava si pugnalò al cuore facendo uscire del sangue dalla sua bocca, la mano sulla guancia del biondo cade sul petto e tutto il corpo della ragazza si appoggiò debolmente sul ragazzo.
Chiuse gli occhi chiedendo perdono per aver ucciso.
La morte pian piano se la prese con tutti i suoi ricordi e sogni.
La vita era crudele, ti ferisce e ti porta molto dolore, ma la morte è anche peggio, ti porta via la vita crudele e tutti i tuoi sogni.
Ma la peggiore di tutte nella mente di Aqua e Ruby era quella società: far uccidere degli adolescenti tra di loro era un livello di crudeltà più alto rispetto alla vita e la morte.
Aqua restando ancora in shock abbracciò la rossa d'istinto, le ginocchia cedettero e loro rimasero inginocchiati ed abbracciati tra di loro per tutto il tempo.
Aqua, tenendo ancora il corpo della ragazza tra le braccia, scoprì quanto la vendetta contro quella società sarebbe stato il suo obiettivo e dopo avrebbe realizzato le volontà della rossa.
Hoshino Aqua aveva vinto perdendo Arima Kana.
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