23. La verità su Bert
Ventisei febbraio 2017
Casa di Lily.
Ore 12:30
«Tu... tu eri la sua amante!» esclamò Melissa sconvolta, attirando l'attenzione dell'amica.
«Tu?» domandò Lily, rivolgendosi alla donna.
Shona si morse il labbro. Non abbassò mai l'arma, la teneva puntata saldamente sulla ragazza, cambiando solo mano, alle volte, con la quale impugnarla.
Iniziarono a suonare insistentemente alla porta, ma la donna urlò a Lily di stare immobile lì.
Shona e Melissa continuavano a fissarsi negli occhi, mentre Lily faceva roteare la testa, osservando l'entrata, distratta dalle urla che ne provenivano da dietro.
«Lily, apri!» urlava Bert. Lo stesso facevano Rose e Sebastian mentre suonavano il campanello e, a tratti, davano pugni alla porta. Jinger non era con loro, infatti, era andata ad avvisare Phill.
Quando notarono che nessuno rispondeva, Bert iniziò a dare spallate alla porta, fino a buttarla giù.
«Mio Dio, mamma! Che stai facendo?» urlò Bert entrando in cucina.
Quando anche Sebastian e Rose oltrepassarono la porta, questa tentò di avanzare verso Shona ma venne fermata dal marito.
«Vattene fuori da qui» urlò alla moglie Sebastian.
«Io non mi muovo!» rispose con tono di sfida.
«Che bella famiglia che hai! Si farebbero ammazzare per te! Almeno tu sei cresciuta nell'amore che meritavi... Il mio Bert, invece, ha perso tutto.» disse con voce dolce Shona. «E tutto a causa tua e alla tua maledetta famiglia naturale!» urlò poi con tono aggressivo, impugnando ancora più forte la pistola.
«Mamma... guardami, ti prego...» sussurrò Bert, stendendo le braccia verso di lei.
«Non fare un altro metro o puoi dire addio alla tua amichetta!» disse lei spietatamente.
«Mamma, perché stai facendo questo... perché?» insistette Bert portando la sua mano sulla fondina.
«Che c'è? Vuoi puntar una pistola contro tua madre?» disse ridendo sguaiatamente. «Non ne avresti le palle! Proprio come tuo padre!» continuò alla fine mugolando.
«Perché? Perché stai facendo del male a questa ragazza? Papà mi ha fatto promettere...» farfugliò Bert che venne interrotto dalla madre.
«Tuo padre ti fece promettere di salvare Phill dalla prigione, ma non ti disse mai il perché.»
«Di che stai parlando, mamma, so perfettamente che lui è innocente...»
«E sai anche chi è stato a uccidere Charlie, ma non sai perché non fece nulla per far uscire il ragazzo di prigione!»
Bert era sconvolto e confuso, aveva sempre pensato di conoscere ogni cosa e capire che c'erano ancora segreti celati lo fece quasi barcollare.
«Lei era l'amante di mio padre!» affermò di punto in bianco Melissa, lasciando di stucco tutti i presenti, compreso Bert che, dalla sua espressione si poté capire quanto ne fosse ignaro.
«Sei stata tu ad ammazzare quel bastardo! Non è così?», urlò Melissa rivolgendosi a Shona.
La donna rise ancora una volta.
«Mio marito lo pensò... almeno all'inizio. Per questo quando ti trovò nel bosco e notò che tenevi qualcosa in mano, ti chiese di aprire il palmo. Vedendo quel bossolo, che tu avevi raccolto da terra nello scantinato, Robert pensò che lì sopra ci sarebbero state le mie impronte e che fosse la prova della mia colpevolezza. Così lo nascose in casa, consegnandomelo solo in punto di morte. Si convinse che fossi stata io, che ero un'assassina e mandò quel povero ragazzo in prigione per proteggermi. Quello che non sapeva è che non ero stata io... Mi trovavo solo nel posto sbagliato al momento meno opportuno, come nei precedenti venti anni!»
«Cosa? Sei stata la sua amante per venti anni?» chiese stordito Bert.
«Forse anche di più...». Shona si voltò verso la porta sentendo dei rumori provenire da lì.
Lentamente entrò Phill che, vedendo la scena rimase davanti l'entrata della cucina. Non riuscì nemmeno a parlare. Anche lui alzò i palmi facendo segno di calmarsi alla donna.
«Non sapevo cosa vi faceva, non conoscevo la sua violenza, con me era un altro tipo di uomo, mi prometteva amore continuamente, mi giurava che vi avrebbe lasciati per me. Ma non lo faceva mai e io rimanevo nell'ombra ad aspettare.»
