Capitolo 14: Richiamo

Osaka
Villaggio del Fuoco, Caserma
13/05/1285
Ore: 19:30

POV: YUKAN

La tensione presente nell'aria la si poteva tagliare col coltello. Tutte le reclute erano pronte a combattere, ma ugualmente terrorizzate, erano tutte consce del fatto che ci stavano trattando come carne da macello per testare la forza avversaria. Gli sguardi spesso vuoti, privi di vita erano testimoni del terrore che regnava sovrano in quel momento, di fronte ad un avversario sconosciuto.
Questa situazione di pericolo però non mi dispiaceva, l'unica cosa che apprezzavo di questo posto era la possibilità di dar sfogo a tutta la mia forza.
Un grido spezzò il silenzio tombale:
<<Arrivano!>>
Estrassi la Katana e mi preparai all'azione, il gioco era appena iniziato.
Vidi Kagaya Dare il segno di attaccare e tutti si riversarono contro le truppe nemiche. Quasi nessuno delle reclute a differenza mia sapeva usare la magia ed io iniziai attaccando senza ricorrere all'utilizzo di esse.
Mi ritrovai dopo poco tempo davanti ai miei occhi un soldato avversario. Sorrideva mentre sollevava le spade che aveva nelle mani.
Era stranamente insolito, i samurai solitamente non combattevano utilizzando due armi ed inoltre, non riuscivo a capire la provenienza del nemico ma sorrisi ugualmente di rimando, non potevo permettermi di mostrare alcuna debolezza.
Lui calò entrambe le armi verso la mia testa e io alzai la Katana parando il colpo. Provava a sopraffarmi, utilizzando tutta la forza che aveva, avvantaggiandosi grazie all'utilizzo di due armi invece di una. Prima di cedere al suo peso colpii il suo ginocchio con un calcio e lui dolorante cadde a terra mentre lo trapassavo con un solo colpo.
Fu la prima persona che uccisi in vita mia, nonostante le mie missioni avevo sempre fatto in modo di tenere in vita i nemici che incontravo, ma stavolta in cuor mio sentivo che era una questione di vita o di morte. Fu un momento che non dimenticai mai. Il suo sguardo terrorizzato, mentre cadeva a terra, il rumore che fece quando baciò il suolo, il sangue che veniva spruzzato ovunque, l'odore di morte, la consapevolezza di aver strappato una vita.
Mi sentii in colpa ma non ebbi il tempo di pentirmene, che mi si pararono davanti due ragazzi bendati. Altri due soldati, stavolta alleati vennero ad aiutarmi, ma finirono per attaccare me.
I nemici erano quindi in grado di controllare anche i nostri alleati grazie alla magia di possesso, questo poteva essere un bel problema.
Raccolsi una Katana del soldato che avevo ucciso, pensai che a mali estremi corrispondevano estremi rimedi, lottavo contro quattro avversari contemporaneamente, un'arma in più mi avrebbe fatto particolarmente comodo.
Guardai le quattro persone che mi si erano parate davanti, studiando attentamente ogni loro movimento.
I due ragazzi bendati mi attaccarono con un affondo mentre roteavo entrambe le spade per deviare la direzione degli attacchi. Ruotai col corpo mentre incrociavamo contemporaneamente tutte le armi, che stridendo facevano fuoriscire una quantità indescrivibile di scintille.
Uno degli alleati controllato dai nemici, più precisamente un arciere mi puntò, scagliando una freccia, che scansai per poco, calandomi mentre velocemente afferravo uno dei coltelli da lancio che mi ero portato dietro, colpendolo in pieno nel petto.
Immediatamente il rosso del sangue si mischiò al rosso del kimono. A differenza di prima avvertii un fortissimo senso di nausea, più tempo passavo nel campo di battaglia e più diventavo consapevole di ciò che stava accadendo.
Rotolai per colpa di una stoccata avversaria, trovandomi circondato dagli uomini rimasti in piedi.
Rinfoderai la Katana, stavo perdendo del tempo prezioso ma gettare via un'arma era considerato da tutti e per primo da me un'azione disonorevole.
I veri giochi iniziavano ora.
<<Dragon Force!>>
I pugni si illuminarono e gli occhi da neri, brillarono di sfumature rosse e marroncine per la luce. Colpii nello stomaco un uomo pensando che sarebbe morto bruciato, ma l'impatto arrivò senza che arrivassero delle conseguenze pericolose. Difesa magica? Qualcosa cominciava a non tornare. Finora tutti gli avversari che avevo incrociato erano in grado di utilizzare la magia e questo portava il villaggio del fuoco in netto svantaggio. La maggior parte dei nostri soldati erano per l'appunto semplici soldati, gente comune che non possedeva abilità magiche. Feci prender fuoco a un piede roteando e rompendo il setto nasale di uno.
Richiamai il drago di fuoco, le fiamme crearono degli artigli che avvolsero la mia mano. Saltai in aria abbattendo, con gli artigli creati dal fuoco, i soldati avversari.
Mi lanciai contro altri, quando Kagaya urlò:
<<RITIRATA!>>
Al sentire il grido lanciato da Kagaya mi guardai intorno. Distratto da quel difficilissimo scontro, non mi ero accorto del fatto che il nostro esercito era Stato più che dimezzato.
Proprio come pensavo, li avevamo sottovalutati e questo era stato il prezzo da pagare.
Cominciai a scappare verso le mura, con quei soldati che non riuscivo a riconoscere, che ci correvano dietro nel tentativo di riuscire a mietere qualche altra vittima. Cosa stava succedendo?!

