Prologo: La regione di Osaka
Osaka
Villaggio del Fuoco, Palazzo Reale
03/04/1274
Ore 17:32
POV: SEIKA OTSUKA
<<Sensei, eccomi, mi desiderava?>> Avanzai a passo svelto verso il ciliegio dove il maestro adorava riposare, era cominciata da poco la primavera ed i fiori sugli alberi stavano già iniziando a sbocciare.
Il maestro, era l'uomo più anziano del villaggio: l'età aveva piegato il suo corpo, ma non il suo spirito, rimasto sempre quello di un giovane combattente, tant'è che aveva deciso di non abdicare il suo ruolo preminente, non prima di aver scelto un successore adatto. I capelli lo avevano abbandonato da tempo, con il passare degli anni la calvizia aveva preso il sopravvento. La sua Caratteristica principale era una folta barba bianca, tanto lunga da arrivare quasi a sfiorare il pavimento, curata alla perfezione: era raccolta in una grande treccia centrale, creata intrecciando delle spille dorate, dalla forma di draghi stilizzati e fiamme, ogni mattina aveva l'abitudine di scioglierla e pettinarla. Gli occhi, scuri e profondi come il mare nel cuore della notte, brillavano e nonostante l'età, lo sguardo era acceso come quello di un ragazzino.
Emanava potere, questo era certo.
Anche le rughe, nel complesso, gli donavano un'aria di regalità, di serietà indescrivibile. Aveva un solo difetto che lo rendeva buffo: le sue orecchie a sventola, che da bambina mi avevano fatto sorridere più di una volta. Con il senno di poi, poteva apparire come un misero vecchietto agli occhi dei più disattenti, ma, sottovalutarlo sarebbe stato l'errore più grande che qualsiasi persona avrebbe potuto commettere. Era infatti, a mani basse, l'uomo più forte di tutto il villaggio, o addirittura della regione, il potere magico che emanava era schiacciante, non tutti riuscivano a sostenere la sua presenza o semplicemente un suo sguardo.
La brezza leggera di quella sera, aveva sollevato il suo Kimono da capo villaggio, rosso e a strisce bianche, dove vi erano rappresentate alcune scene della leggenda della Kuranagi no Tsurugi. Al suo fianco pendeva una katana inutilizzata da tempo.
Lo sguardo mi cadde sulle mani callose dell'uomo: si vedeva che aveva provato sulla propria pelle il dolore e la fatica della vita e quei segni erano cicatrici, che gli ricordavano tutto il peso e la bellezza dello scorrere del tempo.
<<Sì, siediti.>>
Avvertii subito un tono di serietà nelle sue parole e senza esitare ubbidii, accomodandomi accanto a lui.
<<Come ben sai, i villaggi sono in ribellione contro di noi...>> disse lui, osservando il ciliegio.
<<Senza una ragione>> lo interruppi.
Capii di aver commesso un errore, rispondendo così sfrontatamente, quando notai l'occhiata gelida che mi lanciò.
Ma non potevo rimanere in silenzio: gli altri villaggi della regione avevano stipulato un'alleanza contro la nostra nazione, il conflitto aveva portato via troppe vite ed a quel tempo, non riuscivo a comprendere il motivo di tanto odio.
<<Ragione o no questa è la realtà, mi restano pochi giorni ed ho bisogno di qualcuno che prenda il mio posto>>
Smise di osservare l'albero, per regalarmi un sorriso sereno, legato ad una temperanza che da giovane non gli veniva attribuita, essendo noto come un temibilissimo e testardissimo spadaccino.
<<Lei non morirà!>>
Mi alzai di scatto, facendo vincere l'istinto ancora una volta.
<<Questa è la realtà. Sono diventato troppo anziano, non riuscirei a proteggere il villaggio come si deve. È ora che tutti noi andiamo avanti...Il regno e tutti i suoi segreti vanno protetti, così come il luogo simbolo del nostro potere>> indicò il palazzo, che maestoso si ergeva alle nostre spalle, un'elaborata costruzione in legno di ciliegio, pitturato di rosso e marmo scarlatto era diviso in quattro torri principali, che si affacciavano tutte sul cortile principale, il giardino in cui ci trovavamo e diviso su più livelli. Ogni ala era preposta ad un'attività precisa, nella principale vi erano la biblioteca e le sale per la pratica di incantesimi, nella seconda l'armeria, nella terza le cucine e nell'ultima gli appartamenti reali.