A Bert gli si rigò il viso. «Papà lo sapeva?»
«Glielo dovetti dire, per fargli capire e convincerlo che non ero stata io ad ammazzare Charlie. Quando scoprì la verità andò a trovare Phill, che in un momento di disperazione raccontò nei dettagli ciò che era accaduto in quello scantinato. Tuo padre gli promise che lo avrebbe fatto uscire, ma l'indomani morì di crepacuore.»
«L'hai ammazzato tu, dicendogli di Charlie e te!» urlò Bert alla madre.
«Lo so, amore mio... Lo so, non volevo che soffrissero altre persone, ma a quel punto non potevo più far sapere di me e lui alla gente, ma soprattutto a te, tesoro mio. Così ti consegnai il bossolo, e ti dissi la verità sull'omicidio, almeno su quello, ti dissi chi era stato veramente, facendoti credere che era stata una scoperta fatta da tuo padre. Ma non ti dissi mai che io ero lì e che avevo visto tutto. Quando iniziarono ad arrivare le lettere di Phill capii che stavo facendo soffrire una persona innocente, il senso di colpa mi stava uccidendo, parlai con quel galeotto per riuscire a fare in modo che non gli facesse del male.»
«Tu dovevi solo farlo uscire da lì! Come papà mi aveva chiesto di fare!» gridò ancora Bert.
La donna iniziò a lacrimare: «Non potevo dire che ero l'amante di quell'uomo... Ho cercato di portare la verità alla luce, ho spedito le lettere a Melissa, ho lasciato i fiori col biglietto, ma nessuno sembrava credere nell'innocenza di Phill» spiegò la donna piangendo e singhiozzando a quel punto.
«Sei stata tu...» sussurrò Rose... «Ma se non volevi che si sapesse della tua relazione con Charlie, perché hai poi cercato di farci sapere che non è stato Phill? E chi diavolo è stato allora?» urlò poi Rose.
«Perché non posso permettere che Bert e Melissa...» farfugliò la donna che impugnò con due mani la pistola, pronta dunque a sparare.
In coro, tutti urlarono «No, ferma!»
«Ti prego, mamma... non farlo! Io la amo...» sussurrò Bert.
«Ed è proprio per questo che ho cercato di fare uscire tutta la verità, da che invece tentavo di occultarla...» gridò la donna. «Quando ho capito che tra voi c'era questo legame troppo stretto!»
«Che diavolo stai dicendo?» chiese Phill avvicinandosi di pochissimi centimetri, completamente sconvolto, sembrava aver capito dove volesse andare a parare la donna.
«Non puoi amare... tua sorella!» affermò all'improvviso Shona guardando Bert.
Un silenzio angosciante riempì la stanza. Tutti tra loro cercarono aiuto, scambiandosi sguardi e chiedendosi se avessero sentito bene.
«Anche tu sei figlio di Charlie...» sussurrò la donna a Bert. Poi strisciò la mano nella lunga gonna, mise la mano in un taschino, scostando leggermente la mantella. Afferrò il bossolo, che stava sigillato dentro una piccola busta trasparente. Tese la mano verso Melissa: «Tra le impronte che trovi ci sono quelle dell'assassino.»
«No!» urlarono contemporaneamente Phill e Bert. Quest'ultimo, nel tentativo di afferrare il bossolo si gettò sulla madre, spingendola, senza volerlo, a schiacciare il grilletto della pistola.
Un rumore assordante coprì il frastuono delle urla di tutti.
Il sangue cominciò a sporcare il pavimento, la chiazza diventava sempre più dilatata. Il corpo senza vita di Bert stava riverso su quello della madre tremante.
La donna mosse le mani e portandosene una all'altezza degli occhi si accorse che era insanguinata e capì.
«No, figlio mio!» urlò, mentre Sebastian e Phill spostavano il corpo di Bert voltandolo su se stesso.
La donna, per abbracciare il figlio, gettò la pistola prima, e strisciò sullo stesso liquido scarlatto per arrivare nuovamente a lui e abbracciarlo.
«No! Perdonami!» urlava.
Tutti piangevano, Melissa abbracciò Rose e non riusciva a staccarsene. Sebastian prese la pistola della donna e la disarmò.
Lily prese il telefono per chiamare la polizia, nella confusione nessuno pensò più al bossolo, che si trovava sotto il tavolo, scivolato nella collisione tra Bert e Shona.
Phill, con uno scatto veloce, senza farsi accorgere dagli altri, prese il bossolo e lo infilò nella tasca del giubbotto.
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