Capitolo 30: Primarina

OSAKA
FIUME YODO
20/05/1285
ORE 19:52

POV: SEIKA

<<Sono sicuro di non essere pagato abbastanza per tutto il lavoro che svolgo, ogni santo giorno.>>il rosso, si strofinò la fronte imperlata di sudore, con un panno.
<<Su Kosai, non fare l'esagerato, alla fine dei conti non hai fatto chissà che cosa...>> Zoka, dal canto suo, amava stuzzicare il compagno, per farlo innervosire.
<<Non ho fatto chissà che cosa?! Trasporta tu un esercito intero, con tanto di provviste, utensili ed armi!>>
Annoiata dalla situazione, battei le mani, per farli smettere.
<<Ragazzi, vi ricordo che siamo in missione e che Casa Nostra è in pericolo. Non possiamo permetterci perdite di tempo inutili.>>
Immediatamente, i due ragazzi cessarono di discutere.
<<Ci perdoni signorina.>> borbottò Kosai, abbassando lo sguardo mortificato.
<<Ora come intende agire?>> Zoka diede voce al dubbio che affliggeva l'intero gruppo. Non sarebbe stato per niente semplice capire da dove iniziare la ricerca, avrei dovuto scegliere con cura il percorso o la missione poteva considerarsi fallita dal principio.
L'aria era calda ed umida e la temperatura elevata non aiutava certamente a riflettere.
Decisi così di avvicinarmi al fiume, per darmi una rinfrescata e provare a individuare una soluzione sensata.
Il torrente scorreva forte e deciso, trascinando tutti i detriti che, per un motivo o per un altro, ci finivano dentro.
L'acqua, era talmente trasparente, da permettere la visione del fondale ripieno di pesci d'acqua dolce, di diversi tipi e tanti candidi sassolini, alcuni di forma sferica, altri di forma irregolare.
Unii le mani, al fine di formare una coppa con esse e mi gettai un po' d'acqua fresca sul viso.
La sensazione del liquido ghiacciato sulla pelle, fu piacevole tanto da farmi desiderare di immergermi nel corso d'acqua, ma il senso dell'onore mi bloccò: ogni secondo perso poteva essere decisivo ed io avevo una doppia missione da portare a termine, trovare il mago d'inverno e scoprire la verità sul tartaro. Raccolsi altra acqua, trangugiandola avidamente, ero tremendamente assetata.
<<È lei la signorina Otsuka?>>
Scattati subito in piedi, sfoderando la katana, seguita a ruota dai miei compagni ed immediatamente ci mettemmo tutti e tre spalla contro spalla, per coprirci a vicenda.
<<Non temete, non intendo farvi del male.>>
Una figura emerse dal fiume ed io osservai la scena allibita.
<<È una figura...>>
<<Umana...>> concluse Zoka.
Nonostante io non riuscissi proprio a capacitarmene, quella era proprio una figura umana, per la precisione una donna. Non portava abiti o accessori, fatta eccezione per una corona d'alloro dorata, posta sopra i folti capelli neri e ricci. L'acqua metteva in risalto le forme perfette che possedeva, ogni curva era posta sul punto giusto.
Il naso, assurdamente fino, era rivolto leggermente all'in su e le orecchie...erano a punta. Ma la cosa più incredibile, erano gli occhi, interamente azzurri, impedendo di distinguere l'iride dalla sclera. Il viso, un po' appuntito, sembrava essere stato scolpito da un perfetto artigiano. Tutto, in quella donna, era perfetto, rendendola una creatura bellissima, che superava il concetto di perfezione.
Si poteva definire una bellezza senza età, poiché era impossibile capire quanti anni avesse. Apparentemente sembrava un'adolescente, ma irradiava un'aura di saggezza millenaria.
<<Una...naiade. Ninfe d'acqua dolce.>>conclusi, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.
<<Proprio così dolce Seika, io sono una naiade.>>
Zoka strabuzzò gli occhi confuso.
<<Ma...le Naiadi non fanno parte della mitologia Greca? Non dovrebbero essere soltanto una leggenda?>>
La creatura scoppiò a ridere, tenendo una mano davanti alla bocca, per apparire ancora più aggraziata, di quanto già non fosse. La sua sola presenza, mi faceva sentire molto meno femminile di quanto io pensassi, rendendomi quasi invidiosa.