Il portone che permetteva l'accesso al giardino reale, in quel momento era sbarrato, il villaggio da giorni era assediato dai ribelli delle altre regioni, un solo errore avrebbe potuto portare alla disfatta del villaggio.
<< Maestro, lei rimane probabilmente il mago più potente della regione. Qui ad Osaka nessuno è al suo livello>>
<< Appunto. Qui ad Osaka. Il vero problema, mia dolce Seika è che non tutto è come appare, dietro ogni conflitto c'è sempre una cruda verità ed i nemici non sono sempre quelli che noi vogliamo vedere come tali. A breve ci raggiungerà Tsuyudesu, ti diremo tutto>>
Il suono di un cannone spezzò quella nostra intesa, centinaia di ribelli entrarono dentro il palazzo, sentimmo il cancello principale venir distrutto da un'esplosione e non ci volle molto prima che sfondassero anche l'ultima linea difensiva, irrompendo nel giardino.
Si potevano distinguere benissimo da dove provenissero, grazie alle loro divise ed un grido d'orrore fuoriuscì dalla mia bocca: tra i ribelli era presente un numero consistente di membri del nostro stesso villaggio, tutto mi fu immediatamente più chiaro.
Da mesi non riuscivano a far breccia nelle nostre mura magiche, considerate le più grandi e imponenti della regione. L'unico modo per vincere l'assedio, era convincere qualcuno a tradirci. E così accadde.
Subito si aprì uno scontro, terribili rumori di lame e di grida, facevano da sottofondo a quella tragedia che si stava consumando davanti ai miei occhi.
Urlai al maestro di fuggire, ma lui non mi ascoltò.
Dal canto suo, rimase seduto sotto il ciliegio e con un gesto secco, ordinò alle guardie rimaste fedeli, di portarmi dentro, al sicuro.
Io riuscii a liberarmi a stento, sfruttando una disattenzione dei soldati ed a rubare una Katana ad un uomo che era finito a terra, probabilmente morto.
Venni in pochi secondi assalita da un gruppo di membri del villaggio dell'acqua, nostri storici rivali.
<< Eccola! La guerriera scarlatta! Se eliminassimo sia lei che il Capo-Villaggio, sarebbe la fine per il distretto del fuoco! Non riuscirebbero più a riprendersi!>> il familiare rumore del ferro che strideva mi scosse, riportandomi alla realtà: dovevo sbarazzarmi di loro ed alla svelta, per raggiungere subito il maestro e proteggerlo, a qualsiasi costo.
Schivai un affondo avversario, danzando con la spada, tagliando di netto la gola al primo dei soldati dell'acqua, che cadde a terra, con gli occhi vitrei.
Il resto del gruppo, spaventato, si diede immediatamente alla fuga, mentre il rumore dei cannoni aumentava: notai con rammarico che stavano sparando contro il palazzo reale, che stava iniziando a cedere.
Dovevo sbrigarmi.
Corsi verso il maestro, un uomo era fermo di fronte a lui, con la lama puntata sulla sua gola.
Sbiancai dopo aver riconosciuto gli abiti che indossava. La divisa da generale con le sue fiamme accese ricamate. Riconobbi immediatamente gli occhi grigi come una tempesta, quello sguardo che tante volte mi aveva accompagnato durante la mia breve esistenza. Era completamente calvo ed una leggera barba color oro decorava il suo mento. Non era un uomo particolarmente alto, eppure emanava una sorta di aria autoritaria che lo contraddistingueva, mista a due braccia potenti e muscolose. Non feci in tempo ad arrivare, che il maestro si abbatté a terra, in una pozza di sangue. Urlai, urlai il più forte possibile e mi buttai al suo fianco, urlai di resistere, che non poteva morire e che il villaggio aveva ancora bisogno della sua guida, ma capii in fretta che erano parole sprecate, non avrebbero mai salvato il nonno. Passò la mia mano sulla mia guancia e mi sorrise, come mai aveva fatto.
<<Salvate e guidate il villaggio, Seika. Hai un grande destino da portare a compimento, mio tesoro più grande>>
Un ultimo colpo di tosse e poi il mio maestro, uno degli uomini più coraggiosi e buoni che avessi mai incontrato, spirò.
POV??