Osaka
Villaggio del Fuoco, Caserma
13/05/1285
Ore 21:39

POV: HEIWA

<<L'avanguardia ha perso troppi uomini, non possiamo permettere che succeda ancora, sfoderate le armi e combattete. Proteggiamo il nostro villaggio, soldati, siate pronti a offrire la vostra anima alla causa!!!>>
Puntai in alto la Katana, e tutti fecero lo stesso, per poi prepararsi all'attacco.
Decisi di non buttarmi subito nella mischia, sarei rimasta ad osservare fino a quando la situazione non sarebbe peggiorata, ma in cuor mio sentivo che qualcosa sarebbe andata storta, quei misteriosi nemici mi preoccupavano particolarmente.
Osservavo fiera il mio esercito che se la stava cavando alla grande, di questo passo la retroguardia non si sarebbe dovuta nemmeno scomodare.
I forestieri, nonostante non fossero in minoranza stavano avendo la peggio.
Mi concentrai su di loro e sulle loro tecniche di combattimento, da dove venivano? Cosa volevano da noi? I Ninja solitamente non si intromettevano e soprattutto non osavano attaccare i villaggi protetti da noi Samurai, specialmente se erano villaggi in cui risiedeva uno dei quattro pezzi grossi della regione.
<<Heiwa!!!>> Kagaya stava correndo verso di me, pronta ad interrompere la visione della carneficina che stava avvenendo sotto i miei occhi.
<<Cosa diavolo ci fai qua? Perché non sei con i tuoi uomini?>>
mi riproverò lei, urlandomi in faccia.
Roteai gli occhi e mi misi in piedi.
<<Se la sanno cavare da soli, che informazioni mi dai su di loro?>>
Dissi indicando i nostri nemici
<<Magia oscura. Sembra che qualcuno abbia radunato ed addestrato tutti i ronin nella regione.>>
Mi venne la pelle d'oca, mentre senza alcuna ragione mi sentivo colpire, come se qualcosa mi stesse divorando dall'interno.
Barcollai leggermente, ma Kagaya mi afferrò in tempo
<<Che succede Heiwa?!>> disse lei spaventata
<< Sto bene, tranquilla, dobbiamo preoccuparci di organizzare le truppe rimaste, non possiamo permettergli di penetrare nel Villaggio!>> la brutta sensazione si faceva ancor più largo dentro di me, il corpo intero mi doleva, ma non potevo farmi vincere ora, da niente e nessuno. Non ora che la mia casa era in grave pericolo.
<< Heiwa, avverto una disfunzione magica legata alla tua aura, la tua energia sta rispondendo al richiamo di qualcosa. Non mi piace per niente ciò che sento>>
<<Generale! Abbiamo bisogno di rinforzi!>>
A interromperci arrivò uno dei miei uomini, ferito gravemente al braccio.
Non risposi a Kagaya, ignorando anche il dolore che fino a qualche secondo fa mi tormentava.
Gli corsi incontro preoccupata, solo allora decisi di tornare ad osservare lo scontro. Sbarrai gli occhi, stavamo perdendo uomini anche noi. Da una situazione di netto vantaggio passammo ad una sconfitta più che sicura, in pochissimo tempo.
Avevo sbagliato i miei calcoli, come era possibile?
Guardai Kagaya e lei mi fece cenno di andare, sfoderai la mia Katana e mi buttai finalmente tra la mischia.
Ero confusa.
Vedevo soldati dello stesso villaggio combattere tra di loro, ed a me scoppiava la testa.
Correvo e colpivo con la mia Katana, senza utilizzare la magia, chiunque mi trovavo davanti, sperando che non fosse uno dei nostri. Spietata e senza rimorso, vagavo alla ricerca dell'artefice di tutto, doveva pur esserci una mente dietro questo massacro.
Mi sentivo allo stremo delle forze, decine di corpi cadevano attorno a me. Mi fermai al centro di quella baraonda, cominciai a guardarmi attorno, con l'ansia che mi pervadeva.
<<Yukan.>> sussurrai.
Molto probabilmente era nell'avanguardia, ed io non mi ero nemmeno curata di salutarlo un ultima volta, dovevo trovarlo, sperando che già non fosse troppo tardi....

(Divisa Standard dei soldati del fuoco. Non tutti sono in grado di utilizzare la magia e ancor meno a svilupparne una personale, proprio per questo tendenzialmente i guerrieri imparano ad utilizzare le arti del villaggio natale)

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