Capitolo 16: Il Proibito
Osaka
Villaggio del Fuoco, Cerchia di Mura
13/05/1285
Ore 22:00
POV: YUKAN
La ritirata di un esercito non era per nulla come me l'ero sempre aspettata.
Durante le simulazioni tutti rimanevano compatti e in fila senza perdere la calma.
Qui invece si potevano osservare persone che correvano disordinatamente spingendo a destra e manca non preoccupandosi degli altri e, sangue, sangue ovunque. Tantissimo sangue. Tutto era intriso di sangue, dai miei vestiti, alle gambe e alle armi. Le urla disperate di chi voleva salvarsi, di chi sperava in un domani felice si mischiavano alle brutali grida di battaglia di questi mostri che massacravano chiunque avessero a portata di spada.
Gli uomini misteriosi approfittavano della situazione per isolare e uccidere più soldati dell'avanguardia possibili e Kagaya, il nostro comandante, era svanita lasciandoci da soli, senza qualcuno che ci guidi.
Strinsi i pugni arrabbiato, la sensazione di essere trattato come carne da macello era ritornata più forte di prima e mi dava sui nervi.
Sembrava come se delle nostre vite non importasse nulla a nessuno e sotto un certo punto di vista. per molti soldati morti in quel combattimento sarebbe stato così.
Solo i cari avrebbero pianto la loro morte e chi non ne possedeva sarebbe stato dimenticato.
Tutto questo era dannatamente ingiusto, ogni vita è fondamentale e da tale va rispettata e trattata coi guanti, non mandata a farsi trucidare, solo per permettere a dei codardi di studiare meglio il nemico.
Ripresi la mia corsa disperata, nella speranza che le mie gambe fossero più veloci dei miei nemici.
In lontananza potevo vedere le mura erette per proteggere il villaggio del fuoco dagli invasori, delle mura millenarie costruite nel periodo della grande guerra, che, portò alla divisione in regioni della nazione. Enormi e imponenti mura in marmo che dopo secoli e secoli di storia in questo giorno così triste rischiavano di essere abbattute.
Da lontano vidi una persona che mi correva incontro, non correva semplicemente nella mia direzione, mi aveva letteralmente puntato.
Inizialmente non riuscii a distinguere chi fosse e valutai l'opzione di cambiare direzione, finchè un urlo non squarciò il cielo
<<YUKAAAAAAAAN!>>
Prestai un po' di attenzione riconoscendo la figura
<<Heiwa!>>
La ragazza in poco tempo fu al mio fianco
<<Sei ancora vivo, idiota che non sei altro!>>
<<Per tua sfortuna si. Mi dovrai sopportare ancora a lungo>>
Risposi sorridendo.
Ci eravamo ritagliati un piccolo spazio solo per noi due. Un universo a parte dove morte e sangue non c'erano. Un mondo tutto nostro, infranto dall'urlo di battaglia del villaggio del fuoco, che si preparava a un assalto. Heiwa tornò immediatamente seria e io incuriosito la osservai
<<Come mai sei qui?>> Chiesi stranito. Lei era uno dei pezzi grossi, il fatto che fosse presente sul campo di battaglia, in prima linea, mi faceva pensare solo al peggio, voleva dire che non avevamo più altre possibilità se non schierare tutte le forze disponibili.
<<Seika ha ordinato un attacco totale. Sono troppo forti per attaccarli a reparti>>
<<Quindi attaccheremo in massa senza un ordine ben preciso?>> Ero sorpreso dall'ordine di Seika, ragazza prima di ora costantemente precisa e meticolosa in tutto ciò che faceva
<<Esattamente. Stiamo perdendo tanti uomini. Vieni con me. Zoka e Kagaya ci stanno aspettando>>
Annuii quando una potentissima aura quasi mi paralizzò sul posto. Fu come se fosse improvvisamente arrivato un campanello d'allarme, non avevo mai avvertito una sensazione del genere, era come se riuscissi a catturare l'odore della magia.
<<Heiwa. Sento qualcosa. E non mi piace per niente...>>
Heiwa si voltò nella mia direzione estraendo la katana da generale
<<Yukan. Preparati alla battaglia>>
Mi voltai preoccupato, serrando i pugni, anche se ogni singolo muscolo del mio corpo urlava terrorizzato, chiedendo a gran voce di battere in ritirata.