Osaka
Villaggio del Fuoco, Palazzo Reale
03/04/1274
Ore 17:50
Corsi verso la residenza di Otsuka. Presi a spintoni un paio di ribelli e finalmente lo raggiunsi, conoscevo alla perfezione la strada da percorrere per arrivare senza essere bloccato da inutili seccature. Mi confusi nella mischia, centinaia di ribelli combattevano contro i miei compagni, o meglio, contro quella gente che credevo fosse mia alleata, sfoderai la mia katana e in quel momento lui si voltò, sorridendo ancora una volta. Avevo imparato a rispettare, a ricercare più volte quel sorriso, che tante volte era riuscito a tranquillizzarmi.
<<Tsuyudesu eccoti!>> Spalancai gli occhi, il temperamento e la calma di quell'uomo erano le qualità più pericolose che potesse avere.
<<Non ha paura?>> Chiesi. In risposta mi sorrise, senza distogliere lo sguardo dal ciliegio che lo sovrastava.
<<È giunta la mia ora a quanto pare, proprio come il fato ha deciso,quindi... fa' pure.>>
Ebbi un momento di esitazione, la mano iniziò a tremare, mentre la lama della spada si abbassava.
<< Per il bene del villaggio di Fuoco>>
<< Per il villaggio>> mi fece eco lui, non smettendo per un istante di sorridere.
Non aspettai ancora, trafissi con la mia Katana il petto del mio maestro, non ebbi il tempo di estrarla dalla carne, che sentii delle grida. Quella voce.
<<L'allieva di Otsuka!>> Corse verso di me, con una katana, rubata ad un soldato deceduto, mi sentii paralizzato e dopo pochi secondi non vidi più nulla.
Avvertii solo la spada che si faceva strada attraverso la mia carne e fiotti di sangue sgorgare fuori dallo squarcio aperto. Il mio primo pensiero fu rivolto a mio figlio, a cui non sarei mai riuscito a dare un futuro, ma in cui riponevo tutte le speranze della regione di Osaka. Lui, a differenza mia, avrebbe fatto grandi cose.
<<Dì a Yukan che gli ho sempre voluto bene>> le lacrime sgorgavano copiose, miscelandosi al sangue, mentre esprimevo il mio ultimo desiderio.
<<No, sporco traditore>> guardai un'ultima volta Seika, mentre la vita mi abbandonava, per poi chiudere gli occhi deluso, per non aver potuto dire addio a mio figlio...
Avrei voluto dirgli che lo amavo e che lo avrei voluto veder crescere, diventare un uomo.
Ma tutto ciò non sarebbe mai stato possibile, per colpa del destino.
Troppe volte avevo desiderato vivere una vita normale, negata dal mio fato.
Prima di morire, sentii la voce di mia moglie chiamarmi:
<<Sei arrivato alla fine Tsuyudesu...ti aspetto sul monte.>>
Osaka
Villaggio del Fuoco, Sala del Trono
03/01/1285
Ore 12:05
POV: SEIKA OTSUKA
Sono passati 30 anni dal giorno in cui il Sovrano Otsuka, dopo l'ennesima ribellione popolare, decise di dividere la regione di Osaka in quattro villaggi.
I più grandi guerrieri della regione, i prescelti, coloro i quali la vita, aveva dato il dono di padroneggiare ognuno un elemento diverso , fuoco, acqua, aria, terra, salirono al capo di ogni villaggio, incaricati dal fato ad addestrare ed inculcare ai loro allievi la loro arte, in modo da non venire così persa. Il maestro salì al capo del distretto del fuoco, ai tempi il piu potente dell'intera regione. Dopo la sua morte, causata dall'oscena alleanza degli altri villaggi contro questo, salii al trono io, Erede del maestro, Seika Otsuka, l'unica comandante donna della regione. A distanza di 11 anni dalla morte del mio Maestro e di quella crudele tragedia, consumatasi sotto i miei occhi, la pace regna, come se nulla fosse mai successo. I villaggi, sottovalutandoci, credendoci ormai il distretto più debole, regnano autonomamente, senza ostacolare la pace altrui, il nostro invece, porta ancora le ferite della ribellione, ma quelle non saranno mai in grado di guarire. Adesso sono pronta a portare in luce la verità e a costo della mia stessa vita, a consumare la mia vendetta.
( Il Ciliegio nel giardino Reale. Seika è seduta, accompagnata da un'ancella.
Sotto questo giardino, secondo la tradizione, viene scelto dalla famiglia reale il nuovo capovillaggio)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top