<<Oh Shimata...nella vita e specialmente in questo viaggio, capirai che tutte le culture sono strettamente collegate tra di loro, la linea che le divide è talmente sottile da essere quasi impercettibile. Se esistono le vostre divinità, perché noi non dovremmo esistere?Kagutsuchi ed Efesto, Fūjin con Raijin e Zeus, questi sono solamente diversi modi di intendere e chiamare le divinità. Anche se posso concedervi, che effettivamente, la loro personalità varia leggermente, così come i poteri e le abilità cambiano leggermente, in base alla cultura e al nome assegnato dagli uomini. Questo li rende un po', come dire...confusi ecco!>>
Kosai fissava la Naiade, incredulo.
<<Confusi...in che senso?...>>
<<Kosai, gli dei sono esseri misteriosi e voi mortali non conoscete praticamente nulla sul loro conto. Posso dire però che voi avete il potere di influenzarli. In fondo è solo perché voi credete in loro che possono vivere. Se nessuno li venerasse, scomparirebbero dall'esistenza, persi nelle sabbie del tempo. Per sopravvivere, si adattano alle vostre comunità, prendendo tratti della personalità o delle sfere di influenza che voi gli attribuite. Non esistono vere differenze, sono solo diversi lati di una stessa medaglia. Ma ora, andiamo a noi...Mi sono manifestata per aiutarvi nella vostra missione.>>
<<Come fai ad essere a conoscenza della missione? E per quale motivo vorresti aiutarci?>>soppesai la ninfa con lo sguardo.
<<Diciamo che noi immortali, abbiamo le nostre vie per conoscere ciò che accade fra voi mortali...in ogni caso, ho deciso di aiutarvi, perché le Porte della Morte rappresentano un pericolo per tutti, anche per noi creature magiche. Voglio dare tutto l'aiuto possibile per preservare la mia casa.>>
Il suo sguardo determinato, mi diede la conferma che credeva fermamente in ciò che diceva.
<<Non sta mentendo.>>annunziai, osservando i miei compagni.
<<Ora dicci, come intendi aiutarci?>>
<<Informazioni. Posso aiutarvi a trovare il Mago che state cercando.>>
<<E dove si trova?!>>gridò eccitato Zoka.
<<Piano giovane guerriero, i nemici sono sempre dietro l'angolo. In ogni caso, il Mago d'inverno si trova a nord. Viaggiate mantenendo la rotta e superate le prove che vi manderà il Maestro del Gelo. Se vi riterrà degni, vi permetterà di accedere al suo regno.>>
<<Quando sapremo di aver terminato le prove?>>
<<Non so dirvelo con certezza, ma posso dirvi che quando accadrà ve ne renderete conto da soli, abbiate fiducia.>>
<<Va bene, grazie. Un'ultima cosa...Cosa sono queste famigerate "Porte della Morte", di cui parlavi prima?>>
La ninfa sorrise in maniera enigmatica.
<<Mia dolce bambina, la conoscenza è spesso pericolosa. Non posso aggiungere altro, dovrai compiere da te il tuo destino. Ora forza, sbrigatevi a partire! Quando arriverete al suo castello, ditegli che vi manda la Ninfa Primarina per ingraziarvelo, siamo amici di vecchia data. Andate adesso e buon viaggio miei eroi!>>
<<Non ce ne dimenticheremo. Grazie di tutto!>>
Primarina sorrise, per poi scomparire nuovamente nella sorgente.
<<Non perdiamo altro tempo ragazzi! Direzione nord!>>
Da lì cominciò veramente il nostro viaggio.
Lasciammo alle nostre spalle lo Yodo, attenti a non abbandonare la strada Maestra e tenere calati i cappucci, non avendo la minima intenzione di venire scoperti e attaccati. Il sole batteva con forza sulle nostre teste, tanto da causarmi capogiri ogni tanto, per la calura e la disidratazione.
Davanti a noi, si stendeva un'enorme pianura ricolma di fiori, piccole fonti d'acqua, piante ed animali, in un'ecosistema perfetto e bilanciato.