Mi morsi il labbro per riprendere la concentrazione, non potevo lasciare Heiwa da sola a combattere contro qualcuno che possedeva un'aura del genere.
Un ragazzo stava avanzando lentamente verso di noi. Si vedeva che era un pezzo grosso.
Il Kimono, tutto nero aveva dei ricami rossi e sulla spalla si poteva notare scritto in Kanji qualcosa che da lontano non riuscivo a distinguere. Una mantella scarlatta copriva parzialmente il kimono.
Lui aveva dei riccioli castano scuri. sistemati alla perfezione, accompagnati da un paio di occhi quasi a mandorla, di colore verde smeraldo, stranamente familiari. Non sembrava portare armi con sè e la cosa non rassicurava affatto. Era chiaramente qualcuno di importante e solitamente non camminavano mai a mani vuote.
Si fermò a pochi passi da noi sorridendo
<< Wyvern, mi fa piacere che tu sia qui. Anche se oggi non rientri nei nostri piani credo sia ora che tu impari a conoscere cosa sono in grado di fare>>
Heiwa infuriata puntò la katana alla sua gola
<<Non ti conviene sfidare il villaggio del fuoco. Tu e i tuoi farete una brutta fine, sporchi mercenari che non siete altro>>
Il ragazzo scoppiò a ridere
<<Noi? Mercenari? Stupida ragazzina, si vede che non hai idea di chi hai davanti. Io sono "il proibito". Il famoso Aki Otsuka con il suo esercito della morte>>
<< Pensavamo tutti che fossi morto...>>
Lui sorrise, puntando i suoi freddi occhi verdi su di me.
<< Lo pensavano in molti, peccato che nessuno si sia preoccupato di venire a constatare se fosse vero o no. Mi avete abbandonato>>
<< Hai tradito il villaggio, vendendo delle informazioni importanti alla capitale! Ti hanno visto praticare le arti oscure!>>
<< Seika sembrava non voler prendere dei provvedimenti seri sugli altri villaggi dopo la morte del nonno. Io ho solo preparato il campo per la grande vendetta, che ancora oggi insegue la tua signora>>
<< Preparare il campo significa tradire la tua famiglia e attaccare la tua casa?>>
<< Io non ho né una famiglia né una casa>>
<< Perché Aki? Perché?!>>
Non riuscivo a reagire in alcun modo, ero bloccato ad ascoltarli, era come se il mio corpo non riuscisse a muoversi.
<< Per dar vita a un mondo più giusto. Questo mondo è tremendamente sbagliato, ma io riuscirò a cambiarlo>>
Heiwa cominciò a tremare
<<Bastardo...Sono tutte bugie, è colpa tua se il sensei Otsuka è morto.>>
Aki sorrise soddisfatto
<<Errore. È tutta colpa del padre di questo qui, vero Zurimada? Non si può sfuggire al proprio sangue, sbaglio?>>disse indicandomi.
<< Anche tu dovresti saperlo, giusto misura ragazzina? Sai bene come hai ottenuto i tuoi poteri>>
Heiwa non ci vide più
<<Assumiti le tue responsabilità...rinnegato>>
Fece uno scatto in avanti, puntando alla gola di Aki, che scomparve nel nulla.
<<Devi sempre calcolare la forza bellica avversaria prima di attaccare...>>
Sentivo la sua voce nella mia Testa e qualcosa mi diceva che era lo stesso per Heiwa, confusa, intenta a ruotare su se stessa con la spada puntata verso il vuoto.
Improvvisamente la ragazza urlò, buttandosi a terra.
Qualcosa fuoriscì dalla sua ombra.
Aki Mi guardò per un momento, che a me parve infinito, ero a dir poco terrorizzato. Heiwa era stata mandata al tappeto con una facilità destabilizzante ed io osservavo inorridito ed impotente la scena maledicendomi per non avere il coraggio di scagliarmi contro il mio avversario
<<Ora tocca a te...Mostrami che sai fare...Re delle Salamandre>>
(Aki Otsuka, il proibito, denominato così per il tentativo di spodestare sua sorella dal trono e di innescare una guerra civile oltre che per le sue arti arcane e vietate.)
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