Continuammo a marciare, finché il sole non calò, regalandoci un tramonto meraviglioso, dalle stupende sfumature rosate ed arancioni, coronate da qualche delicata nuvola di passaggio.
Zoka, alla sua vista, cercò la mia mano ed io in risposta, la intrecciai alla sua.
Restammo così, in silenzio, per qualche minuto.
Avevo deciso, che una volta finito tutto, avrei dato una svolta decisiva alla mia vita, anche in quella sentimentale, non mi sarei più nascosta.
Terminato il tramonto, decidemmo di sistemarci in una piccola zona, delimitata da qualche albero, in una sorta di radura nascosta.
Lì, con l'aiuto dei nostri incantesimi combinati, riuscimmo efficientemente a cacciare qualche animale selvatico e ad accendere un fuoco.
Mentre spellavamo, cucinavamo e mangiavamo, ridemmo come bambini, dimenticandoci quasi il motivo per cui ci fossimo spinti tanto lontano.
Prendemmo in giro Kosai per il ridicolo fazzoletto che indossava, Zoka per la sua aggressività incontenibile e parlammo addirittura dei segreti della maggior parte degli abitanti del nostro villaggio, compresa Kagaya, che sospettavamo si fosse presa una cotta, per uno tra Zoka e Yukan.
Finita la cena, optammo per fare dei turni di guardia, in maniera tale, da permettere a tutti di riposare ed io mi offrii per prima, senza che i maschi si opposero.
Quando sia Zoka che Kosai furono andati a dormire, mi sedetti vicino al fuoco per ammirare il paesaggio.
Col tempo, era cambiato, lasciando spazio ad un'enorme distesa di campi di svariati ceriali, dall'orzo al grano al riso, facendomi supporre che questa fosse la "Grande Vena", luogo abitato da tutti i contadini di Osaka e posto da cui tutti i mercanti attingevano, per procurarsi la propria merce.
Le pianticelle, si muovevano con un ritmo ipnotico, grazie al fresco venticello serale.
Il fruscio mi teneva all'erta, poiché poteva essere provocato dal vento, così come da un animale o...un nemico.
Udii di nuovo il rumore, così tanto vicino che portai una mano alla spada ma...oramai era troppo tardi.
Sentii qualcosa avvolgermi le gambe e con un colpo secco, venni trascinata nella vegetazione senza pietà, facendomi sfregare il viso nel terreno, causando graffi e lividi ovunque.
Provai a gettare uno sguardo verso i miei rapitori, ma senza alcun successo, apparentemente era il grano stesso ad avermi catturato.
Improvvisamente, tutto si fermò e venni abbandonata in un campo ancora incolto.
Finalmente gli aggressori si fecero vivi e posso giurare che, se in precedenza mi avessero parlato di loro, senza che io avessi avuto la possibilità di vederli dal vivo, non avrei mai creduto alla loro esistenza.
All'apparenza erano vari gruppi di neonati troppo cresciuti, contando che le dimensioni erano quelle, ma già camminavano e...rapivano persone alla perfezione. Ma, la cosa che più mi colpì, era il colore della loro pelle: verde, dorata, bianca e tantissimi altri colori e per rendere il tutto ancora più strambo, alcuni di loro stringevano tra le mani dei cereali: orzo, mais, grano, avena, riso, miglio, frumento...praticamente tutti i tipi che io conoscessi. A coronare il tutto, attaccate alla schiena di ognuno di loro si potevano "ammirare" due foglie distese, facendole assomigliare incredibilmente, ad un paio di ali, ricordando degli angioletti in sovrappeso, fissati coi cereali.
<<Delle verdure neonate, colorate ed in sovrappeso, travestite da Cupido mi hanno appena rapito, certo, perché la giornata non era ancora abbastanza strana, giusto...>>
<<Ma che angeli in sovrappeso, umana! Noi siamo i καρπὄι, figli di Zefiro!>> la creatura con in mano il grano, fece un passo in avanti.
<<E siamo qui per ucciderti!>>Orzo sembrava entusiasta di trasformare la minaccia in realtà.
<<Tanto per cambiare...>> borbottai sfoderando la katana, approfittando della confusione creata, mentre un'aura infuocata, creata dalla spada, mi avvolgeva interamente.
I karpòi a quel punto, provarono nuovamente a catturarmi, utilizzando i campi come corde, trovandomi però preparata a quest'attacco.
In un attimo, tagliai tutto ciò che mi circondava, facendo arretrare nervosamente i mostriciattoli.
Bastò poco tempo però, per farli rendere conto del fatto, che potevano schiacciarmi facilmente, vista la loro netta superiorità numerica, fattore che servì a infondergli una scarica di coraggio, facendoli avanzare pian piano.
Agitai la spada, creando nel palmo della mano libera, una piccola sfera infuocata.
<<Fermatevi o brucio tutto il campo, insieme a voi.>> gridai con tutta la voce che avevo in corpo, sperando che anche i miei compagni riuscissero a sentirmi. Non sapevo quanto lontana mi avessero portata, ma dovevo provare a chiamare aiuto.
<<Non abbiamo più paura del fuoco, figlia degli Dei, ora che le Porte della Morte sono spalancate.>>Avena scoppiò a ridere.
<<Non abbiamo paura più di nulla!>>disse Miglio, spalancando gli occhi rossi come il sangue.
<<Conoscerete presto la paura.>> mi limitai a rispondere, tornando a tenere alta la guardia, con i nervi a fior di pelle, i muscoli tesi e la spada posta proprio davanti al mio viso.
<<Lo vedremo!>> gridarono in coro, attaccandomi.
La vista mi si annebbiò ed io partii alla carica.
Tagliavo tutto ciò che mi si parava davanti, affettando cereali, mostri, fili d'erba.
Mi sentii rinvigorita; combattere mi gasava da sempre.
Caddero a decine, a centinaia sotto i miei affondi, fendenti, stoccate, montanti, Roversi e diritti, eppure quelle bestie continuavano ad arrivare ad ondate, prosciugandomi lentamente le forze, il loro piano consisteva sicuramente nello sfiancarmi, per sopraffarmi una volta stremata dalla fatica. Ma non gli avrei permesso per nessun motivo di abbattermi, dovevo portare a compimento la missione, per il bene dell'intera nazione e di tutti i suoi abitanti, senza alcuna distinzione. Fino a poco tempo, prima pianificavo io di dare inizio ad una guerra, per far sparire la sete di vendetta, che mi attanagliava dalla morte del mio maestro e mi ero spinta talmente oltre da utilizzare Yukan come strumento, al fine di attaccare il Villaggio della Terra. Ma quel ragazzo, con il suo arrivo, aveva cambiato tutto, me compresa, non mostrando praticamente risentimenti o rancore nei miei confronti, arrivando a salvarmi la mia vita, lottare per difendere il villaggio, affrontando la sua migliore amica ed essendo disposto a caricarsi il peso che io gli avevo gettato sulle spalle, per il bene del nostro popolo. Mi aveva fatto comprendere con il suo coraggio, che al primo posto non andava messo il bene personale, ma quello collettivo e del proprio prossimo.
<<Ruggito del dio di fuoco!>> una vampata colpì il gruppo di Spiriti, facendoli dissolvere in una disgustosa nuvoletta gialla puzzolente.
<<Pugno distruttivo del dio di fuoco!>> Staccai Nettamente la testa ad uno di loro, con un pugno infuocato.
Li bersagliai di incantesimi, finché non scomparvero tutti...o meglio, finché io non pensai che fossero finiti.
Crollai a terra per riprendere fiato, compiendo l'errore fatale di mettere da parte la spada e abbandonare la guardia.
Subito dopo, uno spiritello solitario che si era nascosto durante lo scontro, apparì all'improvviso, stringendo una strana arma, una specie di sottile bastoncino, sulla cui cima era legato uno smeraldo, reso particolarmente appuntito.
Non ce l'avrei mai fatta a reagire, sarei morta lì da sola, uccisa da uno stupido bambino magico troppo cresciuto e dalla sua ridicola arma, condannando così Osaka e i suoi abitanti. Chiusi gli occhi delusa ed umiliata, aspettando un colpo che non arrivò mai.
Quando li riaprii, vidi Zoka e Kosai abbattere l'ultimo mostro rimasto.
<<Ci perdoni per il ritardo Principessa>>

( Primarina, Nereide e messaggera divina)

( Un Karpoi, spiritelli della natura, aggressivi e spesso ostili)

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